domenica 27 gennaio 2013

Liliana Segre

Il rumore sordo del passaggio dei treni è stato lo sfondo musicale di quel luogo enorme e doloroso che è il nuovo Museo della Memoria, un lungo tunnel in penombra e cemento armato, proprio sotto i binari della Stazione Centrale.
«Un rumore che dovete ascoltare, è il rumore che sentivamo noi, ammassati nel buio di questi stanzoni». Con queste parole di Liliana Segre, 82 anni, sopravvissuta all'Olocausto e ad Auschwitz,  sembra di camminare tra quei vagoni piombati che aspettavano minacciosi sui binari morti

Aveva 13 anni Liliana quando una mattina di dicembre venne prelevata da casa insieme a suo padre per essere portata al quinto raggio di San Vittore. Lei  tornò indietro. Suo padre, no, come milioni di altri uomini, ebrei, rom, testimoni di Geova, omosessuali, soldati, antifascisti e antinazisti
 «Avevamo già passato tanti spaventi, la fuga, la cattura. E poi la carcerazione a San Vittore, così vicino a casa mia. Io ero nata in via San Vittore. Eravamo 5-600 in quei raggi del carcere. Un pomeriggio entrò un tedesco con la lista dei nomi. Sentii il mio, io ero nella cella 202. Ci guardavamo in faccia: anche tu? Anche tu? E non avevo il coraggio di guardare la faccia di mio padre. Non è possibile: siamo italiani, siamo nati qui e ci faranno partire...Eravamo in 500; pensate a questa umanità di madri, bambini, nonni, uomini che esce da San Vittore tra i saluti meravigliosi dei detenuti e della loro infinita umanità, per salire maltrattata sui camion che ci avrebbero portato fin qui, in Stazione Centrale, al binario 21. Si arrivava qui, proprio qui, dove ero venuta tante volte per partire e andare al mare o in campagna, tutti ammassati nel buio, impauriti...Ma non erano solo le Ss che spingevano o urlavano, c’erano anche tanti italiani, i repubblichini, i più zelanti, brutali, pronti a farsi vedere efficienti dai loro alleati.
Poi ci spingevano e dal buio uscivamo in stazione per salire su questi vagoni che venivano sprangati dall’esterno. Immaginatevi come eravamo ammassati, con poca paglia sul pavimento e un unico secchio immondo per i nostri bisogni, che la paura riempiva in fretta. ..
Ma perché degli uomini hanno fatto questo a dei bambini, anziani, donne incinte? Perché a dei nonni, dei malati, facevano questo? La loro colpa era quella di essere nati.

E così è cominciato quel viaggio verso Auschwitz che io non sapevo nemmeno dov’era. Un viaggio che non parte da qui ma da molto prima di qui. E’ cominciato dalle cancellazioni dei nostri nomi dagli elenchi telefonici, dalle espulsioni dalle scuole, dall’indifferenza.....

Il treno parte e noi vediamo passare città conosciute fino a quando, dopo una settimana, arriviamo ad Auschwitz. Ma come si può immaginare che dalla mia città si arrivi in un luogo del genere? Come si può immaginare tutto questo? E lì è cominciata un’esistenza dove ti dicono “vivrai finché lavorerai”, e tu non sai come ma sopravvivi, diventi scheletro e davanti a te vedi le ciminiere dei forni...Lo sentite questo rumore, questo treno che passa...Ci faceva paura. E’ il rumore giusto per questo posto. Ricordatevene. A me fanno pena quelli che negano, che non ricordano. I promotori della bugia e della menzogna. Ascoltatelo questo rumore.
Poi, dopo tante storie passate là dentro, in fondo tutte senza senso, ti accorgi che stranamente ce la fai, ce l’hai fatta. E torni, da sola. Nella Milano degli indifferenti. Io incontravo le amiche, le mie ex compagne di classe che mi chiedevano: “Ma come mai? A un certo punto sei sparita, non ti abbiamo vista più...”.
Oggi ho 82 anni e francamente non credevo che sarei riuscita a vedere questo luogo, questo Museo della Memoria. Io non ho più parlato per più di 40 anni di quello che mi era successo. Poi, 10 anni fa, abbiamo deciso questa sfida, abbiamo deciso che era giusto ricordare. Non è stato un percorso facile o in discesa. Ma sei milioni di morti potevano essere dimenticati se non si fosse voluto costruire un luogo del genere. 
E adesso, ognuno di voi cerchi per un secondo di immedesimarsi in ognuna di quelle persone, di quei 605 milanesi che furono deportati per la sola colpa di essere nati». Era un giorno freddo, un giorno così. «Era il 31 gennaio del 1944». 
 
Le bellissime e commoventi parole di Liliana sono la testimonianza di una sopravvissuta ebrea
Ma come lei e come tutti i sopravvissuti ebrei sopravvissuti non possono dimenticare, anch'io non dimentico, non riesco a dimenticare. Penso spesso a quei vagoni piombati che non portarono solo gli ebrei Su quei vagoni viaggiò anche mio padre con gli altri soldati italiani catturati poco tempo dopo l'8 settembre 43.  E spesso mi immedesimo in lui e negli altri e immagino quei giorni sconvolgenti in un carro bestiame fino in Polonia, a Bialistok prima, a Buslau poi, e poi a Gorlitz, sempre nelle miniere E dopo il luglio 44 tutti gli altri lager , tutti gli spostamenti e i bombardamenti e i cani e i nazisti ...
Un incubo incredibile e poi il ritorno nel settembre 45 e l'indifferenza e l'incredulità di chi non credeva a quei racconti inverosimili  E allora il silenzio Il cercare di dimenticare E gli incubi notturni rimasti nel tempo ad impedire l'obblio di quegli orrori
Ho conosciuto Liliana Segre attraverso le parole dei suoi libri e dei filmati delle Giornate delle  Memoria degli anni scorsi  Una donna coraggiosa e tenace A lei che ammiro moltissimo voglio dire solo che l'indifferenza degli Italiani non fu riservata solo agli ebrei , ma anche a tutti gli IMI che tornarono dai campi nazisti, sopravvissuti alla follia di Mussolini edi  Hitler ed i tanti troppi fanatici seguaci di due regimi assurdi e terrificanti
Per non dimenticare Mai E per non perdonare nè il fascismo nè il nazismo che causarono tanto dolore tanto orrore e tante morti innocenti

Mussolini secondo Berlusconi

Oggi è la Giornata della Memoria Il 27 gennaio 1945 i soldati russi entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz e vi trovarono l'orrore
Su Rai News ho seguito il toccante discorso di Liliana Segre a Milano all'inaugurazione del Museo della Memoria al binario 21, alla stazione centrale
Ma ho ascoltato anche quello che ha detto Berlusconi e ho letto gli articoli online de La Stampa
" Arriva, non invitato, per l’inaugurazione del primo museo della Shoah di Milano e subito la tensione sale. Soffermandosi proprio davanti alla parola scelta per significare l’origine dell’Olocausto, «indifferenza», Silvio Berlusconi questa mattina è riuscito a dire ciò che non andrebbe mai detto, vieppiù a una commemorazione così profonda e commovente come quella che ricorda lo sterminio degli ebrei da parte dei nazifascisti: «Per tanti versi Mussolini aveva fatto bene ma il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa». 
Come se si trattasse di un dettaglio qualsiasi, un incidente di percorso: sei milioni di persone deportate e uccise in tutt’Europa, di cui, come ricorderanno poco dopo gli esponenti della comunità ebraica milanese, 600 solo a Milano. Ma Berlusconi non demorde, la colpa, spiega, fu tutta della sciagurata alleanza con Hitler. L’Italia, dice, «non ha le stesse responsabilità della Germania ma ci fu una connivenza che all’inizio non fu completamente consapevole». Di più: « L’Italia preferì essere alleata con la Germania di Hitler piuttosto che contrapporvisi e dentro questa alleanza ci fu l’imposizione della lotta contro gli ebrei». Avesse ascoltato prima la toccante testimonianza di Liliana Segre, 82 anni, deportata quando aveva 13 anni insieme a suo padre ad Auschwitz, forse il Cavaliere si sarebbe morsicato la lingua.
Ovviamente le parole di Berlusconi, che all’uscita dal museo ha subito una durissima contestazione da parte dei numerosi esponenti della comunità ebraica ancora in fila, hanno scatenato un putiferio nel mondo politico.
Durissima la posizione del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna: «Le dichiarazioni appaiono non solo superficiali e inopportune, ma, là dove lasciano intendere che l’Italia abbia deciso di perseguitare e sterminare i propri ebrei per compiacere un alleato potente, destituite di senso morale e di fondamento storico». «Le persecuzioni e le leggi razziste antiebraiche italiane, come è noto, hanno avuto origine ben prima della guerra e furono attuate in tutta autonomia sotto la piena responsabilità dal regime fascista, in seguito alleato e complice volenteroso e consapevole della Germania nazista fino a condurre l’Italia alla catastrofe. Furono azioni coerenti nel quadro di un progetto complessivo di oppressione e distruzione di ogni libertà e di ogni dignità umana».  

La Germania ha «una responsabilità permanente per i crimini del nazionalsocialismo» ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in vista dell’80° anniversario dell’arrivo al potere di Adolf Hitler in occasione del “Giorno della memoria”.
«Naturalmente, abbiamo una responsabilità permanente per i crimini del nazionalsocialismo, per le vittime della seconda guerra mondiale e, anzitutto, anche per l’Olocausto», ha detto la Merkel in un podcast pubblicato sul suo sito Internet, quando mancano tre giorni all’anniversario - mercoledì - della salita al potere di Hitler il 30 gennaio 1933.
«Dobbiamo dire chiaramente, generazione dopo generazione, e dobbiamo dirlo ancora una volta: con coraggio, il coraggio civile, ognuno, individualmente, può impedire che il razzismo e l’antisemitismo abbiano alcuna possibilità», ha aggiunto. «Noi affrontiamo la nostra storia, non occultiamo niente, non respingiamo niente - ha concluso -. Dobbiamo confrontarci con questo per assicurarci di essere in futuro un partner buono e degno di fede, come del resto lo siamo già oggi, fortunatamente»
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Perchè gli hanno permesso di recarsi alla manifestazione ? Perché deve sempre parlare ? Il fascismo è stata una dittatura ventennale e Mussolini è stato un dittatore Grazie a lui e alla sua follia l' Italia ha subito la guerra mondiale con tanti giovani italiani morti in Africa, in Russia e in Italia e la guerra civile tra partigiani e repubblichini
Grazie a Mussolini i nostri padri hanno subito i lager nazisti e tutto l'orrore dei campi di concentramento
Grazie a lui e ai fascisti E oggi , dobbiamo risentire questo pazzo che elogia il Duce e quello che ha fatto Vergognoso e indegno , veramente indegno e disgustoso !!!

lunedì 7 gennaio 2013

Tutti i cittadini ...

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.... art 3 Costituzione italiana
Stamattina, prima di andare al lavoro, ho sfogliato velocemente il quotidiano e sono rimasta attonita nel leggere che, di nuovo, a Novara questa volta, una ragazzina quattordicenne si è suicidata, gettandosi dal terzo piano  della casa dove viveva suo padre, perchè probabilmente vittima di bullismo e della cattiveria di altre ragazze della sua età
Aveva anche cambiato scuola da pochi mesi e le insegnanti intervistate dai giornalisti hanno dichiarato che si era integrata bene e facilmente con la nuova classe
E' veramente assurdo che si ripetano episodi simili e gravi a così poca distanza l'uno dall'altro ma è ancora più assurdo che persone così giovani siano alla mercè di cattiveria e non rispetto da parte di coetanei o coetanee tanto squallidi e squallide da infierire in modo pesante e greve e a lungo al punto di obbligare le vittime a rinunciare alla vita
Quello che mi ha lasciata ancora più perplessa è che a quanto pare qualcuno sapeva di ciò che stava succedendo perchè nei successivi messaggi su facebook e twitter si è accusato apertamente e si è detto che la ragazzina subiva atti di bullismo Perchè allora questi che sapevano e che ora piangono la loro amica non hanno detto o fatto nulla? Non potevano rivolgersi ad un adulto e segnalre il problema? non potevano denunciare  i bulli ?
Povera gioventù se usa e continua ad usare il web per fare del male agli altri o se passa il tempo a denigrare compagni o compagne senza motivi apparenti La calunnia è una brutta cosa come l'odio ed il disprezzo per il prossimo
C'è da sperare che almeno questa volta si riescano a trovare i colpevoli di istigazione al suicidio e che li si condanni La vergogna non basta e simili persone non sanno neppure cosa voglia dire provare vergogna per i propri atti, indegni di una società civile e democratica, dove il rispetto è la base del vivere quotidiano. Solo con una condanna ed una pena da scontare come atto sociale potranno capire quanto male hanno fatto e chiedere perdono Anche se ormai una vita è finita in quella notte di inizio gennaio pieno di disperazione e di dolore che hanno spezzato per sempre le speranze ed i sogni di una adolescente bella ed intelligente

Pensieri e Azioni

" Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo "  Gandhi