sabato 22 ottobre 2011

Giaglione e No Tav

" Si sono intensificate stamani, da parte delle forze dell’ordine, le attività di controllo del territorio e monitoraggio delle aree intorno al cantiere della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione alla Maddalena di Chiomonte, dove domani si svolgerà la manifestazione dei movimenti No Tav.
Dalla scorsa mezzanotte l’area è off limits, secondo quanto stabilito con un’ordinanza del Prefetto di Torino che prevede la chiusura di tratti di strade provinciali, vie, sentieri, prati e boschi a Chiomonte e Giaglione, i due comuni dove si svolgerà la manifestazione di domani.
Per il pomeriggio di oggi è previsto un sopralluogo nella zona della Maddalena da parte di un gruppo di leader dei movimenti No Tav per verificare il percorso del corteo di domenica che dovrebbe partire dal campo sportivo di Giaglione. Sia nell’assemblea di giovedì sera, sia nella giornata di ieri, i movimenti No Tav hanno confermato la volontà di raggiungere le reti di protezione del cantiere, ma anche quella di evitare incidenti e scontri. L’area off limits sarà protetta da un consistente numero di uomini di forze dell’ordine (si è parlato di di 1.600-2.000 unità fra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza), con idranti e anche elicotteri.
A vigilare che nessuno provi a violare la "zona rossa" ci sono centinaia di uomini e il numero delle forze dell’ordine impegnate il giorno della manifestazione sarà di circa 2.000 unità. I No Tav protestano: «L’area interdetta è stata raddoppiata, così si aumenta la tensione». C’è forte apprensione in Val di Susa, perchè non tutti sembrano disposti ad accettare l’obbligo di restare lontano dalla recinzione."  22 ottobre 2011 da La Stampa online Torino


I miei bisnonni venivano da Coazze e si stabilirono a Giaglione più di un secolo fa; mia nonna parlava il giaglionese e mio papa' anche. Io sono nata lontana dal paese di nascita di mio papà, ma lo conosco bene E  sono  contraria alla TAV, che sara' l' ultimo anello di uno scempio perpetrato dall’uomo "moderno" alla bella Val di Susa, alle sue montagne e alle sue popolazioni, da secoli fieri combattenti contro gli invasori . Giaglione in particolare ha una lunghissima storia molto interessante.
I Valsusini della Val di Susa non sono valligiani sperduti tra le montagne. In questa bellissima valle piemontese al confine con la Francia vi sono rinomate stazioni sciistiche, culture antiche e lingue ormai scomparse altrove. A tre chilometri da Susa, sulla strada a tornanti che porta al passo del Moncenisio, si trova Giaglione, diviso in borgate, sparse sulla montagna, a 800 metri circa dal livello del mare, con una bella chiesa antica al centro, che si erge isolata, e circondato dalle Alpi piemontesi, le alte montagne innevate dove passò Annibale con i suoi elefanti di storica memoria .   Di fronte al paese si erge alto ed imponente il Rocciamelone, maestoso quando è imbiancato dalle nevi dell' inverno. Giaglione è uno dei paesi No Tav
Ma è anche un paese con una storia lunga ed affascinante: alla confluenza tra due valli, si affaccia sulla Dora sottostante, proprio là dove la fine delle glaciazioni formò il profondo letto del fiume e le alte pareti rocciose delle Gorge, di difficile accesso ma estremamente affascinanti nella loro selvaggia unicità
Il torrente Clarea invece, canalizzato nel 1459 per meglio sfruttare le sue acque, fu all' origine di secolari discordie fin da epoche assai remote, spesso degenerate in scontri armati fra gli abitanti delle terre limitrofe. In epoca medievale il dissidio per il possesso dell' acqua della Clarea fu acuito da motivi religiosi per la presenza valdese e luterana in alta valle e dall' appartenenza a stati diversi delle parti in lite. L’ importanza del torrente era dovuta anche al fatto che le sue acque mettevano in moto i mulini della Comunità dei Signori feudali . Sul versante dei Colli, rivolto a Nord, alcune decine di metri sopra la statale del Moncenisio, in una zona ormai appartata, dove una volta passava una mulattiera, si trovano ancora dei possibili menhirs e nel II - III secolo dopo Cristo i Romani costruirono proprio qui, nella regione detta Favaruta, un nuovo percorso per abbreviare i movimenti fra Susa e la Valle dell' Arc.
La prima metà del X secolo segnò il periodo piu' misero per la Valle di Susa perchè, entrata nella marca di Torino, nel più vasto regno d' Italia, subì le scorrerie saracene giunte da Francia e Borgogna.
Il risveglio iniziò con la cacciata dei Saraceni da parte di Arduino III attorno al 951. Suo nipote Olderico Manfredi si distinse per le donazioni alle nuove abbazie sorte nel frattempo e la figlia Adelaide ereditò le sue ricchezze e sopravvisse a tre mariti . Uno di questi fu Odone, figlio del Conte Umberto Biancamano; iniziò così a formarsi la dominazione sabauda dei futuri Savoia . Importante per Giaglione fu sicuramente la figura di questa donna ed i suoi rapporti con le abbazie della Novalesa e di San Giusto di Susa, che per secoli mantenne la propria giurisdizione spirituale e scomunicò o inquisì i sospetti di eresia. In tempi successivi il paese vide passare i Lanzichenecchi prima, i Francesi, che nel 1537, al tempo della vendemmia, irritati per la tenace resistenza degli uomini del paese, si sparsero furenti per le borgate ed incediarono il castello superiore e delle case intorno, saccheggiando quelle rimaste, e gli Spagnoli poi .
Nel libro " Giaglione Storia di una comunità " di Baldassare Molino si racconta inoltre che i libri dei sindaci registrarono nel 1666 un contributo di uomini per fare la guardia contro gli eretici valdesi di Luserna e dell' uccisione nel 1689 degli esuli valdesi al ritorno verso le valli natie, dopo le persecuzioni di Vittorio Amedeo e dei Francesi, e di numerosi di loro sulle barricate fatte ergere in paese.
E che dire poi dell' accusa di eresia all' intera comunità nell'agosto 1541, quando venne presa di mira dall' inquisitore della Novalesa ? Alcuni abitanti furono anche in seguito, nella seconda metà del XVI secolo, vittime della mania ossessiva di vedere streghe ovunque e, processati e torturati, furono poi condannati a morte o condannati al carcere a vita e alla confisca di tutti i loro beni.
Da Giaglione nel 1600 passarono anche le epidemie di peste che falcidiavano l'alta valle e la Maurienne, e da qui passò  pure Napoleone Bonaparte
Ancora oggi a Giaglione si può assistere, in determinate feste religiose, in particolare il 22 gennaio, giorno del patrono San Vincenzo, alla Danza degli Spadonari, la cui origine si perde nella notte dei tempi.
Quattro uomini, accompagnati dalla musica, eseguono un numero prestabilito di figure e di movimenti coreografici, con un particolare abbigliamento: camicia e guanti bianchi, pantaloni e scarpe blu, giubbotti con alamari, ognuno dei quattro di diverso colore, un grembiulino di foggia massonica ed un bellissimo copricapo ricoperto di fiori frutti e nastri colorati.
Le spade usate per la danza sono spadoni da torneo di 130 cm, usate a due mani, con l' impugnatura con due borchie di ottone e la lama dritta a doppio taglio.
Si pensa che l' origine di questo ballo armato debba essere ricercato nella tradizione bellica dei Celti. La festa del dio del fuoco Beldan dei primi di maggio era molto importante per i celti perchè le ragazze si incoronavano e i giovanotti ballavano agitando le spade.
 Anche il bran, collegato alla Danza degli Spadonari, nasce pure lui a Giaglione.
Il bran è una grande composizione che una ragazza del paese porta durante il corteo, tenendolo alto sul capo: è un traliccio fatto con fiori, spighe di grano e grappoli d' uva, intessuto con fiocchi e nastri colorati, che in basso ha una grossa forma di pane casereccio, a rappresentare la radice di tutto. Con il bran e gli Spadonari sfilano anche le 6 priore e le donne del paese in costume
A Giaglione si parla ancora un patois francoprovenzale e vi è un Centro di documentazione molto interessante
Il francoprovenzale è l' insieme dei dialetti galloromanzi dei dintorni di Lione, della Savoia, della Svizzera francese, della Valle d’Aosta e di una piccola parte del Piemonte: la media e bassa Val Susa, la Val Cenischia, la Val Sangone, le Valli di Lanzo, le Valli Orco e Soana.
Giaglione è una roccaforte di questo dialetto molto particolare, che fu insegnato come prima lingua ai bambini fino ai primi anni '60, se entrambi i genitori erano Giaglionesi . Conoscerlo e capirlo è l' eredità dei nostri padri, il segreto della loro vita, delle loro sofferenze e delle loro gioie ...

Io spero con tutto il cuore che domani Giaglione resti un luogo di pace e di gioia e che le manifestazioni No Tav  non debbano subire violenze e pestaggi, come è già successo altre volte, purtroppo

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