martedì 22 dicembre 2009

Benedetta Tobagi

"Ci sono cose che i bambini non dovrebbero preoccuparsi di capire, almeno in tempo di pace, ma parecchi figli degli anni Settanta hanno dovuto adattarsi alla cruda realtà.
Papà scriveva sul giornale e una mattina i terroristi gli anno sparato"
Benedetta Tobagi Come mi batte forte il tuo cuore Einaudi 2009

Ho terminato 3 giorni fa di leggere il libro di Benedetta Tobagi
Un libro intenso, bellissimo, profondamente commovente ed umano, e molto interessante per la ricostruzione storica fatta dalla figlia di Walter Tobagi, il giornalista del Corriere della Sera, assassinato nel1980 dai terroristi della «Brigata XXVIII marzo», a soli 33 anni.
" Quella mattina del 28 maggio 1980 i killer hanno ucciso anche la mia innocenza
Non ho ricordi di mio padre da vivo: è morto troppo presto. In compenso sono cresciuta assediata dall’immagine pubblica di Walter Tobagi. A volte si trattava di rappresentazioni vere e proprie: ricordo il busto di bronzo inaugurato nel palazzo di un ente locale, che da piccola trovavo terrificante, oppure un ancor più terribile ritratto a olio di cui un artista sconosciuto aveva voluto omaggiare il nonno Tobagi. Era ricavato da una fotografia non molto riuscita di mio padre seduto alla macchina da scrivere."
Il libro è nato dunque dall'esigenza della giovane donna di conoscere suo padre, colpito a morte sotto casa quando lei aveva solo 3 anni, e di cui le erano rimasti pochi ricordi.
" Non potevo tollerare di avere solo quell'immagine di mio padre, ucciso quella mattina "
Ma anche dalla consapevolezza che tale perdita non ha toccato solo la sua famiglia "ma tutta la società perché il terrorismo l'ha privata di risorse che avrebbero potuto renderla diversa".
I pensieri del padre, racchiusi in articoli, diari, pagine di appunti, lettere, libri e il motto, tratto dall'Etica di Spinoza, che aveva guidato il suo lavoro di giornalista - humanas actiones non ridere, non lugere, necque detestari, sed intelligere ( non bisogna deridere le azioni umane, né piangerle, nè disprezzarle, ma comprenderle)- hanno permesso a Benedetta di ricostruire la sua vita, pubblica e privata.
Benedetta Tobagi ha ripercorso la vita e la carriera del padre, partendo dai suoi primi anni in un piccolo paese vicino a Spoleto per arrivare agli studi classici al celebre liceo Parini di Milano, dove partecipò alla Zanzara, il giornaletto degli studenti che creò scandalo e censura, quindi dagli esordi come giornalista sportivo fino alla piena affermazione professionale nella redazione del Corriere della Sera.
Partecipe, con l'affetto e la commozione di figlia, non ha però mai rinunciato all'obiettività dello storico e si è documentata con scrupolo, consultando documenti pubblici e privati e interrogando chi allora c'era.
Ne è risultato un ritratto completo del giornalista, dell'uomo e del padre Walter Tobagi, ma anche di un periodo della storia italiana di cui è ancora tanto difficile parlare.
Del padre dà una immagine molto più vicina alla verità, senza strumentalizzazioni di parte.
"Sono allergica alla retorica vuota del martire e dell'eroe, che troppo spesso si applica alle vittime del terrorismo.
Papà ha avuto paura, ha faticato, ha assunto posizioni impopolari e molto discusse, ha continuato a scrivere le cose che gli sembravano giuste, ha cercato di riempire ogni giorno di senso il suo ideale di democrazia: questo, non il "martirio", fa di lui un punto di riferimento".
In quelle 300 pagine sono molte le riflessioni di Benedetta che mi hanno colpita molto
Tra queste alcune in particolare.
Il suo desiderio di non essere al centro della morbosa curiosità degli altri ritorna più volte, molto evidente, nelle parole di Benedetta ma anche il suo desiderio di sapere perchè è successa quella tragedia che l'ha lascia sconvolta e choccata
" Essere al centro di una tragedia pubblica aveva molti risvolti spiacevoli.
Primo, mi collocava in una scomoda posizione di visibilità, del tutto inde­siderata.
Secondo, avevo l’impressione che l’inva­denza di questa immagine pubblica, anziché avvi­cinarmelo e aiutarmi a conoscerlo, non facesse che spingere mio padre un po’ più lontano da me, come quando insegui un pallone tra le onde.
Chi era davvero Walter Tobagi?
Perché lo han­no ucciso?
Mi ha confortato il fatto di non trovarmi sola nella difficoltà di dare un senso agli eventi.
Che un giornalista progressista come lui sia diventato obiettivo dei terroristi di sinistra desta a tutt’oggi sconcerto.
Ritrovo l’eco delle perplessità della mia infanzia nelle parole di un ex terrorista tedesco della Raf, che, guardando all’esperienza dei «com­pagni » italiani, si chiede perché mai, mentre in Germania si colpivano capitani d’industria ed ex nazisti, a sud delle Alpi sotto il piombo dei sedi­centi rivoluzionari caddero più spesso i riformisti.
Con gli anni, gli elementi materiali del contesto diventavano per me più intelligibili, ma si faceva­no avanti problemi di comprensione più sottili e insidiosi.
Vi è un fenomeno caratteristico che interferi­sce con la memoria delle vittime del terrorismo (ma il discorso può essere esteso anche ai «cada­veri eccellenti» delle mafie): una vita intera viene risucchiata, come in un buco nero, dalla potenza di una fine tanto drammatica.
L’identità della vitti­ma è schiacciata.
Quel che resta è solo il simula­cro scintillante, ma vuoto, dell’eroe; nel mio caso, un martire della libertà di stampa.
Tutto ciò rende assai più difficile capire chi fosse realmente il de­funto e tracciare un bilancio obiettivo della sua at­tività. "
Bellissima la descrizione del padre giornalista, diverso rispetto agli altri colleghi giovani che già allora avevano un'etica molto diversa dalla sua :
" In una professione in cui tutti urlano, arringa­no e calcano i toni, mio padre parlava piano, a vo­ce bassa (...).
La voce pubblica di mio padre riposa tutta intera nei suoi articoli.
Noto una fraseologia ricca di espressioni come: «A me pare», «Si po­trebbe convenire», «Se guardiamo ai fatti degli ul­timi mesi», «Se consideriamo»: i tecnici li defini­scono «atti linguistici di cortesia positiva».
Non ha il gusto del paradosso, predilige il tono discor­sivo, l’ironia velata.
È bravo, a raccontare.
Le colo­riture efficaci sono divenute una cifra stilistica, co­me gli riconobbe anche Indro Montanelli.
Negli articoli, una galleria di ritratti, freschi ed efficaci come schizzi a china.
Papà la sente tutta la responsabilità di parlare a centinaia di migliaia di persone ogni giorno. Le sue convinzioni circa i compiti del giornalista si concentrano nella massima: «Poter capire, voler spiegare».
Si sente vicino a quella che Bocca defi­nisce la funzione maieutica della stampa: «Aiuta­re la gente a tirar fuori quello che ha dentro», in­formare con l’intento di fornire al lettore gli stru­menti per ragionare e chiavi interpretative per in­tendere la realtà. "
Le pagine che mi sono interessate di più sono state quelle in cui Benedetta fa una precisa analisi del terrorismo, delle trame misteriose e dei misteri dello Stato, della non verità e del segreto di Stato, che impediscono di sapere, ma soprattutto della P2 che aveva già allungato i suoi tentacoli sul Corriere, senza che suo padre sapesse
"Scegliendo di montare tasselli poco chiari, si possono tessere trame verosimili, ma non verifica­bili, oppure riesumare polemiche già consumate contando sulla memoria corta dei mezzi d’informa­zione.
Questo tratto accomuna molte vicende di ter­rorismo. Occorre cautela e profondo scrupolo, nel muoversi su terreni tanto scivolosi. In Italia manca davvero la verità intorno a troppe morti; trovo im­perdonabile abusare della buona fede di tante per­sone indignate senza motivazioni più che solide."

"L’unico risvolto positivo in questa vicenda sfi­brante sta nel fatto che mi ha portato a inciampare senza volerlo nell’unica vera lacuna nell’inchiesta sulla morte di mio padre. Questa volta la P2 c’entra sul serio, anche se non si capisce bene in che termini.
Il volantino di rivendicazione è stato analizzato in ogni maniera possibile, eppure, in tanto clamo­re, è passato sotto silenzio un fatto venuto alla luce nel marzo del 1981: copia del famigerato dattilo­scritto fu ritrovata nientemeno che dentro alla vali­gia sequestrata nella ditta Giole di Licio Gelli, a Ca­stiglion Fibocchi, vicino ad Arezzo.
Stava in una bu­sta sigillata con la dicitura, molto generica, «Rizzo­li - lettera Brigate Rosse», insieme ad altre cartelle selezionate di documenti riservatissimi, riguardan­ti tra le altre cose i piani di ricapitalizzazione e rias­setto proprietario del gruppo Rizzoli - Corriere del­la Sera, elaborati nei primi mesi del 1980 da Bruno Tassan Din con Licio Gelli e l’avvocato Umberto Or­tolani.
Vengo a conoscenza di questo fatto grazie alla meticolosità del senatore Flamigni, che lo menzio­na nel suo libro sulla P2, Trame atlantiche.
Provo stupore: in mezzo a tante polemiche, pro­prio sul volantino e sulla loggia P2, basate su indi­zi e suggestioni, com’è possibile che una notizia del genere non sia mai emersa?
Temevo che la mia reazione nascesse da ingenuità.
Quando ho visto le espressioni di sorpresa ogni volta che ho mostra­to i documenti a persone assai più esperte e smali­ziate di me, ho cominciato a preoccuparmi. Lo stupore cresce quando scopro che la magi­stratura lo seppe subito.
Il giudice istruttore Giulia­no Turone, responsabile della perquisizione con Gherardo Colombo, aveva girato il materiale al col­lega milanese incaricato dell’istruttoria sull’omici­dio Tobagi, Giorgio Caimmi: ritrovo la lettera d’ac­compagnamento, controfirmata per ricevuta in da­ta 14 aprile 1981.
Il magistrato Armando Spataro mostra sincera sorpresa: «Non ne sapevo niente, questa sembra effettivamente una lacuna», ammette.
Mi mette su­bito in contatto col giudice istruttore.
Caimmi se la ricorda, invece, la busta, ma all’epoca era impe­gnato a tempo pieno nel verificare con riscontri certosini le dichiarazioni dei pentiti.
Caimmi si era occupato fino ad allora di cause di fallimento, do­po l’omicidio Galli dovette cominciare a occuparsi di terrorismo e gli toccò istruire il processo-mon­stre .
Del delitto Tobagi, ripete, si sapeva già tutto.
«Non valutai che fosse un elemento rilevante», e la busta finì chissà dove.
Nel fascicolo non riesco a trovarla.
Mi viene spontaneo di obiettare che nel maggio dell’81 sulla vicenda P2 era caduto il gover­no, ma serve a poco.
Spataro ha un’ironia triste ne­gli occhi mentre riflette ad alta voce: «Se anche avessimo voluto seguire la pista, cos’avremmo po­tuto fare, interrogare Gelli».
Già.
Poco dopo, il tribunale di Milano fu obbligato a trasmettere l’inchiesta penale sulla loggia deviata — e tutti i documenti relativi — a Roma, dove di fatto si arenò.
A settembre dello stesso anno, ven­ne costituita un’apposita commissione d’inchie­sta parlamentare presieduta da Tina Anselmi.
Tra i membri, salta all’occhio il socialista Salvo Andò, uno dei deputati condannati per diffamazione per la campagna stampa contro i magistrati milanesi per la verità sull’affaire Tobagi, esplosa nel conflit­to istituzionale del 1985 (nel 1987 ai reati fu appli­cata l’amnistia in grado di appello con la confer­ma del risarcimento dei danni disposto dal Tribu­nale in primo grado).
Usarono ogni argomento possibile, tranne questo.
Forse, come altri com­missari, non spese troppo tempo sui documenti acquisiti dalla commissione, nemmeno sul cor­pus centrale.
Oppure tacque, e non dovrei stupir­mene: intorno alla loggia P2 sembra vigere da sempre la consegna di minimizzare e riportare tut­to al silenzio, al più presto.
La commissione fece un lavoro straordinario, considerando l’enormità del compito.
Quella particolare busta non poté es­sere oggetto di analisi specifiche.
È cominciata così l’ultima piccola odissea per ricostruire la storia di come e perché, tra i pochi e selezionati documenti che il maestro venerabile aveva impacchettato per portarseli via, ci fosse an­che il volantino di rivendicazione della «XXVIII Marzo».
Sul come gli arrivò, c’è l’imbarazzo della scelta, tanto pervasiva era la presenza della P2 nel grup­po Rizzoli e al «Corriere».
Mi sono concentrata al­lora sulle ragioni.
«C’è un metodo. La logica che guida Gelli nella costruzione del suo archivio è quella del ricatto e della disinformazione», mi spiega Giuliano Turo­ne.
È un uomo gentile, colto, limpido. In mezzo a tanti fantasmi, è uno di quegli incontri che mi ras­serenano. Mi serve a ricordarmi che l’Italia è fatta anche di tante persone come lui.
Lo conferma il magistrato Elisabetta Cesqui, che riprese in mano l’inchiesta arenatasi, purtroppo con scarsa fortu­na.
Se la ricorda bene, la busta: «Mi colpì che stes­se in mezzo a quei documenti sulla ricapitalizza­zione. Appariva incongrua».
Rifletto sul contesto.
I piani finanziari segreti conservati nella valigia fu­rono tracciati a partire dai primi mesi del 1980.
Il gruppo versava in condizioni disastrose per gli in­teressi passivi, gravato da testate deficitarie come «L’Occhio» e il «Corriere d’Informazione».
Il diret­tore generale Tassan Din però rifugge ogni deci­sione riguardo a chiusure e licenziamenti: il sinda­cato del gruppo Rizzoli è forte e fa molta paura, può paralizzare il «Corriere» per giorni, provocan­do perdite ingenti (...).
Mi tornano in mente i discorsi di mio padre, così vituperati: batteva sulle piccole grandi cose concrete, sui presupposti della libertà d’informa­zione, sulla necessità di affrontare sacrifici per avere testate dal bilancio sano, che non diventas­sero facile preda di «padrini» politici e finanziari.
Per tenere a bada il sindacato poligrafici Tassan Din ricorre ad Adalberto Minucci, responsabile dell’informazione del Pci.
Scelte vitali per il risanamento vengo­no colpevolmente rimandate, si batte la strada di manovre finan­ziarie illecite. Ai dirigenti allar­mati che lo invitano a tagliare i rami secchi, Angelo Rizzoli repli­ca: «Sto trattando la ricapitaliz­zazione del gruppo, non posso permettermi un Vietnam in azienda».
La loggia esercitava la pro­pria influenza alternando le lu­singhe all’intimidazione.
Forse, quel documento tra gli incarta­menti Rizzoli tradisce il proget­to di utilizzare i dubbi suscitati da quella morte provvidenziale per intimidire un po’ quel sindacato rosso così po­co governabile, un aiuto per tenere a bada i temu­ti «vietcong» con una manovra diversiva. Accanto alle seduzioni del direttore generale poteva essere funzionale far cadere sui sindacati l’ombra di un’accusa infamante: aver istigato, assistito, o quantomeno ispirato, l’omicidio di Tobagi.
Il libro termina con alcuni bellissimi e toccanti pensieri di Benedetta, poche pagine da cui sono rimasta profondamente toccata, parole profonde e commoventi di amore e di affetto filiale, una figlia che ha sempre amato quel padre famoso ucciso da giovani ricchi e borghesi, che sconvolsero tante vite in quei maledetti anni 70, tornando liberi in poco tempo con la scusante del pentitismo di stato !

"Il mare d’inverno è il mio rifugio.
Ci vado da sola.
Quando sono stanca, confusa, l’acqua e la lu­ce mi calmano sempre.
Guardando l’orizzonte, pri­ma o dopo, penso sempre a papà.
Mi sembra che sia più vicino.
Chissà come mai: dall’Umbria a Mi­lano, mare niente.
Poi ho capito.
Una coincidenza curiosa come una conchiglia integra, perfetta, sbucata dalla sab­bia.
Me l’ha regalata Marilisa, quasi una zia, men­tre mi portava in macchina alla stazione dopo una breve visita.
Le chiedo a bruciapelo: «Papà preferiva il mare o la montagna?»
«Il mare.
Andare in montagna gli piaceva per la compagnia, ma lui amava di più il mare.
Mi ricor­do che una volta ha detto che gli piaceva soprattut­to il mare d’inverno, quando è tutto vuoto, e si possono sentire le voci delle persone sulla spiag­gia, in lontananza».
Ho pianto in silenzio mentre l’auto percorreva i tornanti al buio.

Un altro posto dove vado da sola è il cimitero. Anche lì mi sento in pace.
Papà riposa nel paese d’origine della mia nonna materna, un cimitero piccolo, raccolto, lontano dai rumori, a misura d’uomo.
Ci sono tanti alberi.
Non è un posto tri­ste.
Anche le lacrime, qui, sono un sollievo.
Quando mi succede qualcosa di importante, ri­taglio il tempo per andare a dirlo a mio padre, co­me farei se fosse vivo e abitassimo in due città di­verse.
Gli parlo.
A volte parlo sul serio, seppure a bas­sa voce, per paura di esser presa per pazza.
Biso­gna provare per capire che fa una grossa differen­za, lasciar uscire la voce.
È un rito dolce e liberato­rio.
Quando vado a trovare papà al cimitero mi pia­ce portargli una rosa, una sola, ma molto bella. In una delle infinite tonalità del rosa. La scelgo con cura prima di partire, ci metto del tempo, è impor­tante. Non la lascio nel vaso, ma la incastro nella gra­ta di ferro battuto perché sia più vicina alla sua fotografia. La lascio lì accanto, come una carezza."
Sono pochi i libri scritti dalle vittime del terrorismo o dai loro famigliari rispetto a quelli dei terroristi. Benedetta Tobagi è stata bravissima a ricostruire la storia di suo padre come lo è stata la figlia di Guido Rossa ( che ho censito nell'altro blog Pensieri in Libertà) Due giovani donne colpite da una tragedia che allora, negli anni di piombo, fu troppo spesso anche una nostra tragedia, purtroppo !

Sgombero neve

Martedì 22 Dicembre 2009
Avviso alla cittadinanza per sgombero neve

Si invita la popolazione, ai sensi dell'art. 20 del vigente regolamento di polizia urbana, ad eseguire i lavori di sgombero della neve negli spazi antistanti i rispettivi fabbricati, per un metro e cinquanta centimetri dalla linea del muro.
dalla sede comunale
IL SINDACO

Saetta ci ha lasciate...


Ho parlato spesso, all'inizio del blog Pensieri in Libertà, delle mie tre gatte, la mamma randagia e le due gemelle, nate nel luglio del 1996. Tutte nere e tutte bellissime
Saetta era la gemellina piccola, la più veloce, la più vivace, la più dispettosa, quella che si avvicinava a chi entrava, che si faceva accarezzare e poi graffiava le mani...
Affettuosa ed attaccatissima a mia mamma, la seguiva dappertutto ed era la sua ombra
Saetta stamattina ci ha lasciate.
Da due settimane aveva quasi smesso di mangiare, lei che era la golosona che spazzava i piatti a velocità supersonica, e negli ultimi giorni beveva solo acqua addolcita nello zucchero. Rifiutava persino il suo amato latte
Stava in cucina a dormire vicino al termosifone quasi tutto il giorno e di notte in garage, vicino alla caldaia del riscaldamento, in una grossa scatola con sua mamma e sua sorella, che non la lasciavano più sola e la tenevano calda
Ora riposa in un angolo del giardino, riparato dalla neve e dalla pioggia, vicino alle tombe dei miei ultimi cane e gatto precedente
Di lei ci resterà il ricordo, tante foto che le ho scattato negli anni, la sua presenza sul tavolo nella serra, dove passava le sue giornate, e la speranza che nel paradiso dei gatti, lassù in cielo, sia tornata a giocare con i topi e gli uccelli e le lucertole che amava così tanto prendere e portare sullo zerbino di casa
Arrivederci, piccola ... la mia piccola bellissima e intelligente Saetta dagli occhi acquamarina !!! Che tu sia felice, per sempre, ovunque tu sia ...

giovedì 17 dicembre 2009

Aumentano le tariffe dell' Acqua

L’assemblea plenaria dell’autorità d’ambito, ritrovatasi oggi ad Omegna, ha approvato l’aumento della tariffa dell’acqua al metro cubo per il 2009. Un aumento del 12%, un punto percentuale in meno rispetto a quanto previsto nei mesi scorsi, che porterà la tariffa a 1.081 euro al metro cubo. La decisione è stata presa con la maggioranza dei presenti all’assemblea omegnese ad eccezione del voto contrario della comunità montana cusio mottarone e dall’astensione del delegato della comunità montana monte rosa. Un aumento che sarà proporzionale in base al territorio in modo da non incidere maggiormente sulle zone di montagna e di fatto evitando di privilegiare le zone di pianura. La decisione di oggi, giunge al termine di un percorso che ha visto confrontarsi tecnici ed amministratori per evitare un aumento incondizionato della tariffa che ha tenuto conto anche di alcuni tagli, come la riduzione della quota percentuale del trasferimento alle comunità montane e la riduzione della quota destinata alla cooperazione internazionale che è passato allo 0.05%. Sempre oggi l’assemblea di ATO ha dato via libera alla creazione di un nuovo gestore unico: quello di IdraBlu che insieme a Comuni Riuniti gestirà il ciclo dell’acqua nell’area Ossola con l’auspicio che le due società andranno in futuro ad associarsi.

mercoledì 16 dicembre 2009

domenica 13 dicembre 2009

La felicità

" Trovo bella la vita e mi sento libera.
I cieli si stendono dentro di me come sopra di me.
Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore.

La vita è difficile, ma non è grave.
Dobbiamo cominciare a prendere sul serio il nostro lato serio, il resto verrà allora da sè: e "lavorare a se stessi" non è proprio una forma d'individualismo malaticcio.

Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso
- se ogni uomo si sarà liberato dall'odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quell'odio e l'avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo.
E' l'unica soluzione possibile.

E così potrei continuare per pagine e pagine.
Quel pezzetto d'eternità che ci portiamo dentro può essere espresso in una parola come in dieci volumoni.

Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo proprio, nell'anno del Signore 1942, l'ennesimo anno di guerra. "
Etty Hillesum
Diario 1941-43



"Pochi soltanto possono sopportare la solitudine o il silenzio e trovare una ricchezza di vita sgorgante in loro stessi anche senza alcun stimolo esterno;
eppure soltanto questi sono felici, soltanto questi vivono veramente"
Evolversi dal blog Vento di Pensieri
Il silenzio è un compagno fedele se si è in pace con se stessi . Amo il silenzio nell'intimità della mia casa . Sono felice ed in pace con la solitudine amica di lunghe ore passate a creare, a riposare, a riflettere, a leggere nella sicurezza delle care vecchie stanze sicure e degli affetti familiari ...
erica

La torta di zucca

La torta di zucca è una delle torte invernali che preferisco
Si prende metà di una zucca piccola, si taglia a pezzi e si pela; si mette nello scodello e si fa cuocere in una pentola pressione ( con un po' di acqua sul fondo della pentola, non nello scodello!)
Bastano 15 minuti, se è fresca ed è stata coltivata nell'orto di casa
Quando è cotta, si lasciano raffreddare i pezzi di zucca su un piatto; poi si passano in un passino fine (a mano)
Si lascia quindi scolare per qualche ora la polpa macinata.
Per controllare se va bene, si mette la polpa in una terrina e si schiaccia con una forchetta per eliminare evantuale acqua.
Nel frattempo, si lava a parte ½ etto di uvetta sultanina, lasciandola a bagno per un po', prima di strizzarla bene e di metterla in una terrina capiente con la zucca passata, 1etto e ½ - 2 etti di farina, 1 uovo, la buccia grattuggiata di un limone ecologico e ½ etto di burro fatto sciogliere sul fuoco con ½ etto circa di zucchero.
Si rimesta bene il tutto con un mestolo di legno fino a far diventare cremoso l'impasto
Se dovesse essere troppo duro, si dovrà aggiungere un pochino di latte; se invece risultasse troppo molle, si dovrà mettere ancora della farina, quel che basta.
Dopo aver lavorato bene la pasta, si mette anche ½ bustina di lievito per le torte e si gira ancora due o tre volte.
A questo punto si mette l'impasto in una tortiera bassa, si allarga bene e, quando il tutto è ben spianato, si infila in forno ( già acceso a 200 ° )
Si lascia cuocere per più di ½ ora, controllando che non bruci
Quando ha una bella crosta giallo scuro, si spegne il forno e la si lascia lì a raffreddare
A me piace molto anche quando è tiepida ma è altrettanto buona fredda

E' difficile...

E' difficile fare le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini
imparate a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi che si credono liberi.
Gianni Rodari
Lettera ai bambini
Parole per Giocare 1979

Gianni Rodari nacque il 23 ottobre 1920 a Omegna sul Lago d'Orta, dove i genitori originari della Val Cuvia nel Varesotto si trasferirono per lavoro . Gianni frequentò ad Omegna le prime quattro classi delle scuole elementari.

venerdì 11 dicembre 2009

No alla privatizzazione dell'acqua

Il governo Berlusconi ha privatizzato l’acqua
AUMENTO DELLE BOLLETTE
PEGGIORAMENTO DEL SERVIZIO
IMPEDIAMOLO!!!!
PARTITO DEMOCRATICO
Via Roma, 24 - 28921 Verbania
Tel. 0323401272 Fax 0323403387
skype: partito.democratico.vco
Parte anche nel VCO la campagna di mobilitazione del PD per l’appuntamento nazionale dell’11 e 12 dicembre “1000 Piazze Per l’alternativa”, due giorni di manifestazioni nelle principali piazze italiane in cui il partito Democratico presenterà le sue proposte su lavoro, imprese, sanità, scuola, famiglie.
Nel VCO la giornata si caratterizzerà anche sul tema dell'acqua con una mobilitazione contro la proposta di privatizzazione obbligatoria dell'acqua voluta dal governo Berlusconi.
In queste due giornate sarà distribuito ai cittadini materiale informativo su questi argomenti.
A Stresa Venerdì 11 dicembre, al mattino presso il Mercato
A Baveno, sabato 12 dicembre, la mattina davanti al Municipio
A Verbania, sabato 12 dicembre, nel pomeriggio in piazza San Vittore a Intra
Ad Omegna sabato 12 dicembre al pomeriggio e Domenica 13 al mattino presso il Municipio in Largo Cobianchi.
L’acqua è un bene pubblico: no alla privatizzazione!
L’acqua è fonte di vita e costituisce pertanto un bene comunedell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti e non puòessere proprietà di nessuno.Il Governo italiano ha approvato una norma che apre, di fatto, lastrada all’affidamento esclusivo ai privati della gestione del servizioidrico facendo diventare l’acqua un business e non un bene primarioda garantire alle popolazioni.Questa privatizzazione del servizio, se non altro per il semplicemotivo che i privati gestiscono un servizio per ottenerelegittimamente un profitto, rischia di portare agli utenti un ulterioreaggravio dei costi e delle bollette.Per questo esprimiamo preoccupazione per queste scelte e per lepossibili implicazioni economiche e sociali per il territorio e i cittadini,soprattutto in una provincia montana come la nostra.Sanciamo con forza il principio della proprietà e gestione pubblicadel servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali esotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche ecostituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà.Per questo ci stiamo facendo promotori di iniziative in tutto il territoriodel VCO, come ad esempio la presentazione di un ordine del giornoin cui chiediamo, a tutte le Amministrazioni Comunali del VCO e alla Provincia, di adoperarsi in tutte le sedi per impedire che ciò avvenga.
dal volantino PD

mercoledì 9 dicembre 2009

Aforismi

"L'onore dipende spesso dall'ora che segna l'orologio."
Guillaume Apollinaire

sabato 5 dicembre 2009

Scacchi a Omegna

E' iniziato oggi il trentesimo campionato italiano individuale di scacchi presso il circolo scacchistico omegnese.
Sessanta i partecipanti provenienti da tutta Italia.
La regione Sicilia è la più numerosa con 15 rappresentanti, 5 quelli del VCO, 8 le regioni presenti.
Martedì 8 dicembre ci sarà la conclusione del torneo con le finali e l'assegnazione del titolo tricolore.

mercoledì 2 dicembre 2009

Telethon a scuola


Stamattina presso la Scuola Media di via De Amicis 7 è stato preparato il mercatino con i lavori degli alunni ed alunne di 2A 2E e 2G del Laboratorio di Volontariato del mercoledì pomeriggio
Il ricavato della vendita degli oggetti sarà consegnato ai volontari dell'associazione locale della U.i.l.d.m. ( unione italiana lotta alla distrofia muscolare ) e interamente devoluto a Telethon
Domani 3 dicembre e venerdì 4 dicembre al mattino proseguirà l'apertura del mercatino, ricco di oggetti vari molto belli, nati dalle mani e dalla creatività dei ragazzi e di noi 3 insegnanti che li abbiamo guidati nei mesi di ottobre e novembre
Chi fosse interessato, può passare a trovarci a scuola
erica

Appello di Luca e Michele Beltrami

Michele Beltrami mi ha inviato una mail con l'appello che ha scritto insieme con suo fratello dopo lo spiacevole episodio di Megolo. Pubblico molto volentieri nei post di questo blog i loro pensieri personali, che sono anche i miei e quelli di tutti coloro che credono profondamente nella resistenza e nella democrazia, acquistata grazie al sacrificio di tutti coloro che combatterono per la libertà, anche a rischio delle loro vite
"L'ignobile atto vandalico compiuto da sciagurati al monumento del Cortavolo di Megolo è un gesto grave che ci addolora.
È un gesto peraltro che si inserisce nel persistente tentativo di infangare la Resistenza; tentativo che oggi trova purtroppo sempre più ampia eco anche in ambienti politici e "culturali".
È un gesto che offende la memoria di un gruppo di valorosi partigiani, ma anche i loro compagni, i loro familiari e tutta la Resistenza ossolana, di cui la battaglia di Megolo è stata uno degli episodi più tragici, ma anche di più alto valore simbolico.
Forse è proprio contro questo simbolo che si accaniscono i nemici della Resistenza, siano essi vecchi nostalgici o giovani neofascisti, che godono, e hanno sempre goduto, di complice impunità.
A coloro che sostengono che l’antifascismo è superato noi rispondiamo che, finché si verificheranno episodi che offendono la memoria dei partigiani caduti, ma anche delle vittime dei campi di sterminio, noi avremo pieno titolo di continuare a definirci antifascisti, perché il fascismo non è morto, anche nelle sue forme più vili e insidiose.
E continueremo a pensare e a gridare “ora e sempre Resistenza”.
Questo faremo, insieme ai comuni di Pieve Vergonte e di Omegna, alla Casa della Resistenza, alle ANPI del VCO e a tutti coloro che, appena saputo dell’episodio, spontaneamente si sono radunati a Megolo per manifestare il loro sdegno e impegnarsi per riparare ai danni che il monumento ha subito.
Crediamo, infine, opportuno che accanto al monumento venga apposta una targa che ricordi le date di questi vili episodi, perché chi si reca al Cortavolo di Megolo sappia non solo che lì sono caduti combattendo il Capitano Beltrami e i suoi compagni, ma che ancora oggi qualche sciagurato ritiene suo dovere infangarne la memoria.
Luca Beltrami Gadola
Michele Beltrami "

venerdì 27 novembre 2009

Premio Omegna

Premio letterario “ Della Resistenza” Città di Omegna 2009
Città di Omegna Assessorato alla Cultura
Con il patrocinio della regione Piemonte e della Provincia del VCO

SABATO 28 NOVEMBRE 2009 Ore 15.00 CERIMONIA DI PREMIAZIONE

La giuria del Premio Letterario “Della Resistenza” Città di Omegna composta da Michele Beltrami, presidente, Alba Andreini, Giovanni Cerutti, Laura Pariani, Oreste Pivetta, Maria Grazia Rabiolo e Anna Ruchat
proclama VINCITORE DELL’EDIZIONE 2009

ALESSANDRO LEOGRANDE per il libro “Uomini e caporali” Mondadori editore

PREMIO SCAFFALE Dunja Badnjevic´, per il libro “L’isola nuda” - Bollati Boringhieri editore

MENZIONE SPECIALE KAZIMIERZ MOCZARSKI, per il libro “Conversazioni con il boia” - Bollati Boringhieri editore

Ore 16.30 Concerto dell’ORCHESTRA SINFONICA GIOVANILE DEL V.C.O.diretta dal Maestro Umberto Benedetti Michelangeli
Programma di sala: Franz Schubert - Sinfonia n. 4 “La Tragica”Claude Debussy - Petite SuiteFranz Joseph Haydn - Sinfonia n. 88

Stamattina sono uscita prima del solito perchè avevo due commissioni da fare prima di entrare a scuola
Arrivata in centro ad Omegna sono andata subito in libreria e lì ho incontrato Michele, il figlio del Capitano Beltrami. Abbiamo fatto una chicchierata veloce perchè doveva incontrare gli scrittori vincitori del Premio Resistenza città di Omegna e più tardi avrebbe avuto insieme ad Alessandro Leogrande l'incontro con gli studenti delle scuole Superiori di Omegna
Noi ci rivedremo comunque domani pomeriggio al Sociale e spero che anche quest'anno ci sarà un folto pubblico partecipe ed interessato
Sono ormai 50 anni che la città di Omegna ricorda la Resistenza con il suo prestigioso premio letterario

Casa della Resistenza Parco della Memoria e della Pace

Il Parco della Memoria e della Pace è il luogo dove il 20 giugno 1944 i nazisti fucilarono 43 partigiani ed è un'area monumentale dedicata alla Resistenza
Un'alta croce, quale simbolo di sacrificio, domina il luogo quasi a protezione del lungo muro che reca incisi oltre 1.200 nomi di Partigiani caduti.
La Casa della Resistenza è a Fondotoce - Verbania
" UN IGNOBILE GESTO CONTRO LA DEMOCRAZIA
Per l’ennesima volta i simboli della Resistenza del nostro territorio sono stati offesi da un atto vandalico e vigliacco.
Questa volta è toccato a Megolo, al Cortavolo, luogo sacro e simbolo del sacrificio di Filippo Maria Beltrami, Antonio Di Dio, Gaspare Pajetta e di tanti altri giovani che non hanno esitato ad offrire la propria vita in cambio della libertà di tutti, anche degli autori di questo ignobile gesto.
L’Associazione Casa della Resistenza, al Cortavolo, ogni anno accompagna migliaia di studenti e in quel luogo, così caro all’appena scomparso Enrico Massara, ragiona di valori, di democrazia, di pace e di libertà.
Offendere Megolo è offendere dunque tutta la nostra comunità, tutti gli uomini e tutte le donne che nel nostro paese, quotidianamente, sono impegnati a costruire una società più giusta, più libera, più bella.
Per questo la nostra Associazione vuole, con questo breve comunicato, denunciare a voce alta la gravità del gesto e chiede alle autorità preposte di attivarsi affinché mai, mai più debba accadere
"

domenica 22 novembre 2009

25 Novembre

Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Una giornata importante perchè sono ancora troppe le donne che subiscono violenze, fisiche e psicologiche, in ogni parte del mondo, Italia compresa
E magari ci sfiorano ogni giorno senza che noi ce ne accorgiamo, senza che noi possiamo dare loro una mano per aiutarle ...

Vandalismi a Megolo


Stamattina nella prima pagina de La Stampa Vco ho letto una notizia decisamente sgradevole
Un atto vandalico è stato compiuto ai danni del monumento all’alpe Cortavolo in ricordo della battaglia di Megolo del 1944.
Nella notte, ignoti hanno rotto i i portafotografie del capitano Beltrami e degli altri 11 partigiani martiri, uccisi con lui, imbrattando il monumento con simboli che ricordano la svastiche.
Nei pressi del monumento è stata ritrovata una bandiera o una sciarpa che potrebbe appartenere a gruppi di estrema destra.
Le indagini sono in corso.
L’amministrazione di Pieve Vergonte ha annunciato che sporgerà denuncia per quanto successo. Questo è purtroppo il terzo atto vandalico compiuto ai danni di uno dei luoghi simbolo della resistenza in Ossola.
L’amministrazione di Pieve ed il vice sindaco Medali, hanno così commentato:
“D’accordo con l'Anpi e la Casa della Resistenza di Fondotoce, l’atto di oggi sprona ad organizzare le commemorazioni per la battaglia di Megolo, il 13 febbraio, con più risonanza.
Per amore della verità, analoghi episodi erano già accaduti con me sindaco e con l’ex sindaco Gravina, quasi a sottolineare che tocca a tutti in fase di avvicendamento”.
Filippo Maria Beltrami ed i suoi giovanissimi compagni, tra cui Gaspare Pajetta, riposano nel piccolo cimitero più a valle, a un quarto d'ora di cammino

domenica 8 novembre 2009

Boicottaggio svizzero

In queste ultime settimane la "guerra" tra Svizzera e Italia per lo scudo fiscale di Tremonti si è inasprita sempre di più fino ad arrivare a colpire anche ambienti completamente estranei alle banche, dove tanti Italiani avevano messo al sicuro i loro soldini non denunciati al nostro fisco.
Stamattina nelle pagine de La Stampa Vco ho letto un articolo che mi ha lasciata " basita" !
A Cannobio, nel nuovo teatro, si è svolto ieri uno stage di musica moderna, nell'ambito di un progetto che vuole unire giovani del Verbano Cusio Ossola e del Canton Ticino per sperimentare nuovi percorsi musicali, per suonare e per conoscersi, superando le frontiere esistenti.
Ma allo stage, con 28 iscritti, si sono presentati solo gli italiani ed una ragazza di Lugano, molto applaudita per la sua libera scelta.
Gli altri 5 studenti svizzeri si sono invece ritirati come i 3 docenti formatori, che avrebbero dovuto contribuire alla realizzazione di questo originale ed importante progetto (presente anche sul web nel sito www.chitweb.eu).
Lo stage musicale gratuito è articolato in 2 anni e per il Consiglio di Stato elvetico l'impegno complessivo era di 80 mila euro!!!
Per uno scudo politico-fiscale tutto è andato al diavolo ma la speranza é che quelle note musicali da Cannobio possano varcare il vicino confine e arrivare al cuore degli algidi Svizzeri, sensibili solo al dio denaro ed ai loro affari...

venerdì 30 ottobre 2009

Halloween

Quando molti anni fa insegnavo inglese come seconda lingua e spiegavo che una delle feste anglosassoni più famose era Halloween, con le zucche, le streghe ed i fantasmi, i miei alunni non sempre capivano cosa fosse e mi chiedevano se quello sconosciuto avvenimento assomigliasse al nostro Carnevale
Quest'anno non ne ho nemmeno accennato perchè ormai ovunque vendono maschere e scherzi vari per festeggiare Halloween, mentre il mio amato, carissimo Carnevale è quasi scomparso

Ma Halloween ha comunque una storia antica molto interessante che tutti dovrebbero conoscere
Halloween, attualmente statunitense e canadese, fu introdotto in Europa dai Celti ed era il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, che si celebrava la sera del 31 ottobre.
Le sue origini antichissime affondavano nel più remoto passato delle tradizioni europee e venivano fatte risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame.
Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all'inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda e questo era il periodo di Halloween.
I Celti erano il popolo che festeggiava la fine dell'estate con Samhain, il loro capodanno, che in gaelico significava "fine dell'estate".
La sera tutti i focolari venivano spenti e riaccesi dal "sacro falò" curato dai druidi a Tlachtga, vicino alla reale Collina di Tara.
Nella dimensione circolare del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale, che non apparteneva né all'anno vecchio né al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi.
I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti di loro facessero visita ai vivi.
Da qui l'usanza del trick-or-treat -"dolcetto o scherzetto?"-.
Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni ma nelle fate e negli elfi, creature considerate pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo.

Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini, che ha portato in seguito alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.
Da qui si è arrivati alla tradizione odierna e più recente dei bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, che bussano alla porta urlando con tono minaccioso: "Dolcetto o scherzetto?".
Per allontanare la sfortuna, è necessario bussare a 13 porte diverse.
Il nome "Halloween" deriva da "All Hallows Eve", la "Vigilia di tutti i santi", perciò la "Vigilia della festa di tutti i santi", festa che ricorre il 1° novembre.

lunedì 26 ottobre 2009

“Un frutto per amico”

Un frutto per amico” è l’iniziativa proposta dall’Asl del Vco in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale.
Il progetto ha l’intenzione di promuovere l’educazione alimentare durante le merende degli alunni delle scuole primarie della nostra provincia.
La proposta infatti prevede il consumo di un frutto di stagione durante la merenda a scuola, almeno due giorni alla settimana (il martedì e il venerdì).
L’iniziativa ha già preso avvio il 13 ottobre e continuerà per l’intero anno scolastico 2009/2010

Memoria e Valori

"Ogni tanto parole come memoria, commemorazione, rievocazione, entrano di prepotenza nei dibattiti politici, ed utilizzati come una clava ora in una direzione, ora nell’altra, a seconda della strumentalizzazione che si vuole sostenere, e spesso con una connotazione pietistica. Alcuni intellettuali affermano che quando non ci saranno più i testimoni degli orrori del ‘900 allora la memoria storica di quei fatti rischia di scomparire..." dal blog di Duccio
In queste ultime due settimane ho passato molto tempo a scuola e in un lungo e complesso lavoro casalingo per il laboratorio scolastico delle classi seconde, che mi hanno stancata parecchio, tenendomi lontana dal Pc nelle serate passate
Stasera sono passata a leggere i blog amici e mi sono commossa di fronte alle parole dell'amico Duccio, la cui analisi profonda sulla memoria di un passato che sta scomparendo dalle nostre memorie arriva all'analisi finale del nostro tempo attuale
Un tempo non positivo, dove il razzismo e la violenza stanno avanzando strisciando a poco a poco e penetrano nella nostra società in modo subdolo, creando disagio ed episodi paradossali, come i pestaggi dei gay, i soprusi contro i più fragili ed i più deboli, le campagne contro i migranti e gli extracomunitari dei barconi ...
Ciò che Duccio denuncia e descrive così bene è ormai una realtà ben definita che si sta allargando a macchia d'olio ovunque, anche negli ambienti politici, vedi le polemiche e gli scandali di questi ultimi mesi, dalle escort del presidente del consiglio ai trans del presidente della regione Lazio, ai gossip televisivi di Mattino 5 contro la vita privata di un giudice, Raimondo Mesiano, colpevole di aver condannato la Fininvest al maxi-risarcimento di 750 milioni di euro nei confronti della CIR di De Benedetti
Un mondo sempre più privo di decenza, decadente, privo di valori ...

Libertà di Informazione

E' più importante un'indagine giudiziaria o è più importante dare notizia dell'indagine in corso ai propri lettori con il rischio di essere inquisiti dai magistrati stessi dell'indagine ?
Ecco cosa è successo a 3 giornalisti di Novara che hanno pubblicato notizie di indagini ancor in corso su un grave episodio di corruzione:
" Tre giornalisti sono stati posti sotto inchiesta dalla magistratura di Novara per violazione di segreto istruttorio in relazione a un'inchiesta che stamattina a Novara ha portato a 5 arresti, tra cui un maresciallo dell'ispettorato del lavoro, sua moglie e un imprenditore edile.
I tre giornalisti sono Renato Ambiel, responsabile della sede de La Stampa di Novara e il direttore Giuseppe Cortese e il cronista Attilio Barlassina della Tribunale Novarese.
La Digos ha sequestrato i computer di redazione e quelli personali dei redattori. Il provvedimento e' del sostituto procuratore Giovanni Caspini.
Immediata la reazione del presidente dell'Ordine del giornalisti del Piemonte, Sergio Miravalle: '' E' l'ennesimo attacco alla liberta' d'informazione.
Un caso analogo a quello dell'estate scorsa che ha visto nel mirino il giornalista della Repubblica di Torino, Diego Longhin''.
Analoga l'accusa a Longhin: aver pubblicato indiscrezioni su un'inchiesta della Procura di Torino su alcuni vigili urbani.
Sia La Stampa che la Tribunale Novarese, infatti, a fine settembre avevano scritto delle indagini che oggi hanno portato alle misure cautelari.
Gli arresti di questa mattina sono lo sviluppo di un'inchiesta, iniziata un anno fa, su episodi di corruzione che vedono coinvolti, tra gli altri, due assessori del Comune di Novara, una funzionaria della stessa amministrazione, il sindaco di un paese del Novarese, un maresciallo dei carabinieri, imprenditori: complessivamente, si tratta di una ventina di persone.
Tre delle persone sono finite in carcere: si tratta del maresciallo responsabile della sezione dell'Ispettorato del lavoro, Giuseppe Staffieri; della moglie Maria Potenza, impiegata presso la Prefettura; e di un imprenditore edile, Andrea Giulio.
Altre due persone sono ai domiciliari.
Le indagini erano partite quando una denuncia nei confronti, tra gli altri, del sindaco di Vinzaglio, aveva portato alla luce, attraverso una serie di intercettazioni telefoniche, diversi episodi soprattutto di corruzione. In particolare, e gli arresti di questa mattina sono legati proprio a questo troncone d'inchiesta, era emerso che il maresciallo avrebbe - secondo l'accusa - intascato mazzette per evitare controlli nei cantieri o per 'addomesticare' le relative relazioni. "
Fonte ANSA 22-OTT-09

Verbania migliore città "ambientale"

Sono stati pubblicati i risultati di Ecosistema urbano di Legambiente
Nella classifica della qualita' ambientale delle citta', il nord registra qualche segnale di miglioramento mentre il sud rimane arretrato.
I parametri sono stati il trasporto, le isole pedonali, la depurazione e la raccolta differenziata.
La migliore città è risultata Verbania, seguita da Belluno, Parma, Bolzano e Siena.

venerdì 9 ottobre 2009

Lettere a Theo

Ho letto alcuni anni fa un libro bellissimo, il libro con le lettere che Vincent Van Gogh, il celebre pittore olandese, scrisse al fratello Theo, soprattutto nell'ultimo periodo della sua vita, quando già soffriva di problemi psichici
Van Gogh si uccise con un colpo di pistola a Auvers-sur-Oise, nel sud della Francia, il 27 luglio del 1890 a soli 37 anni.
Sul giornale francese Mercure de France, il critico Albert Aurier lo ricordò come un " artista vero, gagliardo, di pura razza, dalle mani brutali di gigante, dai nervosismi di una donna isterica, dall’anima di illuminato ".
Con quelle stesse " mani brutali " due anni prima ad Arles, dopo una lite con Paul Gauguin, da cui era dominato psicologicamente, Van Gogh si era tagliato il lobo di un orecchio e lo aveva spedito a una prostituta.
L’anno successivo invece si era volontariamente " consegnato " al manicomio di Saint Remy.
Soffriva di epilessia e la sua fama è sempre stata quella di un irrazionale, impulsivo, capace soltanto di ascoltare il proprio dolore e di rovesciarlo a pennellate dal ritmo nevrotico e compulsivo sulla tela.
Ma probablimente non è così e questa mitizzazione è il frutto di un’interpretazione letteraria di Antonin Artaud che in un suo libro parla del suicidio di Van Gogh e della sua vita travagliata come della vita di un pazzo.

La prova della lucidità intellettuale dell’artista olandese è invece racchiusa nelle sue lettere.
Una mostra di queste lettere è aperta al Museo Van Gogh di Amsterdam fino al 3 gennaio 2010.
La corrispondenza di Van Gogh è molto vasta e si compone di circa 820 missive.
L'esposizione è accompagnata da una nuova edizione in 6 volumi delle lettere inviate e ricevute dall’artista, realizzata in collaborazione con lo Huygens Institute de L'Aja.
Vincent, scrittore d’arte raffinato, indirizzava le sue lettere soprattutto al fratello Theo, il suo confidente fedele ed affettuoso, che credeva nella sua pittura, che stava rivoluzionando la cultura visiva del Novecento.
Nelle sale del museo sono esposti per la prima volta gli originali di questi fogli, a volte accompagnati da schizzi e disegni in cui l’artista abbozzava la prima idea di quadri che allora non voleva nessuno e che poi sono diventati famosissimi e miliardari.
Van Gogh aveva dunque un metodo di lavoro molto preciso: studiava la composizione delle sue opere attentamente, non lasciava niente al caso. I suoi fogli sono pieni di annotazioni tecniche, anche sul colore:
" Un immenso disco giallo limone per il sole. Verde-giallo il cielo con le nuvole rosa. Il seminatore e gli alberi sono blu di Prussia " scriveva in una lettera del 1888 in cui spiegava quello che sarà Il seminatore, senza pittura di getto, ma una precisa volontà da applicare sulla tela, con lucidità e sapienza.

Era dunque perfettamente cosciente di quello che faceva e sceglieva i suoi obiettivi e cercava di raggiungerli passo dopo passo
Ma la sofferenza fisica e psichica di Van Gogh sono un fatto reale e sono proprio le sue parole a chiarirlo.
Nelle sue lettere appare sempre l’aspirazione verso un’arte che esprime il senso della verità e un afflato spirituale:
" Non è forse l’emozione, la sincerità del sentimento della natura che ci guida?»
"... Invidio i giapponesi, l’estrema nitidezza che tutte le cose hanno presso di loro…il loro lavoro è semplice come respirare… Ah bisogna che riesca a fare una figura con pochi tratti! ". L’artista cercava consolazione nei suoi dipinti:
" Così il pennello mi corre tra le dita, allora, come un archetto sul violino e, assolutamente per il mio piacere…"
" In un quadro io vorrei dire qualcosa di consolante come una musica ".
In realtà la sua pittura non lo salvò, né lo protesse.
Quando morì, dopo due giorni di agonia, aveva addosso un’ultima lettera :
" Per il mio lavoro io rischio la vita, e la mia ragione vi è quasi naufragata…".
Un uomo dalla vita complessa e " maledetta", come quella di altri artisti e poeti dell'epoca, che mi ha sempre affascinata ed attirata. La scoperta di questa mostra e delle novità che riabilitano l'uomo e la sua arte sono quindi state una gran bella notizia e chissà che riuscirò anche a vedere dal vivo le bellissime lettere a Theo, che tanto ho amato leggendole con estrema attenzione e piacere ...

sabato 3 ottobre 2009

La libertà

" La Libertà è una condizione di non impedimento "
Norberto Bobbio

" Il cittadino non informato o informato male è meno libero".
Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale
piazza del Popolo, Roma, 3 ottobre 2009

" La legittimazione del voto popolare non autorizza nessuno a colonizzare lo Stato e a spalmare il Paese di un pensiero unico senza diritto di replica "
Don Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana

Difendiamo la libertà di stampa

" Diritto di sapere , dovere di informare ! "

martedì 29 settembre 2009

Sonno e Alzheimer

Uno studio pubblicato nella rivista "Science", condotto da ricercatori della Washington University di St. Louis (Usa), ha messo in evidenza il fatto che la mancanza di un corretto sonno notturno, che il dormire solo poche ore di notte , potrebbe avere effetti molto negativi sulla salute generale e, in particolare, su quella del cervello.
Lo studio ha messo in evidenza come la mancanza di sonno sia collegata alla malattia di Alzheimer.
Il test di micro dialisi eseguito sui topi ha permesso di scoprire che i livelli di amiloide extracellulare-beta nel cervello scendono significativamente durante il sonno e aumentano durante la veglia.
L'amiloide è una proteina che è stata associata alla malattia di Alzheimer.
Il dr. Dave Holtzman ha scoperto che le dinamiche del beta amiloide confidano sull'ormone orexina e la forzatura degli animali a restare svegli o dormire influisce sui livelli della proteina: aumenta o diminuisce la presenza di placca beta amiloide.
In uno studio precedente, Holtzman aveva dimostrato che l'attività sinaptica innescava il rilascio del beta amiloide, suggerendo che i topi di questo ultimo studio, privati del sonno, hanno prodotto più placca beta amiloide perché il loro cervello è stato sollecitato più del normale.
Anche se è formalmente difficile rapportare i risultati della ricerca all'uomo, un precedente studio pubblicato sulla rivista scientifica "Neuron" pare avesse dato sostegno a questa tesi

Massimo Gramellini

Ogni giorno, quando apro il quotidiano, La Stampa di Torino, la prima cosa che leggo è la rubrica Buongiorno di Massimo Gramellini perchè questo giornalista, arguto, pungente, divertente, sarcastico, ironico, a seconda dei casi, è anche un ottimo osservatore della realtà

E i suoi pezzi giornalieri sono dei piccoli capolavori di satira e di riflessione sulla nostra società e sui personaggi che ne fanno la storia

L'altro giorno per esempio il suo Buongiorno del 26, è stato non solo pungente, ma amaro, veramente amaro per chi non crede nel machismo e nell'esibizionismo egocentrico di un politico che troppo spesso commette questo tipo di gaffes così spiacevoli
"


Michelle ma belle

Piccolo test psico-attitudinale per conoscere il vostro profilo politico. Che effetto vi fa questa foto scattata al G20 di Pittsburgh e tesa a immortalare l’incontro fra il premier di una nazione del Sud Europa e la moglie del presidente degli Stati Uniti?
a)Vergogna. Possibile che, su venti capi di governo che si attengono al cerimoniale senza tante smancerie, l’unico a doversi distinguere sia sempre lui?
b) Allegria. Per fortuna che, su venti capi di governo che si attengono al cerimoniale senza un briciolo di estro, ce n'è almeno uno che non sembra un invertebrato.
c) Imbarazzo. Perché dobbiamo ancora esportare la macchietta del cumenda milanese del secolo scorso, quello che appena vede una donna comincia a storcere la bocca e le mani?
d) Davvero pittoresco, questo nonnino col cerone sulla faccia. E poi è così galante.
e)Che fa, ci prova pure con lei?
Se avete risposto
a) siete anti-italiani,
b) siete berlusconiani,
c) siete quel che siete e forse lo avete anche votato, per mancanza di alternative,
d) siete Michelle Obama,
e) siete Barack Obama. "

giovedì 24 settembre 2009

Solidarietà ai Lavoratori Lagostina

Domani ci sarà un nuovo presidio dei lavoratori della ditta Lagostina, organizzato dalle Rsu e dai rappresentanti sindacali contro il preannunciato piano di riorganizzazione aziendale ed il licenziamento di 73 dipendenti
L' appuntamento questa volta sarà dalle 9.30 alle 11.30, davanti ai cancelli degli uffici dello stabilimento in via IV Novembre, a Crusinallo.
Tutta la mia solidarietà a queste persone che rischiano il posto di lavoro proprio qui vicino, perchè la Lagostina, la celebre fabbrica delle pentole a pressione con l'omino de La Linea, si trova a 5 minuti da casa mia ed è stata per oltre vent'anni il posto di lavoro di mio papà. quando non era ancora stata ceduta ai Francesi, ma era una " grande famiglia" con i nipoti di Massimo Lagostina, i 3 fratelli Moroni
Altri tempi, decisamente migliori rispetto al periodo attuale di crisi

MiTo

Ho letto oggi su La Stampa di Torino questo curioso articolo:
"Ieri a MiTo hanno fatto irruzione le masse, come una specie di Rivoluzione francese in miniatura; ... ; a Milano, alcuni contestatori, poco numerosi ma molto decisi, che hanno bloccato a suon di urla il concerto al Dal Verme con il sindaco Letizia Moratti in palcoscenico nell’insolito ruolo di voce recitante per il Lincoln Portrait di Copland.
Tutto è durato pochi secondi che però sono sembrati interminabili: il sindaco aveva appena iniziato a declamare le parole del Padre della Patria americana, «Fellow citizens, we cannot escape history», «Compatrioti, non possiamo sfuggire alla storia», quando in sala ha fatto irruzione, se non la storia, almeno la cronaca, sotto forma di alcune ragazze che si sono messe a strillare a più non posso.
Oggetto del gridare, la ventilata chiusura delle Civiche scuole da parte del Comune, già motivo di una manifestazione, all’esterno del teatro.
Comunque le giovani, in possesso di buoni polmoni e di altrettanta determinazione, tanto hanno fatto da obbligare il direttore Jan Latham-Koenig, la Filarmonica del ‘900 del Teatro Regio di Torino e, di conseguenza, la signora sindaco a fermarsi. Curiosa la reazione del pubblico alquanto scarsino del Dal Verme : alcuni hanno applaudito le contestatrici, altri la contestata quando, ripristinato l’ordine, il concerto è ripreso. ... "

Lunedì anch'io sono andata a Milano, al Palasharp, ad un concerto di MiTo ( Milano- Torino )

Eravamo in 8000 ed è stato uno degli spettacoli musicali più belli a cui ho assistito, con la Filarmonica della Scala diretta dal coreano Myung Whun Chung, un piccolo signore strepitoso e fantastico

Abbiamo ascoltato rapiti per un'ora e mezza, senza intervallo, l'Ouverture da L' Italiana in Algeri e l' Ouverture dal Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini, l' Intermezzo dal terzo atto della Manon Lescaut di Giacomo Puccini, l' Ouverture da La Forza del Destino di Verdi e gli splendidi Tableaux d'une exposition di Moussorgsky, con la trascrizione per orchestra di Maurice Ravel

Ho sempre amato la musica e queste manifestazioni a basso costo ma di alto valore culturale sono il miglior esempio dell'amore per la musica da parte di tantissime persone che come me apprezzano anche la lirica e la classica
La serata al Palashrp, con un'acustica ottima e con due maxischermi a fianco del palcoscenico, che ci hanno permesso di vedere da vicino solisti e strumenti, è stata veramente un evento unico ed indimenticabile

martedì 22 settembre 2009

Cody

Cody era il cane lupo nero che per tanti anni è vissuto nel cortile della casa di fronte alla mia. Faceva la guardia a casa sua ma anche alla mia perchè quando qualcuno si avvicinava al mio cancello, lui si metteva ad abbbaiare e non smetteva fino a quando mia mamma o io uscivamo a vedere cosa stava succedendo ...
Noi lo chiamavamo Pippi e lui faceva andare la coda in segno di saluto e di riconoscimento delle nostre voci
L'anno scorso il suo padrone giovane ha portato a casa una bellissima cagnolina di razza, che è diventata la sua compagna di cortile ed a giugno ha avuto una cucciolata di 6 piccoli, alcuni simili a lei, alcuni simili a lui, tutti bellissimi e tanto carini
5 sono partiti presto dal cortile, ma una, vivace ed intelligente, è rimasta con loro fino alla fine di agosto
Era la " Lulù", come l'aveva ribattezzata mia mamma, e le mie gatte la curavano perchè non si avvicinasse troppo al nostro cancello
Erano gelose e non volevano che entrasse; la graffiavano quando avvicinava il musino alle sbarre, ma lei imperterrita non badava a loro e veniva a farmi festa e a saltarmi addosso
Poi anche lei se ne è andata un mattino, portata via dal suo padrone, e sono rimasti nel cortile solo il Cody e la Titti ( anche se il suo vero nome è Lara)
Niente più corse e giochi tra la Lulù e la Titti, niente movimento e vivacità di un cucciolo allegro e festoso
Per parecchi giorni la cagnetta è rimasta triste e sconsolata, con il muso appoggiato al cancello, buttata giù a guardare se la sua piccola ritornava indietro
Poi si è rassegnata ed ha ripreso la sua vita normale di cane da guardia attento e vigile che passava tutto il tempo con il grosso lupo nero
Ma nei giorni scorsi Cody ha smesso di abbaiare e poi non è più uscito in cortile
Venerdì, al ritorno da scuola, l'ho visto steso al sole, stanco vecchio ed affaticato
Con quei suoi occhioni neri mi ha seguita mentre passavo ma non si è mosso
E non mi ha fatto andare neppure la coda...
Stamattina sono uscita prima da scuola, perchè dovevo andare dal dentista per un problema serio ad un dente, che da due settimane mi fa male e mi impedisce di mangiare in modo normale
Con gli effetti dell'anestesia ancora ben presenti, sono arrivata a casa verso mezzogiorno
Cody era lì, nel suo cortile, steso vicino alla macchina del suo padrone giovane, ma se ne era andato...
Per sempre
Era ormai un vecchio cane ed il suo cuore si è fermato definitivamente in una calda mattinata di settembre
Alcuni vicini e vicine di casa hanno aspettato con me l'arrivo del suo padrone e due lo hanno aiutato a portare via il corpo del cagnone nero che per tanti anni aveva fatto la guardia, fedele e sicuro, alle nostre case
La Tittì è rimasta, accucciata vicino a Cody morto ed ha ringhiato contro di noi fino a quando il suo padrone è entrato dal cancello
Poi, ha annusato ben bene tutto il cortile e l'angolo dove il suo amico cane era rimasto steso
E un po' di tempo dopo il suo padrone giovane ha riportato a casa la piccola Lulù, cresciuta e ... completamente pazza di gioia quando ha ritrovato la sua mamma
Le è letteralmente volata adosso, le ha leccato tutto il muso e poi ha cominciato ad abbaiare ed a girare in tondo nel cortile
E poi hanno ricominciato a rincorrersi e a rubarsi la palla, come facevano sempre ad agosto
Dopo un po', stanche e con la lingua penzoloni, sono salite sul pianerottolo sopra la scala esterna di casa e si sono addormentate vicine, vicine
Noi sentiremo di certo la mancanza di Cody ma la gioia di quella cucciola tornata nel suo cortile, con la sua mamma, e le vicine di casa che sono andate a salutarla, ad accarezzarla e a farle tante feste è stata altrettanto commovente e toccante
Accarezzare la piccola Lulù e rivederla in quel cortile, felice e piena di vita, correre e giocare e saltare, è stato un vero piacere, anche se poi le mie gatte gelose si sono subito appostate dietro al mio cancello, pronte a graffiarle il muso ...

martedì 15 settembre 2009

Muntazer al-Zaidi è tornato libero

Muntazer al-Zaidi, il giornalista arrestato per aver lanciato un paio di scarpe contro l’ex presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, è tornato ad essere un uomo libero, dopo nove mesi dietro le sbarre.
«È stato rilasciato e ora sta aspettando di recuperare le sue cose», ha confermato suo fratello Uday.
Zaidi, 30 anni, avrebbe dovuto essere rilasciato lunedì, ma un cavillo burocratico ha ritardato la sua liberazione.
Il giornalista era stato inizialmente condannato a tre anni per l’aggressione ad un capo di stato straniero, ma la pena è stata ridotta ad un anno in appello ed è diminuita ulteriormente grazie alle buona condotta.
Il fratello Uday aveva detto ieri al Times che, non appena fosse stato liberato, Muntazer sarebbe stato portato «in Grecia per cure mediche e psicologiche» rese necessarie da torture subite. Secondo il fratello del giornalista, al-Saidi ha subito torture dopo l’arresto, quando venne portato nel campo militare iracheno situato nell’ex aeroporto Al-Muthana di Baghdad e rifiutò di firmare una lettera di scuse nei confronti del presidente Bush e del premier al-Maliki.
«Questo è un bacio di addio dal popolo iracheno, cane. Questo è dalle vedove, dagli orfani e da coloro che sono stati uccisi in Iraq», esclamò Muntazer mentre lanciava le scarpe a Bush il 14 dicembre 2008, mentre il presidente Usa effettuava una visita di addio in Iraq prima di lasciare la Casa Bianca.
Il suo gesto è stato celebrato in Iraq e nel mondo arabo in giochi su internet e sulle magliette. Alcuni hanno anche offerto in moglie a Muntadar le proprie figlie.
da La Stampa Torino

Addio, Patrick

Dirty Dancing, del 1987, con Patrick Swayze e Jennifer Grey, è uno dei film che mi sono piaciuti di più e che ho rivisto in Tv o in VHS diverse volte, anche recentemente
L'attore americano Patrick Swayze, diventato famoso con un altro celebre film, «Ghost», ma indimenticabile per me anche ne La città della gioia, è morto oggi in California dopo una lunga battaglia contro il cancro al pancreas a 57 anni.
Un addio a lui, alla sua bellezza ed alla sua bravura ...

venerdì 11 settembre 2009

Infami o codardi ?

Ho ritrovato, su La Stampa VCO, un articolo del 25 agosto, che mi aveva colpito molto, ma per nulla meravigliata, perchè, come educatore, anch'io ultimamente sono rimasta sorpresa da certi comportamenti genitoriali
Il Parroco di Cireggio ( una delle frazioni di Omegna), don Pietro Minoretti, ha raccontato sulle pagine del foglio domenicale della sua chiesa una vicenda che lascia l'amaro in bocca anche a chi non fa il sacerdote :
" Nelle ultime settimane si sono verificati nel nostro quartiere alcuni spiacevoli, anzi brutti, episodi di bullismo, facilmente riconducibili a ragazzi.
Prima il tendone della sportiva tagliato e poi, ancora peggio, atti di bullismo nei confronti di persone deboli ed indifese.
Ho cercato i responsabili non per punirli, ma per richiamarli ai valori civili della società e della solidarietà, oltre che al senso della responsabilità.
Speravo in un sussulto di orgoglio e dignità, invece l'unica parola che mi sono sentito ripetere è stata " Non sono un infame".
Ho scoperto che la legge del branco prevale sul senso civico, sul dovere di dire la verità "
Se il comportamento dei ragazzi è comprensibile, ma non giustificabile, l'atteggiamento di molti genitori ha lasciato il parroco sconcertato :
" Ho visto genitori muti e senza autorevolezza difendere i propri figli ed invocare per loro il diritto di non dire la verità per non avere" grane" e per non rompere delle amicizie, ma così facendo mi chiedo quale sarà il futuro di questi ragazzotti cafoni che vogliono spadroneggiare con la prepotenza.
Nessuno insegna loro che assumersi le proprie responsabilità quando si sbaglia, avere il coraggio della verità, è il vero modo per crescere e diventare uomini? "
Sagge parole, queste del don, ma si può solo dire al don: " Benvenuto nel club", perchè anche lui, come noi insegnanti, ha provato cosa significa attualmente aver a che fare con alcuni genitori iperprotettivi di piccoli bulli in crescita...

Prima di ucciderla

"Joel Campbell, che a quel tempo aveva undici anni, cominciò la sua discesa verso l'assassinio, con una corsa in autobus; era uno di quelli nuovi a un solo piano, il numero 70 sulla linea di Londra che percorre Du Cane Road a East Acton."
da Prima di ucciderla di Elizabeth George , ed. Tea

Inizia così il più bel giallo della scrittrice americana, una delle gialliste che preferisco e di cui ho letto tutti i libri pubblicati in Italia
Questo libro è uscito dopo Nessun testimone, che io ho letto in edizione Super Pocket, un giallo notevole, che ha segnato una svolta decisiva nella vita di Thomas Linley, l' ispettore di Scotland Yard protagonista delle avventure create dalla George insieme con il sergente Barbara Havers.
Per la prima volta nella storia dei libri gialli, un libro racconta la storia di un presunto assassino, colpevole di aver ucciso a sangue freddo una donna incinta, solo dopo la narrazione dei fatti stessi.
Dall'elegante quartiere londinese di Belgravia, descritto in modo perfetto in Nessun Testimone, dove un evento senza movente, quale è stata l'uccisione di una donna, sui gradini di casa sua, con un colpo di pistola, da parte di un ragazzo dodicenne, si passa, in Prima di ucciderla, alla zona popolare e multirazziale di North Kensington, dove inizia la triste storia di due fratellini e della loro sorella maggiore, disadattati e orfani di padre, con la madre rinchiusa in un ospedale psichiatrico, che vengono abbandonati dalla nonna alle cure di una giovane zia
573 pagine di tensione, 573 pagine magistralmente ben scritte, che portano a poco a poco al dramma finale ed alla tragedia, con la descrizione di una società, servizi sociali compresi, allo sbando, senza valori, senza regole, senza pietà
Un libro duro, impietoso e sconvolgente
Molto interessante anche La donna che vestiva di rosso, ed Longanesi, dove continua la vita di Linley, che ritorna al lavoro, nonostante se stesso e la sua disperazione, in Cornovaglia, con nuovi e vecchi personaggi che lo accompagnano in una nuova avventura, tutti ben tracciati dall'autrice e ricchi di suspense
3 libri da leggere, anche per i non appassionati del thriller psicologico!

mercoledì 9 settembre 2009

Mike Bongiorno partigiano

Ieri è morto Mike Bongiorno. Tutti lo hanno ricordato come l'uomo che inventò la TV spettacolo italiana negli anni cinquanta
Io vorrei invece ricordarlo come partigiano, che da Torino, dove viveva in via Marenco, passò in montagna e fu arrestato
Con Indro Montanelli condivise la prigionia nazista a San Vittore, poi fu mandato nel campo di concentramento a Bolzano e successivamente a Mauthausen
In un video tratto dal documentario «La vita è un cinematografo», regia di Paolo Damosso, produzione Nova-T, Torino, pubblicato ieri dal quotidiano La Stampa, Mike Bongiorno racconta i suoi sette mesi di prigionia durante la seconda Guerra Mondiale e l'incontro con Suor Enrichetta Alfieri, «la mamma di San Vittore», che salvò la vita a molti partigiani.
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Sabato 12 settembre la salma di Mike Bongiorno verrà tumolata nel piccolo cimitero di Dagnente, frazione del comune di Arona, sul Lago Maggiore, nella tomba della famiglia Zuccoli, dove già riposa la madre del presentatore televisivo.

venerdì 4 settembre 2009

L'Angelo portalavanda

Vi ricordate questa foto ?

Nessuno ha commentato ma non credo che nessuno non abbia indovinato cosa fosse...

Era un piccolo Angelo porta lavanda che ho creato alcune settimane fa



Potete trovare le spiegazioni per cucirlo con gli schemi e altre foto qui in PupazziePensieri

A presto erica

mercoledì 2 settembre 2009

Gatte nere

Recentemente sulle pagine del VCO del quotidiano La Stampa ho letto alcuni articoli in cui si sottolineava il fatto che numerosi gatti neri erano scomparsi nella zona di Stresa Baveno e Verbania. Si pensa che qualche setta di riti satanici o cose simili li abbia rubati
Io vivo da quattordici anni con mamma gatta e le sue due gemelle, tutte tre nere, belle, intelligenti e affettuose, anche se talvolta anche un pochino bizzarre
Come Saetta che va a dormire sui sacchi dei croccantini o Teddy che per starmi vicino nell'orto fa le acrobazie vicino alle barbabietole, cresciute nel cassone freddo
Io non so come si possa essere superstiziosi o peggio e pensare di uccidere dei gatti neri. Un orrore solo ad immaginare una cosa simile!!!

Fiori in controluce

In un pomeriggio di fine agosto con alcune nuvole che iniziavano a coprire il sole, ho fotografato in controluce una delle rose antiche del giardino e la pianta della lagestroemia, tutta in fiore

Ho ripreso anche un ragno che riposava tranquillo al centro di una bellissima ragnatela, stesa tra i rami delle rose a cespuglio, vicino all'entrata di casa. Un bell'esemplare che ho lasciato dov'era, anche se la mia tentazione è stata quella di ... prendere una scopa e farlo secco, come faccio di solito quando trovo dei grossi ragni in giardino o nell'orto!

Le immagini sono state ritoccate con il programma di una delle mie macchine fotografiche ed ho cambiato l'esposizione, la brillantezza, il colore e la nitidezza. Il lavoro di una ventina di minuti che ha dato buoni risultati !

Fioriture d'agosto

Nelle calde settimane di agosto sono fiorite numerose piante officinali, nei vasi e in giardino
Dalle salvie dal piccolo fiore bianco, esotico e profumato,
alle pianticelle di santoreggia, con i piccolissimi fiorellini bianchi, cresciute tra gli autobloccanti insieme con la melissa ,


all'origano


e l' achillea
con le infiorescenze bianche e i verdi gambi dal profumo intenso e particolare