domenica 3 ottobre 2010

"Ex umbris in veritate.

Stamattina sono andata in centro a Omegna a vedere la mostra  "Ex umbris in veritate. Il paradosso di Caravaggio",  inaugurata ieri alla Sala di Santa Marta in via Cavallotti ed aperta fino al 10 ottobre tutti i giorni dalle 16.00 alle 18.30; la domenica e il giovedì anche dalle 10.00 alle 12.00.
Una bella mostra molto interessante con le immagini di quadri famosi del grande pittore e tante spiegazioni chiare e complete per spiegare anche ai profani ciò che essi rappresentano
Io ho sempre amato molto Caravaggio e conoscevo già la maggior parte delle immagini esposte, di cui ho visto gli originali dal vivo nei musei che li ospitano, da Roma a Parigi a Berlino ....
All'uscita ho acquistato un libro ricco di immagini che leggerò e conserverò insieme con i molti altri libri d'arte che ho raccolto negli anni
Michelangelo Merisi , detto il Caravaggio, (Milano 1571 - Porto Ercole, Grosseto 1610)  con i suoi quadri naturalisti rivoluzionò la pittura del XVII secolo perché dipingeva osservando la vera natura della luce e dell'ombra ed affidava ai contrasti di colore il ruolo di indagare e modellare ogni cosa - gesti, movimenti, atteggiamenti - sottolineando con essi il dramma della realtà.
La pittura del Caravaggio, che non prevedeva alcun disegno, aveva come modelli persone reali, spesso scelte tra il popolo, e partiva dalla natura, la sua unica fonte di esperienza.  La resa delle luci, delle ombre e dei riflessi, degli spazi, degli atteggiamenti sentiti nella loro interezza, ogni espressione, ogni singolo gesto sono accompagnati dal sentimento, percepito tramite l'osservazione della realtà, come se il pittore la cogliesse in uno specchio. Intorno al 1596, quando andò a vivere presso il cardinale Del Monte, suo profondo ammiratore e collezionista, i suoi quadri divennero però più complessi ed i personaggi incominciarono a essere indagati anche sotto l'aspe tto psicologico
Tra il 1597 e il 1598 gli vennero commissionati i dipinti per la cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, con tre scene della vita di san Matteo che indicano il suo grande rinnovamento della pittura religiosa . Facendo leva sulla luce e su ritratti appartenenti a personaggi qualunque ripresi nella vita di tutti i giorni ,come nella Vocazione di san Matteo, realizzata tra il 1598 e il 1601, dove Matteo sembra più un contadino che un santo, Caravaggio si staccò dall'iconografia tradizionale e idealizzata che sostituì con una rappresentazione realistica, estremamente vitale e drammatica.  La mostra didattica sul Caravaggio delinea  dunque un percorso sintetico dell'opera del  pittore ed espone le immagini di alcuni dei dipinti più significativi, distribuiti nel periodo compreso tra gli esordi romani e gli ultimi giorni napoletani, dal 1592 circa al 1610.
" Il titolo  "Ex umbris in veritatem"? è significativo dell'evoluzione del pensiero e della tecnica del grande pittore lombardo, proteso in una ricerca della realtà che si accompagna, idealmente, " a una sempre più profonda e drammatica ricerca della verità ultima delle cose. "
Nello studio del Caravaggio, è impossibile separare l'opera dalla personalità dell'artista e la mostra punta sugli effetti realistici e "teatrali" della rappresentazione, ma anche su alcune problematiche quali i rapporti del pittore con la Chiesa, con la committenza, con la tradizione cattolica
Caravaggio, il più grande interprete della cultura figurativa moderna, ispirata dal pensiero cattolico, morì a Porto Ercole, mentre faceva ritorno a Roma, avendo ottenuto la grazia dal pontefice,  il 18 luglio 1610 , come si apprende da due epitaffi dell'amico Marzio Milesi, mentre cinque lettere, ritrovate da Vincenzo Pacelli nel 1991, nell'Archivio Segreto Vaticano, aggiungono molti particolari interessanti , che hanno  gettato nuove ombre sui fatti di quelle ultime giornate. Il testo della prima lettera, quella che più dettagliatamente entra nell'argomento delle circostanze della morte, nasconde una certa reticenza  a dire come veramente andarono le cose. Andarono forse come è stato supposto, cioè che Caravaggio non morì nè di malaria nè d'altra morte naturale, bensì fu fatto uccidere dal cavaliere di Malta che, non avendolo potuto finire a Napoli, ne avrebbe studiato i movimenti sino a trovare l'occasione adatta a concludere la sua  missione?

Caravaggio si era  formato in un momento culturale segnato dal naturalismo, inteso come  raffigurazione fedele della realtà, della pittura lombarda
La preoccupazione di Caravaggio "fu  quella di ricostruire le sacre storie con spirito di fedele aderenza alle fonti"  ma la realtà appare nei suoi primi quadri  come insufficiente a se stessa:  " Il Bacchino malato" indica la fragilità-precarietà della giovinezza  così come" Il ragazzo morso dal ramarro" mentre la  "Canestra di frutta" evidenzia la decadenza-corruzione inevitabile del reale.
 Al di là dei suoi dolorosi sbandamenti morali, Caravaggio ci testimonia una acutissima chiarezza sul cristianesimo inteso come avvenimento: un fatto storico, fisico, in carne ed ossa, riguardante l’esperienza sconvolgente di uomini che hanno incontrato  una persona eccezionale, Gesù Cristo. Matteo che viene sorpreso al banco delle imposte è attratto da questa presenza; Tommaso e gli altri apostoli stupefatti toccano con mano la corporeità di Cristo risorto; i due discepoli di Emmaus   trasaliscono di fronte all’improvvisa scoperta di Cristo risorto; Saulo   cade da cavallo perché imprevedibilmente investito da Qualcuno che cambia la sua vita; i due pellegrini sono allibiti e commossi di fronte alla Madonna che si presenta loro in carne ed ossa sulla soglia del Santuario di Loreto; Lazzaro è raggiunto dal gesto creatore di Cristo che lo risveglia alla vita  E’ un avvenimento che desta uno stupore innegabile in tutti coloro che lo incontrano.
Caravaggio mostra la consapevolezza che questo avvenimento non è relegato nel passato ma raggiunge e investe il presente: Gesù e Pietro sono vestiti con abiti del primo secolo, Matteo e i suoi compagni con abiti del sedicesimo secolo: una Presenza che fa irruzione nell’oggi come nella "Cena di Emmaus" con Gesù in abito proprio e gli altri in abito seicentesco o nella " Cattura di Cristo " con i soldati in armatura spagnola del seicento. Caravaggio si ritrae come personaggio partecipe della scena evangelica: nel martirio di Matteo, nella cattura di Cristo, nella resurrezione di Lazzaro, nel martirio di Sant’Orsola
E’ in sostanza la riscoperta del cristianesimo delle origini, che è quanto si proponeva la riforma cattolica e la stessa riforma protestante.
Caravaggio cerca però l’immedesimazione con i discepoli più fedeli di Cristo: è il riconoscimento che l’avvenimento cristiano raggiunge il presente attraverso la compagnia umana di coloro che seguono Cristo, cioè la Chiesa. Nella Deposizione di Cristo Gesù indica con la mano cadente la pietra angolare alla base del quadro: Lui è la ‘pietra angolare’ che ‘scartata dai costruttori’ diventa ‘testata d’angolo’ per la edificazione della Chiesa , raffigurata nel gruppo dei discepoli che si erge sopra il corpo di Cristo .
Caravaggio mostra in vari modi la sua percezione della tragicità della vita: nei suoi primi quadri la percezione della fragilità della condizione umana, quindi  la percezione del dramma profondo della vita umana, cioè l'oscurità generale. Si rafforza in lui la coscienza del proprio peccato e l’aspirazione ad una realtà che è percepita come misericordia , anche verso le prostitute , ma che lui non riesce a raggiungere
L’avvenimento cristiano si rivela come l’unica luce che illumina la tragedia della vita e rende luminoso e grande il volto dell’uomo.  Caravaggio, nonostante una vita violenta, ha avuto la consapevolezza che il volto dei discepoli di Cristo è quello di un’umanità resa vera da una Presenza amica. All’uomo non è chiesto di essere perfetto, ma di chiedere di poter aderire a questa realtà umana nuova. " - da  ricerca in internet -