domenica 5 febbraio 2017

Rifugiato ad Omegna

«Talvolta quando chiudo gli occhi penso a Buner, la cittadina pakistana in cui sono nato e da cui sono scappato un anno fa per sfuggire alla minaccia talebana, dopo che erano venuti a cercarmi a casa durante un rastrellamento». Karimullah Karimullah, 40 anni, una laurea con lode in biologia e zoologia e un dottorato di ricerca sull’interazione tra uomini e primati, racconta così l’inizio del suo viaggio che lo ha portato a Omegna, dove è ospite del centro di prima accoglienza per richiedenti asilo «Vittoria». 
«Quel giorno, il 21 gennaio del 2016, gli amici mi hanno avvisato che i talebani erano venuti a cercarmi a casa, io fortunatamente non ero lì e non ci sono più tornato, sono fuggito. Non potevo più sopportare la minaccia della violenza, dopo aver visto morire alcuni amici, studenti e professori universitari sotto il fuoco talebano». 
In quel giorno di gennaio di un anno fa inizia così il lunghissimo viaggio di quasi sei mesi, che attraverso Iran, Turchia, Grecia , Macedonia, Slovenia e Austria porta il 12 giugno dell’anno scorso in Italia Karimullah. «Ho fatto lunghissimi e faticosi pezzi a piedi - ricorda lo studioso pakistano -, non dimenticherò mai il viaggio sull’imbarcazione di fortuna tra Turchia e Grecia con la barca che andava su e giù tra le onde di un mare reso nero dalla notte. Così come l’attraversamento a piedi, sempre di notte, del confine tra Pakistan e Iran». Un viaggio di sei mesi, che non ha tolto a Karimullah la passione per la scienza e la ricerca: grazie ad alcuni amici è entrato nei mesi scorsi in contatto con l’Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr di Verbania. E così se altri profughi sono diventati imprenditori, lui ha continuato a fare quello che ama: ricercare. 
Oggi collaboro come volontario - ricorda -. Il 6 dicembre ho potuto presentare il mio lavoro sulla struttura della popolazione e sul comportamento dei primati nella parte Nord della Malesia peninsulare».  
«Sono grato per l’opportunità che mi è stata offerta» prosegue lo studioso pakistano, che ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche. Karimullah ha un forte legame con la Malesia, dove ha ottenuto all’università di Sepang la laurea e il dottorato di ricerca. Ma oltre a lavorare come volontario all’Ise di Verbania, Karimullah cerca di aiutare tenendo corsi di inglese a chi vive con lui nella struttura ricavata nell’ex hotel Vittoria e gestita dalla cooperativa Azzurra. «Ho sempre trovato gentilezza sia da parte di chi gestisce il centro, sia dalla gente di Omegna».  
Il sogno per il futuro: «Poter trovare un lavoro e potermi guadagnare quanto serve per vivere - conclude Karimullah - e riuscire ad aiutare mia madre in Pakistan». Il primo passo verso una vita normale è intanto avvenuto l’altro giorno: al commissariato di Omegna gli è stato consegnato il documento che conferma l’accettazione dello status di rifugiato. Con quel pezzo di carta Karimullah potrà chiedere un permesso di soggiorno, che gli permetterà di lavorare.  da La Stampa VCO
Spesso ci lamentiamo, io per prima, quando veniamo avvicinati, davanti al supermercato o ai negozi del centro, dai giovani di colore che chiedono soldi. Non tutti sono arrivati qui da zone pericolose o di guerra e si sono limitati a fare la questua. Questo giovane uomo pakistano ha continuato a fare il ricercatore e lo scienziato ed ha dimostrato di volere tenacemente la propria indipendenza e la propria autonomia di uomo colto ed intelligente. Come lui ce ne saranno anche altri che porteranno anche qui da noi il loro contributo in idee e progetti utili per la nostra società
 


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