domenica 28 febbraio 2010

L' amore non svanisce mai

L'amore non svanisce mai
La morte non e' niente, io sono solo andato nella stanza accanto.

Io sono io.
Voi siete voi.
Cio' che ero per voi lo sono sempre.
Parlatemi come mi avete sempre parlato.
Non usate un tono diverso.
Non abbiate l'aria solenne o triste.
Continuate a ridere di cio' che ci faceva ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa come lo e' sempre stato.
Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.
La vita ha il significato di sempre.
Il filo non e' spezzato.
Perche' dovrei essere fuori dai vostri pensieri?
Semplicemente perche' sono fuori dalla vostra vita?
Io non sono lontano, sono solo dall'altro lato del camino. ..
Charles Peguy

Sette anni fa, il 28 febbraio, ci lasciava mio papà, dopo tanti mesi di malattia e di sofferenze, ma lui è ancora qui con noi, nei nostri ricordi e nelle foto, quelle foto che erano la sua passione insieme con gli sci, con cui passò tanto tempo per gran parte della sua lunga vita. L'amore non svanisce mai ... noi preghiamo sempre per te !

Dopo le ultime piogge

Anche oggi piove. In questa ultima settimana fa un po' meno freddo e quando non ci sono le nuvole e la foschia, al mattino la luce arriva prima. Le giornate si allungano e si spera in un ritorno della primavera, dopo i due lunghi mesi di brutto tempo, di neve, di piogge e di continue gelate notturne
Mercoledì c'era il sole ed ho fotografato il Mottarone, con l'ultima infarinata di neve appena caduta
E dalla parte opposta, dietro alla Colla, e verso Ornavasso e l'Ossola, il bellissimo " 3 Gobbi" , anche se in effetti non si chiama così !

E' bello vivere qui, con le prealpi intorno ed i boschi di castagni, betulle, robinie e altre piante cresciute spontaneamente che salgono lungo le loro pendici...

venerdì 26 febbraio 2010

Aria pulita a Omegna

Domenica 28 febbraio 2010 in occasione della campagna di sensibilizzazione per una buona qualità dell'aria, è prevista una giornata senza auto.
Il Comune di Omegna, a tal proposito, informa che le centraline di monitoraggio della rete comunale hanno individuato una presenza di monossido di carbonio (CO), noto anche come ossido di carbonio, ben al di sotto dei valori limite che sono stati disposti per la protezione della salute umana.
Pertanto in ragione sia del fatto che la qualità dell'aria della città di Omegna resta buona, tra le migliori del Piemonte, e sia per il fatto che la chiusura del traffico stradale nel nostro Comune comporterebbe notevoli difficoltà dal punto di vista della viabilità, l'Amministrazione non aderisce al blocco totale del traffico, ma invita i cittadini ad aderire a tale campagna di sensibilizzazione, utilizzando i propri veicoli a motore lo stretto minimo necessario.
Dalla Sede comunale, addì 25 febbraio 2010
L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Questa è una buona notizia Speriamo che tutti gli Omegnesi domenica vadano comunque a piedi ...

martedì 23 febbraio 2010

Ellebori

Gli ellebori sono dei bellissimi fiori che sbocciano nel freddo dell'inverno
Quest'anno i mesi di dicembre gennaio ed anche febbraio sono stati decisamente freddi, con neve e ghiaccio, ma i miei ellebori, uno ormai vecchio perchè è in un angolo del giardino da quasi vent'anni, l'altro nato dai semi del primo lì accanto, ricco di fiori rosa chiari e scuri, sono tutti fioriti ...
Uno spettacolo notevole di madre natura, che ho fotografato sabato scorso per condividerli con chi visita il mio blog

Dolce dormire


Sabato scorso c'era un bel sole caldo, dopo le piogge ed il freddo di venerdì.
Teddy e mamma gatta, la mia bellissima Killer che ama farsi fotografare, hanno dormito per buona parte della mattinata in mezzo ai vasi dei gerani, nella serra, vicino ai vetri delle finestre.
Dormire, dolce dormire ... tranquille e beate e felici gatte, che vivono serene una gran bella vita di ozio, di coccole e di affetto costante
Gatte fortunate !!!

Messa in sicurezza della Scuola De Amicis

"Duecentoquarantaseimila euro dall’Inail regionale al comune di Omegna per la messa in sicurezza dell’immobile in via De Amicis.
Un contributo che era stato richiesto nei mesi scorsi dopo la pubblicazione di un apposito bando e la cui erogazione è stata ufficializzata questa mattina.
Il progetto presentato e redatto dall’architetto Vergerio, per conto del comune, prevede una serie di lavori alle scuole elementari e medie per ottenere il certificato definitivo di prevenzione incendi.
In particolare, la compartimentazione dei vani scala, la parziale installazione dei serramenti e la sostituzione dei vetri a norma di legge e, infine, l’abbattimento delle barriere architettoniche. Soddisfazione nelle parole del primo cittadino del capoluogo cusiano Antonio Quaretta. “Accogliamo questo contributo come una bella notizia - così Quaretta - che ci consente, finalmente, di mettere a norma questo edificio. E’ la dimostrazione che l’amministrazione è capace di cercare i finanziamenti contrariamente a quello che qualche sprovveduto asserisce e dichiara”. Il riferimento, neppure troppo velato, è al Re Nigoglia che nel corso del Carnevale aveva bacchettato su questo tema il comune di Omegna " da http://www.vcoazzurranews.info/
Non so chi sia il Re Nigoglia di quest'anno, perchè non sono andata in centro per il Carnevale, ma so che era veramente ora che si provvedesse a mettere in regola la scuola.
Sono una delle reponsabili dell'antincendio delle Medie, ho seguito giusto un mese fa un corso con i Vigili del Fuoco per due pomeriggi ad Ornavasso e sicuramente ci sono parecchi lavori da fare per essere completamente a norma di legge
Spero anche che il Comune trovi anche qualche altro soldino per rinfrescare i muri delle nostre classi. Alcune hanno i muri che non vedono una mano di pittura da troppo tempo ( non da quando ci andavo io secoli fa, ma quasi ) ed il bianco è diventato di un bel ... nero fumé !

Volontariato e UILDM

Nel primo quadrimestre il laboratorio di Volontariato con 20 ragazzi e ragazze di 3 seconde della Scuola Media Beltrami ha preparato tanti lavori per il mercatino di Telethon.
E' stata un'esperienza interessante, anche se a volte faticosa per i ritmi affrettati.
A gennaio ci siamo poi incontrati con la volontaria della UILDM di Omegna, che ha mostrato dei video sulla distrofia muscolare e quali sono le attività svolte dall'associazione locale.
Noi due insegnanti abbiamo concluso il quadrimestre con un lavoro scritto.
Abbiamo posto al gruppo di studenti un quesito: " Impressioni circa l'attività svolta "
Sapevamo fin dall'inizio che tutti i partecipanti al Laboratorio quest'anno erano venuti spontaneamente e ben consapevoli di cosa avrebbero fatto.
Erano stati scelti solo in 20 su 29 o 30 che avrebbero voluto seguire le nostre attività della prima parte dell'anno scolastico
Ecco cosa hanno scritto alcuni ed alcune di loro
" A me è piaciuto molto questo laboratorio perchè i lavoretti che abbiamo fatto sono stati venduti per aiutare le persone malate di distrofia muscolare. Il ricavato è stato di circa 900 euro. Questo è stato molto divertente perchè è bello sapere di aver fatto un lavoro per aiutare altre persone ...E' bello avere il piacere di aiutare gli altri e di fare il proprio lavoro con il cuore." a.b.
"Personalmente ho trovato molto interessante questa esperienza perchè ho imparato molte cose...e mi ha fatto riflettere su quello che purtroppo può succedere a delle persone comuni che comunque hanno il diritto di essere aiutate e di essere felici. Penso che tutti debbano battersi per eliminare le barriere architettoniche, per eliminare l'infelicità di queste persone / nota di erica: le persone che sono obbligate a muoversi sulle sedie a rotelle /..." m.g
."A me questo laboratorio è piaciuto molto...la parte più soddisfacente è stata quella in cui si vedeva il risultato finale, di come erano usciti i nostri lavori, ma anche vedere che gli altri li hanno apprezzati molto ... La parte più semplice è stata quella di stare con gli altri, abbiamo collaborato senza problemi tutti insieme allegramente... Io personalmente ho imparato tante cose nuove, il significato di alcune malattie, la conoscenza di nuove parole e di nuove malattie, ho imparato anche ad aumentare la mia compassione per le altre persone..." p.p.
"... Vorrei tanto che l'anno prossimo ci sia ancora questo laboratorio perchè mi è piaciuto veramente molto"k.f.
" Il laboratorio è stato molto divertente. Quando ho dovuto scegliere /a settembre/, ho scelto volontariato perchè in questo laboratorio si faceva del bene per delle persone meno fortunate di noi e questo mi piace. Quando abbiamo iniziato non riuscivo a fare tutto,ma con qualche settimana di esperienza ci sono riuscito.Mi è piaciuto molto lavorare con la carta di riso..." l.d.
" Mi sono divertita a fare i lavoretti in gruppo. Era faticoso, ma ce l'abbiamo fatta. Abbiamo fatto tanto casino, però dopo un po' di sgridate,abbiamo lavorato. Oggi è il penultimo giorno, peccato..." m.a.
"Questo laboratorio è stato piacevole...purtroppo sta per terminare ma quello più importante è stato aiutare queste persone con la distrofia muscolare. Mi sento bene ad aver contribuito / a Telethon/" n.f.
"Mi dispiace molto che sia già finito tutto così in fretta perchè mi sono divertita un mondo!!! Se posso più avanti lo rifarei molto volentieri sapendo che posso aiutare gli altri..." m.j.

Quanto siamo lontani da quella pagina di Face Book dove un branco di idioti incitava ad uccidere i Down e porcherie simili
La solidarietà ed il volontariato insegnano ad amare anche chi è in difficoltà, qualsiasi tipo di difficoltà

domenica 21 febbraio 2010

La Resistenza in Valle Strona

" Arrivando dal centro di Omegna, si prende via De Angeli e si arriva al ponte sul fiume Strona, che scende dalla valle omonima. Una valle molto bella con la stretta strada che sale curvando lungo il fiume a raggiungere i vari paesi su su fino a Forno, l'ultimo prima delle montagne e dei sentieri alpini che hanno visto passare, x due lunghi anni e due inverni freddi e nevosi, il '43-44 ed il '44-45, i partigiani combattenti ed i fascisti ed i tedeschi che rastrellavano tutta la zona, confinante con l'Ossola e la Svizzera e con la Valsesia."
dal mio Blog Pensieri in Libertà 22 aprile 2007
Nella primavera 1994 insegnavo francese in Valle Strona ed ho collaborato con altri insegnanti della scuola ad una ricerca dei ragazzi di seconda e terza media di Valstrona, da cui nacque poi un piccolo libretto curato editorialmente dal Comune e con il patrocinio della Regione Piemonte. Le foto erano di Carlo Pessina.
Il titolo era I Luoghi della resistenza in Valle Strona e la maggior parte delle testimonianze era stata raccolta dagli alunni nei diversi paesi.
I testimoni erano le donne e gli uomini che avevano assistito agli avvenimenti, agli eccidi ed alle stragi dei Fascisti e dei Nazisti ed alle aggressioni, ai pestaggi o alle morti di alcune donne che avevano protetto i partigiani, spesso i mariti o i figli che erano saliti in montagna.
In questa piccola valle, conosciuta attualmente da pochi appassionati di montagna, splendida e solare, gli episodi atroci furono molti, troppi in effetti.
Io ho tradotto dal dialetto locale le voci ed i racconti registrati ed ho scritto a computer gli episodi più significativi.
In queste storie di tanti anni fa ci sono i nomi dei 6 giovani della valle e della pianura, che morirono fucilati a Strona il 27 giugno '44, senza conforto religioso, dopo essere stati presi in un'imboscata e condotti a Omegna, per essere interrogati, condannati a morte e riportati su in paese su un camion; i 9 giovani che, feriti o ammalati, furono accolti nella casa del parroco don Giulio Zolla, ma vennero barbaramente assassinati a Forno il 9 maggio '44 dai militi della Muti, giunti da Fobello con il sottotenente De Filippi.
Veramente toccanti le parole del parroco Zolla, scritte per non dimenticare quei sanguinosi momenti di barbarie e ferocia a cui dovette assistere e le parole del fascista che gli ordinò di tenere i cadaveri dei morti, finiti tutti con un colpo in testa, lì sul posto fino alla sera, per farli poi portare al cimitero dagli uomini che sarebbero rientrati dal lavoro.
Alcuni testimoni partigiani, che hanno raccontato episodi di guerra e di fughe che hanno permesso loro di sopravvivere, seppur feriti, li ho conosciuti anch'io molti anni dopo quelle vicende, come Sabatino Meloni o Pippo Coppo, comandanti di brigate partigiane, che vivevano qui a Crusinallo, Bortolo Consoli, che era amico dei miei genitori e veniva spesso a casa mia e nelle scuole a parlare con gli alunni, Bruno Rutto e suo fratello, che lavorava con mia mamma, e il dottor Balconi, di Omegna, che in qualità di medico fu di grande aiuto per tutti quelli che avevano bisogno e che andò spesso a prendere i morti abbandonati.
Alcuni dei nomi di quei giovani li avevo già sentiti nominare da mia mamma, come Nandino Bariselli e Giovanni Sozzi, suoi compagni di classe, uccisi a Chesio il 9 maggio ' 44 da una compagnia di militi fascisti della Tagliamento, dopo essere stati presi insieme con altri 3 della loro pattuglia e crudelmente torturati, o Alberto Realini, cognato della sua collega d'ufficio, ucciso il 14 aprile 1945 all' Alpe Cardello, qui sopra Crusinallo.
Realini e i suoi due compagni, probabilmente traditi dalla spiata di una donna e caduti in un'imboscata, si difesero strenuamente ma furono sfigurati dalle molte ferite e uccisi da un colpo di pistola sparato a bruciapelo.
I fascisti scesero poi a piedi giù dall' Alpe Colla e arrivarono qui dietro a casa mia.
Erano i fascisti al comando del tenente Finestra del presidio di Omegna, che si trovava all'interno delle scuole e degli uffici della ferriera Cobianchi, la ditta dove mia mamma era impiegata.
Quando arrivarono a fondovalle, in casa di mia nonna c'erano solo lei, mia zia e mia mamma, che dovettero uscire e chiedere loro se avevano bisogno, perchè uno era portato a braccia su di un asse.
Il capo disse che il soldato era solo ferito ma che andava tutto bene, per mia mamma invece, che prestava opera di soccorso volontario in ospedale a Omegna con le suore, era già morto!
Da Omegna i fascisti se ne andarono il 24 aprile 1945, con un accordo con i capi partigiani, che li lasciarono liberi di scendere verso Gravellona e verso il lago Maggiore, Baveno, Stresa, Arona ed il fiume Ticino.
Mia mamma incontrò i primi partigiani scesi a valle proprio qui in fondo alla strada, seduti su un sasso che fumavano...
Ma la Valle Strona non festeggiò la partenza dei fascisti e dei tedeschi perchè ancora stava piangendo la morte di tanti giovani e di Giustina Peretti, giovane donna incinta di diversi mesi, che fu trovata in casa, a Forno, con la figlioletta e uccisa il 25 marzo 1945 da una raffica di mitra.
Quel giorno i militi della brigata Ravenna stavano cercando un partigiano ferito e le loro nefandezze in paese furono notevoli : minacciarono di morte il parrocco Zolla, bruciarono diverse case della piccola frazione di Otra, rastrellarono gli abitanti ed uccisero prima Giustina, dopo averla schernita e beffeggiata, e poi Calogero Calleri, un giovane operaio siciliano che lavorava nelle miniere di Campello.
Calogero subì sevizie e torture e fu fucilato alle porte del paese.
Di loro e di tutti gli altri martiri della Resistenza restano lapidi, monumenti, murales e cippi a ricordo.
A tutte le donne della valle, che hanno rischiato più volte la vita x autare i resistenti, è stato eretto all' Alpe Quaggione un monumento in memoria.
* Bortolo Consoli fu x anni il presidente dei partigiani locali sopravvissuti e scrisse parole di fuoco quando l'ex tenente Finestra, il comandante fascista del presidio di Omegna, dove morirono tanti partigiani e civili nei due anni della resistenza nelle azioni dai lui comandate, fu eletto sindaco di Latina!

Shlomo Venezia

" Ritengo che ci sia una differenza tra noi, spravvissuti del Sonderkommando, e gli altri sopravvissuti di Auschwitz, anche se questa affermazione può ferirne alcuni. Gli altri sopravvissuti hanno certamente sofferto la fame e il freddo più di me, ma non sono stati costantemente a contatto con i morti. Vedere ogni giorno tutti quei gruppi arrivare ed entrare senza speranza, senza più alcuna fiducia, allo stremo delle forze, era davvero uno spettacolo terribile. Se dico che la vita nel Sonderkommando era molto più pesante è perché ho avuto occasione, a Melk e a Ebensee, di vivere l'esperienza comune degli altri deportati....Non ho più avuto una vita normale. Non ho mai potuto dire che tutto andasse bene e andare, come gli altri, a ballare e a divertirmi in allegria...Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre nello stesso posto. E' come se il "lavoro" che ho dovuto fare laggiù non sia mai uscito dalla mia testa...Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio."
da Sonderkommando Auschwitz di Shlomo Venezia BUR Rizzoli Saggi gennaio 2009

Ricordavo Shlomo Venezia tra i testimoni di Auschwitz che narravano ciò che avevano subito nel campo di sterminizio nazista in un film- documento trasmesso dalla Rai diversi anni fa
Ora ho letto con commozione questo libro in cui per la prima volta narra interamente la sua deportazione ed i terribili mesi passati a Birkenau, nel Krematorium II principalmente, un'esperienza agghiacciante ed unica
Ebreo di nazionalità italiana, fuggì da Salonicco e si rifugiò con la famiglia ad Atene, dove ventenne fu arrestato alla fine del marzo 1944 ed inviato, su un convoglio di carri bestiame, in Polonia
Uno dei pochissimi sopravvissuti di quei Sonderkommando ebrei, si salvò insieme con il fratello ed un cugino, che avevano come lui quel terribile incarico di spingere i fratelli ebrei nelle camere a gas, di estrarli morti e di gettarli nei forni o nelle fosse comuni a bruciare.
Avevo già letto le testimonianze di altri membri polacchi dei Sonderkommando, scritte prima che fossero uccisi dai nazisti e sepolte nel terreno intorno ai crematori, ma i ricordi di Shlomo sono una testimonianza che permette di sapere molte cose in più: parla a lungo dei forni e delle camere a gas, ma soprattutto delle grandi fosse di cremazione a cielo aperto, delle ceneri delle migliaia di vittime, sbriciolate a mano e buttate finissime nel fiume, dei capelli tagliati alle donne appena gasate da riporre in sacchi e dei denti d'oro da estrarre con le pinze ai morti ancora caldi, delle violenze dell'SS-Hauptscharfuhrer Otto Moll e dell'SS-Hunterscharfuhrer Johann Gorges, di una vita senza mai chiedere, pensare, pregare, sperare perchè tutto poteva terminare in pochi attimi, per un errore, per una selezione improvvisa, per la crudeltà di uno degli aguzzini...
Una vita precaria, spietata, lucida e dolorosa, mai dimenticata, come i mostri ed i fantasmi di un passato storico che lo hanno marchiato in modo indelebile per sempre

Colpevoli di non arrendersi

"Un’aggressione terribile che mi segnerà tutta la vita. Mai avuto tanta paura. Mi stavano ammazzando di botte. Era la solita protesta No Tav. Come abbiamo sempre fatto. Non abbiamo attuato particolari gesti provocatori. Non è vero che abbiamo lanciato pietre. Sono partiti in direzione dei poliziotti solo alcuni palloncini colorati e pieni di acqua e poi i soliti slogan come "Sarà Dura, non ci piegherete” e altri ma niente di più.
Ad un certo punto ho sentito delle urla tremende che arrivavano dai poliziotti in tenuta antisommossa. Era partita la carica contro di noi ma ce ne siamo accorti in ritardo perché era notte e avevamo i fari contro.
C’è stato un fuggi-fuggi generale verso i boschi.
Purtroppo sono caduta.
In quattro mi sono arrivati sopra ed hanno iniziato a colpirmi con i manganelli sul viso e sul braccio con il quale cercavo di proteggermi.
Urlavo ”basta, basta”, ma loro continuavano a picchiarmi.
Sono poi arrivati, un ragazzo e una ragazza, che mi hanno aiutata ad alzarmi ed a raggiungere la statale 24 ".
Marinella Alotto, 46 anni, di Borgone di Susa, è stata ferita alcune sere fa nello scontro tra No TAV e forze di polizia, che li hanno caricati per difendere il sito S72 in frazione Coldimosso di Susa.
Giudicata guaribile in 30 giorni dai medici, ha una frattura al setto nasale, un trauma cranico con ferita lacero contusa, piccole fratture agli zigomi sotto gli occhi e lesioni varie in tutto il corpo, in particolare sul braccio destro e al basso ventre. E' come se fosse stata investita da un'auto.
Per difendere la propria terra e le proprie idee, in libertà, ha rischiato la propria vita
Tutta la mia solidarietà ai No Tav valsusini, gente onesta e fiera e coraggiosa

venerdì 19 febbraio 2010

La Signora del West

E' terminata oggi pomeriggio su Rai2 la replica di una serie di telefilm americani di successo di alcuni anni fa, La signora del west ( in inglese Dr. Quinn, Medicine Woman)
L'ho rivista con piacere ed interesse nei pomeriggi in cui ero a casa per il contesto storico in cui è ambientata, il west dei pionieri in una città di frontiera, Colorado Springs, e per i frequenti richiami a fatti realmente accaduti o a scoperte scientifiche che hanno cambiato la società americana.
La serie fu girata negli Usa negli anni 1993-1998 con ben 150 episodi e due film conclusivi
L'attrice Jane Seymour è Michaela, il dottor Mike Quinn, Joe Lando è Byron Sully, l'amico degli Indiani che diventerà suo marito, Jessica Bowman è la figlia adottiva Colleen Cooper , Chad Allen è suo fratello Matthew Cooper, Shawn Toovey è il fratello minore Brian Cooper, Orson Bean è Loren Bray, il gestore del negozio della piccola cittadina originale, Barbara Babcock è Dorothy Jennings, l'amica giornalista che si innamora dell'indiano Nube che corre, Jim Knobeloch è Jake Slicker, il barbiere, futuro sindaco, , Larry Sellers è Nube Che Corre, Frank Collison è Horace Bing, Henry G. Sanders è Robert T., l'ex schiavo di colore, Jonelle Allen è Grace, sua moglie, Geoffrey Lower è il Reverendo Timothy Johnson e William Shockley è Hank Lawson , il proprietario del saloon . Accanto a Sully il bellissimo Lupo, il suo fedele amico e compagno a quattro zampe.
La serie inizia nel 1867 con la giovane donna medico di Boston, Massachusetts, Michaela Quinn, il Dr.Mike, che, dopo la morte del padre, si trasferisce nel West, per creare il proprio ambulatorio, e deve affrontare i problemi della vita in un piccolo paese di frontiera
Sarà l'aiuto di una nuova amica, Charlotte Cooper (Diane Ladd) che le permettera di rimanere, nonostante le difficoltà di essere un medico donna
Sul letto di morte per un morso di serpente, Charlotte Cooper chiede a Michaela di prendersi cura dei tre figli, Matthew, Colleen e Brian. In questa occasione avviene il primo incontro tra Michaela e Sully . Il dottor Mike si installa a Colorado Springs e si adatta alla sua nuova vita con i bambini e si innamora di Sully. Il loro rapporto all'inizio è complicato a causa delle diverse estrazioni sociali dei due: Michaela è attratta da Sully ma la sua natura lo porta a vivere spesso isolato con l'amico Nube che Corre, un indiano Cheyenne.
Sully dal canto suo dimostra in più di un'occasione di non condividere gli ideali di Michaela, soprattutto per le idee di lei riguardo il futuro e il progresso.
In effetti durante la serie le innovazioni che irrompono nella tranquilla vita di Colorado Springs sono spesso promosse dall'intraprendenza di Michaela, che si scontra con la visione ottusa e conservatrice della gente e, in qualche occasione, dello stesso Sully.
In un'occasione in particolare i due si trovano divisi, quando Colorado Springs viene scelta come stazione per la nuova ferrovia della Denver and Rio Grande Western Railroad.
Sully è preoccupato che la ferrovia sia l'inizio di un processo di trasformazione dei luoghi dove è cresciuto, e a cui è molto legato, in particolare per la sorte della popolazione Cheyenne.
Le storie personali dei protagonisti si intrecciano con quelle di nuovi personaggi che arrivano nella cittadina, alcuni onesti lavoratori, come i cinesi, altri truffatori in cerca di loschi guadagni, altri ancora alla ricerca di un posto sicuro dove stabilirsi.
Molto bravi tutti gli attori ma il fascino di Sully e la tenacia di Michaela come il loro amore, che sconfigge tutte le avversità ed i problemi di una vita avventurosa con tanti rischi e difficoltà, sono senz'altro i punti di forza di tutti gli episodi
A me è piaciuto molto anche Hank, il personaggio negativo, opposto a Sully per il suo razzismo, la sua cattiveria ed i pregiudizi nei confronti dei non bianchi e delle donne, che sfrutta nel suo saloon

Nel web ho trovato il sito di Hank, che è anche un cantante famoso di una band americana : http://www.williamshockley.com/main.html

e quello di Sully; http://www.joelando.org/index.html Ci sono le sue foto , la sua storia di attore e di padre di 4 bellissimi bimbi, il suo blog ed un guest book che ho firmato. Ed ecco cosa ho ricevuto come risposta: " Thank You for signing the Joe Lando Web Page Guestbook.
I hope you have enjoyed your visit to the Joe Lando Web Page, the Official Home of Joe Lando on the World Wide Web!
"

Peccato che la serie non sia continuata più negli Usa perchè era decisamente interessante e bella da vedere ...

Cats

Due sabati fa sono andata a Milano a vedere il musical Cats al teatro Allianz , ex teatro della Luna
La storia dei gatti jellicle che si ritrovano al chiaro di luna è stata uno spettacolo fantastico e bellissimo
Ero seduta nelle prime file a sinistra ed ho avuto la fortuna di vedere da vicino i ballerini- cantanti che sono scesi tra il pubblico
I loro costumi, le loro voci e la loro bravura sono veramente eccezionali
Nel web ho trovato un sito con i video dello spettacolo che vale la pena cliccare, fosse solo per ascoltare la celebre canzone Memory

giovedì 18 febbraio 2010

Giornata di formazione scientifica al Forum

Giornata di formazione rivolta ad insegnanti educatori ed animatori
L’esperienza del Progetto EST al Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano
proposta di laboratori ed attività pratiche presentate da Enrico Miotto responsabile dell’area formativa del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano
venerdì 5 marzo 2010 dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00
presso il Forum di Omegna – Parco Pasquale Maulini, 1
durante la pausa pranzo gli insegnanti potranno usufruire di un buffet offerto dalla Fondazione Museo Arti e Industria presso il ristorante del museo
La partecipazione è GRATUITA
E’ necessaria la prenotazione entro il 26 febbraio
Informazioni al numero 0323 887233
– 0323 866141info@forumomegna.org
www.foruomegna.org

Saranno 6 i Percorsi Laboratoriali offerti , dalla scuola dell’infanzia alle scuole superiori

Il percorso 7 verrà attivato nell’anno scolastico 2010/2011
Dedicato a classi che intendono conoscere i percorsi EST all'interno di strutture dei musei aderenti alla rete dei musei locali che si sta costituendo e che comprende i seguenti siti museali:
Acquamondo di Cossogno; Casa del Lago di Verbania; Museo del Rubinetto e della sua Tecnologia di S.Maurizio d’Opaglio; Fondazione Calderaia di Vacciago.

sabato 13 febbraio 2010

Il Capitano

Questo non vuol essere un racconto vero e proprio. Sarebbero cose da ricordare dialogando, in due o tre vicino a un fuoco.
" Avrò delle storie per i nipotini, quando sarò nonno", diceva Filippo. Storie lunghe, intricate, piene di particolari divertenti e di pettegolezzo.Io voglio solo parlarvi di mio marito, com'era quando faceva il partigiano; di lui uomo e non della sua storia...

Dunque, facciamo cominciare l'avventura il 25 luglio, tanto per spiegarne le origini e per fissare una data.
Anzi, il 26, perchè noi si era andati a letto presto quella sera e non si era saputo nulla; Filippo, da due mesi in servizio come ufficiale a Milano, era venuto in licenza per poche ore a Cireggio, sul lago d'Orta, nella vecchia casa dei suoi, dove eravamo tutti sfollati. Doveva ripartirsene precisamente quella mattina.
Senonché, alle otto - dormivamo sodo tutt'e due - sentimmo battere all'uscio e ci destò la voce della vecchia cameriera veneta:" Sior Filippo, sior Filippo! Xe scapà el Duce. Venga a sentir la radio.Parla Badoglio "...
da Il Capitano di Giuliana Beltrami Gentile editore Mi 1946

Tutti dovrebbero conoscere il Capitano, Filippo Maria Beltrami, come è descritto da sua moglie in questo libro: i suoi slanci, le perplessità, gli impulsi morali che lo condussero a diventare partigiano, le fatiche, i dubbi, le trepidazioni e la gioia della vita in montagna, e infine la sua morte.
Nel 66° Anniversario della Battaglia di Megolo, Val d'Ossola, per ricordare il Capitano ed i suoi uomini, Carlo Antibo, Bassano Bressani, Aldo Carletti, Gianni Citterio, Angelo Clavena, Bortolo Creola, Antonio Di Dio, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta, Elio Toninelli, uccisi dai nazifascisti il 14 febbraio 1944

Love is all around

I feel it in my fingers
I feel it in my toes
Love is all around me
And so the feeling grows
It's written on the wind
It's everywhere I go
Oh, yes, it is
So if you really love me
Come on and let it show

You know I love you
I always will
My mind's made up
By the way that I feel
There's no beginning
There'll be no end
'Cause on my love
You can depend

I see your face before me
As I lay on my bed
I kinda get to thinking
Of all the things you said
Oh, yes I do.
You give your promise to me
And I give mine to you
I need someone beside me
in everything I do
Oh, yes I do.


Le maschere di Venezia

Carlo Goldoni ha raccontato la Venezia del '700, con i carnevali sfarzosi e le maschere sontuose, gli eccessi ed i segreti delle notti trasgressive consumate dietro l'anonimato di una maschera...
Ma il documento più antico riguardante l'utilizzo delle maschere a Venezia risale al 1268: proibiva agli uomini in maschera di praticare il gioco d'azzardo.
Nel 1339 era addirittura proibito alle maschere di girare di notte per la città per motivi di sicurezza.
E un decreto contro i libertini veneziani del 1458 proibiva agli uomini di introdursi, mascherati da donne, nei monasteri per compiervi "atti impuri"
Nel 1600 le maschere erano considerate una specie di malcostume, al punto che venne fatto obbligo di usarle solo nei giorni di Carnevale e nei banchetti ufficiali; chi trasgrediva poteva anche finire in carcere per due anni o ai lavori forzati.
Mentre, nel '700, molti nobili veneziani andavano a giocare d'azzardo mascherati per non essere riconosciuti dai creditori.
Le maschere a Venezia hanno dunque avuto origini ben lontane dal carnevale.
Venivano costruite dai Mascareri, le cui botteghe artigiane erano diffuse un po' ovunque fra campi e campielli.
Le prime maschere erano molto diverse da come le immaginiamo oggi.
La Bauta era formata da un velo nero o tabarro, un cappello nero a tre punte e una maschera bianca.
La Larva o Volto era lavorata in tela fine cerata, molto leggera, che creava una sorta di effetto fantasma.
La Moretta era invece una maschera muta perchè aveva un piccolo sistema da stringere fra i denti che impediva volutamente di parlare; dai lineamenti femminili, era usatissima anche dagli uomini.
Nei secoli le maschere divvennero sempre più legate al Carnevale e sempre più sfarzose.
Per realizzarle si ricorreva all'argilla per il modello, al gesso per il calco e carta marinata, colla di farina e garza.
Ma allora, così come oggi, era la decorazione finale a rendere le maschere oggetti preziosi e raffinati.
Grazie a dorature in foglia d'oro, argento, rame, stoffe preziose, nastri, antiche vernici, smalti, terre, patine, cristalli e preziosi merletti, le maschere diventavano, e diventano, oggetti d'arte da indossare con abiti sontuosi
- da Le idee di casa mia mensile gruppo Idea Donna -

Sono stata a Venezia lo scorso ottobre e in una delle bellissime piccole botteghe artigiane ho acquistato una bellissima maschera dal un muso di gatto con i quadretti colorati dell'abito di Arlecchino
Un vero splendore che la foto qui sopra rende solo in parte

mercoledì 10 febbraio 2010

L'elicottero giallo

Domenica è passato veloce e basso l'elicottero giallo, qui sopra i tetti delle nostre case
E' l'elicottero che arriva da Borgosesia quando c'è qualche incidente grave o qualche sciagura in montagna
Poche ore dopo, in serata, i Tg hanno parlato dei due morti della Val d'Ossola che per imprudenza, e fatalità, sono passati dove non avrebbero dovuto e sono stati investiti dalla massa di ghiaccio staccatosi dalla montagna
L'elicottero giallo era andato lassù, insieme con i responsabili del soccorso alpino chiamati per l'ennesima tragedia settimanale di questo brutto inverno freddo
Un lavoro difficile ed impegnativo che richiede coraggio perchè spesso queste persone rischiano anche la loro vita per soccorrere chi è in difficoltà
Un lavoro comunque utile e prezioso visto che sono sempre più gli sprovveduti, gli incapaci o gli incoscienti che affrontano le nostre montagne senza pensare ai rischi che corrono ed alla facilità con cui si possono provocare tragedie con conseguenze gravi...

venerdì 5 febbraio 2010

Risonanza magnetica a rischio

E' notizia di oggi, su La Stampa VCO e su Vco Azzurranews, che le due nuove apparecchiature di risonanza magnetica in dotazione al Coq di Omegna ed all'Ospedale Castelli di Verbania rischiano di essere fermate per un problema burocratico.
Il direttore del Coq ha dichiarato che i pazienti vengono anche da altre Asl, Novara e Valsesia per esempio, ma il problema è stato causato dall'interpretazione delle normative nazionali che sarebbero in contrasto con quelle regionali.
Sia il centro cusiano che l'ospedale verbanese non avrebbero ricevuto il benestare da parte della Regione per l'utilizzo dei due macchinari.
E' dunque una situazione complessa ma un intervenuto in Regione per chiarire la posizione, chiedendo il riesame dell' intervento che penalizzerebbe la popolazione locale, fa ben sperare che la situazione si sbloccherà al più presto.
L'Artoscan è una apparecchiatura di risonanza magnetica di ridotte dimensioni utilizzata per esaminare gli arti.

Il Carnevale ad Omegna

Giovedì 11 febbraio alle 11 del mattino arriveranno sotto al Municipio Re Nigoglia e la consorte Nigoglietta .
Le autorità locali consegneranno loro le chiavi della città. Seguirà un rinfresco offerto alla popolazione
Nel pomeriggio i Reali visiteranno la Casa di Riposo Massimo Lagostina
Alle 21 presso il Circolo Ferraris, organizzato in collaborazione con la sezione Avis di Omegna, la Ballata di Carnevale con ingresso gratuito e successiva lotteria
Sabato 13 e domenica 14 ci saranno stand gastronomici e distribuzioni di bevande calde e caramelle
Alle 14 di domenica dal piazzale Kelly partirà la sfilata allegorica di carri e gruppi con la corte dei reali Nigoglia; alle 17 si premieranno carri e gruppi
Martedì 16 vedrà la festa dei bambini alle 14, 30 alla discoteca Kelly, dove alle 23 ci sarà anche il ballo in maschera conclusivo

Intercultura

Anche quest'anno sono la referente per l'Intercultura nella mia scuola media
Insegnare l'italiano ai ragazzi stranieri appena giunti in Italia non è mai facile perchè l'impegno è legato a tanti fattori diversi ed ai bisogni individuali dei singoli alunni
In genere sono le colleghe di lettere che affrontano per prime questo impegno, delicato e complesso, ma all'interno di una classe tutti i docenti entrano in contatto con l'alunno che parla un'altra lingua e che deve affrontare una nuova realtà scolastica ed ambientale
Quando in passato ho seguito per nove mesi un alunno che parlava wolof e francese, mi è stato molto utile un libro di Graziella Favaro, " Insegnare l'Italiano agli alunni stranieri" , ed La Nuova Italia - Progettare la scuola
L'autrice ha suddiviso il volume in capitoli e sottocapitoli, ognuno dei quali da' ottimi suggerimenti e consigli e presenta tabelle e griglie
I capitoli più utili per conoscere gli aspetti ed i problemi di alcune lingue straniere più comuni in Italia, gli obbiettivi didattici per una valutazione oggettiva quadrimestrale o annuale di questi ragazzi, che sarà diversa da quella della classe in cui sono inseriti, ed altre proposte rigurdanti i metodi e ed i test di apprendimento sono il 5, il 6 il 7 e l' 8
Il 9 capitolo è un'interessantissima lettura riguardante gli alunni cinesi, arabofoni, albanesi e ispanofobi
Il volume è datato al 2002 e quindi non presenta le lingue dell'Est europa e della Romania ma è in ogni caso un valido manuale che può essere utile anche ai non professionisti, per esempio ai genitori dei ragazzi italiani che sono compagni di classe dei piccoli stranieri appena arrivati da mondi così tanto lontani e diversi, per lingua cultura e tradizioni di vita o di religione