" 2 marzo 1949. Undicesima divisione di Mokotow, prigione di Varsavia. Vengo traslocato in una nuova cella, già occupata da due uomini. ...
- Sind Sie Pole? ( lei è Polacco)- chiede il più anziano dei due, un uomo piccolo, magro, con mani dalle vene sporgenti, la tonda pancia a patata e grandi spazi vuoti tra un dente e l'altro. Giacca grigioverde, pantaloni da carcerato, zoccoli. Camicia trasandata.
- Sì. e voi ? -
- Tedeschi. Siamo sogennante Kriegsverbrecher ( cosidetti criminali di guerra ) -
Apro il fagotto, cerco di ricavare a forza un po' di spazio per sistemare le mie cose. Il più anziano mi facilita il compito senza che l'abbia incoraggiato a farlo. Non parliamo. Siamo tutti e tre emozionati
" Tedeschi - mi dico - Mai visti così da vicino. Nazisti degli anni dell'occupazione : mi sembra di vederli come fosse ieri ..."
da Conversazioni con il boia di Kazimierz Moczarski , Bollati Boringhieri
Per la Giornata della Memoria ho scelto la pagina iniziale di un libro che ho letto qualche tempo fa: è una storia umana e personale, difficile da immaginare, ma vera ed importante per non scordare cosa è stato il nazismo.
L'autore era un comandante partigiano polacco non comunista che fu rinchiuso in prigione dopo la guerra e condannato a morte.
Nel 1949 per 255 giorni condivise la cella con il generale delle SS Jurgen Stroop, il carnefice nazista che organizzò lo sterminio di 550 000 ebrei galiziani e di 71 000 prigionieri del ghetto di Varsavia
Stroop fu giustiziato il 6 marzo 1952 mentre Moczarski, liberato e riabilitato nel ' 56, dedicò il resto della sua vita a mettere su carta le confessioni del boia nazista tedesco per creare un libro che è un documento unico nella memoria di quei terribili giorni di sofferenza e di morte...
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