Ieri pomeriggio ho accompagnato mia mamma ad una cerimonia funebre nella chiesa parrocchiale a Crusinallo. Erano tante le persone presenti che, insieme agli ultimi partigiani ancora in vita, hanno assistito al funerale di Gianni Spadazzi , classe 1925, l'ultimo superstite della Battaglia di Megolo.
Come ha ricordato il partigiano Patera, in un commovente discorso finale all'amico Giannino, Spadazzi salì a soli diciannove anni a Inuggio, in Valle Strona, con i fratelli Di Dio e il 13 febbraio 1944 combatté a Megolo, in Val d'Ossola, con il Capitano Beltrami e gli altri ribelli della divisione partigiana contro i nazifascisti . Si salvò e continuò a combattere nella divisione Beltrami fino alla fine della guerra
Ormai sono rimasti in pochi i resistenti di quel triste e doloroso periodo di storia, quando tanti giovani uomini e donne combatterono, in tutti i modi possibili, per la libertà della nostra patria e la memoria storica resta nel ricordo dei figli, che hanno vissuto con loro, anche se non sempre loro hanno voluto raccontare tutto ciò che hanno vissuto e subito in modo così atroce
Nell'articolo di ieri de La Stampa Vco il figlio di Spadazzi, Massimiliano, ha dichiarato : " Mio padre ha vissuto lavorando e costruendosi la famiglia, era vicino all'Anpi nelle commemorazioni, per il resto ha vissuto in silenzio il suo ricordo. Uno alla volta negli anni ha visto spegnersi i suoi più cari amici, che con lui avevano condiviso quelle battaglie. Noi abbiamo fatto sempre molte domande, lui ci ha raccontato qualche aneddoto ma voleva tenere chiusa quella parte di memoria troppo dolorosa. Gli incubi notturni lo hanno accompagnato fino alla fine"
Quegli incubi così dolorosi hanno accompagnato tutti loro, anche quelli che, militari, si ritrovarono dopo l'8 settembre 1943, prigionieri IMI dei nazisti nei campi di concentramento, come mio papà, che sempre fu accompagnato nei suoi sonni notturni dagli incubi dei terribili ricordi e delle terribili esperienze subite nei lager nazisti di Polonia e Germania per due lunghi anni. Anche lui ne parlò sempre molto poco e cercò di dimenticare, a differenza di mia mamma che spesso ricorda e che molto recentemente ha raccontato tanti momenti di quella resistenza alla figlia di un altro partigiano, morto recentemente. che fu suo vicino di casa e amico di infanzia.
Troppo spesso in questi ultimi anni il fascismo ed il nazismo sono stati raccontati in modo distorto e si è cercato e si cerca di edulcorarli ma la verità è ben diversa. La crudeltà e le atrocità nazifasciste sono state tante e qui da noi c'è ancora chi le ricorda bene, ben vive, indelebili ed angoscianti nella loro memoria di quasi novantenni
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