Anni fa ho letto un bellissimo libro molto commovente, scritto da Miep Gies , sulla vita di Anna Frank
Miep Gies, che scoprì i famosi diari di Anna, uno dei simboli della Shoah, è morta in Olanda a quasi 101 anni
Miep era l’ultima superstite del gruppo di persone che, dal luglio 1942 all’agosto 1944, aiutò Anna e la famiglia Frank
Nel 1922 a Amsterdam Miep aveva incontrato Otto Frank, il padre di Anna, e fu assunta nella sua azienda, la Opekta, che produceva preparati per marmellate.
Nel 1922 a Amsterdam Miep aveva incontrato Otto Frank, il padre di Anna, e fu assunta nella sua azienda, la Opekta, che produceva preparati per marmellate.
Con il marito ed alcuni colleghi, dopo l’invasione nazista dell’Olanda, aiutò a nascondere Edith e Otto Frank, le loro figlie Margot e Anne e gli altri ebrei che temevano di essere deportati nell’ appartamento segreto sopra gli uffici dell’Opekta, nella parte ovest di Amsterdam.
Il nascondiglio venne scoperto la mattina del 4 agosto 1944 per la soffiata di un informatore della Gestapo.
Gli occupanti furono tutti arrestati ma Miep fu lasciata andare perchè l’ufficiale addetto alla perquisizione era austriaco come lei.
Nell’appartamento rimasto vuoto Miep trovò il diario di Anna e lo nascose in uno scrittoio pensando che la ragazza sarebbe ritornata.
Nell’appartamento rimasto vuoto Miep trovò il diario di Anna e lo nascose in uno scrittoio pensando che la ragazza sarebbe ritornata.
Al termine della guerra, quando venne a sapere che era morta di tifo nel campo di Bergen-Belsen, consegnò l’insieme di fogli e taccuini all’unico superstite della famiglia, il padre di Anna, che li organizzò in un diario e li pubblicò nel 1947.
Assieme al marito Jan, Miep divenne una sorta di ambasciatrice della memoria di Anna e del suo diario, una delle testimonianze più toccanti degli orrori dell’Olocausto, e si impegnò sempre contro i negazionisti e contro chi sosteneva che i pensieri di Anna erano solo un falso.
Assieme al marito Jan, Miep divenne una sorta di ambasciatrice della memoria di Anna e del suo diario, una delle testimonianze più toccanti degli orrori dell’Olocausto, e si impegnò sempre contro i negazionisti e contro chi sosteneva che i pensieri di Anna erano solo un falso.
Una donna ammirevole che fece dell'amicizia per una giovane ebrea morta nei campi di sterminio nazisti il fulcro della sua vita
1 commento:
un saluto da Filippo
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