martedì 16 dicembre 2014

Intervento di Michele Beltrami a Castelletto Ticino

CASTELLETTO TICINO
RICORDO DEI PARTIGIANI FUCILATI DAI FASCISTI AL PORTO
1° NOVEMBRE 1944 - 1° NOVEMBRE 2014
intervento di Michele Beltrami
 "Avrei dovuto essere qui con voi il 25 aprile scorso, ma ho dovuto con mio grande rammarico rinunciare, promettendo però che sarei venuto il 1° novembre. Eccomi quindi in questa piazza, dopo essere stato il 24 ottobre a Novara a ricordare gli otto patrioti che fra il 17 e il 24 ottobre 1944 furono massacrati dai fascisti. Memoria quindi di due eventi tragici.
Ma essere qui a Castelletto mi permette di condividere con voi un ricordo lieto, il ricordo del vostro concittadino, del vostro e nostro Albino Caletti, il mitico “Capitano Bruno”. Un ricordo commosso, che è simboleggiato da una piccola scatola nelle quale conserviamo una ventina di distintivi dell’URSS che il capitano Bruno anno dopo anno donava a nostro figlio Matteo.
Un grande affetto aveva il Capitano Bruno per tutta la nostra famiglia. La famiglia del “Capitano” a fianco del quale aveva combattuto, con il coraggio e la lealtà che sempre contraddistinguevano il suo agire. Fu proprio per la fiducia che il “Capitano” riponeva in lui che gli fu affidata la missione di recuperare il primo lancio destinato alla formazione, lancio che arriverà proprio quel tragico 13 febbraio. Nel libretto “Tre volte trent’anni” che celebrava i 90 anni di Bruno si legge: Il non essere stato presente alla battaglia di Mégolo lascerà in Bruno il dubbio che qualcosa avrebbe potuto andare diversamente quel giorno al Cortavolo. Se fossi stato presente (sono le sue parole) avrei cercato di dissuadere Beltrami dall’accettare lo scontro … ma sarei poi rimasto al suo fianco come hanno fatto gli altri, caduti con lui.
Il libretto mi fu donato dallo stesso Bruno con la dedica Caro Michele e fratelli un piccolo ricordo di un partigiano del cap. Beltrami. Non è un piccolo ricordo, ma un prezioso ricordo di un grande uomo, di un grande combattente per la libertà.
Ma bisogna dire che, oltre ad Albino Caletti, furono molti (quasi 120) i cittadini di Castelletto che presero parte alla Guerra di Liberazione, sia come partigiani combattenti, sia come membri del CLN. E Castelletto divenne, come testimoniò il vostro concittadino Arturo Lorenzini, “un centro importante, sia per l’invio di giovani nelle formazioni di montagna, sia per informazioni, viveri e denari che raccoglievamo per il sostegno della lotta armata”.
Fra i castellettesi caduti vorrei in particolare ricordare Dario Sibilia, il cui nome non compare accanto a quelli dei partigiani caduti. Era un diciottenne allievo dell’Accademia Navale, che l'8 settembre con altri 8 compagni di accademia raggiunse il rinato Esercito Italiano nel quale combatté e morì nella terribile battaglia di Montelungo l'8 dicembre 1943. Mi colpisce la giovane età: era coetaneo di Gaspare Pajetta che combatté e morì a Mégolo insieme al papà. Due “giovani come voi” come diceva Calamandrei parlando agli studenti milanesi.
Non erano invece di Castelletto i cinque partigiani che vennero fucilati 70 anni fa in questo luogo e dei quali è comunque bene ripetere ogni volta i nomi, sottolineando l’età, e onorare la memoria:
veniva da Vigevano Giovanni Barbieri, 44 anni
da Torino Teresio Clari , 30 anni
da Milano Ernesto Colombo, 18 anni
da Invorio Sergio Gamarra, 19 anni
da Bogogno Luciano Lagno, 23 anni
e da Taino Carlo Boca, 17 anni, che all’ultimo fu graziato
Erano sei partigiani, tre giovanissimi. Si trovarono a combattere in queste zone e, nel corso di un rastrellamento nel Basso Vergante, furono catturati e rinchiusi nel carcere di Arona, dove subirono percosse e sevizie e alla fine furono condotti qui per essere fucilati davanti alla popolazione di Castelletto, costretta ad assistere al macabro spettacolo. Persino i passeggeri dei treni in sosta vennero appositamente fatti scendere perché pur’essi fossero spettatori.
L’assassinio nelle piazze e nelle vie delle città, e comunque nei luoghi abitati, era l’operazione preferita dai capi fascisti “perché, sono parole di Vezzalini, i morti fanno spettacolo, la popolazione deve vedere …”. In particolare doveva vedere e rabbrividire la popolazione di Castelletto, la cui ostilità verso i fascisti e quindi anche verso gli occupanti nazisti si era sviluppata ed era cresciuta fino a concretarsi in svariate azioni di sostegno delle formazioni partigiane.

L’assassinio in pubblico avveniva per vendetta o meglio per rappresaglia. I fucilati, i massacrati non erano quasi mai i diretti responsabili delle sconfitte o delle perdite subite dai fascisti. Non lo erano i massacrati di Novara del 24 ottobre 1944; non lo erano i fucilati di Castelletto Ticino, che non c’entravano nulla con la fucilazione da parte dei partigiani dell’ ufficiale della "X MAS" Leonardi, avvenuta il 29 0ttobre.
Quanto avvenne qui 70 anni fa voi lo sapete, fa parte della memoria di Castelletto, è documentato, vi è stato più volte narrato. Ed è giusto così, perché, anche se i fucilati non erano di Castelletto, il luogo e il modo con cui questa fucilazione venne eseguita dimostra la volontà dei fascisti, in particolare dell’Ungarelli, di offendere e intimorire proprio Castelletto, di ferire Castelletto.
A fronte della vigliaccheria e della ferocia dei fascisti sta il coraggio e la dignità dei condannati che, come scrive il Massara, “Allineati di fronte alla popolazione e al plotone d’esecuzione intonano con voce ferma la canzone partigiana ‘che importa se ci chiaman banditi, il popolo conosce i suoi figli’”. Il giovanissimo Carlo Boca, che l’Ungarelli decide all’ultimo di graziare, intimorito dalla reazione della popolazione, corre ad abbracciare i suoi morituri compagni e a forza i militi lo allontanato da loro, per poi riportarlo nel carcere di Arona, dal quale riuscirà a evadere prima della Liberazione.
Lo stesso coraggio e la stessa dignità si ritrovano nella lettera che Sergio Gamarra scrive alla madre poco prima di essere fucilato:

Cara mamma,
oggi è giunta la mia ultima ora ma non mi importa di morire. Perdonami se ho mancato, se sono andato via senza il tuo permesso, ma muoio contento come un buon cristiano e un vero italiano.
Salutami tutti gli amici e parenti e i vicini. Non arrabbiarti con nessuno.
Ricevi un grosso bacio e così pure ai fratellini e alla zia Nenè.
Tuo per sempre
Sergio

Per coincidenza proprio nella stessa data vengono fucilati da un plotone di fascisti nel fossato della fortezza del Priamar a Savona sei partigiani (anche qui sei condannati!), tre uomini e tre donne. Una di queste, Paola Garelli “Mirka” scrive una lettera alla figlia:

Mimma cara,
la tua mamma se ne va pensandoti e amandoti, mia creatura adorata, sii buona, studia ed ubbidisci sempre gli zii che t'allevano, amali come fossi io. Io sono tranquilla.
Tu devi dire a tutti i nostri cari parenti, nonna e gli altri, che mi perdonino il dolore che do loro.
Non devi piangere né vergognarti per me. Quando sarai grande capirai meglio.
Ti chiedo una cosa sola: studia, io ti proteggerò dal cielo.
Abbraccio con il pensiero te e tutti, ricordandoti.
La tua infelice mamma

Sergio Gamarra, 19 anni, scrive alla mamma, Paola Garelli, 28 anni, scrive alla figlia. Entrambi chiedono perdono per il dolore provocato, Sergio alla mamma, Paola a tutta la famiglia. Ma entrambi sono consapevoli di aver fatto la scelta giusta e vanno a morire sereni.
Sorprende questa comunanza di sentimenti fra due persone diverse per età, per sesso e per origine, che combatterono e morirono in luoghi fra loro distanti.
Sorprende, ma ci fa capire che c’era un denominatore comune, c’erano sentimenti e ideali comuni che muovevano i partigiani, che combattessero in Piemonte, o in Liguria, in Emilia, in o nel Molise, come peraltro testimoniano le lettere dei condannati a morte della Resistenza.
Per questo io credo che ogni volta che in un luogo si ricorda un evento o un caduto sia opportuno ricordare anche quanto accadde in altri luoghi, ricordare altre persone cadute anche distante.
Accostare i fucilati di Castelletto con i fucilati di Savona, leggere insieme le lettere di due caduti, non significa per me sminuire l’importanza di quanto accaduto a Castelletto, ma di contro significa inserire la memoria dei fucilati di Castelletto nella memoria di tutti i caduti per la libertà.
Ricordiamo un evento per ricordarli tutti, ricordiamo un caduto per ricordarli tutti, tutti quei “centomila morti” col sangue dei quali, come diceva Piero Calamandrei, è stata scritta la nostra Costituzione.

Intervento di Michele Beltrami a Novara

TRUCIDATI DI PIAZZA MARTIRI E PIAZZA CAVOUR
70° ANNIVERSARIO
NOVARA 24 ottobre 2014
Intervento di Michele Beltrami
" Avevo qualche perplessità ad accettare di intervenire a questa vostra manifestazione sia per altri impegni sempre legati al 70° della Resistenza sia perché sono già intervenuto proprio qui a Novara il 25 aprile 2008. L’Assessore Paola Turchelli e il dottor Giovanni Cerutti, direttore dell’Istituto della Resistenza mi hanno convinto a sciogliere ogni riserva ed ora eccomi qui.
Quelli di voi che hanno assistito al mio precedente intervento mi perdoneranno se qualcosa di ciò che vado a dire oggi suonerà loro come “già sentito”.
Enrico Massara, nella sua “Antologia dell’antifascismo e della resistenza novarese”, all’inizio del capitolo dedicato all’eccidio che oggi ricordiamo, scrive “A Novara, immediatamente dopo l’8 settembre ’43, nascono i primi gruppi di resistenza, le prime squadre d’azione partigiana (SAP) che operano sia nel capoluogo che nei paesi del circondario”.
Questa tempestiva reazione si spiega col fatto che a Novara l’opposizione al fascismo non era mai venuta meno: si pensi a quanto accadde nella frazione di Lumellogno, dove la popolazione il 15 e il 16 luglio del 1922 si rese protagonista di un eroico episodio di resistenza a una spedizione punitiva dei fascisti, sopportando alcune perdite e numerosi feriti, come accadde a Parma e a Sarzana. Episodio per il quale la Città di Novara nel 2007 fu insignita di medaglia d’oro.
L’opposizione, continuò nella clandestinità per poi riemergere il 25 luglio 1943 e prepararsi a quello che sarebbe stato il suo periodo più duro, ma anche più glorioso.
Durante i quarantacinque giorni del governo Badoglio molte persone e gruppi di persone che in diversi luoghi avevano costituito una rete sotterranea nella città negli anni della dittatura, divennero attori di una palese mobilitazione antifascista, per poi sparire nuovamente nell'ombra dopo l'8 settembre '43, senza peraltro cessare la loro attività. Attività che favorì la nascita e l’organizzazione dei primi gruppi di resistenza in città e i contatti con le brigate che andavano formandosi in collina e in montagna, verso le quali molti giovani novaresi si avviarono.
Fra queste il Massara ricorda in particolare“… il gruppo guidato da Filippo Maria Beltrami, il Capitano, che opera nel Cusio…”.
Il sorgere e il rafforzarsi dell’attività partigiana e il crescere dell’ostilità che circonda nell’opinione pubblica il risorto fascismo e l’occupante tedesco preoccupano il governo di Salò che, a Novara, sostituisce nella carica di Commissario Prefettizio Tuninetti, giudicato troppo morbido, prima con Gargano Barbera, quindi con Enrico Vezzalini. La gestione di Vezzalini, con l’ausilio di due questori succedutisi nell’incarico, Ugo Abrate e Emilio Pasqualy, contraddistingue una lunga stagione di terrore in città e nella fascia circostante.
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In particolare, come ricorda Massara, “l’assassinio nelle piazze e nelle vie della Città, e comunque nei luoghi abitati è l’operazione preferita dai capi della Squadraccia perché i morti fanno spettacolo, la popolazione deve vedere …”.
La ferocia della Squadraccia era tale che persino il sottosegretario agli interni della Repubblica Sociale, Giorgio Pini, dopo un’ispezione a Novara nel novembre del 1944, la definì “formazione di torturatori criminali” e costituì motivo di preoccupazione presso gli stessi tedeschi che ne caldeggiarono l’allontanamento, insieme a quello dello stesso Vezzalini.
Solo nel gennaio del 1945 furono trasferiti a Modena. Il Vezzalini alla Liberazione fu catturato, processato e fucilato a Novara  Gli altri dopo la Liberazione furono arrestati, processati e condannati, ma riuscirono presto a tornare liberi. Qualcuno di loro fu persino eletto nel Parlamento della Repubblica. Così come molti altri criminali fascisti.
Vengano i negazionisti, i revisionisti, i fautori della memoria condivisa in queste piazze novaresi, vengano in questa piazza Cavour, vengano in Piazza Martiri della Libertà (allora Piazza Vittorio Emanuele II) dove 70 anni fa, nell’ottobre del 1944, vennero trucidati gli otto giovani che oggi ricordiamo. Leggano le lapidi. Si facciano raccontare cosa è successo e ci dicano poi cosa si può negare, cosa si può rivedere, quale memoria si può condividere.
Qui, in questa piazza, il 17 ottobre venne fucilato un giovane “patriota”, il carabiniere Natale Olivieri, che era stato catturato a Biandrate. Quindi, nella sola giornata del 24 ottobre, vennero uccisi dai fascisti della “squadraccia”, per vendetta della sconfitta subita in uno scontro coi partigiani, altri sette “patrioti” (così è doveroso chiamarli), 
tre in piazza Martiri
Giovanni Bellandi
Ludovico Bertona
Aldo Fizzotti
e quattro in piazza Cavour
Vittorio Aina
Mario Campagnoli
Emilio Lavizzari
Giuseppe Piccini
prelevati dal carcere dove erano stati rinchiusi e tutti a lungo e brutalmente percossi dal Pasqualy e dal suo aiutante, il “boia” Martino
Ma neppure da morti questi otto poveretti ebbero pace. I loro cadaveri vengono lasciati a lungo senza sepoltura e vengono vilipesi dalle ausiliarie fasciste.
Credo che molte cose siano state narrate nel corso delle commemorazioni che anno dopo anno hanno ricordato questi tragici episodi e questi otto caduti, ma io voglio soffermarmi sulla figura di Natale Olivieri, del quale nulla sapevo.
Il carabiniere Natale Olivieri, entrato nella Resistenza dopo l’8 settembre, era partigiano della Brigata "Osella". Per evitare rappresaglie contro i civili, si consegnò ai fascisti che lo cercavano. Venne bastonato, preso a calci, vilipeso e quindi trascinato da Biandrate a Novara dalla "Squadraccia". Arrivato a Novara, fu nuovamente torturato. Qualche ora più tardi, più morto che vivo, venne fucilato in piazza Vittorio Emanuele II (ora Piazza Martiri della Libertà). 
Il prof. Piero Fornara, ebbe modo di ricordare: "...attorno al cadavere di Olivieri pietà e odio, dolore e sarcasmi si susseguirono sino al tramonto. Le Ausiliarie danzano sopra il cadavere e gli cacciano i tacchi nella faccia, altri sono forzati a sputare sul morto...".
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Ma, permettetemi la digressione, non sapevo nulla neppure del giovane Giuseppe Cortellucci, anche lui carabiniere, che seguì sui sentieri dell’estremo ponente ligure Felice Cascione, l’eroico comandante partigiano, autore della canzone “Fischia il vento”¸ catturato dai tedeschi e ucciso dai fascisti al termine di un combattimento nel gennaio del 1944.
Nella bella ricostruzione della figura di Cascione, che recentemente ci ha donato Donatella Alfonso, si legge: “Felice Cascione vede i tedeschi catturare Cortellucci, il carabiniere. E grida: Lasciate libero quest’uomo, sono io che l’ho costretto a venire in banda, sono io il comandante!... Carabinè [questo il suo nome di battaglia] ricorda solo questo, prima di svenire per le botte e la disperazione”. Cortellucci viene portato via dai tedeschi, poi i carabinieri intervengono (Cascione aveva detto che era suo prigioniero) e viene riarruolato. Diserta un'altra volta. Raggiunge la formazione "Cascione" e quando si trova isolato in uno scontro a fuoco si uccide."
Ho appreso della vicenda di questi due giovani, di queste due belle ed eroiche figure, quasi negli stessi giorni e per questo ho voluto accostarle e condividere con voi due pensieri con i quali vado a concludere.
In primo luogo nella Resistenza combatterono molti giovani carabinieri, che dopo l’8 settembre, scelsero di raggiungere le formazioni partigiane, nelle quali combatterono eroicamente, spesso pagando con la vita. E questo è giusto sottolinearlo proprio oggi qui a Novara.
In secondo luogo, così come la figura di Natale Olivieri mi ha fatto pensare a quella di Giuseppe Cortellucci, la vicenda e la fine di Felice Cascione mi ricordano la vicenda e la fine del papà, del Capitano.
E questo mi commuove e mi stimola a ragionare sulla profonda comunanza di ideali, di coraggio, di spirito di sacrificio che c’era anche fra uomini che non s’incontrarono mai, che combatterono in luoghi fra loro lontani, che erano spesso diversi per età, per ambiente, per formazione culturale e politica.
Anche questo fu la Resistenza ed è con questo spirito, privo di ogni campanilismo , che noi oggi dobbiamo ricordare gli otto giovani trucidati 70 anni fa nelle piazze di Novara, la cui memoria non potrà mai essere mai essere condivisa con quella dei loro assassini, di quella “formazione di torturatori criminali” come furono definiti dai loro stessi camerati.
Fra pochi mesi, il 25 aprile del 2015, termina il 70° anniversario della Resistenza, ma non devono cessare le occasioni di ricordo.
Molti fatti, molte figure dobbiamo ancora far venire alla luce, molte storie da raccontare o da farci raccontare, molti strumenti da mettere in campo perché la memoria non si perda.
W la Resistenza! "

lunedì 15 dicembre 2014

Intervento di Michele Beltrami all'Alpe Camasca

Ho incontrato Michele, il figlio del Capitano Beltrami, alla cerimonia di premiazione degli ultimi vincitori del Premio della Resistenza Città di Omegna 
In quell'occasione mi aveva promesso che mi avrebbe fatto avere alcuni dei suoi recenti interventi nei luoghi dove sono stati uccisi i partigiani del Novarese e del Cusio-Verbano -Ossola durante la seconda Guerra mondiale 
Pubblico per primo il suo discorso al Sentiero Beltrami  all' ALPE CAMASCA il 16 agosto 2014
Un grazie molto sentito a Michele per avermi permesso di pubblicare in questo blog le sue parole preziose 
Per non dimenticare Per riflettere su ciò che sta succedendo ora ... 

" Ogni volta che torno qui in Camasca penso che qui è iniziata l’avventura partigiana del papà e che in una di queste baite il papà e la mamma hanno passato insieme gli ultimi giorni, prima che la mamma ritornasse da noi figli e il papà proseguisse la lotta, fino al tragico epilogo di là dai monti.
Sul papà, sul suo ruolo nella Resistenza nel Cusio-Ossola, sulle cause e sull’opportunità della battaglia di Mégolo molto è stato scritto e molte parole sono state dette, anche qui, in altre occasioni.
Io voglio oggi riprendere invece quanto scrisse nel lontano settembre 1946 Piero Calamandrei, recensendo su “Il Ponte” la prima edizione del libro della mamma “Il Capitano”. È, per me, non solo della più bella e commossa recensione del libro, ma anche del più bel ritratto dei nostri genitori.
Ve ne leggo alcuni passi, rammaricandomi di non avere, né di saper imitare, la calda parlata toscana che ci è riportata dalle registrazioni dei suoi discorsi.
" Allora, quando lo conobbi alla sfuggita, mi pare nell’estate dei ‘42, non era il “Capitano”: era soltanto un architetto, un professionista come tanti altri, taciturno forse e pensoso un po’ più degli altri. Ora l’immagine di lui, lasciatami da quel primo incontro distratto in mezzo ad altra compagnia, mi sfugge: eppure, ora, mi sarebbe assai cara e preziosa. Chi avrebbe potuto prevedere questo destino? Ricordo soltanto che, presentati da altri amici, salirono anche loro, i coniugi Giuliana e Filippo Beltrami, a vedere il tramonto [sulla pineta] dalla nostra terrazza. Mi par di ricordare che i coniugi Beltrami amavano stare vicini, senza mescolarsi alla conversazione, confidandosi a bassa voce, appoggiati alla ringhiera, le loro impressioni.
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Ora i pini non ci sono più: in quattro anni il mondo ha cambiato faccia. C’è un deserto calcinato al posto della pineta; e nessuno più sale ad ammirare il panorama dalla terrazza. di cui le cannonate hanno frantumato la scala. E l’architetto è diventato ‘il Capitano”: un’ombra eroica, il fondatore e l’animatore di una delle prime bande partigiane dell’Alta Italia, di cui per quattro mesi la gente nella zona dei laghi intorno a Omegna ha parlato come di un capo leggendario,fino a che, di azione in azione, il 13 febbraio 1944 è caduto a Mégolo, combattendo in campo aperto contro la battuta dei tedeschi e dei fascisti; lui e pochi fedeli, forse una ventina, contro un esercito.
Ed ecco che la moglie ora dedica all’ombra del “Capitano” questa prosa nitida e casalinga, colla quale ella si sforza di capire, e di far capire al lettore, perché egli ha preferito questa morte alla felicità: sicché il lettore non sa se più amare in queste pagine la franca naturalezza con cui quest’uomo libero, questo borghese senz’enfasi e senza retorica, sceglie la via della morte, o la discrezione con cui la moglie racconta di lui e di loro due, con quest’aria di sincerità trasparente e lieve che non fa pesare su chi legge il dolore di lei rimasta sola, e lascia nel ricordo un senso di purezza e quel sorriso solare che ha l’immagine di lui sulla copertina.
Alla fine del piccolo libro si pensa: “Dunque nel mondo possono nascere ancora uomini così: dunque il mondo non è finito...”. E questo pare un conforto; ma, più che un conforto, è un mistero. Da quale forza sono spinti gli uomini come questo? Era un uomo felice. Aveva l’amore della sua donna, aveva i suoi figliuoli, la gioia del lavoro, tutta una vita da vivere dinanzi a sè. Nessuno glielo imponeva, nessuno glielo chiedeva: era un borghese pacifico, senza ambizioni, non iscritto ad un partito. Ogni obbligo legale si sfasciava in quel momento (era la fine del settembre ‘43), ognuno andava per conto suo: tutti, lì dai laghi, si affrettavano a rifugiarsi in Svizzera. Sarebbe stato facile, anche a lui, mettersi in salvo colla sua famiglia: quale fu il misterioso movente che gli insegnò un’altra strada?
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Le pagine più toccanti di questo libro sono quelle che riferiscono i colloqui tra questa moglie e questo marito, che parlano a bassa voce, seduti dinanzi al fuoco nella villa solitaria o nella baita di montagna, dov’è il comando del “Capitano”. Intorno c’è l’ansia del pericolo; e loro due prima di addormentarsi conversano come due amici, in tono semplice, quasi scherzoso, timorosi di adoprare parole troppo grandi e troppo serie, quando il dialogo li porta a parlare di quello che è il punto d’incrocio di tutti i fili della vita: il perché della morte, il perché del dovere.
Nell’ultima sua lettera alla moglie, consegnatale dopo la sua morte, c’è una frase rivelatrice:
“...io ho voluto e desiderato questa prova, che mi viene imposta da un più alto e strano senso del dovere”. Anch’egli, alla vigilia della morte, mentr’era pronto ad obbedire a questa voce del dovere, ne avvertiva la natura misteriosa e inesplicabile: “alto e strano senso del dovere”. Anch’egli lo chiamava “strano”: estraneo, sì, a tutte le leggi utilitarie conosciute dai biologi."
Questo scriveva Calamandrei nel 1946. Lo stesso Calamandrei che, terminando il famoso discorso sulla Costituzione, pronunciò le parole che tutti noi antifascisti abbiamo stampate in testa e che è opportuno ricordare qui oggi:
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.
Il discorso fu pronunciato da Piero Calamandrei nel 1955 a Milano per l’inaugurazione di un ciclo di sette conferenze sulla Costituzione italiana organizzato da un gruppo di studenti universitari e medi per illustrare in modo accessibile a tutti i principi morali e giuridici che stanno a fondamento della nostra vita associativa.
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E fu proprio la mamma ad aiutare questi studenti a organizzare il ciclo di conferenze.
Ora, pensando al papà che su queste montagne si è sacrificato e alla mamma che ha dedicato gran parte della sua vita a studiare e a diffondere la lettera e lo spirito della Costituzione nata dalla Resistenza, come posso io loro figlio, come possiamo noi loro figli non sentirci angosciati e offesi di fronte all’improvvida leggerezza con cui, e con quali alleanze, vengono affrontate oggi le riforme istituzionali.
Sarebbe bene che questi nostri giovani governanti seguissero anch’essi l’invito di Calamandrei e venissero in pellegrinaggio nei luoghi dove sono caduti i partigiani, nei luoghi dove è nata la nostra Costituzione. "

Le origini cusiane di Giuseppe Verdi

Sabato ho letto con curiosità ed interesse questo curioso articolo de La Stampa VCO
" Negli archivi parrocchiali scoperto che il bisnonno del compositore era nato a Crusinallo
Scorreva sangue cusiano nelle vene di Giuseppe Verdi. Il grande compositore era, per parte materna, originario di Crusinallo, essendo suo bisnonno, Fermo Lorenzo Uttini, nato in quel paese nel 1708. Uttini si trasferì poi nel Piacentino dove una sua figlia, Luigia, sposò Carlo Verdi, padre di Giuseppe. Una studiosa americana, Mary Jane Phillips-Metz, nel 1996 pubblicò una biografia del musicista avanzando per prima l’ipotesi che la famiglia di Verdi era originaria del lago d’Orta.   
La prova arriva oggi grazie a un’attenta ricerca negli archivi parrocchiali svolta dal ricercatore Alessio Iannotta: su proposta del sindaco di Omegna Adelaide Mellano e del parroco don Gianmario Lanfranchini ha ritrovato anche l’atto di battesimo di Fermo Lorenzo Uttini, nato il 12 agosto a Cranna Superiore, oggi San Fermo, frazione di Crusinallo. «E’ una storia affascinante - osserva Iannotta -, è bello pensare che la vena artistica e musicale di Giuseppe Verdi gli viene dal Dna da parte materna. Gli Uttini di Crusinallo, per oltre un secolo, si coprirono di gloria musicale in tutta Europa: Elisabetta cantò a Venezia nel 1721, Francesco Uttini, altro parente, fu eletto accademico ad honorem della Filarmonica di Bologna e un altro Francesco Uttini, musicista, fu maestro di cappella e direttore dell’opera italiana a Stoccolma, considerato il fondatore dell’Opera nazionale svedese».  
E' bello scoprire che la chiesa parrocchiale  dove sono stata battezzata e cresimata è la stessa chiesa dove due secoli e mezzo prima fu battezzato anche il bisnonno materno del grande compositore italiano 
Una famiglia notevole, tra l'altro, sia  gli uomini che le donne !

Una tessera per chi è in difficoltà economiche

Una delle notizie de La Stampa VCO di questi ultimi giorni parla di una iniziativa del Lions club di Omegna , in collaborazione  con il Ciss del Cusio, la Fondazione Comunitaria del Vco e i supermercati Savoini, che potrà aiutare 53 famiglie in difficoltà
Grazie ad una raccolta  fondi tramite la vendita di panettoni, i soci del Lions hanno raccolto 4.500 euro a cui sono stati aggiunti altri 1.500 euro della fondazione I soldi serviranno per dei  buoni acquisto di generi alimentari nei supermercati Savoini. 
 «Grazie alla generosità dei nostri soci abbiamo raccolto una somma significativa che abbiamo donato al Ciss per le loro esigenze», ha detto Tiziano Cavestri presidente del Lions Omegna.
 «Verranno consegnati 17 buoni pasto per un totale di 2.750 euro a famiglie con minori a carico - ha aggiunto Renzo Sandrini presidente del Ciss Cusio - altri 1.950 euro andranno a 28 persone sole con gravi difficoltà economiche e sociali e i restanti 700 euro sono destinati a famiglie senza minori. Altri soldi serviranno a pagare bollette a persone che non riescono a far fronte a queste spese».  
«Verranno distribuite tessere tipo bancomat, realizzate grazie ai supermercati Savoini, validi come buoni spesa del valore di 50, 100 e 150 euro - ha spiegato Ivan Guarducci presidente della fondazione -. Anche la famiglia Savoini ha contribuito offrendo il 10% del valore della spesa». 

 Le famiglie che potranno beneficiare del contributo sono 53; 41 residenti ad Omegna, 9 a Gravellona Toce e 2 a Casale Corte Cerro.
Di queste famiglie, individuate attraverso la San Vincenzo e le parrocchie, solo 9 sono straniere; le altre sono tutte italiane. 



domenica 30 novembre 2014

«Salva Agognate»

Non accennano a diminuire le adesioni alla lettera «Salva Agognate». La missiva indirizzata al sindaco Andrea Ballarè e ai consiglieri del Comune di Novara è un appello plasmato dalle associazioni ambientaliste «ReteTerra» affinché ad Agognate un milione di metri quadrati di terreno agricolo non venga tramutato in aree logistico-industriali.  
«Abbiamo raggiunto il traguardo di 2.143 firme - dice il portavoce di ReteTerra Alberto Pacelli -. Tra coloro che hanno aderito ci sono anche nomi importanti, nazionali e locali. Oltre al meteorologo Luca Mercalli, hanno firmato Domenico Finiguerra, cofondatore della rete nazionale “Stop al consumo di terreno” e del forum nazionale “Salviamo il paesaggio”. Hanno aderito il senatore Carlo Martelli, i deputati Giorgio Airaudo e Davide Crippa, il consigliere regionale Gian Paolo Andrissi, lo storico del movimento operaio italiano Cesare Bermani, Eugenio Bonzanini, capo delegazione della provincia di Novara del Fai». E ancora: Silvana Ferrara ex assessore provinciale all’agricoltura, Daniela Mortarotti coordinatrice di Sel provinciale, gli ex sindaci di Novara Armando Riviera e Antonio Malerba.  
Fabio Tomei ha detto inoltre che «Le recenti devastanti esondazioni del torrente Agogna sconsigliano nel modo più assoluto di progettare un polo logistico nell’area di Agognate. Pensare di costruire capannoni in un’area decisamente pericolosa, sottraendo un milione di metri quadrati alla produzione agricola ed aumentando così i rischi di dissesto idrogeologico, per di più in presenza sul luogo di numerosi capannoni vuoti da anni, a noi sembra decisamente un’operazione insensata  e contraria agli interessi dei cittadini di Novara e dei comuni vicini». 
Ho letto questi articoli su La Stampa locale e sinceramente sono rimasta sconcertata
Come si fa a sacrificare oltre un milione di metri quadri di ottimo terreno, molto fertile ed irriguo, che produce ogni anno 6.300 quintali di riso,  per un incerto progetto industriale ?
E come fa l’assessore all’Urbanistica Marco Bozzola, in un'intervista, a difendere il piano per l’area logistica e produttiva di Agognate /«È il migliore possibile, porterà lavoro e un riassetto nell’organizzazione del nostro territorio» /, quando verrà sottratto perennemente all’agricoltura, un’attività sicura che dà già lavoro a tante persone, un numero così elevato di terreno  coltivato  e produttivo ?
Il presidente provinciale e regionale dei pensionati Cia, la Confederazione italiana degli agricoltori, sostiene che l'operazione «appare più un affare speculativo che un progetto industriale. Chi ci guadagna? Sicuramente il proprietario del terreno. Sono un milione e 45 mila metri quadrati, pari a 1.596 pertiche milanesi. Con destinazione agricola vale 2 mila euro alla pertica (3,055 euro al metro quadrato). Appena diventerà area industriale, il valore salirà come minimo a 50 euro al metro quadrato. Quindi un plusvalore di oltre 49 milioni di euro rispetto ad oggi». «L’assessore Bozzola   parla di soli 375 mila metri quadri coperti ed è vero. Ma all’agricoltura ne saranno sottratti oltre un milione, l’intera area, con riduzione dell’attività nel settore primario. In un mondo in cui un miliardo di esseri umani soffrono ancora la fame distruggere irreparabilmente questa potenzialità produttiva alimentare è un delitto che dovrebbe gridare vendetta a ogni coscienza». 
Fabio Tomei, per il Carp, Coordinamento ambientalista rifiuti Piemonte, ha nuovamente  invocato «un incontro pubblico organizzato dalla giunta», richiesto già un anno fa, per discutere dei tanti punti ancora oscuri del progetto: «Chi verrà a installarsi ad Agognate, dopo che l’unica proposta semi-ufficiale della multinazionale della distribuzione è sfumata? Dove sta l’interesse pubblico di questa mega-operazione, quanti e quali nuovi posti di lavoro sono previsti? Quale sarà l’impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica? Non sarà una cattedrale nel deserto, visto che di capannoni vuoti ce ne sono a iosa non solo a Sant’Agabio, ma anche nella stessa Agognate, a Romentino e a San Pietro Mosezzo?». 

Lavori in corso sulla Domodossola-Novara.

Lavori in corso per mettere in sicurezza versanti danneggiati dal maltempo: fino al 13 dicembre, Rfi annuncia modifiche al programma di circolazione dei treni sulla linea Domodossola-Novara.  
Le aree danneggiate non sono di proprietà delle Ferrovie, ma sono vicine alla linea ferroviaria: per consentire gli interventi di ripristino dei versanti, il treno regionale 4792 (Novara 13.50-Domodossola 15.48) sarà cancellato e sostituito con bus tra Domodossola e Borgomanero, il 4887 (Domodossola 15.57-Novara 17.53) sarà cancellato tra Domodossola e Borgomanero e sostituito con bus che effettuerà servizio fino a Novara. Tra Borgomanero e Novara il traffico ferroviario sarà invece regolare. Tra Gozzano e Orta Miasino e tra Orta Miasino e Omegna alcuni treni regionali, per precauzione, viaggeranno a velocità ridotta con conseguente allungamento dei tempi di viaggio.  

115 anni


Ieri  Emma Morano ha festeggiato 115 anni  
 La nonna di Verbania ha raggiunto un’altra tappa nel record di longevità che da tempo la rendono la più anziana d’Italia e d’Europa e la quinta al mondo
Nell’abitazione in vicolo San Leonardo sono giunti tantissimi auguri, alcuni dei quali molto speciali, come il mega-biglietto (un metro per un metro e mezzo) inviato da Carla Fracci, ambasciatrice di Milano Expo 2015, con «tutti gli auguri del mondo alla incredibile Emma» e l’invito alla esposizione universale. Anche il vice prefetto vicario del Vco  le  ha portato il messaggio indirizzato per l’occasione da Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato nel 2011 le aveva conferito l’onorificenza di Cavaliere e anche lo scorso anno le aveva fatto avere gli auguri.  

sabato 22 novembre 2014

Perché il DEA a Domodossola ?

" Comunicato Stampa - I circoli del PD di Domodossola Trontano e Masera, Crevoladossola e Villadossola alla luce della mancata decisione della Regione Piemonte sul riordino della rete ospedaliera nel territorio del VCO, ritengono essenziale manifestare quanto segue: 1) pieno appoggio alle decisioni assunte dall'Assemblea dei Sindaci del 19 novembre 2014; 2) sostegno al documento sottoscritto dalla Rappresentanza dei Sindaci ASL il 14 novembre 2014, che ha ottemperato alla richiesta della Regione di presentare un'indicazione da parte del territorio sull'opportuna ubicazione della sede del DEA; 3) preoccupazione per le deliberazioni che verranno assunte dalla Regione Piemonte in merito alla sede del DEA, in quanto il rinvio della decisione al 31 dicembre 2015 non tiene conto della già definita scelta di Domodossola ed espongono la sanità del territorio ad ulteriori criticità; 4) rinnovato impegno nel ribadire che il mantenimento del DEA e la difesa dell'ospedale San Biagio sono essenziali per la realtà sociale del territorio e la tutela della sua popolazione; 5) convinzione che il mantenimento del DEA al San Biagio consenta comunque di sviluppare percorsi di cura differenti presso il Castelli, assecondandone le caratteristiche, e consenta la tenuta complessiva del sistema sanitario dell'intero territorio del VCO, mentre ciò non accadrebbe con scelte diverse; 6) constatazione di come l'Assessore alla Sanità non sia più un referente credibile per il confronto sulle decisioni che riguardano il territorio e ne chiede le conseguenti dimissioni. 7) richiesta di un incontro urgente con il presidente Chiamparino." da Azzurranews vco di oggi

Non ho capito ancora perché il sindaco di Omegna abbia sostenuto la scelta di tenere aperto il Dea di Domodossola, favorendo l'Ossola a discapito del Verbano, e capisco ancora meno perché anche il PD permetta agli ossolani di portare avanti questa scelta perlomeno discutibile
Per arrivare a Domo da Omegna in auto ci vuole quasi un'ora, viaggiando su una superstrada scomoda ed insicura, e se si vuole arrivare con i mezzi pubblici, ci sono seri problemi visto che i treni sono pochi e i pullman sono talmente risicati che non li si prende neppure in considerazione , mentre per andare al DEA di Verbania Pallanza si fa in fretta, non oltre la mezz'ora nelle ore di punta
E , cosa fondamentale, ci sono gli autobus Aspan che ogni mezz'ora partono da Omegna e si fermano proprio davanti all'Ospedale, non come a Domo dove l'ospedale è in periferia e per arrivarci a piedi dalla stazione dei treni e dei bus si deve attraversare mezza città !
I politici avranno le loro idee e le loro motivazioni / quali, però ? / ma chi li capisce è bravo , come si suol dire ... e non sempre fanno scelte utili e consone alle esigenze dei cittadini
Sono solidale con il sindaco di Verbania e spero che anche la Regione prenda la decisione più saggia senza lasciarsi condizionare
Io ho provato in passato , quando mio padre era ammalato gravemente, cosa significhi dover andare all'ospedale di Domo, scomodo e lontano, e cosa significhi andare invece al DEA a Pallanza, anche e soprattutto in piena notte con l'urgenza e la necessità di fare il più in fretta possibile.

giovedì 20 novembre 2014

Comunicato Stampa

 Il Sindaco del Comune di Omegna ha incontrato in data odierna presso la sala giunta del Palazzo di Città i responsabili degli istituti di credito presenti sul territorio comunale per rappresentare loro le problematiche derivanti dall'alluvione alle attività economiche e alle famiglie.
 Ha particolarmente sottolineato la necessità che il sistema del credito intervenga con celerità a sostegno soprattutto delle attività economiche anche in relazione all'approssimarsi delle festività natalizie.
 Tutti gli intervenuti hanno comunicato iniziative specifiche già attuate o in corso di attuazione con plafond di finanziamenti ad hoc per il ripristino dei danni dell'alluvione e dato la massima disponibilità a gestire, nei tempi piu' stretti possibili, le richieste avanzate.
 Poiche' in ogni caso un'istruttoria di fido bancario ha dei tempi tecnici, si invitano gli interessati ma prendere contatti mncon i propri istituti di credito facendo presente la propria condizione di alluvionato al fine di attivare al piu' presto le pratiche.

 Omegna, 19.11.2014
 per l'Amministrazione Comunale
 IL SINDACO Maria Adelaide Mellano

PREMIO LETTERARIO DELLA RESISTENZA

Cerimonia pubblica di assegnazione del PREMIO LETTERARIO  della  RESISTENZA Città' di  OMEGNA 2014    sabato  29 NOVEMBRE, presso il  Teatro Sociale , ore 15.00 
 La Giuria, composta da Alba Andreini, Michele Beltrami, Giovanni Cerutti. Laura Pariani (Presidente) e Oresta Pivetta, premia:
 Giuseppe Catozzella, per il libro Non dirmi che hai paura, edito Feltrinelli. 

 La Giuria composta dagli alunni delle Scuole Superiori di Omegna premia:
 Vittorio Buffa per il Libro Io ho visto, edito Nutrimenti.
 (saranno presenti gli autori)

 h. 21.00   una proiezione speciale del film “IO STO CON LA SPOSA”  (ingresso libero)

mercoledì 12 novembre 2014

Torrenti in piena

Piove a dirotto da domenica sera e stamattina, quando sono uscita alle 7 e 25 per andare al lavoro in autobus , attraversando il cortile di una delle case popolari, mi sono ritrovata a passare vicino ad una cascata d'acqua 
I due torrenti che scendono dalla montagna e passano tra le case a pochi passi dalla mia erano straripati inondando la strada ma anche il cortile dell'altra casa di fronte, da cui poi l'acqua fuoriusciva a forte velocità, attraverso il muro Era quella la bellissima cascata che aveva allagato completamente il cortile del palazzo
Stasera, al ritorno a casa dopo le cinque, ho fotografato la cascata Era già buio ma era comunque uno spettacolo bellissimo 





Poi sono andata dal lato opposto della strada dove c'è l'altro torrente, che scendeva impetuoso per finire nelle griglie che lo imbrigliano e lo fanno entrare nei tubi che si immettono nelle fogne
Era anch'esso uno spettacolo affascinante con la massa d'acqua bianca e spumosa




Purtroppo le previsioni annunciano una tregua solo per domani.  La situazione è grave perché tutto il centro di  Omegna è allagato per la fuoriuscita del Lago d'Orta e il Nigoglia, il suo emissario, sta crescendo a vista d'occhio 
Nei dintorni sono cadute frane che hanno obbligato la protezione civile ad evacuare case e persone Il lago è uscito anche a Orta e lungo la strada statale 
La Valle Strona è in allarme rosso con l'ennesima chiusura delle scuole
E domani a Omegna non ci sarà neppure il mercato del giovedì 

domenica 9 novembre 2014

Maltempo

E’ cresciuto di 162 centimetri in poco più di 50 ore il livello del lago Maggiore, un balzo che l’ha portato ad esondare sul lungolago di Pallanza, di Laveno, al Lido e nella passeggiata bassa di Arona. Il volume complessivo dell’invaso è più che raddoppiato in poco più di due giorni. Si è passati dai 308 milioni di metri cubi di martedì 4 novembre ai 648,9 delle 15 di oggi pomeriggio. L’afflusso dei fiumi e dei corsi d’acqua che martedì mattina, alle 8, era di 336,8 metri cubi al secondo, oggi alle 15 era stimato in 3.673,8 metri cubi al secondo. In poco più di 50 ore l’afflusso è diventato undici volte più voluminoso. Intanto continuano ad essere abbassate al massimo le paratie dello Sbarramento della Miorina sul Ticino, nel territorio di Golasecca, per consentire il massimo deflusso delle acque del Lago. Il Consorzio del Ticino, che ha in gestione la regolazione delle paratie e di conseguenza il livello del Verbano, intende mantenere nella massima apertura lo Sbarramento per consentire che il livello delle acque scenda ai dati medi della stagione. Non si registrano particolari difficoltà nella navigazione pubblica. Le previsioni meteo per le prossime 48 ore non prevedono sul bacino imbrifero del Verbano precipitazioni tali da creare ulteriori preoccupazioni. La pioggia farà la sua ricomparsa, anche con forte intensità, tra domenica e giovedì prossimi.  06 Novembre 2014 16:48
Dopo le piogge di luglio ed agosto, dopo le piogge violente di tre settimane fa, da lunedì scorso si è riversato sul Piemonte un nuovo ciclone che ha fatto danni e disastri un po' ovunque
La Valle Strona è stata completamente chiusa al traffico per nuove frane e la situazione è veramente tragica Le scuole sono state chiuse da Mercoledì a venerdì  e chi ci vive ha dovuto passare dal sentiero battuto che da Gattugno sale nei boschi e arriva a Germagno, da dove si è poi dovuto passare per stradine alternative ed altrettanto impervie 
Anche in altre parti del VCO ci sono state frane ed allagamenti mentre in  Val Formazza sono caduti 80-125 cm.di neve, permettendo la riapertura della pista di Riale per tutti gli appassionati del fondo
Oggi c'è stato un pallido sole ma in questo momento sta di nuovo piovendo 
Speriamo che resti pioggia fine e non ci siano più emergenze 

Slogan e polemiche

Manifestazione a colpi di slogan questa sera a Omegna durante il Consiglio comunale nel corso del quale si sarebbe dovuto discutere un ordine del giorno presentato dalla Lega Nord e Fratelli d'Italia in merito alla presenza di un gruppo di stranieri richiedenti asilo in città. 
I due partiti hanno organizzato una sfilata dal centro sino al Forum, dove si teneva il Consiglio comunale (in tutto erano poche decine), ma ad attenderli c'era un centinaio di giovani di sinistra e del gruppo antifascisti del Vco. I due gruppi ci sono fronteggiati a colpi di slogan. Imponente la presenza delle forze dell'ordine  . 

Il Consiglio comunale si è concluso poco dopo le 23 con l'approvazione di un ordine del giorno approvato dalla sola maggioranza e presentato da Alyosha Matella in cui esprime solidarietà alle persone che richiedono asilo politico internazionale. Non hanno partecipato al voto i due consiglieri di minoranza Deriu e Lapidari in quanto non erano presenti al Consiglio i primi tre firmatari dell'ordine del giorno, ovvero Luigi Songa, Stefano Strada, Sergio Bisoglio. I tre non hanno partecipato dicendo che è stato impedito loro da parte degli altri manifestanti - i giovani di sinistra - di salire al Forum dove si svolgeva il Consiglio comunale.  
da www.tuttonotizie.info 
Il consiglio comunale dei giorni scorsi ha portato nuove polemiche tra i partiti di maggioranza di sinistra e quelli di minoranza di destra,
Possibile che con tutti i problemi che ci sono a questo mondo , Omegna compresa, ci si deve incaponire proprio su quei pochi giovani,  provenienti  soprattutto dal Mali,  che sono alloggiati qui a Crusinallo nelle ex scuole elementari  ?
Perché Songa  and company non provvedono a creare una bella cooperativa di pulizie delle strade comunali , sporche e piene di buchi, crepe ecc ecc, con quei begli esemplari di giovani omegnesi scansafatiche che si danno al bullismo cronico e fanno danni ? 
Magari potrebbero offrire un lavoro anche ai giovani africani,   Offrire un mestiere ed un lavoro è senza dubbio più opportuno ed edificante che  andare a fare i raid fascisti  nelle vecchie scuole dove vivono da mesi  questi giovani scappati da un paese povero ed in guerra con Al Qaeda....

Atti vandalici

" La polizia di Omegna ha denunciato tre minorenni, tutti sedicenni omegnesi, per un raid vandalico compiuto il 28 settembre all’ex biblioteca, nel parco Rodari. I tre hanno agito nelle stesse ore in cui la città era in festa per il raduno del Primo Raggruppamento degli alpini. Hanno rotto vetri per un danno di alcune migliaia di euro e incendiato alcune sterpaglie. Già noti alla Polizia di Stato per reiterati episodi di bullismo, danneggiamenti, estorsioni, furti, spaccio di stupefacenti ed altri reati contro la persona ed il patrimonio, sono stati denunciati all’AG per concorso in danneggiamento aggravato. La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino, vista la spiccata tendenza a delinquere, sta ora vagliando la possibilità di adottare misure idonee a tutelare la comunità dai continui atti vandalici ed i giovani stessi dal percorso di autodistruzione intrapreso. "
riassunto di erica da www.tuttonotizie.info  e La stampa. vco
Quel giorno la città era veramente in festa ed ha accolto con gioia ed entusiasmo gli Alpini arrivati anche dalla Francia, oltre che da Piemonte Liguria e Valle d'Aosta, ma ciò che gli Alpini ci hanno mostrato , partecipazione organizzazione e valori di grande civiltà, non sono serviti a nulla ai 3 sedicenni recidivi hanno dimostrato tutta la loro negatività con l'ennesimo episodio di vandalismo
Se non riescono ad uscire dal loro percorso di autodistruzione da soli ( ma le famiglie ? dove sono ? ) forse sarebbe opportuno che provvedano altri, le autorità per esempio, a metterli  in comunità  per seguirli e controllarli e riportarli sulla giusta via ...
Le parole non servono quando si arriva a questi livelli  e così giovani !

mercoledì 10 settembre 2014

Incidente mortale a Crusinallo

Questa sera verso le 18 stavo lavando e preparando della frutta per farla cuocere e fare la marmellata quando ho sentito le sirene delle ambulanze passare in via Bariselli, a due passi da casa. Poi è arrivato anche l'elicottero giallo del 118, che è passato bassissimo sopra il tetto, facendo tremare i vetri delle finestre, ha fatto dei giri concentrici sopra le nostre case e si è abbassato ancora di più fino a scendere in via Bariselli, dove c'è la stazione dei volontari del pronto soccorso
Ho pensato subito a qualcosa di grave, ad un incidente, perché per più di un'ora il traffico è stato deviato sulla nostra strada, stretta e a curve, dove le auto strombazzavano ma andavano quasi tutte troppo in fretta col rischio di scontrarsi !
Finito di cenare ho ascoltato le notizie di AzzurraVco e purtroppo ho avuto la conferma di ciò che avevo pensato
Una moto si era scontrata con un'auto che stava uscendo dal cortile della ditta Faiser e nonostante i tentativi dei medici il centauro era morto 
Una brutta notizia purtroppo ma quando interviene l'elicottero è sempre per qualcosa di grave
Di solito passa velocissimo su in alto sopra le nostre case e quando ritorna ed è altrettanto veloce è perché porta i feriti gravi all'ospedale di Novara
Questa sera è stato molto emozionante vederlo così vicino ma quando è ripartito si è alzato lentamente ed è andato piano verso Omegna, dove ha fatto alcuni giri sopra al campo sportivo e poi è scomparso sul Lago 
Non aveva nessuno da portare in ospedale per salvargli la vita, purtroppo, ma chi pilota questi mezzi di soccorso ha tutta la mia ammirazione perché spesso rischia molto quando deve intervenire in montagna in condizioni spesso difficili e pericolose

venerdì 18 luglio 2014

“Con la cultura si mangia!”

 “Con la  cultura si mangia! Il patrimonio culturale come fonte primaria per lo sviluppo del territorio.” incontro pubblico   venerdì 18 luglio alle ore 20.45 presso il Teatro Galletti a Domodossola  con il relatore del decreto cultura e turismo alla Camera dei Deputati, on. Tiziano Arlotti.  
Introduce Alessandro Chiello segretario Circolo PD Domodossola. Partecipano l’on Enrico Borghi, il sindaco di Domodossola Mariano Cattrini, il vice presidente della regione Aldo Reschigna, il segretario provinciale del PD Antonella Trapani. Modera Gabriele Ricci, vicesegretario Circolo PD Domodossola.
Tutti i cittadini, le forze economiche e sociali, le associazioni, gli amministratori sono invitati a partecipare. Organizza il Circolo PD Domodossola.
Segreteria PD VCO 
www.partitodemocratico.vb.it

domenica 15 giugno 2014

50 capolavori del Museo del Paesaggio a Villa Giulia

Cinquanta capolavori del Museo del Paesaggio sono esposte nelle sale di Villa Giulia con la mostra «Genius Loci», principale evento turistico-culturale dell’estate verbanese. La rassegna espositiva vuole offrire la possibilità di ammirare l’importante patrimonio artistico cittadino in attesa della conclusione dei lavori di messa in sicurezza della sede centrale di Palazzo Viani Dugnani e della sua riapertura. « 
 Le opere esposte comprendono sculture di Giulio Branca, Arturo Martini e Paolo Troubetzkoy e dipinti di Luigi Litta, Daniele Ranzoni, Arnaldo Ferraguti, Achille Tominetti, Sophie Brown, Pierre Troubetzkoy, Eugenio Gignous, Federico Ashton, Mario Tozzi, Siro Penagini. Adriana Bisi Fabbri. I soggetti sono diversi ma la scelta operata dalla curatrice del Museo Federica Rabai con la collaborazione di Giovanni Pizzigoni ha come filo conduttore i luoghi del territorio fissati sulle tele dai grandi artisti.
 «Non a caso - osserva il vicepresidente Antonio Montani - il titolo della mostra vuole esprimere la magia che lo spirito del lago e dei luoghi circostanti ha infuso agli artisti con la sua bellezza». Ulteriore elemento di interesse è l’esposizione dei due capolavori di Jules Cesar Van Loo della Galleria Sabauda di Torino e di un quadro di Lorenzo Peretti Junior della Collezione Poscio di Domodossola.  

La mostra  con ingresso di 5 euro e 3 euro ridotto, con agevolazioni per gruppi, visite guidate, gratuità tra cui quella del giorno del compleanno  sarà aperta fino al 7 settembre tutti i giorni con orario di visita dalle 10,30 alle 22.
 Questo ampio e prolungato periodo di apertura (1556 turni da coprire) ha imposto al Museo la ricerca di volontari da adibire a vari compiti: finora hanno aderito all’appello una cinquantina di persone e varie realtà come Formont, Università della Terza Età, Dante Alighieri, ma la richiesta è ancora aperta. 

Cascata del Toce

La cascata del Toce in val Formazza,  uno scenario unico nelle Alpi con i suoi 143 metri di salto, ha riaperto a pieno regime e fino al 21 settembre sarà aperta dalle 11,30 alle 13,30 nei giorni feriali e dalle 10 alle 16 la domenica . 
Dal 9 al 19 agosto l’apertura sarà dalle 10 alle 16, il 14 e il 15 agosto dalle 10 alle 18 e il 22 agosto dalle 8 alle 10. 

2 nuovi sacerdoti a Crusinallo

Nei giorni scorsi non ho potuto scrivere perché non funzionava il modem wifi , purtroppo
" Ieri alle 10, in cattedrale a Novara, il vescovo Franco Giulio Brambilla ha presieduto la concelebrazione per le ordinazioni di cinque nuovi sacerdoti, di cui tre diaconi originari della Diocesi e due frati cappuccini che operano nella comunità di San Nazzaro alla Costa a Novara. " 
Don Marco Borghi e don Gabriele Vitiello, ventiseienni, sono della parrocchia di San Gaudenzio di Crusinallo di Omegna
Auguri ad entrambi  per una scelta di vita importante ed impegnativa ...

domenica 8 giugno 2014

Spazio di ascolto donne

In questi ultimi giorni, dopo aver terminato di correggere le ultime verifiche ed aver consegnato le relazioni di fine anno ai coordinatori di classe, ho tirato il fiato ( finalmente ! ) e sono tornata a leggere anche la posta elettronica
Tra le mail della newsletter del Comune di Omegna ho trovato questa :
"  Lo spazio di ascolto  rivolto alle donne è gratuito.
 Aperto il mercoledi' pomeriggio dalle 15.30 presso i locali sede A.N.PI. - Stazione ferroviaria di Omegna.
 Chiama per un appuntamento 366 470 7326
 Associazione di promozione sociale Anima Rei
 animareiassociazione@gmail.com "

domenica 27 aprile 2014

I migranti a Crusinallo

Dopo Domodossola e Verbania, anche Omegna ha ricevuto venerdì intorno alle 22,30 i migranti  africani provenienti  da Lampedusa
Sono 30 giovani, provenienti in maggioranza dal Mali, che sono stati ospitati nelle ex scuole elementari di Crusinallo, attrezzate dal Comune con letti e docce per la prima assistenza. Sono già stati tutti identificati al loro arrivo a Lampedusa anche se le forze dell'ordine locali stanno compiendo alcune verifiche di tipo formale.
il sindaco   Maria Adelaide Mellano ha dichiarato : " Molti hanno già chiesto l'asilo politico altri sinceramente non sappiamo cosa vorranno fare, anche perchè sono giunti in città in condizioni davvero distrastrose. Non abbiamo nemmeno una idea su quanto queste persone potranno restare sul nostro territorio. Nei prossimi giorni vedremo cosa succederà."

Non sono mai stata in Mali ma a Bamako la capitale è vissuta per molti anni una delle cugine francesi di mio padre. E' uno stato grande, nato dalla decolonizzazione francese, povero e sfruttato dalle multinazionali per le ricchezze del sottosuolo, con dei governi corrotti ed instabili. Recentemente è assurto alle cronache internazionali per la guerra civile scoppiata improvvisa quando la parte nord del territorio, compresa la città di Timbuctù, è stata occupata da ribelli tuareg e terroristi legati ad Al Quaeda che hanno imposto la sharia ed la violenza alla popolazione locale
Sono intervenute le truppe francesi ma la situazione è ancora non regolarizzata e pericolosa
E l'Europa ha lasciato  l' Italia completamente sola a risolvere il grave problema dei profughi africani che sopraggiungono in massa dalla Libia mentre la Svizzera impedisce a queste persone che vogliono andare nei paesi del nord Europa con regolari permessi identificativi di passare sul suo territorio
E' successo ai migranti ospitati a Domodossola che sono stati respinti alla frontiera e rimessi su un treno che tornava in Italia !
Una vergogna notevole per un grave problema che dovrà essere risolto  in ogni caso ed al più presto ...


Parapendio: open day al Mottarone

Per avvicinare al volo libero  a tutti i curiosi che vogliono sapere che cosa è e come vola un parapendio, open day organizzato dalla scuola North West Paragliding di Baveno (Verbania) per domenica 4 maggio al Mottarone, monte alto 1500 metri sopra Stresa (Verbania), con vista panoramica su ben sette laghi, in particolare il Maggiore con le isole Borromee e quello d’Orta.
 Il luogo è facilmente raggiungibile in auto dalla parte di Stresa e Gignese, con transito a pagamento, oppure dalla parte di Omegna. Consigliabile la funivia da Stresa per godersi l’affascinante panorama.
 Il programma prevede il ritrovo presso il bar Alp situato di fronte alla pista sintetica di sci dove, con l’aiuto di materiale multimediale, lo staff della scuola provvederà dapprima a sgomberare il campo da ogni luogo comune. Si passerà poi a spiegare funzionamento, caratteristiche e funzionalità dei parapendio, mezzi senza motore, che sfruttano le correnti d’aria ascensionali provocate dall’irraggiamento solare del suolo per reggersi in aria, salire in quota e percorrere molti chilometri.
 Dopo la pausa pranzo, sotto la supervisione di piloti esperti, i partecipanti potranno visionare le attrezzature su un prato, effettuare prove pratiche di “gonfiaggio” delle vele e porre tutte le domande del caso. La giornata è gratuita e tra tutti i partecipanti sarà estratto un volo biposto con istruttore da sfruttare subito od in altra data. In caso di brutto tempo l’open day si terrà al palazzetto del ghiaccio di Colazza (Novara).
Gustavo Vitali
Ufficio Stampa FIVL (ASC - CONI) - il volo in deltaplano e parapendio
http://www.fivl.it - 335 5852431 - skype: gustavo.vitali
vitali.stampa (AT) fivl.it
per informazioni sull'OPEN DAY AL MOTTARONE contattare
Andrea Sgaria - 328 5463286- info (AT) northwestparagliding.it
Sito ufficiale: http://www.northwestparagliding.it/

foto da http://www.gustavovitali.it/pagine/comfivl/mottarone-vlb-25-0414.html

giovedì 17 aprile 2014

Addio ad Alberto Peretti

Alcuni anni fa ero andata , durante l'estate, in Germania con il solito gruppo di persone con cui viaggiavo spesso. Volevo vedere Dresda, dove era passato mio papà, prigioniero IMI durante la seconda guerra mondiale, andando da un campo di concentramento nazista ad un altro 
Con me c'era anche Magda Peretti, che voleva  vedere a Berlino i posti dove era stato in prigionia suo papà Alberto
Non fu un viaggio di piacere per noi due  perché quei luoghi erano i luoghi della memoria di un periodo terribile e tragico che aveva visto le sofferenze dei nostri genitori Un periodo che li aveva segnati  profondamente ed aveva distrutto la loro gioventù
Ho riletto proprio nei giorni scorsi nel nuovo  libro di Lino Cerutti dedicato alla resistenza del VCO il racconto fatto da Alberto Peretti e la sua testimonianza di quello che passò nei lager. Come sempre mi sono commossa perché chi ha vissuto con loro non può non commuoversi 
Anche il papà di Magda come il mio papà aveva la passione per lo sci e una volta raggiunta la pensione si era dedicato all'agonismo e  aveva vinto nella categoria Master sei titoli mondiali con gli sci nello slalom gigante e  due volte era arrivato secondo ai mondiali 
Un uomo con una grande forza di volontà e con ancora la voglia di sconfiggere qualsiasi avversità e difficoltà che ha gareggiato e vinto sulle nevi di tutta Italia, ma anche nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti
Sino a questa mattina quando ha tagliato l’ultimo traguardo
Il campione novantenne di Forno di Valstrona è spirato all’ospedale Maggiore di Novara, dove era stato ricoverato lunedì a causa delle gravi ferite riportate mentre con il figlio Ambrogio era intento a tagliare una pianta secca in un terreno della valle . Colpito dal tronco, riportando lesioni di una certa entità, era stato subito soccorso da un elicottero del 118 , trasportato a Borgosesia e poi trasferito al Maggiore di Novara  
I funerali si svolgeranno a Forno  
E' un momento molto doloroso per Magda e la sua famiglia e sono loro vicina con commozione e tanta tristezza
Ma il mio pensiero va' anche a quest'uomo coraggioso a cui auguro di poter continuare a volare sui suoi "legni" anche lassù nel cielo  e  a vincere tante altre gare di sci  nel paradiso degli uomini buoni ...

BANDO DI PARTECIPAZIONE a CONCORSO

Il Collettivo Antifascisti VCO e l'Associazione ANPI Omegna zona Cusio indice un concorso per writers e muralisti dal titolo : “Resistenza”. 
Il giorno prescelto per la realizzazione dei lavori è fissato per 26 APRILE 2014 alle ore 10.00 e terminerà a fine giornata. L'evento si svolgerà presso la Strada Provinciale 229 del Lago d'Orta in prossimità dello svincolo della Galleria del Mottarone, entrando a Omegna, provenendo dal Comune di Pettenasco. In caso di maltempo sarà posticipato il giorno 3 MAGGIO 2014.

martedì 8 aprile 2014

Le Rive e la Resistenza nel VCO

Sabato scorso presso la Biblioteca Civica Gianni Rodari ad Omegna Filippo Colombara ha parlato degli scioperi del 1944 nella nostra zona
Venerdì prossimo, 11 aprile, sempre in Biblioteca, alle ore  17, 30, verrà presentato il libro di Lino Cerutti  " Le Rive e la Resistenza nel Verbano Cusio Ossola" , con la presenza dell'autore e di Mauro Begozzi
Il volume raccoglie gli articoli pubblicati negli anni scorsi sulla rivista  Le Rive riguardanti il periodo della Resistenza qui ad Omegna e in Valle Strona
Per la prima volta saranno raccontate anche le vicende della famiglie ebree che furono nascoste in Valle
Saranno anche presenti 3 deportati nei lager nazisti, che parleranno delle loro esperienze in quei terribili anni di guerra

mercoledì 26 marzo 2014

Ai cittadini di Omegna

Ai cittadini di Omegna 
  Invito ad incontro pubblico. Giovedì 27 marzo, ore 21.oo, Circolo Arci F. Ferraris Omegna

In questi quattro anni il Piemonte ha dovuto assistere, suo malgrado, ai continui fallimenti dell’Amministrazione regionale di centrodestra e al suo più totale disinteresse nei confronti delle reali esigenze dei cittadini. Sono state compiute scelte sbagliate e spesso dannose per la nostra regione in molti ambiti, tra i quali la Sanità, le Politiche sociali, lo Sviluppo, il Trasporto Pubblico Locale, l’Università e la Cultura.
In questi quattro anni il Gruppo consiliare regionale del PD non soltanto ha svolto un ruolo di opposizione, ma ha anche elaborato proposte concrete per il futuro del Piemonte.

Per approfondire questi temi, Le rivolgiamo l’invito a partecipare all’incontro pubblico che si terrà Giovedì 27 marzo, ore 21.oo, Circolo Arci F. Ferraris Omegna.
Saranno presenti, con me, il segretario provinciale del PD Antonella Trapani ed il sindaco di Omegna Maria Adelaide Mellano. Nella speranza che vorrà accogliere l’invito, inviamo i più cordiali saluti
Il Presidente del gruppo Regionale PD
Aldo Reschigna

Partito Democratico 
Coordinamento provinciale VCO
Via Roma 24, 28921 Verbania
Tel. 0323 401272
web: www.partitodemocratico.vb.it
mail: info@partitodemocratico.vb.it
skype: partito.democratico.vco
twitter: Democratici vco

La Scuola dei Genitori -

La Scuola dei Genitori -  Percorsi di promozione e di sostegno delle competenze genitoriali

 All'interno del progetto "Per fare un albero" che ha ricevuto il sostegno della Fondazione Cariplo, l'Associazione Studio Kappa propone:
 "La Scuola dei Genitori" Percorsi di promozione e di sostegno delle competenze genitoriali 
 Omegna (VB) - Marzo / Aprile 2014
 Percorso rivolto a coppie o a singoli genitori di bambini in età compresa tra i 3 e gli 11 anni, che intendono approfondire le seguenti tematiche:
- Educare i bambini all'affettività
- Educare a bambini all'identità di genere:
 -Crescere figli maschi, crescere figlie femmine
 -Il ruolo del padre nella crescita dei figli
 Date e sede del corso :26 Marzo, 2 - 9 - 16 aprile h 20.30 presso Ludoteca di Omegna, via XI Settembre 9, Omegna

venerdì 14 marzo 2014

Dati Anmil per l' 8 marzo

A Gravellona Toce l’Anmil, l’associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro del Vco, ha  celebrato l’8 marzo con le donne infortunatesi sul lavoro
«Una donna che ha avuto un infortunio grave è due volte vittima - ha affermato il presidente dell’Anmil Giovanni Mirici Cappa -. Non ha più la vita di prima, viene sovente emarginata o comunque resta ai margini del mercato del lavoro e non riesce più ad essere la padrona di casa». 
Una discriminazione a volte sottile come testimonia Francesca Colosimo: «Lavoravo in una struttura per anziani e nel sollevare una paziente mi sono ritrovata con un grave infortunio alla mano: quando sono tornata pur non potendo svolgere molte attività perché non avevo più la forza per farlo le facevo ugualmente perché non le avrebbe fatte nessuno.  
Poi, vista la gravità dell’infortunio, l’Inail, che devo ringraziare perché mi hanno seguita con l’Anmil, mi hanno dato una rendita». 
Tante storie uguali.
 Come quella di Monica Ferzola. «Ho avuto amputate le dita della mano destra sotto una trancia - racconta -. È brutto quando si hanno dei bambini non poter fare quello che si vorrebbe: per tutto mi devo far aiutare. Ho avuto la fortuna di avere un marito e suoceri meravigliosi che mi hanno sostenuto quando ero depressa. Ancora oggi mi sveglio con l’incubo e rivedo la trancia che mi taglia le dita». Stesse parole per Roberta Primatesta che ha avuto anche lei un grave incidente e ora è vice presidente dell’Anmil.  
«Siamo vicini a chi ha bisogno: questo è il nostro compito - ha affermato Monica Villavecchia direttrice Inail del Vco -. Purtroppo gli infortuni al femminile nel Vco sono in aumento. Sono ancora in elaborazione i dati del 2013, ma non si discostano da quelli del 2012 quando ci sono state 540 denunce di incidenti sul lavoro di donne, l’1,7% in più rispetto all’anno precedente; si tratta di incidenti in “itinere”, ovvero avvenuti nel tragitto casa-lavoro. Sempre nello stesso periodo abbiamo avuto 60 denunce di malattie professionali».  da La Stampa VCO

I cinghiali VCO non sono radioattivi

" Nessuno dei cinghiali analizzati del Vco è radioattivo. E' l'esito delle analisi svolte dall'Istituto zooprofilattico di Vercelli sui 36 campioni che sono stati inviati dall'Asl Vco. Si tratta di lingue e tessuti muscolari di animali uccisi in passato e poi congelati (16) e altri appena abbattuti nei piani di contenimento o dopo incidenti stradali (20). Gli animali provengono da tutta la Provincia. In tutti la presenza di cesio 137 è inferiore alla soglia minima.
Le analisi continuano e nei prossimi giorni arriveranno i dati di altri sei animali." da la Stampa vco
Questa è una bella notizia Così si potranno mangiare senza problemi ! 
I cinghiali sono numerosi anche sul nostro territorio e spesso fanno danni notevoli  Non è piacevole incontrarli nei boschi o nei campi, ma talvolta anche sulle strade di periferia dove sbucano all'improvviso , soprattutto verso sera
E le femmine con i loro piccoli, così carini ma anche così numerosi, possono essere molto aggressive
Chi li ha introdotti anni fa per la caccia, non ha saputo contenerli ed ora sono un vero problema, ahimè
Ma visto che non sono radioattivi come quelli della Valsesia possono diventare un'ottimo pasto con la polenta o paté e salumi, squisiti e pregiati! 

Penne nere alpine al cioccolato

" La penna nera è rigorosamente in cioccolato fondente. Ma anche il resto del capello alpino non è da meno e più che da indossare è da gustare. L’idea è del pasticciere di Omegna Luca Antonini, lo stesso che aveva ricreato la «Torta in cielo» di Gianni Rodari, che ha voluto rendere omaggio al 17° raduno del 1° Raggruppamento delle penne nere che si terrà a Omegna il 27 e 28 settembre a Omegna ." da La Stampa vco
Che sarebbero arrivati gli Alpini ad Omegna lo sapevo da tempo perché a scuola stanno preparando un concerto ed altre attività in alcune classi
La novità dolciaria è però una gradita e piacevole sorpresa che andrò sicuramente a gustare , come avevo già fatto anche per la Torta in Cielo
Gli alpini arriveranno da tutta l’Italia Nord Occidentale, Piemonte, Liguria Valle d’Aosta, e dalla Francia 
20 mila persone circa da sistemare in un territorio che non ha molta capienza ricettiva  ma gli albergatori della zona che hanno fatto il pienone in un periodo - fine settembre - che solitamente non è da tutto esaurito sono comunque tutti molto contenti .
E  lo storico Lino Cerutti, impegnato nell'organizzazione della parte storica e culturale, ha dichiarato  «Questo evento ha anche una ricaduta promozionale sul territorio perché  per il raduno verrà editato un numero speciale di Penne nere del Cusio dedicato non solo alla manifestazione, ma anche al territorio. Inoltre c’è un percorso di preparazione affinché anche il territorio possa accogliere gli alpini».  
Tra le iniziative più significative vi è il progetto «I segni della memoria» che ha coinvolto gli studenti del Cusio nel fare ricerche sulla storia degli alpini attingendo dai ricordi di famiglia. Con gli studenti a indirizzo musicale è stato varato un altro progetto che  terminerà con un concerto il 3 giugno. Domenica 28 settembre Omegna vedrà la sfilata degli alpini da via De Angeli sino al lungolago Gramsci. La sera precedente in piazza del municipio ci sarà un concerto delle bande alpine ed uno  spettacolo pirotecnico.  

3° processo Montefibre per amianto

Nel terzo processo Montefibre legato alle morti e alle lesioni per l’esposizione all’amianto, in corso a Verbania, mercoledì un gruppo di 14 ex dipendenti, i cosiddetti lavoratori «sani», ha chiesto di costituirsi parte civile:  
«È come avere una spada sopra la testa, senza sapere se e quando cadrà. Conviviamo ogni giorno con la paura». 
Viene chiamato «danno d’ansia» 
Questa richiesta è una novità per i processi Montefibre a Verbania,  ma in Italia ci sono stati altri precedenti nel caso Eternit di Casale Monferrato e nel disastro di Seveso 
Richieste di costituirsi parte civile sono arrivate anche dalla Cgil di Verbania e da  dodici lavoratori  o loro familiari  Cinque sono già deceduti - quattro per mesotelioma e uno per le complicazioni legate alle placche pleuriche-, sei hanno subito lesioni -placche pleuriche-   Una di loro è una familiare di un uomo che ha lavorato per anni esposto all’amianto. 
 Chi ha lavorato a contatto con l’amianto  ha paura .Questo sentimento è condiviso dai tanti lavoratori che in questiultimi  anni hanno visto morire per mesotelioma o patologie simili, una cinquantina di colleghi.  Dopo anni di ansia questi ex lavoratori si affidano ora alla giustizia.  
 Intanto la Cgil sta iniziando una nuova campagna di controlli.  Stanno chiamando tutti quelli che hanno ottenuto benefici contribuitivi per sottoporsi a visite, poi passeranno a quelli che avevano fatto la domanda di questi benefit, ma che non erano state accolte perché presentate in ritardo. In tutto circa 700 persone .  

giovedì 6 marzo 2014

Piemonte al passo !

Mentre il paese guarda avanti e arranca, Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli sono agganciate saldamente all’Europa. Sanno orientare i fondi, formano i giovani, studiano, programmano. Sono sistemi «al passo».   Il quadro di valutazione sull’Innovazione pubblicato ieri dalla Commissione Ue rileva che l’Europa sta colmando il divario con Usa e Giappone, ma le differenze sul piano della resa innovativa tra gli stati restano considerevoli e si riducono lentamente. 
... sulla mappa sono le tre regioni in verde chiaro («al passo coi leader») nella penisola tutta gialla («innovatrice moderata»), degli avanguardisti dello sviluppo, piemontesi, emiliano-romagnoli, friulani. I primi sono nel gruppo vicino ai migliori da almeno quattro anni, gli altri sono appena arrivati. Vero è che il Mezzogiorno sta recuperando ed è ora al livello della Lombardia. Però, nell’insieme, viene fuori che l’Italia veste una livrea da leopardo con solo tre macchie innovative. «In Piemonte  c’è un tessuto industriale forte che ha permesso di resistere meglio alla crisi rispetto ad altre realtà nazionali». A suo avviso, «la presenza della Fiat è stata importante come tutto il sistema delle piccole imprese, hanno fatto la differenza mentre il Paese faticava». La regione sabauda è in effetti la migliore a livello nazionale per l’innovazione del business, per la capacità delle piccole imprese di evolversi con progetti fatti in casa e la dote di saper introdurre i processi. E’ regina, infine, anche per la qualità della manodopera ad alta specializzazione.  da La Stampa To
Finalmente una bella notizia Speriamo che anche il VCO piuttosto in crisi si riprenda e raggiunga il meglio della sua regione al top !

APRIRE UN BED & BREAKFAST

Sabato 15 marzo 2014, presso la villa Ex Biblioteca civica di Omegna, Parco Maulini (Area Forum), l'Assessorato al Turismo e Commercio della Città di Omegna organizza un incontro pubblico sul tema: COME E PERCHÉ APRIRE UN BED & BREAKFAST. Una diversa ospitalità… Incontri, esperienze, opportunità economiche.

 PROGRAMMA
 Ore 9,15: Saluto del Sindaco Maria Adelaide Mellano
 Ore 9,30: Introduzione dell'Assessore al Turismo e Commercio Maurizio Frisone

 Interventi
 Ore 09,45: Salvatore Lo Nigro, “Ospitalità e flussi turistici nel VCO”
Ore 10,00: Associazione Case Piemontesi, “Aprire, gestire, migliorare il nostro B&B”
Ore 11,00: Antonia Santopietro, “Il web come opportunità di promozione del proprio B&B”
Ore 11,30: Dibattito
 Ore 12,45: Conclusioni

 L'evento è realizzato con la collaborazione di: Associazione Case Piemontesi, Ufficio IAT e Pro Loco di Omegna.
 Info: Assessorato al Turismo, tel. 0323 868446, e-mail: turismo@comune.omegna.vb.it

Omegna , il suo lago ed i dintorni sono belli in tutte le stagioni dell'anno e potrebbero diventare una grande attrattiva per molti turisti 
Il problema è da anni la mancanza di posti letto 
In questo periodo di crisi aprire un bed and breakfast potrebbe essere un'opportunità , una fonte di guadagno ed una soluzione ideale per chi vuole soggiornare in loco senza spendere troppo

sabato 1 marzo 2014

Concorso Giovani Collezionisti


CONCORSO
GIOVANI COLLEZIONISTI 2014
Per under 28 residenti in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
SCADENZA prorogata al 30 marzo 2014

Parte la Terza Edizione del concorso Giovani Collezionisti che grazie al sostegno di Banca Regionale Europea intende premiare le migliori collezioni dei giovani residenti in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Perché si colleziona? Come nasce l’idea di formare raccolte? Quali sono le relazioni tra gli oggetti della collezione e il progetto del collezionista? In che modo e perché le collezioni, da fatto privato, si trasformano spesso in patrimonio pubblico?
Queste le domande che stanno alla base del concorso ideato da Palazzo Madama e sostenuto da Banca Regionale Europea. Il patrimonio del Museo raccoglie opere d’arte dal medioevo all’epoca barocca e si è costituito, fin dal 1863, grazie all’acquisto o al dono di singole opere e di intere collezioni, radunate da esperti o da semplici cittadini animati da curiosità, intuito e passione.
Collezionare significa spesso cercare qualcosa dentro di sé e nel mondo che ci circonda, costruire un ordine fantastico per i propri sogni e per i propri pensieri, organizzarli meglio, esplorare nuovi campi di relazione, scoprire rapporti nascosti tra le cose che ci circondano e dentro l’esperienza quotidiana della nostra vita. Altrettanto spesso, le collezioni interagiscono con il tempo, fissando momenti particolari di vita e di storia, sottraendoli al ritmo naturale del decadimento e della perdita e consegnandoli così al flusso profondo del ricordo e della memoria.
Fin da bambini ci comportiamo in fondo come dei curatori museali, osservando, scegliendo, conservando, selezionando, scambiando, mostrando ad altri. Questo bisogno di controllare il mondo ed in un certo modo di comprenderlo e di significarlo ci accompagna lungo il corso della vita.
L’attenzione a questo iniziale rapire dal mondo attraverso il possesso si posiziona prima o in contemporanea al vero gusto del collezionare, altro passaggio presente nella vita di ogni bambino.  Che cosa collezionano i bambini, i giovani e gli adulti? Di tutto, e tutto assume la veste di brandelli di mondo scelti, posseduti per conoscerlo meglio e imparare a orientarsi. 
Alla sera, in un angolo della casa, queste prime collezioni improprie prendono vita e si articolano in serie, semplicemente riguardandole o giustapponendole, o anche dimenticandole là dove erano state lasciate. In questo riflettere e selezionare, in questo racchiudere in un altro luogo osservando in modo nuovo, in questo estrapolare dal flusso della realtà si può già intravedere il gesto del museo.  Le collezioni vivono del principio della serialità, del tentativo di completare un insieme che si vorrebbe finito; si aggiunge un tassello alla volta mentre si cerca pazientemente di ricomporre un puzzle.
Nel collezionare entrano in gioco varie azioni: possedere, contare, ammirare, studiare, conoscere, collegare, completare, - solo per citarne alcune - ma è proprio nell’unire categorie di oggetti posizionandoli in insiemi significativi che si colloca la specificità di questa molteplicità di atti. Questi insiemi, che trasformano il singolo oggetto in segno, sviluppano un discorso che diventa simbolico, estetico, culturale e che conduce strettamente ad una prima riflessione sulla funzione stessa del museo.

 “Giovani Collezionisti” intende promuovere ed esplorare il fenomeno del collezionismo, analizzarne i meccanismi e gli obiettivi per meglio comprendere le collezioni del passato e per trovarne il senso vitale nella società di oggi, creando una nuova rete di contatti tra le collezioni storiche del Museo e il mondo del presente. 

 “Giovani Collezionisti” ha lo scopo di valorizzare il collezionismo privato dei giovani under 28 residenti in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, valutandolo e premiandolo non per il valore commerciale degli oggetti, ma per la cura, la coerenza e l’originalità del progetto.

 La Commissione di valutazione selezionerà a proprio insindacabile giudizio, le migliori tre raccolte, che riceveranno un premio in denaro offerto da Banca Regionale Europea.
In palio 500 euro per ognuno dei primi classificati nelle tre categorie:
Junior (7-12 anni) nati dal 1 gennaio 2002 al 31 dicembre 2007    
Teen  (13 - 17 anni) nati dal 1 gennaio 2001 al 31 dicembre 1997    
Friends  (18 - 28 anni) nati dal 1 gennaio 1996 al 31 dicembre 1986    

Scadenza: 30 marzo 2014. La partecipazione è gratuita
sito palazzo madama torino