mercoledì 18 maggio 2011

Bianca La Rossa

Bianca Guidetti Serra è protagonista   e testimone  della storia d'Italia novecentesca nei suoi momenti cruciali: dalla Resistenza, condivisa con gli amici Primo Levi, Ada Gobetti e le migliaia di donne dei "Gruppi di difesa" istituiti insieme ad Ada a Torino, alla militanza nel Partito comunista e poi alla fuoriuscita nel 1956 in seguito ai fatti d'Ungheria. Fino alla scelta di perseguire l'impegno sociale attraverso la professione di avvocato penalista, prerogativa all'epoca di poche donne. Sono gli anni delle battaglie giudiziarie in difesa dei diritti dei lavoratori, delle donne e anche della tutela dell'infanzia. Ricalcando le tappe che hanno segnato il secolo, con i nuovi movimenti nati dal '68 sino agli anni di Piombo, l'autrice rievoca episodi clamorosi in cui ha svolto un ruolo di primo piano: dalla vicenda della Banda Cavaliere al grande processo di Torino alle Brigate Rosse. È uno sguardo inedito su quegli eventi vissuti in prima persona: la revoca del collegio dei difensori da parte dei capi storici delle Br e l'emergenza processuale, l'omicidio del presidente dell'Ordine, Fulvio Croce incontrato poche ore prima, la rivendicazione "in diretta" dell'omicidio di Moro nei proclami dei brigatisti. Pagine di storia. Come lo sono del resto anche le cronache dal vivo dei processi contro le "fabbriche della morte" a difesa dell'ambiente e della salute: dall'Ipca di Ciriè all'Eternit di Casale Monferrato.
Recensioni :
Mi è piaciuto il fare  di Guido Crainz
"Mi ha sempre interessato l’aula giudiziaria come luogo dei ‘diritti in movimento’, in cui “si ridefiniscono i confini di ciò che si intende per giusto o ingiusto”: sta forse qui una delle chiavi del “racconto di sé” di Bianca Guidetti Serra, accompagnata da Santina Mobiglia, ma il lettore è stimolato di continuo a trovarne altre, e a esserne conquistato. In riferimento al 1956 e al dibattito nel Pci dopo l’invasione dell’Ungheria, Guidetti Serra ricorda: “Mi convinsi che perseverare nella disciplina di partito fosse una forma di tradimento (…), avrei tradito quelli che come me pensavano che il comunismo non potesse essere questo”. E nel considerare l’inizio del terrorismo di sinistra annota: “Mi sono chiesta tante volte cosa non avevamo trasmesso alla generazione venuta dopo di noi rispetto alle regole di funzionamento di una democrazia tutta da costruire”. Sono solo alcuni poli di riferimento di un racconto tanto intenso quanto “sommesso”, illuminato da un’altra chiave di lettura: “Il ricordo di quegli anni è per me inseparabile dalla profonda dimensione umana di molte vicende”...

Una lezione di stile  di Andrea Casalegno
Sarebbe ipocrita, parlando di Bianca la rossa, il libro di ricordi di Bianca Guidetti Serra scritto insieme all’amica più giovane Santina Mobiglia, tacere dell’affetto e dell’ammirazione per lei; sentimenti cui nessuno che l’abbia conosciuta può sottrarsi. Nata a Torino il 19 agosto 1919 da una famiglia operaia per parte di madre, che sarà una brava sarta, orfana del padre avvocato a diciannove anni, giovane assistente sociale nelle fabbriche, antifascista per sdegno morale dal momento in cui il regime si copre d’infamia con le leggi razziali (i suoi amici più cari sono un gruppo di giovani ebrei, tra cui il futuro fidanzato e poi marito Alberto Salmoni e l’inseparabile Primo Levi: pagina memorabile la sua ultima passeggiata con lui nella primavera torinese del 1987). [...] Ogni persona descritta da Bianca è una persona vera, ogni fatto emerge con evidenza. Sono fatti importanti, ma non basta; bisogna saperli raccontare. La precisione di linguaggio, l’autenticità di tono, l’assenza della più lieve traccia di retorica, la scarsità di giudizi personali, che quando sono morali sono però sempre impliciti, sono una grande lezione di stile. Grandi scrittori ce n’è tanti, e ciascuno può scegliersi i suoi. Ma i grandi testimoni sono rari...

2 commenti:

Blogaventura ha detto...

Una persona, un'autrice importante che ancora non conoscevo. Grazie e... un salutone da Fabio

ericablogger ha detto...

io avevo letto un suo libro parecchi anni fa, in cui parlava di alcuni suoi processi in cui aveva difeso delle donne che avevano subito violenze ed erano diventate assassine
una donna molto in gamba che si meritava questo premio importante
un caro saluto a te ed alla tua Sardegna ...
erica