domenica 20 marzo 2011

Gli uccelli sul balcone ...

Da tanti anni. quando si avvicina l'inverno, lasciamo sul balcone della cucina delle briciole e della mollica di pane per gli uccelli e in una mangiatoia noci, mandorle e nocciole, tagliate a pezzettini, che raccogliamo in giardino in autunno
Anche quest'anno gli uccelli che sono passati tutti i giorni a mangiare sono stati tanti e di tante razze diverse, passeri, tortore dal collare, merli, fringuelli , cince cinciarelle cince bigie, pettirossi ed altri sconosciuti ma dal  piumaggio bellissimo, tutto colorato

 Si avvicinano ai vetri senza paura e quando non c'è più niente vengono a guardare dentro,  per ricordarci che loro sono lì ed hanno fame ... Non hanno paura neppure quando le mie gatte si avvicinano ai vetri e vorrebbero tanto prenderli  Loro sanno che sono  di là  e che li resteranno !

Tramonti


In questa ultima settimana il tempo è stato instabile ed è passato dal sole e da un clima più caldo alla pioggia anche intensa ed al freddo con estrema facilità I tramonti sono stati in alcuni momenti bellissimi e molto particolari come nella foto qui sopra del 14 marzo
Ma ieri pomeriggio, dopo una splendida mattinata di sole caldo ed un pomeriggio scuro e buio con un lungo temporale, tanti tuoni e poche gocce di pioggia, il tramonto è stato splendido, con tante sfumature leggere e forti dall'azzurro al bianco  al rosso al grigio in poco più di un'ora



E sul Mottarone il sole al tramonto ha creato una fascia gialla in un mondo scuro poco dopo le 18, un'immagine affascinante che si è poi a poco a poco stemperata in un azzurro sfumato di lunghe strisce rosate



La natura è sempre speciale ma qualche volta lo è molto di più Basta trovare il tempo e la voglia di osservarla con attenzione e di fotografarla !!!

giovedì 17 marzo 2011

Cavour statista europeo

Cavour era un aristocratico ma rifuggiva dal radicalismo, dal legittimismo, dal clericalismo e in particolare dall'assolutismo immobilista dei Savoia
Era consapevole delle trasformazioni in atto nella società dovute al progresso tecnologico della produzione industriale e fondava la propria fiducia nella libertà economica e nel libero scambio. Era convinto dell'importanza dell'internazionalismo, cha avrebbe dovuto essere realizzato dalla borghesia aimprenditrice, l'unica in grado di avere gli intellettuali più preparati
Questo suo pensiero dal percorso originale e lineare, coerente con le sue prime idee giovanili, lo portò rapidamente all'attività politica
Divenne corrispondente di un giornale svizzero e pubblicò in Inghilterra un'opera che ebbe una buona diffusione, un saggio sulla questione irlandese in cui espose le sue idee politiche: il rifiuto della rivoluzione e dell'intolleranza, la difesa della proprietà privata, l'anticlericalismo e l'impegno contro il fanatismo religioso del popolo sottomesso al clero, che erano per lui " la teoria del giusto mezzo "
Il moderatismo che esprimeva la sua teoria era assai diverso da quello di Cesare Balbo e di Massimo d' Azeglio perchè era influenzato dal pensiero politico ed economico dei paesi occidentali ; dimostrò sempre un'estrema ripugnanza di fronte all'assolutismo clericaleggiante ed oppressivo del governo di Carlo Alberto e all'invadenza dei Gesuiti
Il suo concetto di " Libera Chiesa in Libero Stato " fu il filo conduttore della sua politica nei confronti del papato e del clero. Egli giunse a questa posizione ideale di separatismo alla fine del suo percorso di statista ma furono sempre il suo realismo e la sua modernizzazione a segnare il cammino delle riforme che erano necessarie per costruire uno Stato democratico e laico,come la sua lotta continua contro gli ostacoli infiniti che il clero ed il mondo politico cattolico gli opposero senza tregua
L'8 febbraio 1848 il re Carlo Alberto promise, su consiglio dei suoi ministri, la concessione dello Statuto Il 22 febbraio la rivoluzione scoppiata a Parigi scacciò Luigi Filippo, che segnò la scomparsa definitiva della monarchia in Francia. Con le Cinque Giornate dal 18 al 22 marzo Milano insorta cacciò a fucilate Radetzky ed i soldati austriaci . Il 23 marzo un lungo articolo di Cavour sul Risorgimento incitò il Re a prendere le armi contro l'Austria : " L'ora suprema della monarchia sarda è suonata, l'ora delle forti deliberazioni... " Lo Statuto entrò in vigore il 5 marzo 1848 ed il re conservò un notevole potere, anche se sanciva la libertà di stampa e la pubblicità delle discussioni parlamentari. Il primo editto reale fu emanato il 17 marzo 1848: non riconosceva il suffragio universale, ammetteva tra gli elettori solo i sudditi maschi adulti che sapessero leggere e scrivere e pagassero almeno 40 lire di imposta. La carica di deputato era gratuita e di conseguenza escludeva le classi lavoratrici, eccetto le ricche professioni borghesi . Il 27 aprile 1848 si svolsero le prime libere elezioni politiche del Regno di Sardegna; il 72,4 per cento degli aventi diritto espresse il proprio voto, 56.850 persone su una popolazione di quasi 3 milioni
L'8 giugno 1848 la Camera dei deputati si riunì a Torino nell'antica sala da ballo del palazzo della famiglia Carignano
L'inizio parlamentare di Cavour fu disastroso perchè, su consiglio di amici, aveva rinunciato a presentarsi nel 5° collegio elettorale di Torino per presentarsi invece in 3 collegi elettorali di provincia, dove non fu eletto e non entrò nella prima tornata parlamentare della storia italiana, a differenza dei direttori degli altri direttori di giornali politici. In effetti erano stati scelti dagli elettori uomini che avevano cospirato nel 21 e nel 33, lottato e sofferto per l'abbattimento dell'assolutismo monarchico
Cavour riuscì ad ottenere un seggio nelle elezioni suppletive del 26 giugno 48, quando sostituì un eletto della circoscrizione di Cigliano che non aveva i requisiti per entrare alla Camera, ed il 4 luglio vi tenne il suo primo discorso senza particolare successo
Dopo la sconfitta di Novara, il 23 marzo 1849, e l' abdicazione di Carlo Alberto, salì al trono Vittorio Emanuele II. Massimo d'Azeglio sostituì Balbo nella carica di Primo Ministro. Con lui il ministro Siccardi elaborò la legge che sanciva l'abolizione del Foro Ecclesiastico. Cavour fu il maggiore ispiratore ed il 7 marzo 1850 tenne un famoso discorso programmatico sui rapporti fra Stato e Vaticano, in cui mostrava la necessità di togliere ogni validità civile ai tribunali ecclesiastici
A quel punto D'Azeglio offrì il portafoglio vacante dell'agricoltura, del commercio e della marina a Cavour , che accettò diventando in seguito il vero realizzatore di tutte le importanti iniziative politiche del governo con la conclusione di importanti trattati commerciali, tra cui il ribasso dei prezzi del grano nella triste occasione del colera, e la riorganizzazione della marina piemontese, con La Spezia principale porto militare del Regno
Grazie alla sua iniziativa, nel 1952 Urbano Rattazzi fu eletto presidente della Camera. Cavour aveva infatti elaborato un'inedita strategia parlamentare, il " connubio": si trattava di una particolare alleanza parlamentare fra il centro sinistra ed il centro destra, con cui il Conte voleva disinnescare i pericoli portati alla sua politica riformatrice sia dall'estrema sinistra giacobina sia dalla estrema destra retriva e conservatrice.Di fronte ai mutamenti della scena politica internazionale, voleva in effetti che il Piemonte traesse dallo Statuto tutte le maggiori implicazioni più liberali e riformatrici
Nel 1852 Cavour riprese a viaggiare e a Londra incontrò Lord Palmerston, a Parigi Luigi Napoleone ed anche Gioberti, il filosofo amico ormai vicino alla morte
Tornato a Torino, nello stesso anno fu nominato dal re Primo Ministro e ottenne anche il ministero delle Finanze, con la possibilità di costruire la ferrovia Torino - Genova
A questo punto Cavour divenne il grande stratega politico-diplomatico che avrebbe permesso in breve tempo di raggiungere l'unità nazionale
Mentre infuriava la Guerra di Crimea, lo statista piemontese accettò la proposta franco-inglese di far intervenire il Piemonte nel conflitto e nel maggio 1855, 18.000 uomini al comando del generale Alfonso La Marmora parteciparono in Crimea alla battaglia della Cernaia. La mossa vincente fu molto importante perchè permise a Cavour, alla fine della guerra di sedere al Congresso di Parigi del '56 dove si svolsero le trattative di pace e dove denunciò la politica repressiva dell'Austria e la sua presenza nello Stato Pontificio
Il 20 luglio 1858 Cavour e Napoleone III si incontrarono segretamente a Plombières e stipularono un'alleanza contro l'Austria, che impegnava la Francia a intervenire in Piemonte nel caso questo fosse stato attaccato. In questo incontro si stabilì anche che l'Italia avrebbe avuto una nuova ripartizione con la nascita di un nuovo regno dell'alta Italia sotto Casa Savoia, comprendente anche il Lombardo-Veneto e l'Emilia, ma con la cessione alla Francia di Nizza e della Savoia
Vittori Emanuele II pronunciò il famoso discorso sul " grido di dolore " mentre si organizzavano manovre militari sul Ticino e Garibaldi veniva invitato a costituire il corpo dei Cacciatori delle Alpi
Gli Austriaci attaccarono i Piemontesi e la guerra iniziò: le vittorie di Montebello e di Palestro, l'arrivo di un esercito francese di 100.000 uomini, la successiva vittoria a Magenta portarono francesi e piemontesi a Milano l'8 giugno 1859
Con il crollo austriaco a Solferino e San Martino, si sollevarono anche la Toscana e l'Emilia Romagna, chiedendo l'annessione al Regno sabaudo
Ma Napoleone III ormai privo di interessi abbandonò le guerra e firmò l'armistzio di Villafranca con gli Austriaci; Cavour indignato dall'atteggiamento del Francese, rassegnò le dimissioni ma poi tornò a ridiscutere ed ottenne l'annessione dell'Italia centrale al regno sabaudo in cambio di Nizza e della Savoia
Nella notte tra il 5 ed il 6 maggio 1860 Garibaldi con un migliaio di volontari salpò da Quarto su due piroscafi alla volta della Sicilia, dove sbarcò a Marsala sei giorni dopo. L'impresa dei Mille non si limitò alla Sicilia, ma risalì la penisola liberando Napoli il 7 settembre
Cavour si preoccupò notevolmente e decise di allestire un esercito con a capo il re in persona che, per opporsi allo strapotere garibaldino, attraversò le Marche e l' Umbria, sconfisse l'esercito pontificio e mosse incontro a Garibaldi, che incontrò a Teano il 20 ottobre 1860
Cavour continuò a vigilare e a controllare lo scacchiere militare e politico, organizzando nuovi plebisciti e il 17 marzo 1861 il primo Parlamento nazionale ratificò l'unità d'italia, proclamò Vittorio Emanuele re d'Italia e Cavour presidente del Consiglio
Nei giorni successivi lo statista pronunciò discorsi importanti, soprattutto per chiedere al Senato di approvare la legge per Roma capitale
Il 18 aprile Garibaldi attaccò pesantemente lo statista perchè nel disarmare i volontari garibaldini, l'esercito sabaudo aveva usato misure drastiche e violente contro coloro che non volevano cedere le armi con le quali avevano sconfitto i soldati borbonici e liberato il Mezzogiorno d'Itala
I primi 3 mesi di vita del parlamento italiano rappresentarono per lui un periodo difficile e stressante di conflitti e difficoltà, anche internazionali
La sera del 29 maggio rientrò presto a casa perchè non stava bene e nei giorni successivi peggiorò sempre più; oltre ai salassi, gli somministrarono anche del chinino che però rigettò
Morì alle 7 del mattino di giovedì 6 giugno 1861, il più grande statista europeo dell' Ottocento

Il Piemonte in effetti è stato nel Risorgimento la Prussia d’Italia Nell' 800 l'Italia era una nazione divisa fra tanti piccoli stati e solo il Piemonte con il Regno dei Savoia era l’unica monarchia solida e bene armata, capace di realizzare l’unità con il suo esercito e le sue baionette. Il Piemonte unificò l’Italia qualche anno prima che la Prussia unificasse la Germania, quando le vittorie prussiane erano ancora impensabili.
Negli anni successivi all’Unità d’Italia, era la Prussia a venir paragonata a un Piemonte di Germania, e nei caffè si discuteva se Bismarck avrebbe mai potuto essere un Cavour tedesco perché la sua brutalità ed il suo disprezzo per le regole parlamentari contrastavano con il liberalismo di Cavour e con la sua maestria nell’arte anglosassone di governare incantando il parlamento .
Fu un momento magico, in cui l’Italia fu oggetto di ammirazione in Europa e nel mondo, ma purtroppo  nel 1866, con la doppia catastrofe di Custoza e di Lissa fu evidente a tutti la fragilità del nuovo Stato, proprio mentre la vittoria degli alleati prussiani sull’Austria rivelava la nascita di una nuova grande potenza, pronta a dare l’assalto al potere mondiale. Quel momento scioccante distrusse la fiducia in se stessi faticosamente riconquistata dagli Italiani e trasformò in derisione la simpatia di cui godeva l’Italia .
Quasi sconosciuto fino alla guerra di Crimea, ammirato in seguito come uno dei più grandi uomini d’Europa e pianto con sincera costernazione dopo la sua improvvisa scomparsa, Cavour continuò ancora per pochi anni dopo la morte a essere ricordato e celebrato anche fuori d’Italia come il grande maestro della Realpolitik, l’uomo che con la sua forza di volontà aveva cambiato il mondo
Poi, invece, l’elmo chiodato ed i baffoni di Bismarck sostituirono nell’immaginario collettivo gli occhialini e la barbetta del conte Camillo Benso
Nel 1853 August von Rochau aveva inventato il concetto di Realpolitik, cioè la capacità di fare politica sfruttando con spregiudicatezza le condizioni del momento, perseguendo un fine preciso ma senza illusioni né paraocchi ideologici, prendendo decisioni destinate a produrre fatti concreti, calcolandone le conseguenze e assumendone il rischio.
Questa invenzione era stata fatta prima della guerra di Crimea, ma la preveggenza di Rochau aveva già indicato nella politica del regno di Sardegna un esempio di Realpolitik carico di promesse per il futuro. Da allora, per una quindicina di anni, Cavour dominò l’orizzonte politico tedesco in un modo che oggi appare veramente impensabile Nel 1865 per esempio il grande storico Heinrich von Treitschke annunciava il progetto di scrivere una biografia di Cavour per «mostrare al nostro pubblico che cosa è una geniale Realpolitik».
Per un popolo diviso, l’obiettivo più urgente e vitale era l’unificazione del paese . «Noi tedeschi abbiamo sperimentato con amaro dolore quanta infelicità, umiliazione e vergogna nasce dalla mancanza di unità politica», scriveva nel 1858 un politico tedesco, che augurava agli Italiani ogni successo nella loro impresa. Nei due anni successivi l’impresa riuscì al di là di ogni speranza, e i liberali tedeschi additarono l’Italia coraggiosa, pragmatica ed efficace di Cavour come un modello, dubitando al contrario che la Germania potesse mai arrivare ai suoi livelli. «L’Italia non era corrosa da ostinato dottrinarismo» e per questo aveva vinto, scrivevano i tedeschi e sottolineavano che «l’unica grande splendida vittoria del liberalismo che il nostro secolo conosce è stata raggiunta in Italia».
Ancora nel fatale 1866, un eminente liberale tedesco confessava: «Come ho invidiato per anni gli italiani, per il fatto che a loro fosse riuscito quello che a noi il destino sembrava aver rimandato a un lontano futuro; come ho desiderato un Cavour tedesco e un Garibaldi come messia politico della Germania» e si dichiarava incredulo davanti alla scoperta che nonostante tutto Bismarck non era inferiore a Cavour. 
( fonti bibliografiche : Cavour di Filippo Ambrosini ed del Capricorno; Grande Dizionario Storico dell'Unità d'Italia di P.F.Listri ebBonechi e Due leader fra liberalismo e cesarismo di Gian Enrico Rusconi ed Il Mulino , riassunto di ericablogger )

Il giovane Cavour

Camillo Benso conte di Cavour nacque a Torino il 10 agosto 1810 nell' elegante palazzo barocco di famiglia dal marchese Michele ed Adèle de Sellon, discendente di un'antica famiglia di ugonotti francesi, borghesi benestanti, emigrati a Ginevra, diventata nobile nel 1768
Il Secolo dei Lumi, il Settecento, era terminato lasciando una Europa profondamente sconvolta ed il Regno di Sardegna aveva perduto, nel settembre 1792, il porto di Nizza ed il ducato di Savoia, terra di origine della dinastia piemontese, occupati ed annessi successivamente alla Francia repubblicana
Nel 1796 perse anche la guerra contro la Francia con tanti lutti, devastazioni e grande miseria, a cui seguirono congiure, insurrezioni, repressioni, la rivoluzione del 1798 e la fuga della famiglia reale e dell' aristocrazia con la successiva occupazione francese. Nel 1799 la prima Restaurazione portò nuove vendette ed orrori. I Savoia ritornarono ma la vittoria di Napoleone  a Marengo nel 1800 rese definitiva l'occupazione francese, con l'annessione del Piemonte alla Francia
Torino divenne una città francese molto importante e nell'aprile 1808 l'imperatore Bonaparte vi inviò come governatore Camillo Borghese, marito di sua sorella Paolina, un principe affabile dell'antica nobiltà romana che cercò con onori, prebende e cariche civili e militari di recuperare il consenso delle famiglie aristocratiche ritornate in città
Il padre di Camillo Benso era un uomo di grandi capacità ed un abile diplomatico, che si era accattivato la simpatia del Principe Borghese, rinunciando alla fedeltà per i spodestati Savoia al fine di ottenere gratificazioni e fiducia ma soprattutto una carica importante, la nomina di governatore dei palazzi imperiali di Torino e Stupinigi, che gli permise di crescere di importanza nella nuova nobiltà imperiale e di consolidare la posizione economica della famiglia Cavour, che era stata compromessa dai debiti paterni
Nel 1814, con il ritorno del re Vittorio Emanuele I di Savoia sul trono, la compromissione di Michele e di sua madre Filippina con la famiglia Bonaparte creò una freddezza del sovrano piemontese e l'allontanamento di Michele dalla corte, che continuò comunque a promuovere e a gestire imprese agrarie ed industriali con buon profitto economico. Dopo alcuni anni Michele riuscì a recuperare il suo prestigio a corte e, tra il luglio 1835 ed il luglio 1847, sotto il regno di Carlo Alberto, fu il capace vicario conservatore di Torino
Alla sua morte, il titolo nobiliare fu trasmesso al primogenito Gustavo mentre il secondogenito Camillo ebbe quello di conte di Santena, ma ben presto si fece chiamare conte di Cavour, titolo molto più prestigioso.
Camillo crebbe viziato ed indisciplinato nella cerchia ristretta delle famiglie nobili alla corte dei Savoia, sempre intraprendente e allegro. Parlava il francese ed aveva una buona conoscenza del dialetto torinese. Dai 10 ai 16 anni, in piena Restaurazione, in un  clima rigido e bigotto, fu allievo covittore dell' Accademia militare e fu spesso punito per le intemperanze della sua indole libera, ribelle, giocosa e beffarda, punizioni che affrontò comunque con fierezza e disinvoltura grazie anche con ai prilegi innegabili di un rampollo della alta nobiltà. Fu tenuto lontano dalla rivoluzione del 1821 e dalla successiva dura represssione, ma manifestò molto presto grande simpatia per i principi e le tendenze liberali e grande ammirazione per Santorre di Santa Rosa, cugino di suo padre, che era stato il capo del governo del breve governo costituzionale
Dal marzo all'agosto 1826 sostenne gli esami finali dei corsi con i massimi voti in quasi tutte le materie; era molto bravo in matematica ed impostava in modo logico e schematico i problemi politici e morali che lo interessavano molto Il 16 settembre 1826 a 16 anni uscì finalmente dall'Accademia con il grado di luogotenente nel regio corpo del Genio, ma era già riuscito ad inimicarsi il principe Carlo Alberto di Carignano, che lo aveva eletto paggio con servizio a corte, perchè non poteva soffrire la livrea rossa " da lacchè" e lo aveva detto a voce alta, per cui era stato cacciato avendo fatto " il giacobino", come disse il futuro sovrano
Il 29 agosto 1826 partì  per Ginevra, dove soggiornò a lungo anche nel 1829, ospite degli zii e dei cugini, con cui ebbe sempre ottimi rapporti amichevoli e con i quali discusse a lungo di libertà, morale e giustizia
Nel 1830, lontano dal padre che non approvava il suo modo di vivere, accettò l'incarico di addetto alla direzione militare del Genio a Genova, la ricca città portuale animata da fermenti repubblicani e democratici, dove era consuetudine esprimere liberamente le proprie abitudini e dove Camillo intrecciò vivaci relazioni con aristocratici ed esponenti del ceto commerciale e bancario
La rivoluzione parigina del 1830 e la successiva monarchia parlamentare di Luigi Filippo d'Orléans accese speranze nei rivoluzionari europei e un grande allarme nel re Carlo Felice e nella classe dirigente piemontese. Camillo, giovane ufficiale insofferente, di cui la polizia spiava ogni mossa, fu richiamato a Torino il 27 dicembre 1830 ma per le sue manifestazioni sulla libertà di pensiero fu dimesso nel novembre 1831 " per motivi di salute "
Liberatosi della divisa, si dedicò allo studio dei problemi sociali del tempo, ai sistemi di insegnamento ed alle terribili condizioni di vita degli operai e dei carcerati, ma soprattutto allo studio dell'economia e della filosofia politica condotto sui testi dei grandi pensatori francesi ed inglesi
Nel 1832,suo padre lo mandò a Grinzane, un piccolo paese vicino ad Alba, dove uno zio materno possedeva terre e proprietà; a 22 anni Camillo diventò amministratore terriero e sindaco, impegno che mantenne per diciassette anni, con interessanti esperienze amministrative, opere pubbliche ed innovazioni agricole importanti, come l'invenzione del vino Barolo
Fino al 1848 Cavour viaggiò in Europa. Da Ginevra a Parigi, dove conobbe e frequentò Guizot, Thiers e Lamartine, Quinet e Michelet, Saint Beuve, Hugo e Dumas, a Londra ed a Bruxelles, con il fortunato incontro con Vincenzo Gioberti, che viveva di lezioni private nella città belga
Il 28 aprile 1831 era salito al trono Carlo Alberto ma a Torino vi era un forte risveglio della borghesia e la nascita di un forte sentimento politico, che aspirava all'unità ed all'indipendenza italiana e alla conquista della democrazia politica e della libertà commerciale ed imprenditoriale
Progressista illuminato, ostile al dispotismo monarchico ma anche all'estremismo rivoluzionario, Cavour fu attirato da Francia, Svizzera ed Inghilterra, nazioni europee dove la Costituzione consentiva il progresso sociale e la libertà politica
Nel 1836 il marchese Michele lo nominò sovrintendente delle sue 4 fattorie di Leri, quasi 1200 ettari nella fertile pianura vercellese vicino a Trino, che Camillo trasformò da terreni abbandonati in conduzione agricola intensiva e remunerativa. Avviò il disboscamento dei terreni incolti ed il miglioramento della canalizzazione delle acque di irrigazione; integrò la coltivazione già esistente del riso con l'allevamento a domicilio dei bachi da seta, secondo un'antica tradizione piemontese, e migliorò la qualità delle pecore di razza merinos, la cui lana pregiata riforniva i lanifici biellesi, andando personalmente in Ungheria ad acquistare 300 merinos, dove visitò anche fabbriche e miniere . Divenne esperto anche nel commercio dei cereali e nella speculazione dei prezzi . Divenne in seguito membro attivo della Commissione Superiore di Statica, fondata nel '36 con lo scopo di raccogliere e sistemare le informazioni relative agli Stati Sardi
Nel 1939 divenne sgretario della Società per le scuole Infantili, ma si scontrò con il clero oscurantista che vedeva minacciato il suo monopolio nell'educazione dei fanciulli
Fu nel 1842 che Cavour si impegnò maggiormente nella Regia Associazione Agricola Subalpina, società fondata da privati per sviluppare e modernizzare l'agricoltura, le cui assemblee annuali, aperte ai membri di tutte le province del regno sardo e a partecipanti di altre regioni italiane, divvenero l'occasione per uno scambio di esperienze mondane e politiche
- fine della 1a parte -

mercoledì 16 marzo 2011

17 Marzo a Omegna


OMEGNA, BUON COMPLEANNO ITALIA

Ore 11.00: Apertura dei festeggiamenti con la Nuova Filarmonica Omegnese
Ore 15.30: Distribuzione di pizza tricolore. Presentazione delle torte Buon Compleanno Omegna. Degustazione vini "Le cantine d'Italia"
Un gruppo di pasticceri preparerà le 20 regioni d'Italia da assemblare tra loro formando l'Italia Unita. Oltre a questa originale iniziativa si potrà gustare la pizza d'Italia, 150 metri di pizza ticolore, il ricavato sarà donato in beneficienza al Ciss di Omegna, a sostegno degli anziani e dei meno abbienti
Iniziativa a cura di: Pro Loco, commercianti cittadini e tutti i Quartieri di Omegna.

giovedì 10 marzo 2011

Mostra nazionale della camelia e 150 anni dell’Unità d’Italia. Verbania,

Villa Giulia a Verbania Pallanza sabato 26 marzo e domenica 27 marzo ci sarà una esposizione di varietà di camelie   a cura dei collezionisti e floricoltori , la mostra fotografica “Camelie & Risorgimento”  , mostra mercato di piante di camelie, punti vendita di libri a tema floreale di Alberti Libraio e del profumo Acqua di Stresa con la linea di cosmetici all'olio di camelia, conferenze, degustazioni del tè, cene con menu risorgimentale.
Con partenza da Villa Giulia  Un’avventura indimenticabile attende i bambini dai 5 ai 14 anni. Travestiti da soldati dell’Esercito Regio, Austriaco o Francese saranno coinvolti in animazioni itineranti: battaglie, imboscate, misteri da svelare con l’aiuto di Giuseppe Garibaldi e altri personaggi illustri del Risorgimento. Anche i papà e le mamme potranno partecipare e, indossando i costumi, entrare a far parte della storia. La partecipazione dei bambini è libera e gratuita e i travestimenti saranno forniti dall’Organizzazione. Le attività si svolgeranno il 26 e 27 marzo dalle 14.30 alle 17.30, a ciclo continuo. L’animazione avrà la durata di un’ora circa e si svolgerà lungo un percorso che da Villa Giulia porta nel centro storico sino al Museo del Paesaggio. In caso di maltempo l’animazione si svolgerà sotto i Portici del Municipio.
Lungolago  Mercatino con prodotti enogastronomici a cura dell’associazione Milleventi.
Museo del Paesaggio: mostra di raffinate composizioni floreali con antiche camelie   - visite guidate gratuite su prenotazione e per piccoli gruppi (26 e 27/3 dalle 15 alle 18.30 – 27/3 dalle 10 alle 12.30 Tel. 0323 556621) alle splendide collezioni di Pittura, Scultura (tra cui i gessi di Paolo Troubetzkoy), Archeologia del Museo del Paesaggio.
Sabato 26 marzo
ore 10.30: inaugurazione della 45ª mostra della camelia a Villa Giulia con animazione per bambini. A seguire apertura della mostra di composizioni floreali al Museo del Paesaggio e del mercatino sul Lungolago
ore 14.30: visita guidata gratuita al giardino di Villa Anelli, Oggebbio (con prenotazione obbligatoria. Ufficio Turismo Comune di Verbania Tel. 0323 503249). Il giardino è stato il campo catalogo dell'ing. Antonio Sevesi, fondatore nel 1965 della Società Italiana della Camelia, ed ospita 600 piante di camelia con 300 esemplari tra specie botaniche e varietà coltivate
ore 14.30/17.30: animazioni itineranti in costume per bambini. Ritrovo a Villa Giulia
ore 15/18.30: visite guidate su prenotazione al Museo del Paesaggio. Durata: 30 min. Tel. 0323 556621
ore 15.30: conferenza “La camelia e il Risorgimento” con Andrea Corneo, Presidente Società italiana della camelia a Villa Giulia. Segue degustazione del tè, che si estrae dalle foglie di camelia sinensis, a cura del Garden Club e VCO Formazione
ore 19.30: cena Risorgimentale su prenotazione nel Ristorante di Villa Giulia. Tel. 392 3330826.
Domenica 27 marzo
ore 9.30: apertura delle esposizioni a Villa Giulia e al Museo del Paesaggio
ore 10.00: visita guidata al giardino dell’Isola Madre (con prenotazione obbligatoria. Ufficio Turismo Comune di Verbania Tel. 0323 503249 - motoscafo A/R e ingresso Euro 11,00). È la più grande delle Isole Borromeo: un giardino di piante rare e fiori esotici con più di 150 varietà di camelie, per lo più antiche, tra cui la Camellia Pink Rosea qui piantata oltre 130 anni fa. www.borromeoturismo.it
ore 10.30: visita guidata gratuita al giardino di Villa Anelli, Oggebbio (con prenotazione obbligatoria. Ufficio Turismo Comune di Verbania Tel. 0323 503249)
ore 14.30/17.30: animazioni itineranti in costume per bambini con partenza da Villa Giulia
ore 15/18.30: visite guidate su prenotazione al Museo del Paesaggio (durata 30 min.) Tel. 0323 556621
ore 16.00: degustazione del tè
ore 19.30: cena Risorgimentale su prenotazione nel Ristorante di Villa Giulia. Tel. 392 3330826.
A Cannero Riviera: esposizione di varietà di camelie con ambientazione dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia, punto vendita di camelie, passeggiata al bosco di camelie di Cheggio e a Oggiogno incantevole borgo (datato 896) con splendide ville costruite tra fine Ottocento e inizio Novecento e giardini con antichi esemplari di camelie, piccola crociera intorno ai Castelli di Cannero con vista della Villa Sabbioncella che appartenne a Laura Mantegazza (la “Garibaldina senza fucile” che ospitò il grande condottiero del Risorgimento italiano)e della Villa D’Azeglio che fu dimora dell’illustre statista e letterato quando decise di ritirarsi dalla vita politica.
Sabato 26 marzo
ore 11.30: inaugurazione della mostra della camelia nella Sala Arch. Pietro Carmine - Zona Lido
ore 14.00: passeggiata al bosco di camelie di Cheggio e a Oggiogno
ore 14.30: piccola crociera intorno ai Castelli di Cannero (partenza da Cannero ogni ora)
domenica 27 marzo
ore 14.00: passeggiata al bosco di camelie di Cheggio e a Oggiogno
ore 14.30: piccola crociera intorno ai Castelli di Cannero (partenza da Cannero ogni ora)