Si ritroveranno oggi alle 10,30 davanti alla sede del Consiglio regionale, in via Alfieri, a Torino, per gridare ancora una volta la loro disperazione. Sono i familiari - accompagnati dalle associazioni che li sostengono - di malati cronici non autosufficienti che «ormai da mesi si sentono ripetere che non ci sono fondi per l’assistenza».
«Ogni giorno - dice la presidente del Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti della Fondazione Promozione sociale - ci sentiamo ripetere che a causa del piano di rientro non è possibile investire nulla in progetti per la non autosufficienza». Nel frattempo le 30 mila persone in attesa di un posto in una struttura o di assistenza domiciliare restano «affidate» senza aiuti alle loro famiglie, malgrado il Tar abbia sentenziato e ribadito che le liste d’attesa di questi malati siano illegittime e le famiglie non possano essere lasciate a se stesse.
In via Alfieri ci saranno diverse associazioni con striscioni, slogan, e tanta rabbia. Denunceranno fra l’altro che «la Regione continua a sostenere che i 21 milioni di euro del Fondo per la non autosufficienza sono gli unici a disposizione del Piemonte, mentre quella cifra è in realtà la somma che arriva dallo Stato, destinata ai Comuni, per garantire la copertura della quota sanitaria che per legge ogni Regione deve garantire alle famiglie e il Piemonte non ha messo». In altre parole, «in Piemonte le famiglie di malati cronici sono oggi costrette a pagare per un’assistenza dovuta somme che non dovrebbero sborsare, e in più per far fronte al deficit si chiede addirittura un contributo per la mensa e il trasporto a chi ha soltanto 270 euro di pensione mensile».
Dei 30 mila piemontesi malati cronici non autosufficienti in attesa di assistenza, 13 mila aspettano un posto in una Rsa, il resto sono persone per le quali dovrebbe essere attivata un’assistenza domiciliare, meno costosa per il sistema sanitario nazionale, indispensabile per le famiglie. «Invece non vediamo nulla di tutto questo mentre assistiamo alle spese allegre dei consiglieri».
«Sappiamo bene che il Piemonte è nel pieno del piano di rientro - prosegue la presidente della Fondazione Promozione sociale - ma la Regione non ha mai fatto la voce grossa a Roma per sostenere i diritti di tutti questi malati cronici. Al contrario, non dimentichiamo che la prima scelta di questa giunta è stata ritirarsi dal processo civile sulle quote latte, scelta politica legittima, ma che avrebbe portato nelle casse regionali 200 milioni di euro, ossigeno puro per la Sanità in crisi». da La Stampa To
Ho la fortuna, per ora, di vivere con una persona molto anziana ancora autosufficiente ma capisco benissimo la protesta di quei familiari che oggi sono scesi in piazza a Torino E' comodo nascondersi dietro alla crisi attuale ma mi sembra proprio che le autorità regionali stiano distruggendo alla grande la sanità creando disagi e problemi notevoli a noi cittadini
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