giovedì 23 dicembre 2010

lunedì 13 dicembre 2010

... cercando la stella

Ieri pomeriggio alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Gaudenzio a Crusinallo ho assistito ad un originalissimo concerto " ... cercando la stella" con l'organista ticinese Giovanni Galfetti, Carlo Bava il suonatore di ciaramella e M.Cristina Pasquali la voce narrante

 L'ingresso era libero e le offerte saranno donate all' A.I.S.M ( associazione italiana sclerosi multipla) di Gravellona Toce
Le musiche suonate erano celebri canti di Natale rivisti ed adattati alla tradizione locale delle valli ossolane ed una di loro, quella più bella ed originale, è una creazione dell'organista intitolata L'arbol, e dedicata al castagno, l'albero per eccellenza delle nostre montagne, che per tanti anni fu una importante fonte di cibo per i valligiani delle terre montane e lacustri
La ciaramella è uno strumento molto antico costruito in due pezzi che si uniscono, ad ancia doppia, per dare un suono bellissimo che penetra nel più profondo dell'anima umana e che dà sensazioni bellissime
Le ciaramelle di solito accompagnavano le zampogne ma il dottor Bava riesce ad estrarre dal suo strumento suoni veramente meravigliosi

martedì 7 dicembre 2010

La Thyssen Krupp 3 anni dopo

Non ho mai dimenticato la morte orribile dei sette operai  arsi vivi  in quel maledetto incendio scoppiato alle acciaierie della Thyssen Krupp di corso Regina Margherita a Torino tre anni fa mentre stavano svolgendo il loro turno di notte. Una tragedia resa ancora più atroce e crudele dalla morte lenta  a causa delle ustioni . Si  spensero l’uno dopo l’altro Giuseppe De Masi fu l’ultimo, ventiquattro giorni dopo il rogo, ed una lunga agonia a soli 26 anni,  come Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo e Rosario Rodinò.
In questi giorni di ricordi e di dolore a Torino è in corso  il  processo Thyssen che ha dato nuove regole per le morti bianche ed è una vera novità per l'ambiente giuridico italiano
Infatti è stato accusato di omicidio volontario Harald Espenhanh, l' amministratore delegato della ThyssenKrupp di Terni Questa ipotesi di reato non era mai stata imputata a un alto dirigente di azienda per un infortunio sul lavoro.
La requisitoria dei pubblici ministeri Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso  si sta concludendo e, nei prossimi giorni, la parola passerà alle parti civili, compresi i sindacati di Fiom , Fim e Uilm come rappresentanti dei lavoratori. Non intendono infatti solo tutelare i colleghi  morti, ma anche quelli  che lavoravano nelle stesse condizioni e che avrebbero potuto trovarsi al posto dei sette operai bruciati vivi. Le condizioni in cui versava lo stabilimento in fase di chiusura - sporcizia, imperizia, abbandono, mancata osservanza delle norme e dei dispositivi antincendio - furono, secondo l’accusa, la causa dell’incendio. La ThyssenKrupp lo sapeva ma dirottò i soldi destinati alla sicurezza verso lo stabilimento di Terni visto che quello di corso Regina  era in dismissione.
I sindacati hanno firmato una lettera con la quale s’impegnano ad utilizzare i soldi dell’eventuale risarcimento danni per dare vita e finanziare progetti formativi destinati a lavoratori e rappresentanze sindacali affinché la  tragedia  dei caduti della Thyssen serva a migliorare la conoscenza e le condizioni lavorative dei loro colleghi ancora oggi in attività.  Il ricordo i sette operai della ThyssenKrupp  non deve far dimenticare   chi è rimasto, come i trenta lavoratori ancora in forza alla ThyssenKrupp di Torino. I sindacati sono ancora in attesa di un incontro richiesto a fine novembre agli assessori al Lavoro di Comune, Provincia e Regione in quanto il 31 dicembre scadrà  la loro cassintegrazione e , se non si troveranno altre soluzioni, per loro  resterà solo  la mobilità. E si dovranno aggiungere a tanti altri lavoratori piemontesi che in questo periodo così infelice sono senza un lavoro purtroppo

Daniel Baremboin

Giovedì sera della scorsa settimana sono andata a Milano al teatro alla  Scala per un bellissimo concerto strordinario di Daniel Baremboin al pianoforte con  quattro prime parti dell'orchestra del teatro scaligero, il flautista Davide Formisano, il clarinettista Fabrizio Meloni, Fabien Thouand all'oboe, e Gabriele Screpis al fagotto.
E' stata un'ora o poco più veramente indimenticabile perchè la bravura del maestro e dei 4 solisti ha reso unici i pezzi suonati
Domenica il Maestro, pianista e direttore d’orchestra di fama mondiale, dal 2006  Maestro Scaligero del Teatro alla Scala e direttore a vita dell’Orchestra Staatskapelle di Berlino,  è stato a Che tempo che fa e nel corso dell’intervista rilasciata a Fabio Fazio si è soffermato sull’importanza della cultura, tema di grande attualità in un momento in cui le proteste contro i tagli al settore culturale e dello spettacolo sono al centro delle cronache : “La discussione sui teatri musicali, sulle loro sovvenzioni, è molto importante. Forse è vero, come ha detto qualcuno, che con la cultura non si mangia, ma la cultura è quello che dà all’essere umano la sua qualità umana. La cultura non è soltanto estetica, ma anche etica. La cultura è dovere”
Oggi pomeriggio ho visto iniziare su Rai 5 La Valchiria di Richard Wagner che inaugurava la stagione lirica della Scala ed ho ascoltato con grande emozione il  discorso iniziale di Barenboim,  che a nome del teatro, prima dell’inno nazionale, è uscito dalla buca e con un microfono in mano, in platea,  ha detto poche parole e soprattutto ha voluto leggere l’articolo 9 della Costituzione italiana : «Sono molto felice di dirigere ancora una volta alla Scala. Sono onorato di essere stato dichiarato maestro scaligero Per tale titolo e anche ai nomi dei colleghi che cantano, ballano e lavorano non solo qui ma in tutti i teatri, sono qui per dirvi a quale punto siamo profondamente preoccupati per il futuro della cultura nel paese e in Italia»...«La Repubblica  promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione»
Daniel Barenboim è nato a Buenos Aires nel 1942 ma nel 1952 si è trasferito con la sua famiglia in Israele. Ha iniziato  le sue prime lezioni di pianoforte con la madre a cinque anni , per poi proseguire gli studi musicali col padre  E' stato pianista e direttore d'orchestra nei più grandi teatri del mondo ma mi piace ricordarlo per un suo impegno molto particolare
Nel 1999 infatti con l’intellettuale palestinese Edward Said, scrittore e professore di letteratura comparata, ha fondato il workshop “West-Eastern Divan”, che ogni estate invita giovani musicisti d’Israele e dei Paesi Arabi a lavorare insieme in orchestra. Attraverso la comune esperienza musicale, il Workshop vuole creare un dialogo tra le diverse culture del vicino Oriente. Dagli inizi, hanno collaborato al Progetto, in qualità di insegnanti, anche i musicisti della Staatskapelle di Berlino. Nell’estate 2005 la West-Eastern Divan Orchestra ha tenuto a Ramallah (Palestina) un concerto di significato storico, trasmesso dalla televisione e registrato su DVD. Da qualche tempo Barenboim ha avviato anche un progetto per l’educazione musicale nei territori palestinesi, che comprende la fondazione di un asilo musicale e l’istituzione di un’orchestra giovanile palestinese. Nel 2002 Barenboim e Said sono stati premiati a Oviedo (Spagna) con il prestigioso “Príncipe de Asturias”, a riconoscimento del loro impegno per la pace.

domenica 28 novembre 2010

Addio alla 124 in Piemonte?

La lotta per la legge 194 è stata molto importante nella storia delle donne, per la loro salute  e per la loro libertà consapevole, ed  in sua difesa ci fu anche un Referendum popolare.
Il 15 ottobre 2010 la Giunta della Regione Piemonte,  con delibera n. 21-807, ha approvato un “Protocollo per il miglioramento del percorso assistenziale per la donna che richiede l’interruzione volontaria di gravidanza”, rendendo molto più arduo ricorrere alla tutela della legge.
 Mentre la 194 si pone a salvaguardia della dignità della donna, per garantirne le condizioni di rispetto della scelta, che è riconosciuta in capo solo a lei ed eventualmente, se lei lo decide, al partner, ponendola in rapporto solo col medico, sia di fiducia, sia del Consultorio, sia della struttura sanitaria pubblica, il “Protocollo” viola la privacy della donna, tende ad esautorarla dalla scelta, trattandola come “minus habens”, portandola addirittura davanti ad una specie di commissione, cui partecipano “il mediatore culturale e/o l’operatore del volontariato e del privato sociale, coinvolti nel percorso” dove deve essere interrogata ( ???) rispetto ad alcuni punti precisi:
"circostanze che inducono alla richiesta di IVG; quadro attuale della situazione individuale, familiare e sociale della richiedente; consapevolezza della donna relativamente all’intervento abortivo; motivazioni indicate dalla legge per la richiesta di IVG: serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione al suo stato di salute, o in relazione alle sue condizioni economiche, o sociali, o familiari , o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsione di anomalie o a malformazioni del concepito; comportamento contraccettivo e precedenti interventi di IVG; analisi e ricerca delle soluzioni alternative all’IVG nella valorizzazione delle risorse della donna; intervento di counselling di sostegno alla maternità a cura degli operatori del Consultorio e/o del volontariato e del privato sociale convenzionati e coinvolti nel percorso”
E’ evidente la violazione della 194 : infatti scompare il ruolo del medico come interlocutore principale della donna, sostituito nel primo approccio, nonché eventualmente anche successivamente, da figure che non hanno alcuna competenza istituzionale né professionale per entrare in contatto con la persona che richiede ai sensi di legge una prestazione sanitaria. La procedura indicata dal Protocollo in oggetto configura una violazione della 194 ed una violenza psicologica sulla donna, tanto più se fragile per età, per cultura, per l’essere straniera.
Con l’introduzione delle figure di volontariato all’interno del Consultorio, lo stesso viene ad essere snaturato nella sua funzione sanitaria, rivolta a tutte le persone, con compiti di informazione complementari a quelli che la 194 all’art.14 pone in carico al medico che ha effettuato l’IVG, il quale “è tenuto a fornire alla donna le informazioni e le indicazioni sulla regolazione delle nascite, nonché a renderla partecipe dei procedimenti abortivi, che devono comunque essere attuati in modo da rispettare la dignità personale della donna”.
Il Consultorio deve disporre di Kit per l’accertamento gratuito dello stato di gravidanza e deve esser in grado di espletare direttamente le pratiche burocratiche necessarie per la realizzazione degli interventi previsti dalla 194 e non “dovrebbe” come indica il “Protocollo”
La stessa legge all’art.21 richiama autorevolmente all’obbligo del rispetto del segreto professionale, la cui violazione è punita a norma dell’art.622 del Codice Penale.
Come è possibile introdurre convenzioni con chi, non avendo professionalità specifiche, non è tenuto al segreto? Dove sarà il rispetto della privacy e della dignità della donna?
Dall’insieme delle procedure indicate, il percorso per la donna che ha deciso per l’IVG sarà reso più arduo e meno protetto, mettendo a rischio le finalità positive della legge 194.
Perchè il Governatore del Piemonte non ha avuto un approccio diverso alla situazione, tenendo conto delle indicazioni stesse della legge 194, in particolare del contenuto dell’art. 8, comma 3, che prevede che l’intervento possa anche essere effettuato “presso poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati, funzionalmente collegati agli ospedali ed autorizzati dalla Regione” e dell’art. 15:Le Regioni  promuovono l’aggiornamento del personale (...) sull’uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione di gravidanza” , e non si è invece orientato anche  all’uso della RU 486, da oltre venti anni utilizzata in tutta Europa?
Quest'ultima scelta sarebbe risultata utile anche per un risparmio economico, vista la situazione in cui versa la Sanità pubblica, ma soprattutto avrebbe soddisfatto le indicazioni della 194, nella tutela della salute delle donne, limitando al massimo il ricorso ad interventi clandestini e rischiosi.
Il Protocollo è un evidente tentativo di coercizione nei confronti delle donne, che dovranno tornare a passare sotto le forche caudine del volontariato clericale.
Speriamo che tutti gli Amministratori delle ASL ed i responsabili dei Consultori riflettano attentamente e  non facciano alcuna convenzione, perchè è davvero improponibile in una società civile quel “percorso assistenziale per la donna che richiede l’IVG” previsto dal “Protocollo” deliberato dalla Giunta Regionale Piemontese.

domenica 7 novembre 2010

Terra Ribelle


Tra poco andrà in onda su Rai Uno la penultima puntata di Terra Ribelle di Cinzia Th Torrini con Rodrigo Guirao Diaz, Fabrizio Bucci, Anna Favella e Sabrina Garciarena
Questa sera rinuncerò a  NCIS per seguire le vicende di Elena, la contessina, ed Andrea, il buttero diventato bandito nella Maremma dell' 800, i protagonisti di questa fiction che ho iniziato a seguire per caso a metà della prima puntata e che è decisamente interessante perchè parla di amori, vendette, ricatti, soprusi ed ingiustizie
Allora come adesso... insomma !!!

Il Piacere di leggere


 Solo chi ama leggere può sapere cosa si prova quando si entra in una libreria e si comincia girare tra gli scaffali ricolmi di libri. Libri nuovi appena stampati, edizioni economiche di vecchi classici o bestsellers,gialli,thriller,saggi, un mondo fantastico di carta stampata, copertine dai mille colori e titoli e storie affascinanti che attirano la curiosità e la voglia irrefrenabile di portarseli a casa
Mucchi e mucchi di libri nati dall'immaginazione di autori famosi od opere prime di sconosciuti scrittori, piccoli capolavori da scoprire, da amare, da leggere e rileggere per la loro toccante e profonda bellezza narrativa
Dopo un lungo riposo per non affaticare gli occhi, ho preso in mano alcuni dei libri acquistati recentemente e, come un naufrago che ritrova finalmente la terra promessa, ho riassaporato il piacere intenso ed emozionante di tuffarmi per ore ed ore nelle loro pagine fresche di stampa, dimenticando tutto per seguire vicende commoventi, tragiche, drammatiche, buffe, divertenti o incredibili nell' inverosimile susseguirsi di colpi di scena assurdi ed irreali
Mi è piaciuto molto La caduta dei giganti di Ken Follet, il primo tomo di una nuova trilogia ambientata nel XX° secolo, quasi mille pagine di un grande affresco storico ed epico, come solo lo scrittore inglese sa creare, mentre mi ha deluso la lettura de Il Cobra di Forsythe
Ho letto quasi tutti i suoi libri ed ho amato con grande passione I Mastini della Guerra, Dossier Odessa ed Il Giorno dello Sciacallo; forse è anche per questo che ho trovato un po' troppo semplicistica ed affrettata questa sua ultima storia, dove la guerra al narcotraffico si trasforma in uno stereotipato e prevedibile eccesso di morti e di traditi e traditori anche dalla parte dei cosidetti buoni!
La solitudine dei numeri primi di Giordano è stato invece una vera sorpresa perchè, dopo averne sentito tanto parlare, mi immaginavo una storia molto diversa
E' un libro bellissimo ma triste, che mi ha riportato lontano nel tempo, a letture altrettanto tristi ed alle infelici storie di Françoise Sagan e di Colette...quelle storie di donne e di uomini il cui destino è quello di soffrire e di non raggiungere mai la felicità e l'amore !
Quelle storie che ti fanno piangere e che puoi leggere solo se noi ti senti depressa perchè ti mettono  malinconia e la voglia di passare subito ad un altro libro, alllegro divertente e spumeggiante...
ma questa è un'altra storia
A presto...

domenica 3 ottobre 2010

"Ex umbris in veritate.

Stamattina sono andata in centro a Omegna a vedere la mostra  "Ex umbris in veritate. Il paradosso di Caravaggio",  inaugurata ieri alla Sala di Santa Marta in via Cavallotti ed aperta fino al 10 ottobre tutti i giorni dalle 16.00 alle 18.30; la domenica e il giovedì anche dalle 10.00 alle 12.00.
Una bella mostra molto interessante con le immagini di quadri famosi del grande pittore e tante spiegazioni chiare e complete per spiegare anche ai profani ciò che essi rappresentano
Io ho sempre amato molto Caravaggio e conoscevo già la maggior parte delle immagini esposte, di cui ho visto gli originali dal vivo nei musei che li ospitano, da Roma a Parigi a Berlino ....
All'uscita ho acquistato un libro ricco di immagini che leggerò e conserverò insieme con i molti altri libri d'arte che ho raccolto negli anni
Michelangelo Merisi , detto il Caravaggio, (Milano 1571 - Porto Ercole, Grosseto 1610)  con i suoi quadri naturalisti rivoluzionò la pittura del XVII secolo perché dipingeva osservando la vera natura della luce e dell'ombra ed affidava ai contrasti di colore il ruolo di indagare e modellare ogni cosa - gesti, movimenti, atteggiamenti - sottolineando con essi il dramma della realtà.
La pittura del Caravaggio, che non prevedeva alcun disegno, aveva come modelli persone reali, spesso scelte tra il popolo, e partiva dalla natura, la sua unica fonte di esperienza.  La resa delle luci, delle ombre e dei riflessi, degli spazi, degli atteggiamenti sentiti nella loro interezza, ogni espressione, ogni singolo gesto sono accompagnati dal sentimento, percepito tramite l'osservazione della realtà, come se il pittore la cogliesse in uno specchio. Intorno al 1596, quando andò a vivere presso il cardinale Del Monte, suo profondo ammiratore e collezionista, i suoi quadri divennero però più complessi ed i personaggi incominciarono a essere indagati anche sotto l'aspe tto psicologico
Tra il 1597 e il 1598 gli vennero commissionati i dipinti per la cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, con tre scene della vita di san Matteo che indicano il suo grande rinnovamento della pittura religiosa . Facendo leva sulla luce e su ritratti appartenenti a personaggi qualunque ripresi nella vita di tutti i giorni ,come nella Vocazione di san Matteo, realizzata tra il 1598 e il 1601, dove Matteo sembra più un contadino che un santo, Caravaggio si staccò dall'iconografia tradizionale e idealizzata che sostituì con una rappresentazione realistica, estremamente vitale e drammatica.  La mostra didattica sul Caravaggio delinea  dunque un percorso sintetico dell'opera del  pittore ed espone le immagini di alcuni dei dipinti più significativi, distribuiti nel periodo compreso tra gli esordi romani e gli ultimi giorni napoletani, dal 1592 circa al 1610.
" Il titolo  "Ex umbris in veritatem"? è significativo dell'evoluzione del pensiero e della tecnica del grande pittore lombardo, proteso in una ricerca della realtà che si accompagna, idealmente, " a una sempre più profonda e drammatica ricerca della verità ultima delle cose. "
Nello studio del Caravaggio, è impossibile separare l'opera dalla personalità dell'artista e la mostra punta sugli effetti realistici e "teatrali" della rappresentazione, ma anche su alcune problematiche quali i rapporti del pittore con la Chiesa, con la committenza, con la tradizione cattolica
Caravaggio, il più grande interprete della cultura figurativa moderna, ispirata dal pensiero cattolico, morì a Porto Ercole, mentre faceva ritorno a Roma, avendo ottenuto la grazia dal pontefice,  il 18 luglio 1610 , come si apprende da due epitaffi dell'amico Marzio Milesi, mentre cinque lettere, ritrovate da Vincenzo Pacelli nel 1991, nell'Archivio Segreto Vaticano, aggiungono molti particolari interessanti , che hanno  gettato nuove ombre sui fatti di quelle ultime giornate. Il testo della prima lettera, quella che più dettagliatamente entra nell'argomento delle circostanze della morte, nasconde una certa reticenza  a dire come veramente andarono le cose. Andarono forse come è stato supposto, cioè che Caravaggio non morì nè di malaria nè d'altra morte naturale, bensì fu fatto uccidere dal cavaliere di Malta che, non avendolo potuto finire a Napoli, ne avrebbe studiato i movimenti sino a trovare l'occasione adatta a concludere la sua  missione?

Caravaggio si era  formato in un momento culturale segnato dal naturalismo, inteso come  raffigurazione fedele della realtà, della pittura lombarda
La preoccupazione di Caravaggio "fu  quella di ricostruire le sacre storie con spirito di fedele aderenza alle fonti"  ma la realtà appare nei suoi primi quadri  come insufficiente a se stessa:  " Il Bacchino malato" indica la fragilità-precarietà della giovinezza  così come" Il ragazzo morso dal ramarro" mentre la  "Canestra di frutta" evidenzia la decadenza-corruzione inevitabile del reale.
 Al di là dei suoi dolorosi sbandamenti morali, Caravaggio ci testimonia una acutissima chiarezza sul cristianesimo inteso come avvenimento: un fatto storico, fisico, in carne ed ossa, riguardante l’esperienza sconvolgente di uomini che hanno incontrato  una persona eccezionale, Gesù Cristo. Matteo che viene sorpreso al banco delle imposte è attratto da questa presenza; Tommaso e gli altri apostoli stupefatti toccano con mano la corporeità di Cristo risorto; i due discepoli di Emmaus   trasaliscono di fronte all’improvvisa scoperta di Cristo risorto; Saulo   cade da cavallo perché imprevedibilmente investito da Qualcuno che cambia la sua vita; i due pellegrini sono allibiti e commossi di fronte alla Madonna che si presenta loro in carne ed ossa sulla soglia del Santuario di Loreto; Lazzaro è raggiunto dal gesto creatore di Cristo che lo risveglia alla vita  E’ un avvenimento che desta uno stupore innegabile in tutti coloro che lo incontrano.
Caravaggio mostra la consapevolezza che questo avvenimento non è relegato nel passato ma raggiunge e investe il presente: Gesù e Pietro sono vestiti con abiti del primo secolo, Matteo e i suoi compagni con abiti del sedicesimo secolo: una Presenza che fa irruzione nell’oggi come nella "Cena di Emmaus" con Gesù in abito proprio e gli altri in abito seicentesco o nella " Cattura di Cristo " con i soldati in armatura spagnola del seicento. Caravaggio si ritrae come personaggio partecipe della scena evangelica: nel martirio di Matteo, nella cattura di Cristo, nella resurrezione di Lazzaro, nel martirio di Sant’Orsola
E’ in sostanza la riscoperta del cristianesimo delle origini, che è quanto si proponeva la riforma cattolica e la stessa riforma protestante.
Caravaggio cerca però l’immedesimazione con i discepoli più fedeli di Cristo: è il riconoscimento che l’avvenimento cristiano raggiunge il presente attraverso la compagnia umana di coloro che seguono Cristo, cioè la Chiesa. Nella Deposizione di Cristo Gesù indica con la mano cadente la pietra angolare alla base del quadro: Lui è la ‘pietra angolare’ che ‘scartata dai costruttori’ diventa ‘testata d’angolo’ per la edificazione della Chiesa , raffigurata nel gruppo dei discepoli che si erge sopra il corpo di Cristo .
Caravaggio mostra in vari modi la sua percezione della tragicità della vita: nei suoi primi quadri la percezione della fragilità della condizione umana, quindi  la percezione del dramma profondo della vita umana, cioè l'oscurità generale. Si rafforza in lui la coscienza del proprio peccato e l’aspirazione ad una realtà che è percepita come misericordia , anche verso le prostitute , ma che lui non riesce a raggiungere
L’avvenimento cristiano si rivela come l’unica luce che illumina la tragedia della vita e rende luminoso e grande il volto dell’uomo.  Caravaggio, nonostante una vita violenta, ha avuto la consapevolezza che il volto dei discepoli di Cristo è quello di un’umanità resa vera da una Presenza amica. All’uomo non è chiesto di essere perfetto, ma di chiedere di poter aderire a questa realtà umana nuova. " - da  ricerca in internet -

martedì 28 settembre 2010

Derattizzazione in Ticino !!!

Questa sera ho ascoltato le notizie del Tg  e sono rimasta allibita nel sentire che nel Canton Ticino, in Svizzera!!!,  è iniziata una campagna razzista contro i frontalieri italiani che lavorano oltre confine, definiti  "ratti mangiaformaggi" da "derattizzare" .
Su Internet nel sito Bala i ratt  - ma oggi anche a Lugano e Locarno in manifesti affissi per le strade - i nostri frontalieri che ogni giorno passano il confine per lavorare nella Confederazione elvetica sono disegnati e descritti  come topi mangiaformaggi, scrocconi, roditori e parassiti.
Molti di loro sono lombardi ma a Locarno e nella parte Svizzera del Lago Maggiore o nel Vallese lavorano tanti Piemontesi del VCO
Sono entrata nel sito dei topi che ballano, i bala i ratt in dialetto ticinese ma anche omegnese se è per questo!!!, ed ecco cosa ho letto nell'ultimo post che è poi il primo in alto nella home page :
" Lavoro...
NO all'invasione del frontalierato
Stiamo arrivando a quota 45.000 frontalieri, un quarto della forza lavoro in Ticino. Significa che tutti i ticinesi potrebbero lavorare, ma non possono farlo perché muratori, operai, camerieri, impiegati, infermieri, ricercatori, professori dalla vicina Italia, sottopagati e comunque ben contenti di portarsi a casa stipendi che al loro paesello nemmeno si sognano (adesso poi che l’euro è in caduta libera…) gli portano via il posto da sotto il naso. E non veniteci a dire che gli svizzeri non vogliono fare più certi mestieri: se non ci fossero migliaia di pendolari che giorno e notte arrivano da Como, Varese, Milano e Novara ad occupare fabbriche, negozi, banche (sono anche lì) e ristoranti, gli svizzeri sarebbero ben contenti di non andare a timbrare.
Chi da föra i trova lavor e i noss i timbra!
….ga pensom nüm "
Non ci sono parole per commentare il testo xenofobo che potete leggere qui sopra Dopo i porci romani di Bossi , l'ultima sua squallida ed infelice battuta di una lunga serie di parole e gesti poco edificanti per un uomo di governo, è ora il momenti dei ratti ... Ahimè chi semina raccoglie e questa volta siamo noi del nord ad essere presi di mira da qualcuno un pochino più a nord di noi ma altrettanto bravo a fare danni . E che danni !

martedì 24 agosto 2010

Frutti a km 0

Quest'anno le piante di mele sono cariche di bei frutti che stanno cominciando a maturare ed a cadere  ... Saranno mangiati subito o diventeranno marmellata e composta cotta, conservate in vaso per i mesi invernali !

Chiuso per rapina

Ieri pomeriggio mentre stavo tagliando le siepi è passato il mio vicino di casa che mi ha detto che era rimasto in coda a lungo sulla Statale per i posti di blocco messi perchè era stata rapinata la filiale di Crusinallo della BPI poco dopo l'apertura pomeridiana
I 3 rapinatori, uno che era rimasto in attesa sull'auto lasciata in sosta nel parcheggio dell'Agip, chiuso per ferie, e gli altri due che erano entrati in banca con il passamontagna, sono scappati con 15 000 euro di bottino sotto agli occhi sbigottiti dei clienti seduti nel dehors del bar di fronte
L'auto, rubata, è stata ritrovata a Gattugno. In banca in quel momento vi erano solo i 6 impiegati, che si sono spaventati ma non hanno subito altri danni
Io ero stata lì venerdì mattina e poi ero passata all'Ufficio postale, lì accanto, dove è ancora più facile entrare perchè c'è una semplice porta da spingere. Spero che non si ripeteranno altri assalti in futuro ma le prossime volte che passerò in banca avrò di sicuro qualche brivido e un po' di ansia ...

giovedì 12 agosto 2010

Cieli plumbei su Crusinallo

Ieri sera sono arrivati i temporali con tuoni e piogge intense, dopo una settimana di sole piacevole e caldo, non afoso. Stamattina non era bello ma non pioveva più, ma poi, verso mezzogiorno, da Omegna sono venuti avanti dei grossi nuovoloni neri che hanno reso plumbeo il cielo ed hanno portato appresso un forte acquazzone
Ho fotografato il cielo sopra la Chiesa ed il Castello di Crusinallo mentre si stava scurendo ed ecco qui accanto l'immmagine riuscita meglio e decisamente inquietante
Anche il Mottarone, la montagna di fronte a casa mia, era avvolta nelle nebbie come succede di solito in autunno ...

Il tempo è sempre più strano ormai e cambia repentinamente. A volte fa anche paura perchè in pochi minuti può succedere di tutto.  Oggi pomeriggio invece ha ripreso a piovere ad intermittenza ma non troppo forte, per fortuna , e chissà che domani non torni già il sole ?

lunedì 2 agosto 2010

Help Donna

Help Donna è un servizio di teleassistenza su cellulare per le donne sopra i 18 anni residenti in Piemonte.

Un modo facile e sicuro, attivo 24 ore al giorno tutti i giorni dell'anno per far intervenire rapidamente amici o parenti e, in caso di bisogno, le forze dell'ordine.
Un servizio garantito dalla Regione Piemonte, gratuito, adatto a qualunque modello di cellulare e gestore, con carta sim attiva e chiamata rapida.
In caso di necessità la persona che ha attivato il servizio, tenendo premuto il tasto 5 per pochi secondi, effettua una chiamata rapida in automatico dal proprio cellulare ad un Centro Servizi dedicato.
Contemporaneamente il sistema invia gli sms alle persone di fiducia precedentemente indicate.
Il Centro Servizi chiama immediatamente la richiedente e in base alla gravità della situazione presta la migliore assistenza possibile.
In caso di necessità avvertirà direttamente le forze dell'ordine.
Informazioni su
Per registrarsi gratuitamente ed accedere al servizio: http://www.helpdonna.net/

Incontro con Beppino Englaro

" Inizierà giovedì 5.agosto la Festa Nazionale dei Democratici sulla Montagna a Villadossola, area La Lucciola. Alle ore 18 , nello spazio dibattiti, incontro sul tema "Testamento biologico: la liberta' e la vita". Intervista di Alessandro Garavaldi -direttore Eco Risveglio- e confronto con Beppino Englaro.   Un confronto per raccontare, capire, affrontare il delicato tema del testamento biologico con il papà di Eluana. "

2 agosto 1980

Sono passati 30 anni da quel sabato 2 agosto 1980 in cui una bomba esplose nella stazione di Bologna. 30 anni di segreto di Stato, di depistaggi e di verità taciute sui colpevoli e sui mandanti di una strage infame che uccise tante persone innocenti. Tra le vittime c'era anche il dott. Marzagalli, per molti anni mio vicino di casa, una persona tanto gentile e piacevole che conoscevo dall' infanzia. Un dolore profondo per lui e per tutti coloro che morirono quel giorno è sempre vivo in me ad ogni anniversario ed il tempo che passa non affievolisce quel dolore e la rabbia che provai alla notizia di un simile orrore
Per non dimenticare, nella speranza che sia fatta finalmente giustizia ai morti, ai feriti, ai loro famigliari ed amici perchè in questi 30 anni lo Stato è stato troppo spesso  latitante, lacunoso ed imperfetto...

giovedì 15 luglio 2010

Fonti alternative in Germania

Nel weekend scorso sono stata in Germania, a Friburgo e nella Foresta Nera. Posti bellissimi che mi sono piaciuti molto, anche se faceva un bel caldo eccessivo anche là.
Viaggiando tra i magnifici boschi dell'antica Selva nera dei Romani, che in quei luoghi combatterono contro le tribù locali degli Alemanni, ho visto anche tanti piccoli paesi, molto pittoreschi con le loro fattorie caratteristiche dai tetti spioventi ed i verdi campi rasati,  splendidi tappeti di velluto, con le mucche al pascolo
E mi sono meravigliata molto perchè la maggior parte di quei tetti, persino quelli delle stalle, avevano pannelli fotovoltaici e qua e là in quei campi coltivati c'erano bianche pale eoliche che giravano silenziose, belle ed ordinate come tutto il resto ...



Un paese molto più a nord dell'Italia, con inverni molto freddi e lunghi, ma anche un paese che usa fonti alternative perchè è contrario al nucleare, già fin troppo usato ai suoi confini, in Francia ed in Svizzera, dove vi sono centrali da molto tempo, e che ha rieletto per altri 8 anni il sindaco ambientalista della città di Friburgo perchè la sua politica verde ha dato buoni risultati !
Peccato che qui da noi, in Piemonte, non ci sia la stessa mentalità e che si progettino invece nuove aperture di centrali nucleari, che di certo non sono pulite e sicure ma solo costose ...

mercoledì 7 luglio 2010

Precari sulla terra

Mercoledì 30 giugno, dopo il collegio docenti, ho salutato le colleghe ed i colleghi e sono tornata a casa felice di poter iniziare finalmente le tanto sospirate vacanze estive. Avevo tanti lavori arretrati in giardino e mi sono immersa subito in quel  verde mondo di pace e tranquillità, così lontano dai soliti problemi quotidiani di un lavoro non facile. Giovedì 1 luglio però un messaggio telefonico mi ha bruscamente riportata indietro dalle vacanze e dalla loro spensieratezza: purtroppo ad una delle mie colleghe di tanti anni di scuola passati insieme era improvvisamente mancata una persona molto cara e molto importante, il compagno della sua vita.
Venerdì mattina, in una calda, luminosa, bellissima giornata estiva, ci siamo ritrovate numerose, noi della scuola media ed il nostro capo d'istituto, nella chiesa di Agrano per il funerale. Era profondo il dolore di tutti i presenti, in particolare erano affranti gli ex alunni  che con parole commoventi hanno ricordato il loro insegnante di filosofia che tanto aveva dato loro  ai tempi del liceo in affetto e valori veri e profondi di vita
Nella commozione del momento le parole di ricordo del don, affettuose e sincere, mi hanno fatto riflettere sul destino che ha ognuno di noi . Don Domenico ci ha ricordato che noi siamo " precari " in questo mondo e le sue parole mi hanno fatto pensare a quel famoso " Cogli l'attimo" perchè non siamo eterni, ahimé
Tanto spesso infatti programmiamo la nostra vita, facciamo progetti per il futuro ma poi... Poi il destino si avvicina a noi quatto quatto e quando meno ce lo aspettiamo ci allontana da questo mondo, dagli affetti, dagli amori, dalle nostre vite felici e da tutto quello che abbiamo fatto o non abbiamo ancora fatto perchè pensavamo di farlo dopo, in futuro
Alla precarietà delle nostre vite non si pensa quasi mai in effetti, si spera sempre di vivere a lungo e al meglio, ma quando si esce da una chiesa dopo il funerale di una persona ancora giovane ed attiva, che se ne è andata all'improvviso, in una mattinata di fine giugno, di fronte al dolore toccante dei familiari, dei giovani figli, degli amici e dei colleghi, viene spontaneo pensare che è veramente importante fare oggi quello che si vuole fare oggi e non lasciarlo per domani, o dopodomani, perchè non è detto che poi ci sia un domani...
Oggi ci siamo ma domani? Chissà...
Dobbiamo solo sperare che il destino ci abbia tracciato un lungo percorso di vita da trascorrere il più serenamente possibile con chi ci vuole bene e pregare che tutto vada per il meglio, sempre!

lunedì 14 giugno 2010

Esami e Proteste

Sabato sono state consegnate le pagelle con i voti del secondo quadrimestre ai genitori e alle 11 del mattino si è tenuta la preliminare degli esami di terza media. Stamattina alle 8 e 15 tutti gli alunni delle terze hanno iniziato gli esami con le prove di Italiano. Domani ci sarà la prova di prima lingua straniera, Inglese, mercoledì Matematica, giovedì la prova nazionale Invalsi di Italiano e Matematica e venerdì la seconda lingua straniera, Francese. Sabato mattina inizieranno gli esami orali.
Nella nostra scuola abbiamo svolto regolarmente gli scrutini finali, per il bene dei ragazzi, anche di quelli che non si sono mai preoccupati minimamente di studiare con impegno o non hanno mai avuto un minimo di rispetto per le regole scolastiche e per chi era in classe con loro, ma  il malcontento per la situazione grave in cui versa la Scuola Pubblica Italiana ed il suo personale ( grazie all' ultimo decreto legge del Governo, quello del 25 maggio, è stato sferrato un durissimo colpo all’intero corpo docente e ATA con contratto a tempo indeterminato) è lo stesso di tutte le altre scuole pubbliche italiane.
E' notizia di oggi , su La stampa online, degli scioperi degli insegnanti Cobas :
" ... la protesta dei Cobas  la scorsa settimana ha bloccato tra 4 e 5 mila scrutini e  la prossima settimana minaccia di fare altrettanto se non di più.
Gli scrutini che proseguono nonostante la protesta, vanno avanti nella confusione generale: regole cambiate a due mesi dalla fine dell’anno scolastico, dirigenti scolastici denunciati per aver anticipato gli scrutini pur di non subire le proteste, dirigenti che si sono trasformati in novelli giuristi per dribblare tra circolari, annunci ministeriali a «Porta a Porta» e le norme di legge, senza attirarsi ricorsi da parte degli studenti.
Nelle scuole infatti tutti erano convinti di dover seguire le norme del rigore dettate dal ministro Gelmini lo scorso anno: ammissione e promozione solo con tutti sei. Il primo aprile però una circolare firmata dal direttore generale del ministero dell’Istruzione Mario Dutto chiedeva di tornare indietro di 85 anni alle norme del Regio Decreto del 1925 dell’epoca Gentile con scrutini non più legati ai voti ottenuti ma al giudizio dell’intero consiglio. «Seguendo il Regio Decreto se c’è un motivato dissenso il 5 può essere portato a 6 e lo studente viene promosso, ma qui si discute di scrutini senza nemmeno sapere se ci saranno risorse per i corsi di recupero, non mi sembra un buon esempio di organizzazione», spiega Antonio Gaeta, dirigente scolastico del Polo Didattico di Passo Corese.
Un cambiamento delle regole a partita già iniziata, insomma. Poi, la scorsa settimana il ministro Gelmini a Porta a Porta ha chiesto a tutti di seguire il buonsenso e non le fredde norme della sua legge. «Ma noi abbiamo sempre seguito il buonsenso. Se ci sono lievi insufficienze che possono essere recuperate negli anni seguenti si cerca di promuovere», chiosa Maria Frisella, dirigente dell’Ipssar Pietro Piazza di Palermo.
Nel frattempo è partita la protesta. Giovedì e venerdì scorsi sono stati bloccati gli scrutini in sette regioni italiane dai Cobas, il sindacato di base della scuola. Oggi e domani si replicherà nelle Regioni più grandi: Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia, oltre a Liguria, Valle d`Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Abruzzo, Molise, Basilicata e la Provincia di Bolzano, con un maggior numero di docenti ed Ata in campo e quindi risultati ancora più massicci, secondo gli organizzatori della protesta. I dati che vengono dalle prime 7 Regioni danno almeno 4mila scrutini bloccati, in gran parte nelle superiori, con picchi rilevanti a Bologna e Modena con quasi 1000 scrutini bloccati, per l`Emilia-Romagna, a Padova e Venezia, che ne ferma quasi un migliaio, a Cagliari che, con circa 500 blocchi traina la Sardegna che raggiunge un migliaio di stop-scrutini. Inoltre, alle migliaia di scioperanti «diretti» si sono aggiunti tanti docenti ed Ata che partecipano versando in media 10 euro alle Casse di Resistenza per risarcire gli scioperanti della trattenuta.
Motivo della lotta? Circa 150 mila docenti in meno in tre anni, altri 15 mila tagli di personale Ata inseriti nella manovra, il congelamento degli scatti di anzianità, il regalo di circa 30 mila euro da parte di ciascun prof al governo"
Siamo sempre noi insegnanti della scuola pubblica a farne le spese. Paghiamo le tasse anche per tutti quelli che non le pagano e subiamo i peggiori tagli in nome di una crisi che per tanto tempo si è ben tenuta nascosta o si è minimizzata fin troppo a lungo !!!
Con il decreto legge del 25 maggio  è saltato il rinnovo del contratto-scuola, scaduto in effetti  il 31dicembre.2009 e di conseguenza saltano i nuovi aumenti per tutto il triennio 2010-12 come saltano,  col prossimo mese, gli aumenti contrattuali eccedenti il 3,2% del biennio 2008-09 , con adeguamento automatico in busta paga, e gli scatti di anzianità per docenti e ATA per tutto il triennio 2010-12, che bloccheranno non solo la carriera ma anche pensioni e liquidazioni future.
Con questo decreto saltano pure  i risparmi destinati dall’art.64 della L.133/08 nella misura del 30% che la Gelmini voleva destinare a merito e carriera e gli stipendi complessivi per il 2011, 2012 e 2013 non potranno superare il trattamento economico, compreso quello accessorio, goduto nel 2010 .
Salta inoltre il 50% dei finanziamenti destinati alla formazione e, coi tagli lineari,  il 10% delle risorse destinate al Miur con 43 milioni di euro in meno alle scuole
Ed anche quest'anno ci rimettera  pesantemente  il personale precario, i cui finanziamenti per le supplenze sono ridotte del 50% rispetto al 2009
Di questo passo, che fine farà la scuola statale ? e che fine faranno i docenti della scuola statale ?
Docenti obbligati ad insegnare in classi sempre più numerose, dove gli alunni spesso ci stanno ben pigiati ed ammassati, uno addosso all'altro, come tante piccole acciughe, perchè la scure del Governo ha deciso   di cambiare le regole e di tagliare ben 8 miliadi alla pubblica istruzione.
Tra l'altro ammassare più alunni di quanti un‘aula ne può contenere, è una evidente violazione della legge, anzi di ben tre norme violate: la normativa antincendiola normativa  per la sicurezza negli edifici scolastici la normativa igienico sanitaria.
Contro gli sprechi, in tempi di crisi, bisogna razionalizzare ed ecco allora che si è subito razionalizzato sulla scuola pubblica riducendola in due anni  ad un disastro, in nome dei sacrifici ... degli statali, naturalmente !!!
I 25 miliardi di euro erogati per le spese militari , il bonus di 19 mila euro a classe per le scuole private e l' aumento di circa 200 euro mensili per gli insegnanti di religione sono un controsenso vero e proprio di un paese che si lamenta per la scarsa cultura dei suoi giovani, ma che non si preoccupa minimamente di salvaguardare i posti di lavoro nelle scuole pubbliche, le ore di lingua italiana (2)  tolte lo scorso anno con quella di tecnologia alle medie, le ore inesistenti per il sostegno degli alunni in difficoltà, le compresenze del tempo prolungato sparite nel marasma di tagli assurdi ed inconcepibili e la mancanza assoluta, ormai, di formazione e di aggiornamento dei docenti di ogni ordine e grado
Le scuole sono sempre più fatiscenti perchè i comuni o le province sono pure loro con l'acqua alla gola, senza fondi, senza soldi, senza mezzi, ma chi se ne frega, tanto i giovani hanno la Tv, i computer, la playstation ed il calcio !!!
E se non è il calcio è il basket o la pallavolo o la danza o qualche altra diavoleria che li tiene impegnati, il più a lungo possibile, lontano da casa ....
La Costituzione riconosce alla scuola pubblica statale italiana il compito di formare e istruire gli Italiani mentre le scuole private sono solo  una scelta possibile, ma non obbligata
La scuola pubblica, prima di Tremonti,  era ancora una scuola, con dei problemi, certamente, anche tanti magari, ma era anche bella e piacevole in molti casi . Ma ora ? Ora cos'è, dopo queste scelte scellerate che ricadono sui giovani, a cui vengono sottratte  risorse ed il  ruolo sociale, loro e dei loro insegnanti?
Lasciate i fanciulli senza guida, ne farete dei tiranni ...  Platone.

mercoledì 2 giugno 2010

Burn-out, insegnanti e scuola

" Il termine burn-out  ha fatto la sua prima apparizione nel gergo del mondo dello sport nel 1930 per indicare l'incapacità di un atleta, dopo alcuni successi, ad ottenere ulteriori risultati e/o mantenere quelli acquisiti.Lo stesso termine è stato riproposto in ambito socio-sanitario per la prima volta nel 1975 dalla psichiatra americana C. Maslach la quale, nel corso di un convegno, utilizzò questo termine per definire una sindrome i cui sintomi testimoniano l'evenienza di una patologia comportamentale a carico di tutte le professioni ad elevata  implicazione relazionale.  E' dunque stato riconosciuto come disturbo non della personalità ma del ruolo lavorativo.
Il burnout degli insegnanti è un argomento internazionale da almeno vent’anni, come hanno dimostrato gli studi condotti negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Israele, Australia, Canada, Norvegia, Malta, Barbados ed Hong Kong. Sul tema sono stati anche condotti studi comparativi tra sistemi scolastici di differenti paesi come Italia e Francia, Scozia e Australia, Giordania ed Emirati Arabi, Stati Uniti e Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Australia. La questione si estende anche agli aspetti socio-economici perché  influisce su costi, produttività ed efficienza del sistema scolastico.
  Il particolare rilievo sociale del problema coinvolge  in Italia quasi un milione d’insegnanti, per l’alto rischio professionale di sviluppare una patologia psichiatrica rispetto ad altre categorie di lavoratori; più di otto milioni di studenti con le rispettive famiglie, a rischio di fruire di un servizio inefficiente per assenze e demotivazione del personale docente; le istituzioni che si trovano ad affrontare le conseguenze socio-economiche date da un sistema scolastico inefficiente  per la demotivazione e l’assenteismo della classe docente , un aumento dei costi  per supplenze, giorni di malattia da retribuire, pensioni d’inabilità, equo indennizzo, assistenza sanitaria, risultati educativi e culturali insoddisfacenti; le parti sociali che hanno come mandato fondamentale quello di tutelare i diritti dei lavoratori; le associazioni di categoria degli insegnanti, degli studenti, delle famiglie chiamate a tutelare i rispettivi diritti e interessi.
  La sindrome del burn-out  è caratterizzata da affaticamento fisico ed emotivo e collasso delle energie psichiche con alta resistenza ad andare al lavoro ogni giorno, demoralizzazione, difficoltà di concentrazione,   preoccupazioni  eccessive o immotivate; sensazione di inadeguatezza,   incapacità di gestire il tempo in modo efficace e produttivo, con conseguente continua insoddisfazione per come lo si è utilizzato, indipendentemente dagli esiti raggiunti; rigidità di pensiero e resistenza al cambiamento; atteggiamento distaccato e apatico nei rapporti interpersonali, rigidità nell'imporre o applicare norme e regole, atteggiamento colpevolizzante  e critico nei confronti dei colleghi ; senso di frustrazione o di fallimento  per mancata realizzazione delle proprie aspettative, pessimismo e caduta dell'autostima.
Gli insegnanti che soffrono di burn-out non si sentono più realizzati sul lavoro e cominciano a svalutarsi sia sul piano professionale, sia, successivamente, su quello personale e, nonostante si sforzino, non riescono a frenare questo crollo della fiducia nelle proprie capacità e risorse; i nuovi impegni  sembrano loro insostenibili ed hanno la sensazione di non essere “all'altezza” dei problemi nel lavoro e nel privato. Hanno la sensazione che il lavoro li “invada”; non riescono a “staccare” mentalmente; il pensiero degli alunni o i problemi con i colleghi gli creano sempre più malessere, anche oltre l'orario di lavoro.
I sintomi del burn-out comprendono alcuni o molti tra i seguenti comportamenti : assenteismo; progressivo ritiro dalla realtà lavorativa -“disinvestimento”-: presenziare alle riunioni senza intervenire, senza alcuna partecipazione emotiva, e solo per lo stretto necessario; difficoltà a scherzare sul lavoro, talvolta anche solo a sorridere; ricorso a misure di controllo o allontanamento nei confronti degli altri ; perdita dell'autocontrollo; tabagismo e assunzione di sostanze psicoattive: alcool, psicofarmaci, stupefacenti ; disfunzioni gastrointestinali: gastrite, ulcera, colite, stitichezza, diarrea; astenia, cefalea, emicrania;  malattie della pelle: dermatite, eczema, acne, afte, orzaiolo; allergie e asma; insonnia e altri disturbi del sonno; disturbi dell'appetito; disturbi cardiovascolari, difficoltà sessuali
Sin dalla prima metà degli anni 80 la sindrome del burnout negli insegnanti è stata oggetto di particolare attenzione da parte di molti autori che più recentemente hanno descritto anche una quarta caratteristica rappresentata da smarrimento, cioè dalla perdita della capacità del controllo e del senso critico che consente di attribuire all’esperienza lavorativa la giusta dimensione .  La professione finisce per assumere un’importanza smisurata nell’ambito della vita di relazione e l’individuo non riesce a "staccare" mentalmente tendendo a lasciarsi andare anche a reazioni emotive, impulsive o violente. La categoria degli insegnanti è soggetta a una frequenza di patologie psichiatriche, indipendentemente da fattori quali il sesso e l’età, pari a due volte quella della categoria degli impiegati, due volte e mezzo quella del personale sanitario e tre volte quella degli operatori. Pur non essendo a tuttoggi contemplata nel DSM-IV (classificazione internazionale delle patologie psichiatriche)  la sindrome del burnout, quando trascurata, può trasformarsi in patologia psichiatrica.
La categoria degli insegnanti è sottoposta a numerosi stress di tipo professionale. La loro natura, sia in generale che con specifico riferimento allo scenario scolastico italiano, può essere ricondotta ad alcuni fattori riguardanti  la peculiarità della professione, in particolare una insufficiente maturazione emotiva, la tendenza all'eccessivo coinvolgimento nelle problematiche altrui, il rapporto con studenti e genitori, le classi numerose, la difficoltà di affrontare un mondo giovanile sempre più complesso e difficile, le situazione di precariato, la conflittualità tra colleghi, la costante necessità di aggiornamento;  la trasformazione della società verso uno stile di vita sempre più multietnico e multiculturale, con la crescita del numero di studenti extracomunitari;  il continuo evolversi della percezione dei valori sociali, come l'inserimento di alunni disabili nelle classi, la delega educativa da parte della famiglia a fronte dell’assenza di genitori-lavoratori o di famiglie monoparentali,  l’evoluzione scientifica, con internet e l'informatica;  il susseguirsi continuo di riforme, soprattutto l'autonomia scolastica, l'innalzamento della scuola dell’obbligo, l'ingresso nel mondo della scuola anticipato all’età di cinque anni e mezzo; la maggior partecipazione degli studenti alle decisioni e conseguente livellamento dei ruoli con i docenti; il passaggio critico dall’individualismo al lavoro in èquipe; l’inadeguato ruolo istituzionale attribuito/riconosciuto alla professione, con retribuzione insoddisfacente, scarsa considerazione da parte dell’opinione pubblica...
Vi sono reazioni individuali al burnout da evitare o da assumere . I singoli insegnanti  infatti adottano   reazioni di adattamento (coping strategies) differenti  per far fronte al burnout, nel tentativo di reagire a una situazione che, se non affrontata per tempo e adeguatamente, può degenerare in malattia psico-fisica. Le coping strategies possono essere azioni dirette, che mirano ad affrontare positivamente la situazione,  azioni  diversive, che sono tese a schivare l’evento e in cui si assume un atteggiamento apatico, impersonale, distaccato nei confronti di terzi, di fuga o di abbandono dell’attività, per sottrarsi alla situazione stressogena, ed azioni  palliative,  incentrate sul ricorso a sostanze come caffè, fumo, alcool, farmaci.
 Per evitare il burn-out gli insegnanti  dovrebbero  evidenziare gli aspetti positivi del lavoro e non concentrarsi solo su quelli negativi; provare sempre ad ascoltarsi, a guardarsi dentro, a recuperare dentro di sé la propria motivazione e la propria capacità di alimentare desideri; coltivare interessi al di fuori dal lavoro per distrarsi e non focalizzare l’attenzione esclusivamente sui problemi professionali;  mantenersi in buona salute, fare esercizio fisico, dormire adeguatamente, mangiare in modo sano e gestire al meglio il proprio tempo; lavorare in compagnia di altre persone per non sentirsi soli e condividere lo stress e per gratificarsi; pianificare ogni giorno in modo che le attività gratificanti e quelle non gratificanti siano alternate.
 Trattandosi però di un problema psichico con fattori storico-socio-culturali che  interessa la collettività, sarebbe necessario e fondamentale un costruttivo dibattito  tra gli attori istituzionali coinvolti   che  contemplasse anche e soprattutto  la rivisitazione/rivalutazione del ruolo istituzionale dell’insegnante nella società contemporanea, sfatandone al contempo gli stereotipi negativi, ben radicati nell’opinione pubblica, in primis  la mistica del suo "missionariato" o, al contrario,  la   scarsa motivazione o l'incompetenza o il   numero eccessivo di giorni di vacanza estivi, natalizi e pasquali !!!, ma anche le sue retribuzioni e la carriera ed un più ampio potere con maggiore libertà . Dovrebbero dunque  fare la loro parte anche le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria e le rappresentanze di studenti e famiglie
Garantire un clima  gratificante per l'insegnante significa gestire il suo carico emotivo personale a favore della promozione del benessere psicofisico e prevenire problematiche relative allo stress lavorativo. E' fondamentale infatti la prevenzione di una sindrome da   burn-out, che rappresenta senz'altro la patologia di un'organizzazione lavorativa  “ disorganizzata”, di una reazione di difesa alla tensione emotiva cronica creata dal contatto continuo con altri esseri umani, in particolare quando essi hanno dei problemi o motivi di sofferenza, con conseguenti ripercussioni negative sia sulla salute dell' insegnante sia sulla qualità dei servizi stessi forniti alla collettività degli utenti.  "
" In Francia, dopo gli   allarmanti dati sui suicidi tra i docenti, il governo è corso ai ripari affiancando uno psichiatra di supporto ogni 300 insegnanti. "In Italia , come ha dichiarato Vittorio Lodolo Doria, medico e responsabile dell'area Studio e tutela del benessere psicofisico degli operatori scolastici della fondazione Iard - nessuno si preoccupa di un fenomeno che è soggetto ad un rapido aumento !".
( i dati di questo post sono stati trovati in Internet e riassunti da ericablogger

Il burn -out

" Il burn-out  può  essere inteso come una strategia particolare adottata dagli operatori per contrastare la condizione di stress lavorativo determinata da uno squilibrio tra richieste o esigenze lavorative e risorse disponibili, ma va inteso anche come un processo multifattoriale che riguarda sia i soggetti che la sfera organizzativa e sociale nella quale operano.
Il concetto di burn-out , letteralmente essere bruciati, esauriti, scoppiati, è stato introdotto per indicare una serie di fenomeni di affaticamento, logoramento e improduttività lavorativa registrati nei lavoratori inseriti in attività professionali a carattere sociale. Questa sindrome è stata osservata per la prima volta negli Stati Uniti in persone che svolgevano diverse professioni d’aiuto: infermieri, medici, insegnanti, assistenti sociali, poliziotti, operatori di ospedali psichiatrici, operatori per l’infanzia.
Attualmente non esiste una definizione universalmente condivisa del termine burn-out.
 Freudenberger è stato il primo studioso a usare il termine “burn-out” per indicare un complesso di sintomi, quali logoramento, esaurimento e depressione riscontrati in operatori sociali americani. Successivamente Cherniss con “burn-out syndrome” definiva la risposta individuale ad una situazione lavorativa percepita come stressante e nella quale l’individuo non dispone di risorse e di strategie comportamentali o cognitive adeguate a fronteggiarla. Secondo Maslach, il burn-out è un insieme di manifestazioni psicologiche e comportamentali che può insorgere in operatori che lavorano a contatto con la gente e che possono essere raggruppate in tre componenti:  esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale.
L’esaurimento emotivo consiste nel sentimento di essere emotivamente svuotato e annullato dal proprio lavoro, per effetto di un inaridimento emotivo del rapporto con gli altri. La depersonalizzazione si presenta come un atteggiamento di allontanamento e di rifiuto, con risposte comportamentali negative e sgarbate, nei confronti di coloro che richiedono o ricevono la prestazione professionale, il servizio o la cura. La ridotta realizzazione personale riguarda la percezione della propria inadeguatezza al lavoro, la caduta dell'’autostima ed il sentimento di insuccesso nel proprio lavoro.
Il soggetto colpito da burn-out manifesta sintomi aspecifici come irrequietezza, senso di stanchezza ed esaurimento, apatia, nervosismo, insonnia, sintomi somatici come  tachicardia, cefalee, nausea ..., sintomi psicologici come depressione, bassa stima di sé, senso di colpa, sensazione di fallimento, rabbia e risentimento, alta resistenza ad andare al lavoro ogni giorno, indifferenza, negativismo, isolamento, sensazione di immobilismo, sospetto e paranoia, rigidità di pensiero e resistenza al cambiamento, difficoltà nelle relazioni con gli utenti, cinismo, atteggiamento colpevolizzante nei confronti degli utenti .
 Tale situazione di disagio molto spesso induce il soggetto ad abuso di alcool o di farmaci.
Gli effetti negativi del burnout non coinvolgono solo il singolo lavoratore ma anche l’utenza, a cui viene offerto un servizio inadeguato ed un trattamento meno umano.
A determinare il burn concorrono  variabili individuali, fattori socio-ambientali e lavorativi. Per l’insorgenza del burnout possono avere importanza fattori socio-organizzativi quali le aspettative connesse al ruolo, le relazioni interpersonali, le caratteristiche dell’ambiente di lavoro, l’organizzazione stessa del lavoro. Inoltre sono state studiate le relazioni tra variabili anagrafiche - sesso, età, stato civile - e insorgenza del burn-out. Tra queste l’età è quella che ha dato luogo a maggiori discussioni tra i diversi autori che si sono occupati dell’argomento. Alcuni sostengono che l’età avanzata costituisca uno dei principali fattori di rischio di burn-out mentre altri ritiene invece che i sintomi di burnout sono più frequenti nei giovani, le cui aspettative sono deluse e stroncate dalla rigidezza delle organizzazioni lavorative. I risultati sembrano quindi indicare una polarizzazione tra “specialità a più alto burn-out”, dove spesso ci si occupa di pazienti cronici, incurabili o morenti, e “specialità a più basso burn-out”, ove i malati hanno prognosi più favorevole."
Idati sul burn out sono stati trovati in  Internet  e riassunti da ericablogger 

Scuola di follia

Anche quest'anno la fine della scuola è stata molto stancante, con le ultime verifiche da correggere tutte assieme, le relazioni di molte classi da preparare, i prescrutini e gli scrutini  che decidono della promozione di tanti ragazzi,  troppo ore passate a scuola senza altro tempo per dedicarsi a se stessi ed alla propria vita privata... Alcune settimane di stress sicuramente,  che si  affrontano  con calma e serenità  se non si  hanno alle spalle precedenti periodi di forti tensioni, di depressioni o di burn out, che già hanno intaccato la resistenza fisica e psichica dell'insegnante
Recentemente, proprio mentre cercavo in internet maggiori dati sul burn out, ho trovato la recensione di un libro decisamente interessante, che cercherò di acquistare al più presto  perchè tratta di un argomento poco conosciuto e sottovalutato che si sta purtroppo diffondendo sempre più nella scuola italiana:
" Scuola di follia " Curatore Lodolo D'Oria V. ,2005, 288 p.  € 24,00  Editore Armando Editore (collana Scaffale aperto/Psicologia)

Ecco una parte della recensione del libro di Lodolo D'Oria, di cui segnalo l'attività di prevenzione/formazione da lui svolta : "   Sull’autorevole rivista scientifica de La Medicina del Lavoro (N. 5/2004), è stato di recente pubblicato il primo studio che riconosce agli insegnanti il maggior rischio professionale di sviluppare vere e proprie malattie psichiatriche. Cosa succede quando la follia sale in cattedra e il docente stremato dà i numeri? A raccontarlo è  il medico  Lodolo D’Oria  che, con l’intento di dare voce ad una scuola sofferente, ha raccolto storie di disagio mentale nel volume Scuola di Follia. Tutte le vicende narrate presentano inquietanti analogie: l’ambiente scolastico diviene invivibile; i piccoli alunni appaiono terrorizzati; gli studenti si ribellano; i genitori cambiano scuola ai figli; i docenti confliggono tra loro; gli spaesati dirigenti scolastici dapprima ricorrono alle sanzioni disciplinari, poi s’improvvisano psichiatri, infine scaricano il malcapitato ad un ignaro collega-dirigente di altro istituto, dove il disagio si manifesterà ovviamente ingigantito, fino a rendere talvolta necessario l’intervento della Forza Pubblica. Il medico milanese documenta lo scottante fenomeno del disagio mentale dei docenti – esploso soprattutto dopo la riforma delle baby pensioni del ’92 – ricorrendo ai trenta casi clinici osservati in Commissione Medica per l’Inabilità al Lavoro. Una questione che – sottolinea l’autore – è ostinatamente rigettata da un’opinione pubblica imbevuta di nefasti stereotipi sugli insegnanti, è per lo più sconosciuta agli stessi operatori scolastici, infine viene completamente ignorata dal mondo medico-scientifico che, non studiandola, non sa come trattarla e prevenirla. Il libro-dossier propone soluzioni e affronta anche l’atteggiamento schivo e talvolta sorprendente di istituzioni e sindacati che, nell’attuale fase di riforma scolastica e previdenziale, sembrano ignorare il fenomeno."

Presidio pacifista

" Oggi, Martedì 1° Giugno, alle  17,30 in PIAZZA RANZONI  INTRA PRESIDIO PACIFISTA DI PROTESTA CONTRO L'ATTACCO DELLA MARINA ISRAELIANA alla flottiglia pacifista che stava portando a Gaza aiuti umanitari, attacco che ha fatto 19 morti.
PD Vco "

domenica 30 maggio 2010

'Salvaforeste'

"Buone notizie per le foreste indonesiane e gli ultimi oranghi di Sumatra. Grazie alla classifica 'Salvaforeste' di Greenpeace, Feltrinelli stamperà i suoi libri solo su carta sostenibile.
Dopo l'incursione pacifica degli oranghi presso lo stand di Feltrinelli al Salone del Libro di Torino, Greenpeace ha incontrato la direzione della casa editrice che ha annunciato la decisione, con effetto immediato, di utilizzare per i propri libri solo ed esclusivamente carta certificata FSC (Forest Stewardship Council), proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile e responsabile.
Al Salone del Libro la classifica 'Salvaforeste' ha convinto anche altri editori a mostrare più trasparenza sulla carta utilizzata per i propri libri e a rispondere al questionario dell'Associazione ambientalista, guadagnando posizioni "più verdi". Tra queste: Minimum Fax, Stampa Alternativa e Baldini Castoldi & Dalai.
Questi passi avanti nel mondo dell’editoria dimostrano che stare dalla parte delle foreste e della biodiversità non solo è necessario ma anche possibile.
Una volta informata dei crimini ambientali perpetrati in nome della produzione di carta in Indonesia, Feltrinelli ha avuto bisogno di quarantotto ore per prendere la decisione di stampare solo su carta sostenibile. Cosa aspettano Mondadori e RCS Libri a fare lo stesso?
Se gli editori con le loro scelte non fermeranno immediatamente l'avanzata di criminali forestali come APP (Asian Pulp and Paper) nel mercato italiano, saranno corresponsabili della distruzione delle ultime foreste tropicali. Il futuro delle foreste e del pianeta è nelle pagine dei loro libri.!"
dalla newsletter di Greenpeace

giovedì 20 maggio 2010

Comunicato del CPA Milanese

In questi ultimi giorni ho avuto poco tempo per leggere i quotidiani ma un piccolo trafiletto su La Stampa di Torino non mi era sfuggito: una manifestazione nazifascista preannunciata per il 22 maggio a Milano era stata sospesa dal  Prefetto 
Questa sera ho aperto la posta email ed ho trovato una comunicazione di un'amica di web, Daniela Roman, Presidente A.N.P.I. di Trezzano sul Naviglio, anche lei figlia di un IMI reduce dai campi di concentramento nazisti, di cui ho pubblicato tempo fa un toccante racconto dei suoi ricordi di guerra nell' altro mio blog, Pensieri in Libertà
Pubblico volentieri ciò che mi ha inviato Daniela perchè ritengo che sia necessario e doveroso non dimenticare, per ricordare il sacrificio dei nostri padri e per far sì che i nostri giovani possano conoscere anche loro cosa sia stato veramente l'antifascismo di chi lo ha vissuto e subito sulla propria pelle
Questo eccessivo buonismo e perdonismo degli ultimi tempi nei confronti dei fascisti non mi piace e non riesco a capire come si possano mettere sullo stesso piano coloro che erano dalla parte degli assissini nazisti , spesso assassini loro stessi, e chi invece ha combattuto per salvare i valori della democrazia e della libertà, dicendo no proprio in quei campi di concentramento dove erano finiti dopo l'8 settembre. Giovani di 20- 21-22 anni ed anche meno che per due lunghi anni hanno sofferto,  schiavi di un regime barbaro e crudele, e che per il resto della loro vita hanno convissuto con malattie, cicatrici e ricordi atroci, nell'oblio di un paese che troppo spesso non ha mai neppure saputo chi fossero e cosa avessero fatto e subito quei giovani militari vittime di una guerra assurda voluta da Mussolini e dai gerarchi fascisti

"Comunicato
Il Comitato Permanente Antifascista Milanese,
rammaricandosi che alla richiesta di vietare la manifestazione nazifascista preannunciata per il 22 maggio e di incontrare una delegazione del Comitato, formulata da diversi giorni, non sia stata data alcuna risposta da parte del Prefetto e del Questore di Milano e che nessun riscontro sia pervenuto da parte del Sindaco;
considerato che Milano, città medaglia d’oro della Resistenza, non può subire l’offesa di manifestazioni di chiaro stampo fascista, contrarie alla Costituzione ed alle leggi vigenti,
promuove un presidio, con deposito di corona, davanti alla lapide che ricorda il contributo di Milano alla Liberazione del Paese, collocata in Piazza della Scala, per sabato 22 maggio 2010, alle ore 10,30.
Il presidio si sposterà poi, con percorso Piazza della Scala, via S. Margherita, via S. Pellico, in via Mercanti, dove – alle ore 11,15 – sarà deposta una corona nella Loggia dei Mercanti, sotto le lapidi dei Caduti per la Libertà; seguiranno brevi interventi di esponenti del Comitato per illustrare ai cittadini le ragioni della protesta e la richiesta che cessino, a Milano, le manifestazioni di tipo fascista, che da qualche tempo si stanno ripetendo, con eccessiva tolleranza da parte di non pochi organi istituzionali, recando evidente offesa all’intera città.
p. il Comitato Permanente Antifascista
Prof. Carlo Smuraglia
Segreteria Organizzativa: via S. Marco, 49 – tel. 02.76023372/73

Corsi di Formazione RLS

E' terminato oggi, all'Istituto Cobianchi di Verbania Intra, il corso di formazione di 32 ore per RLS, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza
Per oltre due mesi, una volta alla settimana, in giorni differenti, sono partita da casa ma, invece di fermarmi ad Omegna ed andare a scuola, ho continuato il viaggio in autobus fino a Intra, dove ho seguito 4 ore di lezioni formative sulla funzione di RLS
E' stato "faticoso" rinunciare alle lezioni in classe con i miei alunni ma ho seguito con notevole interesse ciò che ci è stato presentato ed insegnato da un docente esperto del Cobianchi, da esperti arrivati dall' ITIS Avogadro di Torino, da due funzionari degli organi di vigilanza, prevenzione e   sicurezza del VCO (S.Pre.S.A.L)  e da una rappresentante sindacale.
Oggi abbiamo terminato le lezioni teoriche e abbiamo fatto un esame finale, di cui ci verranno dati in seguito gli esiti
Ma chi è esattamente un RLS ?
Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza è stato previsto inizialmente dall’art.18 del D.Lgs.626/94. ed in seguito dal Testo Unico 81/04 ed è una “persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro”.
Un compito non facile ma utile per tutti coloro che fanno parte di un'azienda, di un luogo lavorativo di altro tipo  o, come nel nostro caso, di una scuola
L' RLS deve infatti poter accedere ai luoghi di lavoro, essere consultato preventivamente e tempestivamente dal datore di lavoro in ordine alla valutazione dei rischi, essere consultato in merito all’organizzazione della formazione dei lavoratori circa la sicurezza e la salute sul lavoro, formulare osservazioni in occasione di visite e verifiche effettuate dalle autorità competenti, fare proposte in merito all’attività di prevenzione, poter ricorrere alle autorità competenti nel caso che le misure di prevenzione e protezione adottate dall’azienda non siano idonee a garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Noi dunque saremo per 3 anni il tramite tra il datore di lavoro ed i lavoratori, collaboreremo anche con l' RSPP, il responsabile della scuola per la prevenzione e la protezione, e dovremo vigilare affinché tutto proceda al meglio e siano applicate norme e leggi  previste
Durante il corso abbiamo affrontato i temi della individuazione e della valutazione dei rischi, della redazione del documento dei rischi - il DVR o DUVRI -, di alcune delle principali dinamiche infortunistiche quali il rischio chimico, il rischio  biologico, il rumore, la movimentazione manuale dei carichi ed i rischi psico-sociali nell'ambito del lavoro, come lo stress e la depressione, il mobbing ed il burnout, ed  abbiamo analizzato gli aspetti legislativi della sicurezza nei luoghi di lavoro, la funzione dei soggetti pubblici che operano nella prevenzione, la responsabilità del datore di lavoro, il ruolo degli altri soggetti del sistema di prevenzione - RSPP, RLS, Medico competente, Primo Soccorso ed Antincendio- e l´impiego dei dispositivi di protezione individuali , i DPI.
Auguro a tutti i compagni e le compagne di corso un buon lavoro nelle loro scuole ed un proficuo impiego di tutto ciò che ora sappiamo !
Un grazie ad Antonio che ci ha preparato una mail apposita, rlsvco@gmail.com, e ci ha inviato del materiale, ma uno anche a Marco che ci ha seguiti in questi due lunghi mesi
Se volete saperne di più invece cliccate in  http://scuolevcorls.myblog.it/, il sito aperto da uno degli RLS della provincia di Verbania

lunedì 3 maggio 2010

Giochi antichi di strada

Ad Omegna, venerdì 30 aprile le classi prime della scuola media Beltram hanno partecipato ad una manifestazione provinciale molto insolita ed originale sui Giochi antichi di strada, organizzata dalla Direzione Didattica 1 di Omegna e dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte -Ufficio Educazione Motoria, Fisica e Sportiva per il Verbano Cusio Ossola, in collaborazione con il Comune di Omegna, la Pro Senectute, la Consulta del Volontariato locale, il Corpo volontari del Soccorso, la Pro Loco, la sezione NovaCoop di Omegna, l'ANA di Omegna, le guardie ecologiche volontarie di Omegna, la Comunità Montana due Laghi ,Cusio-Mottarone e Val Strona, ed i nonni e genitori coinvolti nella trasmissione dei giochi antichi.
Oltre 500  alunne ed alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado del Verbano Cusio Ossola hanno partecipato ai giochi nelle piazze di Omegna : dalla Piazza degli arcobaleni, luogo di ritrovo, al Piazzale del Forum Pasquale Maulini ed alla Piazza Municipio fino al Lungolago ed al Centro Sportivo di Bagnella hanno passato un'intera mattinata a giocare con le Figurine, con i Birilli a bocce quadre, con la Cerbottana, con la Palla a muro ,  con il Salto della corda (singolo e con corda lunga) e con l' Elastico (versione italiana, messicana,ucraina), con gli Scacchi e tanti altri giochi di una volta, dalla Cina ciana tana (gioco di biglie) alle Pignatte, da Mondo, settimana, cielo terra, campana al gioco tappi, al Gioco dei cerchietti e dei cerchi, a I quattro cantoni ed al Gioco della trottola
Non poteva mancare la  Pistadelle  biglie sulla sabbia mentre alla Fontana Partigiani sono invece state costruite delle barchette di carta da far navigare nella fontana, portatrici di una parola di pace o di poesie di Rodari sulla pace
Un modo piacevole e divertente per iniziare a ricordare i 150 anni dell'Unità di Italia !

L' ultima canzone di Nicholas Sparks

" Ronnie si chiese se il pastore Harris fosse già arrivato in chiesa. Mentre guardava le onde infrangersi sulla spiaggia, dalla finestra della camera, si domandò anche se fosse ancora in grado di notare il gioco di luce che filtrava dalla vetrata dietro l'altare..."
Inizia così L'ultima canzone (The Last Song) di Nicholas Sparks, ed Frassinelli  2009
E' il quindicesimo romanzo dello scrittore americano, nato il 31 dicembre 1965, a Omaha, in Nebraska, che in tredici anni di attività  ha scritto alcuni tra i best-sellers mondiali più belli e più amati, in particolare Le pagine della nostra vita del 1996, Le parole che non ti ho detto del 1999, I passi dell'amore del 2002, e Come un uragano, sempre del 2002 
Sono libri che non si dimenticano e che si rileggono sempre con profonda emozione perchè i protagonisti delle storie di Sparks sono persone comuni che vivono amori straordinari, segnati da grandi drammi e dal dolore.
 Ne L'Ultima  Canzone la protagonista è Veronica Miller, che tutti chiamano Ronnie, una adolescente di quattordici anni, un’età difficile, che lo è ancora di più da quando le sue giornate spensierate di adolescente sono state interrotte dalla cattiva notizia che i suoi genitori hanno deciso di divorziare e che il padre, ex pianista e professore di musica, da New York si trasferirà nel North Carolina,  alla ricerca di se stesso e di una serenità ed un equilibrio che non ha più da tempo, ormai
 Passa il tempo ma Ronnie non riesce a perdonare il padre, che non ha più visto, e continua ad essere furiosa nei suoi confronti. La situazione diventa sempre più pesante, ingestibile, e diventa necessario fare qualcosa per questa giovane donna a cui manca il sorriso, la felicità, l’abbandono al piacere, alla gioia per le piccole cose.
La madre di Ronnie, stanca del clima che regna in casa, triste per il malessere della figlia  e per l’ostilità che nutre verso il suo ex marito, decide di mandare Ronnie a passare il periodo estivo in una piccola città che si affaccia sull’oceano, dove il padre trascorre le sue giornate in contatto con la natura, in pace con se stesso, intento a creare una vetrata che verrà destinata alla chiesa del luogo, insieme con il fratellino.
La speranza che spinge la madre di Ronnie a questo gesto è quella di un riavvicinamento fra padre e figlia ma inizialmente tutto sembra precipitare perchè Ronnie si oppone in tutti i modi a quel padre che odia così tanto e si mette subito nei guai ...
Saranno l'amore e la speranza per un futuro migliore con il ragazzo che ha conosciuto che cambieranno completamente Ronnie
Il finale è a sorpresa ma chi ama i libri di Sparks anche questa volta dovrà affrontare   la tristezza  di un dramma finale che sconvolgerà le vite dei personaggi del libro