« ...Volevo che i giovani sapessero, capissero, aprissero gli occhi. Guai se i giovani di oggi dovessero crescere nell'ignoranza, come eravamo cresciuti noi della "generazione del Littorio". Oggi la libertà li aiuta, li protegge. La libertà è un bene immenso, senza libertà non si vive, si vegeta... » (N.Revelli)
Giovedì prossimo sarà la Giornata della Memoria per non dimenticare le vittime della Shoah , l' Olocausto di 6 milioni di ebrei nei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra mondiale. Ma in quei terribili anni nei campi di concentramento morirono anche gli zingari, gli omosessuali, i testimoni di Geova, gli Imi dell'esercito italiano che non firmarono mai per la Repubblica di Salò, come mio padre, i partigiani rastrellati sulle nostre montagne e tutti coloro che si opposero alla barbarie nazista
Milioni di uomini e donne, vecchi e bambini la cui unica colpa era quella di non appartenere alla razza tedesca
In quella follia che fu la seconda Guerra mondiale, l'Italia si schierò dalla parte del nazismo e fin dall'inizio subì sconfitte e perdite ovunque
In questi giorni in alcuni programmi Rai si sono ricordati i soldati morti a migliaia in Russia durante la tragica ritirata del gennaio 43, dopo la battaglia del Don e la disfatta dei nostri reggimenti nel gelo di un terribile inverno russo
Nuto Revelli - Cuneo, 21 luglio 1919 – Cuneo, 5 febbraio 2004 - nel 1942, con il grado di sottotenente, partì con la Divisione Tridentina, nel battaglione Tirano del 5º Reggimento Alpini, per il fronte russo. Nel 1943 fu tra i pochi fortunati che sopravvissero alla ritirata nel grande freddo e riuscì a rientrare in patria. Testimoniò successivamente in alcuni libri autobiografici, estremamente commoventi e crudi, la sua esperienza come ufficiale alpino sul fronte russo durante la ritirata del gennaio 1943 ed il suo successivo passaggio nelle file della Resistenza
Da Mai tardi a La guerra dei poveri e a L'ultimo fronte, con le lettere di soldati caduti o dispersi nella II guerra mondiale, fino a La strada del Davai, dove accusò l'organizzazione dei vertici militari, responsabili della tragedia russa, Revelli fu uno scrittore ed un uomo coraggioso, che passò gran parte della vita a raccogliere i ricordi e le esperienze di guerra di ex soldati ed ex partigiani, vittime di quei dolorosi anni in cui troppi giovani subirono le conseguenze di una guerra e di tanti orrori spaventosi e terribili
Infatti, dopo l’esperienza di reduce della campagna di Russia e di partigiano nelle formazioni di Giustizia e Libertà, fondate da Duccio Galimberti e Livio Bianco, comune anche a Mario Rigoni Stern e a Primo Levi , di cui Revelli fu amico, iniziò, attraverso la memoria e le memorie, la missione di interrogare ed interrogarsi sul passato e sul presente, quel presente che aveva dimenticato al più presto la storia dei vinti ...
“Ricordate e raccontate”.
Il ricordo e la memoria come strumenti di giustizia, il raccontare quello che era successo come antidoto alla retorica e alla falsificazione operata dalla retorica. Per conoscere meglio lo scrittore della provincia granda piemontese ed i suoi libri si può visitare http://www.nutorevelli.org/home.aspx
“Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli sternuti e i colpi di tosse delle vedette russe, il suono delle erbe secche battute dal vento sulle rive del Don”. da Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve, romanzo autobiografico sulla ritirata dell’Armata italiana in Russia ( l' Armir) nell’inverno tra il 1942 e il ’43.
Per non dimenticare, per la memoria di quesi giovani militari italiani che mai tornarono alle loro case ed ai loro affetti. Per Antonio, il cugino di mia mamma, che restò nel freddo e nella neve della Russia in quel lontano 1943 e di cui, nonostante le ricerche presso la Croce Rossa internazionale, non seppe mai più nulla Nè un corpo nè una tomba nè una medaglietta di riconoscimento. Solo il ricordo ed una foto ormai ingiallita rimasta in una scatola per tanto tempo...
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