lunedì 24 agosto 2009

Steroidi e atletica

Nei giorni scorsi ho visto spesso le gare dei mondiali di atletica da Berlino.
Ho visitato la scorsa estate Berlino, una bellissima città vivace e moderna, per troppi anni divisa da un muro, e rivederla in tv è stata una emozione ed una gioia.
Mi è sempre piaciuto anche vedere le gare dell'atletica e, anche se l'Italia non ha vinto una medaglia, mi sono gustata lo stesso gli atleti e le atlete delle varie discipline
Tra loro però ce ne è stata una che ha creato sconcerto, polemiche e discussioni notevoli perchè il suo aspetto fisico e la sua voce sono molto mascolini: Caster Semenya, 18 anni, sudafricana
Oggi il quotidiano La Stampa riportava in un articolo che il giornale britannico Il Daily Telegraph ha pubblicato la notizia che le analisi sui campioni biologici di questa giovanissima atleta presentano una notevole quantità di ornomi maschili
A quanto pare i test medici a cui era stata sottoposta Caster Semenya prima di Berlino avevano già rivelato un livello di testosterone ingiustificatamente più alto della media femminile ed una quantità di ormoni maschili di gran lunga superiore alla norma.
Queste indiscrezioni gettano nuovo fuoco sulla benzina del caso, alimentato dalle dichiarazioni riportate qualche giorno fa da un'ex allenatore della Semenya, che ha affermato che Caster è un ermafrodito.
Sotto accusa è finito l'allenatore della 18enne, il tedesco Ekkart Arbeit, già finito al centro di roventi polemiche dopo essere stato indicato come uno dei responsabili dell'uso e abuso di sostanze dopanti da parte delle atlete della Germania dell'Est negli anni '80.
Heidi Krieger, la campionessa nel lancio del peso nel 1986, sottopostasi poi a un'operazione di cambio del sesso nel 1997, ha affermato che fu proprio Arbeit a darle una quantità tale di ormoni maschili da trasformarla di fatto in un uomo.
Ed è proprio Heidi, che ora si chiama Andreas Krieger, che mi ha colpita profondamente, e per la sua storia personale che non conoscevo e per le parole scovolgenti che ha detto in una intervista
Se i giovani che iniziano a praticare l'atletica hanno la sola chance di incontrare allenatori di un certo tipo, come l'ex DDR, io penso che forse allora sia molto meglio che si dedichino ad altro, a qualcosa che non sia l'agonismo o continuino a fare sport e ad arivare quinti, sesti o settimi, come i nostri atleti attuali, senza medaglie, ma , spero, anche senza steroidi!...
"Semenya umiliata da uno sport indegno"
Parla l'ex campionessa Ddr, ora uomo per il doping, Andreas Krieger
Lanciava il peso per la Germania Est, ha vinto anche un Europeo e per farlo arrivare a quella medaglia lo hanno riempito di steroidi.
Quando ha smesso si è ritrovato i connotati da uomo e ha deciso di assecondarli.
Un cambio netto, nome diverso e nuova identità.
Ha lasciato Berlino e si è trasferito a Magdeburgo, dove vive con la moglie Ute Krause, ex nuotatrice della Ddr.
Le gare del mondiale non le ha guardate, ma la storia di Caster Semenya, la ragazza sudafricana sospettata di essere un maschio, la conosce bene.
«E’ così triste e schifoso il caso di Semenya. Non avrebbero dovuto arrivare a tanto. Il problema andava risolto prima. E’ evidente che quella ragazza abbia un corpo mascolino, credevano che nessuno se ne accorgesse? Dovevano proteggerla e l’hanno mandata al macello».
«Lo sembra un uomo e non dovevano portarla ai Mondiali se oggi sono ancora qui a dire ancora"stiamo facendo dei test". In questo modo l’hanno buttata in pasto all’opinione pubblica. Vi immaginate che significa camminare per la strada e sentire la gente che ti chiede: sei uomo o donna?».

«Ha un nome da donna, è cresciuta come donna e si sente tale. Ha 18 anni e fino a ora è rimasta nel suo ambiente, in Sud Africa, dove non doveva affrontare la curiosità morbosa. E non avrebbe dovuto farlo mai. Hanno sbagliato tutti, gli allenatori e le federazioni».

«Non so immaginare l’umiliazione. Io ho sofferto, ma ho gestito in privato il mio travaglio. Capisco che non abbia voluto parlare perché affrontare le domande maligne del mondo intero sarebbe stato impossibile. Mi è sembrata coraggiosa. Puoi anche non uscirne più da un’esperienza così terrificante, ha bisogno di appoggio e visto che lo sport si è comportato in questo modo indegno spero che trovi aiuto nella famiglia».

« Io sono fuggito, ho passato anni solitari. Non andavo in piscina, non andavo a ballare e in realtà non vivevo.
Mi rintanavo sempre di più per evitare i posti dove mi sarei dovuto rivelare.
Così ho eliminato ogni forma di socialità.
Per questo ho fatto la scelta estrema di cambiare sesso. In quel modo non potevo andare avanti».
«Non ho avuto l’appoggio della mia famiglia.
Mio padre non c’era più e mia madre mi è stata molto vicina fino a che ero Heidi.
Oggi non abbiamo più contatti e non gliene faccio una colpa. Per lei è inconcepibile che io mi chiami Andreas e sia un uomo. Io non voglio forzarla ad accettare qualcosa che, so bene, non può considerare».
«... se possibile quella ragazza sta vivendo una situazione persino peggiore. E’ disgustoso vederla indifesa al centro di un’attenzione malata».
«Non ho voluto guardare nulla dei mondiali. Faccio anche parte dell’associazione "vittime del doping di Stato" e sto alla larga dallo sport».
«Penso che il doping ci sia ancora, ai tempi della Ddr facevamo grandi risultati con l’aiuto di sostanze che ci massacravano il fisico e non mi pare che le prestazioni siano cambiate quindi significa che è sempre tutto marcio».

«Tutti record sono dopati . E non solo quelli dell’atletica».

«Ho i miei dubbi che possa esistere un fenomeno capace di realizzare i tempi di Bolt ed essere pulito. Potrei sbagliare, è ovvio che non ho nessuna prova però sono scettico.
So come funziona, so che ci drogavano e che le misure non sono scese e i tempi non sono saliti, anzi».
«Io non so nulla su Bolt, è che non credo nel sistema»
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2 commenti:

Fabio ha detto...

Credo che lo sport sia bello quando rifugge dalle esasperazioni e dall'eccesso di ambizioni che al fine generano drammi umani molto più grandi degli effimeri e vuoti trionfi. Un caro saluto, Fabio

ericablogger ha detto...

caro Fabio, non posso non darti ragione, naturalmente
io ho sempre fatto sport, ho iniziato prima a scire, con mio papà, e poi a camminare, probabilmente , ma ho sempre odiato l'agonismo
Non ho mai voluto fare gare varie; mi piaceva andare sugli sci o giocare a tennis ma senza dovermi mai mettere in competizione con gli altri...
un saluto anche a te che hai ripreso a scrivere dopo la pausa estiva!