sabato 29 gennaio 2011

Sciopero FIOM

" Sciopero nazionale indetto dalla Fiom per rivendicare i diritti acquisiti e accordi nazionali e manifestazioni nelle principali città: dal Verbano Cusio Ossola sono partiti in 150 con 3 pullman alla volta di Piazza Castello a Torino dove si è svolto il comizio. “L’adesione allo sciopero – ha commentato Franco Tettamanti segretario provinciale della Fiom Vco – ha raggiunto punte altissime, intorno al 90%, in tutte le aziende numericamente più significative; mancano i dati che riguardano le piccole aziende ma nel complesso mediamente siamo intorno al 70-80% di adesione. Soddisfazione ovviamente grandissima”. da  http://www.vcoazzurranews.tv/
Con la presa di posizione di Marchionne ed i suoi diktat, che hanno riportato indietro ad anni molto lontani in cui i diritti dei lavoratori erano completamente ignorati, ed il referendum a Fiat Mirafiori, con gli operai obbligati a scelte difficili per mantenere il proprio posto di lavoro ed una divisione lacerante tra i sindacati confederali, la Fiom è rimasta sola ed isolata a difendere leggi democratiche sancite dalla Costituzione italiana in difesa degli operai delle fabbriche Fiat
La partecipazione numerosa allo sciopero di ieri è un segno tangibile del disagio che sta attraversando questa categoria di lavoratori e delle difficoltà del momento, con aziende che chiudono o in cassa integrazione da troppo tempo nell'intero territorio del VCO

Scuola Chiusa !

" 8 del mattino. Tutti fuori dalla scuola. Ma nessuno entra. 250 ragazzi e genitori sono rimasti fuori dal cancello delle medie Cadorna a Pallanza. Semplicemente perché non c’era nessuno ad aprire il portone. Sì, perché 4 dei 6 bidelli della scuola hanno deciso di non andare al lavoro, scioperando anche loro, per dimostrare solidarietà ai lavoratori della Fiom che manifestavano a Torino. Un fatto che si è verificato a macchia di leopardo un po’ in tutti gli istituti del Vco, ma che si è fatto sentire particolarmente nella scuola pallanzese, dove senza bidelli nessuno sapeva dove fossero le chiavi. Poi fortunatamente qualcuno le ha trovate. E la campanella, anche se un po’ in ritardo, ha suonato. " da http://www.vcoazzurranews.tv/ 
Una notizia curiosa ed inusuale che può far sorridere ma anche far riflettere ....

don Giovanni e la politica

" Sono deluso, anzi profondamente deluso da questa amministrazione. Che tre anni e mezzo fa ho appoggiato, auspicando un cambiamento. Oggi posso dire di avere sbagliato in quell’occasione” Queste frasi "pesanti" nei confronti della giunta Quaretta ( riportate negli articoli di attualità da tutti i quotidiani locali del VCO )sono di don Giovanni Zolla, parroco di Omegna, che nei giorni scorsi aveva iniziato così un suo intervento davanti ad una folta platea in occasione di un' assemblea pubblica a Santa Marta, convocata dal Pd per discutere del futuro del capoluogo cusiano .
Le sue parole, inaspettate e imprevedibili, hanno naturalmente provocato un vespaio di polemiche e di reazioni sia nell'opposizione cittadina di sinistra sia nella maggioranza di destra.
 “ Parole cui non serve un particolare commento ma che fanno capire che forse il passato non era poi così negativo come si voleva far credere” Alberto Buzio, ex primo cittadino, area PD 
La replica polemica del centrodestra è stata invece affidata a Luigi Songa, assessore ad Omegna e vice coordinatore provinciale del Pdl : “Spiace che don Giovanni  si presti a strumentalizzazioni politiche: siamo pronti ad accogliere le criticità sollevate da lui come di qualsiasi altro abbia un ruolo importante in città. Mi stupisce poi che il Pd si sia scoperto un partito confessionale, legato in maniera così forte a Sacra Romana Chiesa. Detto questo  ritengo che sarebbe bene che chi si occupa di politica continui ad occuparsi di politica e chi si occupa di anime continui ad occuparsi di anime. Forse don Giovanni dimentica anche che questa amministrazione ha stanziato un contributo importante per il nuovo Oratorio, cosa che nessuno in precedenza aveva fatto”
Come cittadina di Omegna non posso che notare quanto la nostra città e la sua periferia ( Crusinallo, in particolare, visto che ci vivo da sempre !) siano sempre più abbandonate e a se stesse, poco pulite, con edifici fatiscenti e negozi chiusi . 
Nella Giornata della Memoria per esempio Verbania e Domodossola si sono distinte per manifestazioni pubbliche Ad Omegna è sceso il silenzio ! Certo, a scuola se ne è parlato, e alla Media statale, per tre giorni, le classi seconde e terze sono andate nell'aula video a vedere dei film, Schindler List, Il Pianista o Train de vie, ma è stato un progetto degli insegnanti ...
Omegna sta diventando una città morta, dove le industrie famose del casalingo sono in crisi o ormai chiuse, vedi Girmi e Bialetti, dove il turismo langue, e per turismo io intendo un turismo per tutti, camperisti o frequentatori di bed and breakfast compresi, e la cultura è sempre più lontana...
Non credo proprio, come pensa invece l'ex sindaco Buzio in un articolo de La Stampa VCO, che ho letto con attenzione ma anche con un notevole sconcerto, che serva un bel nulla  riproporre di nuovo l'orrenda idea di costruire un ponte sul lago, deturpando completamente uno dei più bei paesaggi lacustri italiani con una inutile colata di cemento assurda
 Penso invece che chiunque abbia la possibilità di cambiare idee ed opinioni in merito alle proprie scelte politiche, visto i deludenti risultati amministrativi degli ultimi anni, nonostante le grandi promesse ed i proclami vari iniziali . Certo un sacerdote farebbe molto meglio a non esprimere opinioni plateali di parte a favore di una componente politica in campagna elettorale al punto da influenzare tanti parrocchiani a votare per..., e poi festeggiare insieme con..., ma, visto che, a quanto pare, oltre ai soldi per il nuovo Oratorio, usati ora per polemizzare contro il don ( i ricatti di questo tipo mi sembrano proprio squallidini ... ), non è stato fatto altro per cambiare e migliorare la città e la vita degli Omegnesi, ben vengano le rimostranze di don Zolla e la sua spiacevole polemica
La sua amarezza e la sua delusione magari aiuteranno a risvegliare tutti quelli che dovrebbero fare il bene della città, industriali, commercianti  artigiani e proprietari di immobili sfitti compresi !
L'immobilismo è il male peggiore e chi resta senza lavoro si ritrova nella disperazione e non sa più a chi rivolgersi, se i politici fanno solo tanti bei discorsi ma non concludono nulla... Il VCO è in crisi e urgono scelte importanti che portino lavoro e sicurezza economica e sociale per tutti coloro che ci vivono

domenica 23 gennaio 2011

Memorie

« ...Volevo che i giovani sapessero, capissero, aprissero gli occhi. Guai se i giovani di oggi dovessero crescere nell'ignoranza, come eravamo cresciuti noi della "generazione del Littorio". Oggi la libertà li aiuta, li protegge. La libertà è un bene immenso, senza libertà non si vive, si vegeta... »  (N.Revelli)
Giovedì prossimo sarà la Giornata della Memoria per non dimenticare le vittime della Shoah , l' Olocausto di 6 milioni di ebrei nei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra mondiale. Ma in quei terribili anni nei campi di concentramento morirono anche gli zingari, gli omosessuali, i testimoni di Geova, gli Imi dell'esercito italiano che non firmarono mai per la Repubblica di Salò, come mio padre, i partigiani rastrellati sulle nostre montagne e tutti coloro che si  opposero alla barbarie nazista
Milioni di uomini e donne, vecchi e bambini la cui unica colpa era quella di non appartenere alla razza tedesca
In quella follia che fu la seconda Guerra mondiale, l'Italia si schierò dalla parte del nazismo e fin dall'inizio subì sconfitte e perdite ovunque
In questi giorni in alcuni programmi Rai si sono ricordati i soldati morti a migliaia in Russia durante la tragica ritirata del gennaio 43, dopo la battaglia del Don e la disfatta dei nostri reggimenti nel gelo di un terribile inverno russo
Nuto Revelli - Cuneo, 21 luglio 1919 – Cuneo, 5 febbraio 2004 - nel 1942, con il grado di sottotenente, partì con la Divisione Tridentina, nel battaglione Tirano del 5º Reggimento Alpini, per il fronte russo. Nel 1943 fu tra i pochi fortunati che sopravvissero alla ritirata nel grande freddo e riuscì a rientrare in patria. Testimoniò successivamente in alcuni libri autobiografici, estremamente commoventi e crudi, la sua esperienza come ufficiale alpino sul fronte russo durante la ritirata del gennaio 1943 ed il suo successivo passaggio nelle file della Resistenza
Da  Mai tardiLa guerra dei poveri e a L'ultimo fronte, con le lettere di soldati caduti o dispersi nella II guerra mondiale, fino a La strada del Davai, dove  accusò  l'organizzazione dei vertici militari, responsabili della tragedia russa, Revelli  fu uno scrittore ed un uomo coraggioso, che passò gran parte della vita a raccogliere i ricordi e le esperienze di guerra di ex soldati ed ex partigiani,  vittime di quei dolorosi anni in cui troppi giovani subirono le conseguenze di una guerra e di tanti orrori spaventosi e terribili
Infatti, dopo l’esperienza di reduce della campagna di Russia  e di partigiano  nelle formazioni di Giustizia e Libertà, fondate da Duccio Galimberti e Livio Bianco, comune anche a Mario Rigoni Stern e a Primo Levi , di cui Revelli fu amico, iniziò, attraverso la memoria e le memorie, la missione di interrogare ed interrogarsi sul passato e sul presente, quel presente che aveva dimenticato al più presto la storia dei vinti ... 
“Ricordate e raccontate”.
Il ricordo e la memoria  come strumenti di giustizia, il  raccontare quello che era successo come antidoto alla retorica e alla falsificazione operata dalla retorica.  Per conoscere meglio lo scrittore della provincia granda piemontese ed i suoi libri  si può visitare http://www.nutorevelli.org/home.aspx 
“Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli sternuti e i colpi di tosse delle vedette russe, il suono delle erbe secche battute dal vento sulle rive del Don”.  da Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve, romanzo autobiografico sulla ritirata dell’Armata italiana in Russia ( l' Armir) nell’inverno tra il 1942 e il ’43.
Per non dimenticare, per la memoria di quesi giovani militari italiani che mai tornarono alle loro case ed ai loro affetti. Per Antonio, il cugino di mia mamma, che restò nel freddo e nella neve della Russia in quel lontano 1943 e di cui, nonostante le ricerche presso la Croce Rossa internazionale, non seppe mai più nulla Nè un corpo nè una tomba nè una medaglietta di riconoscimento. Solo il ricordo ed una foto ormai ingiallita rimasta in una scatola per tanto tempo...

lunedì 17 gennaio 2011

Lo stress è donna

" Fare l’insegnante stressa, soprattutto se si è donna
A rischiare di ammalarsi di più sono le ultra cinquantenni, secondo uno studio di Vittorio Lodolo D’Oria, uno dei massimi studiosi di rischi alla salute dei docenti, medico ematologo, autore di diversi studi sul bornout e tra i massimi studiosi di patologie psichiatriche e di prevenzione di rischi alla salute degli insegnanti.
Il medico ha raccolto i pareri, tramite questionari, di 5.264 incontrati negli ultimi due anni durante oltre 50 seminari svolti in 13 regioni.
Dei 5264 interpellati, il 73% ha ammesso di sentire il ‘peso’ della cattedra, anche per la difficile gestione di genitori e colleghi. La bassa autostima si rivela nella convinzione di non poter incidere sull'educazione.
Questa indagine sui docenti ha dato un responso in antitesi rispetto a quello stereotipato dei lavoratori fortunati e con tre mesi di ferie l’anno.
Il 73% dei docenti interpellati si sente stressato per motivi propriamente lavorativi: Lodolo D’Oria ha constatato che a causare questo malessere sono, nell’ordine, gli studenti -26%-; i loro genitori -20%-; i colleghi -20%-; il dirigente scolastico -2%-. Quasi un terzo del campione , il 28% del totale, dichiara di aver avuto a che fare col mobbing; il 22% ritiene di averlo subito in passato; il 5% crede di essere stato verosimilmente “mobbizzato”; l’1% si considera attualmente vittima di mobbing.
Si tratta di percentuali importanti: se infatti si allargassero ai grandi numeri del personale che opera in Italia, oltre 800.000 insegnanti, ne coinvolgerebbe almeno mezzo milione. Considerando che il personale insegnante della scuola italiana è di gran lunga composto da donne -oltre l’80%, con la punta massima all’infanzia dove il sesso maschile è composto solo dallo 0,5% di maestri, la cui età media è attorno ai 50 anni, il medico desume che tra le docenti i rischi di incorrere in malattie depressive o neoplastiche -in particolare il tumore mammario- sia molto più alto rispetto ad altri generi di professioni. Tanto che, secondo Lodolo D’Oria, il Governo italiano farebbe bene a ritornare sui proprio passi a proposito della decisione di equiparare a 65 anni, dal gennaio 2012, l’età di accesso alla pensione di vecchiaia delle donne a quella degli uomini.
Ma i primi a non rendersi conto dei rischi sarebbero proprio i diretti interessati. "Se nello studio il 56% dei docenti riconosceva che la menopausa accresce la predisposizione della donna alla depressione, solo il 41% conosce l’entità del rischio che quintuplica rispetto all’età fertile. E dall’indagine risulta che solo il 60% delle donne in età esegue regolarmente gli screening oncologici".
Ad aggravare la situazione vi è anche il cambio dei rapporti sociali. Mentre, infatti, una volta la famiglia faceva da ‘cuscinetto’ per compensare le tensioni accumulate al lavoro, oggi questa funzione non è più ottemperata allo stesso modo: " la famiglia, quale punto di riferimento per la società e per lo stesso insegnante, diviene sempre più debole: se ne formano di meno, con pochi figli e sempre più instabili. Anche questa circostanza concorre verosimilmente a indurre un atteggiamento fortemente improntato all’ansia in oltre metà dei docenti".
La famiglia, quella dei propri studenti, diventa però determinante nel vanificare il proprio lavoro: sempre dallo studio risulta, infatti, che per gli stessi prof intervistati la scuola è all’ultimo posto come fattore incidente sull’educazione e la personalità dei giovani. Hanno decisamente più appeal i genitori -84%-. Seguono, a debita distanza, le influenze delle tecnologie -12%- e delle amicizie -3%-. Solo all’ultimo posto la scuola -1%-. "Se la graduatoria risulta lusinghiera per la famiglia, che invero attraversa tempi difficili, è deprimente per la scuola, ove gli stessi docenti si considerano scavalcati, come impatto e forza educativa nei confronti dei giovani, relegandosi all’ultimo posto in graduatoria. Interpretato come livello di autostima del corpo docente, il dato percentuale osservato non può essere certamente definito incoraggiante". (articolo de La tecnica della scuola riassunto da erica )

martedì 11 gennaio 2011

Bullismo digitale

" Il bullismo digitale? Una pericolosa tendenza, ‘figlia’ delle nuove tecnologie, di cui devono stare attente soprattutto le ragazze. Se due adolescenti su tre ne sono ormai vittime, tra queste le ragazze risultano essere il doppio dei ragazzi. A sostenerlo sono due sondaggi norvegesi condotti negli ultimi anni dall’istituto ‘TNS Gallup’, che si occupa di ricerche di mercato, e dalla compagnia telefonica Telenor.
In cosa consiste il bullismo digitale? Nella maggiora parte di casi si traduce in foto e testi pubblicati senza il proprio permesso, spesso anche in sms vessatori. Non tutti i tipi di bullismo digitale sono però uguali. "Quando si parla di cyber-bullismo – ha detto il ricercatore Tove Flack del Centro di Ricerca Comportamentale dell'Università di Stavanger, specializzato in bullismo digitale - è importante distinguere tra coloro che vengono vessati spesso e coloro che sperimentano le molestie solo occasionalmente".
Non solo. Per molte giovani ‘vittime’ il cyber-bullismo è solo uno dei molti modi in cui vengono molestate: a scuola vengono emarginati o insultati e quando tornano a casa ricevono vessazioni sul telefono cellulare e sul pc. “E questo – ha detto l’esperto in materia - può significare che non si sentono mai protetti ".
Fondamentale diventa, quindi, il comportamento dei genitori. Una convinzione sostenuta anche per dagli addetti ai lavori: "I genitori possono fare molto per essere presenti – ha spiegato Arne Olav Nygard, che ha partecipato alla ricerca -. Un modo potrebbe essere quello di mettere il computer in una stanza al centro della casa, e devono insegnare ai bambini a usare nome e cognome per le interazioni in rete. Possono fare amicizia con i propri figli su Facebook. E, soprattutto, devono imparare la logica del mondo digitale: in questo modo sarà difficile per i ragazzi avere una vita digitale segreta". Quelli che non ce la fanno da soli, ad avere un minimo di dimestichezza con computer ed internet, possono sempre chiedere aiuto alla scuola. "
Ho trovato questo articolo molto interessante. Da anni si parla di bullismo e negli ultimi anni si è evidenziato un fenomeno molto preoccupante anche a livello di bullismo al femminile, cioò di ragazze bulle che fanno altrettanti danni dei loro compagni maschi, nella scuola ma anche altrove. Nella ricerca svolta in Norvegia invece viene messo in evidenza il fenomeno del bullismo in internet e sui cellulari di cui sono vittime in prevalenza le ragazze
Sarebbe molto importante che simili sondaggi fossero fatti anche qui da noi per conoscere i livelli di cyber bullismo nella nostra società e in quali fasce di età è più " di moda" !!!

Liceo musicale ad Omegna ? forse ...

A dicembre il Consiglio di Istituto della Scuola Media di Omegna ha rilanciato la proposta di chiedere alle autorità competenti a livello politico la creazione di un Liceo Musicale del VCO, collegato ai Licei Scientifico e Artistico di Omegna. La scuola media Beltrami ha ormai da molti anni  due corsi interi di musicale a Crusinallo e altri due corsi ad Omegna , con grandi richieste a frequentarli.
Nell’ultimo Consiglio comunale di Omegna  del 2010, il 21 dicembre, il consiglio comunale per intero ha approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dal Sindaco per chiedere all’amministrazione provinciale di istituire ad Omegna un liceo musicale, “perché   nelle scuole medie del territorio si svolgono numerosi corsi di musica e molte insegnanti chiedono che i ragazzi possano proseguire con queste attività. Ad oggi  l’unico liceo della musica si trova a Novara. Per questo vorremmo chiedere all’amministrazione provinciale di poter istituire ad Omegna, e quindi nel VCO, questo istituto per poter ampliare l’offerta formativa nel nostro territorio.”
Il Presidente della provincia del VCO  e l’Assessore all’Istruzione hanno a loro volta  ripreso la richiesta avanzata  dall'amministrazione di Omegna presso la Regione di costituire ad Omegna il liceo della musica. La giunta della provincia del VCO ha deliberato di richiedere al Ministero dell’Istruzione ed alla Regione Piemonte l’istituzione di un liceo musicale presso l’Istituto Superiore ‘Gobetti’ di Omegna.
 “E’ un obiettivo in cui crediamo, perché va data ai nostri giovani la possibilità di coltivare il loro talento. Per i nostri ragazzi con la passione per la musica intraprendere un percorso di studi riconosciuto da attestati ufficiali vuol dire farsi carico di trasferte almeno fino a Novara, presso il conservatorio. E’ encomiabile il lavoro fatto dalle bande e corpi musicali della zona, ma chi vuole andare oltre a una pratica amatoriale e fare della musica una professione ha bisogno di un curriculum più completo, al quale un contributo importante può essere dato da un indirizzo liceale di questa natura”.ha commentato l’Assessore Cottini
Abbiamo fatto nostra l’istanza della Scuola Media Beltrami e devo dire che  assistendo al saggio dei suoi alunni di qualche giorno fa, sono ancora più convinto che la nostra Provincia possa ambire a questo riconoscimento. La ripartizione a livello regionale del numero di indirizzi di liceo musicale risponde a una programmazione di competenza ministeriale e così subito dopo la pausa natalizia incontreremo il Ministro Gelmini, con la quale affronteremo anche la questione di un’adeguata dotazione di personale per le scuole di montagna dopo che la Regione ha approvato il nostro dimensionamento delle rete scolastica che le mantiene inalterate nel numero” ha dichiarato il Presidente Nobili.  
Speriamo che questi buoni propositi natalizi dei Politici locali siano portati a buon fine e che riescano ad ottenere ciò che noi insegnanti con i nostri alunni "musici" chiediamo da diverso tempo. Con i tempi che corrono e con le finanziarie taglia cultura e taglia fondi per le scuole, visto che in parlamento c'è chi è convinto che la cultura non serve !, la speranza è un po' troppo spesso l'unica cosa che ci resta ...

sabato 1 gennaio 2011

2011


Una bellissima foto di un'Omegna del passato
 per augurare un nuovo anno 
di pace salute lavoro e serenità
erica