Questo non vuol essere un racconto vero e proprio. Sarebbero cose da ricordare dialogando, in due o tre vicino a un fuoco.
" Avrò delle storie per i nipotini, quando sarò nonno", diceva Filippo. Storie lunghe, intricate, piene di particolari divertenti e di pettegolezzo.Io voglio solo parlarvi di mio marito, com'era quando faceva il partigiano; di lui uomo e non della sua storia...
Dunque, facciamo cominciare l'avventura il 25 luglio, tanto per spiegarne le origini e per fissare una data.
Anzi, il 26, perchè noi si era andati a letto presto quella sera e non si era saputo nulla; Filippo, da due mesi in servizio come ufficiale a Milano, era venuto in licenza per poche ore a Cireggio, sul lago d'Orta, nella vecchia casa dei suoi, dove eravamo tutti sfollati. Doveva ripartirsene precisamente quella mattina.
Senonché, alle otto - dormivamo sodo tutt'e due - sentimmo battere all'uscio e ci destò la voce della vecchia cameriera veneta:" Sior Filippo, sior Filippo! Xe scapà el Duce. Venga a sentir la radio.Parla Badoglio "...
Tutti dovrebbero conoscere il Capitano, Filippo Maria Beltrami, come è descritto da sua moglie in questo libro: i suoi slanci, le perplessità, gli impulsi morali che lo condussero a diventare partigiano, le fatiche, i dubbi, le trepidazioni e la gioia della vita in montagna, e infine la sua morte.
Nel 66° Anniversario della Battaglia di Megolo, Val d'Ossola, per ricordare il Capitano ed i suoi uomini, Carlo Antibo, Bassano Bressani, Aldo Carletti, Gianni Citterio, Angelo Clavena, Bortolo Creola, Antonio Di Dio, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta, Elio Toninelli, uccisi dai nazifascisti il 14 febbraio 1944
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