giovedì 17 marzo 2011

Cavour statista europeo

Cavour era un aristocratico ma rifuggiva dal radicalismo, dal legittimismo, dal clericalismo e in particolare dall'assolutismo immobilista dei Savoia
Era consapevole delle trasformazioni in atto nella società dovute al progresso tecnologico della produzione industriale e fondava la propria fiducia nella libertà economica e nel libero scambio. Era convinto dell'importanza dell'internazionalismo, cha avrebbe dovuto essere realizzato dalla borghesia aimprenditrice, l'unica in grado di avere gli intellettuali più preparati
Questo suo pensiero dal percorso originale e lineare, coerente con le sue prime idee giovanili, lo portò rapidamente all'attività politica
Divenne corrispondente di un giornale svizzero e pubblicò in Inghilterra un'opera che ebbe una buona diffusione, un saggio sulla questione irlandese in cui espose le sue idee politiche: il rifiuto della rivoluzione e dell'intolleranza, la difesa della proprietà privata, l'anticlericalismo e l'impegno contro il fanatismo religioso del popolo sottomesso al clero, che erano per lui " la teoria del giusto mezzo "
Il moderatismo che esprimeva la sua teoria era assai diverso da quello di Cesare Balbo e di Massimo d' Azeglio perchè era influenzato dal pensiero politico ed economico dei paesi occidentali ; dimostrò sempre un'estrema ripugnanza di fronte all'assolutismo clericaleggiante ed oppressivo del governo di Carlo Alberto e all'invadenza dei Gesuiti
Il suo concetto di " Libera Chiesa in Libero Stato " fu il filo conduttore della sua politica nei confronti del papato e del clero. Egli giunse a questa posizione ideale di separatismo alla fine del suo percorso di statista ma furono sempre il suo realismo e la sua modernizzazione a segnare il cammino delle riforme che erano necessarie per costruire uno Stato democratico e laico,come la sua lotta continua contro gli ostacoli infiniti che il clero ed il mondo politico cattolico gli opposero senza tregua
L'8 febbraio 1848 il re Carlo Alberto promise, su consiglio dei suoi ministri, la concessione dello Statuto Il 22 febbraio la rivoluzione scoppiata a Parigi scacciò Luigi Filippo, che segnò la scomparsa definitiva della monarchia in Francia. Con le Cinque Giornate dal 18 al 22 marzo Milano insorta cacciò a fucilate Radetzky ed i soldati austriaci . Il 23 marzo un lungo articolo di Cavour sul Risorgimento incitò il Re a prendere le armi contro l'Austria : " L'ora suprema della monarchia sarda è suonata, l'ora delle forti deliberazioni... " Lo Statuto entrò in vigore il 5 marzo 1848 ed il re conservò un notevole potere, anche se sanciva la libertà di stampa e la pubblicità delle discussioni parlamentari. Il primo editto reale fu emanato il 17 marzo 1848: non riconosceva il suffragio universale, ammetteva tra gli elettori solo i sudditi maschi adulti che sapessero leggere e scrivere e pagassero almeno 40 lire di imposta. La carica di deputato era gratuita e di conseguenza escludeva le classi lavoratrici, eccetto le ricche professioni borghesi . Il 27 aprile 1848 si svolsero le prime libere elezioni politiche del Regno di Sardegna; il 72,4 per cento degli aventi diritto espresse il proprio voto, 56.850 persone su una popolazione di quasi 3 milioni
L'8 giugno 1848 la Camera dei deputati si riunì a Torino nell'antica sala da ballo del palazzo della famiglia Carignano
L'inizio parlamentare di Cavour fu disastroso perchè, su consiglio di amici, aveva rinunciato a presentarsi nel 5° collegio elettorale di Torino per presentarsi invece in 3 collegi elettorali di provincia, dove non fu eletto e non entrò nella prima tornata parlamentare della storia italiana, a differenza dei direttori degli altri direttori di giornali politici. In effetti erano stati scelti dagli elettori uomini che avevano cospirato nel 21 e nel 33, lottato e sofferto per l'abbattimento dell'assolutismo monarchico
Cavour riuscì ad ottenere un seggio nelle elezioni suppletive del 26 giugno 48, quando sostituì un eletto della circoscrizione di Cigliano che non aveva i requisiti per entrare alla Camera, ed il 4 luglio vi tenne il suo primo discorso senza particolare successo
Dopo la sconfitta di Novara, il 23 marzo 1849, e l' abdicazione di Carlo Alberto, salì al trono Vittorio Emanuele II. Massimo d'Azeglio sostituì Balbo nella carica di Primo Ministro. Con lui il ministro Siccardi elaborò la legge che sanciva l'abolizione del Foro Ecclesiastico. Cavour fu il maggiore ispiratore ed il 7 marzo 1850 tenne un famoso discorso programmatico sui rapporti fra Stato e Vaticano, in cui mostrava la necessità di togliere ogni validità civile ai tribunali ecclesiastici
A quel punto D'Azeglio offrì il portafoglio vacante dell'agricoltura, del commercio e della marina a Cavour , che accettò diventando in seguito il vero realizzatore di tutte le importanti iniziative politiche del governo con la conclusione di importanti trattati commerciali, tra cui il ribasso dei prezzi del grano nella triste occasione del colera, e la riorganizzazione della marina piemontese, con La Spezia principale porto militare del Regno
Grazie alla sua iniziativa, nel 1952 Urbano Rattazzi fu eletto presidente della Camera. Cavour aveva infatti elaborato un'inedita strategia parlamentare, il " connubio": si trattava di una particolare alleanza parlamentare fra il centro sinistra ed il centro destra, con cui il Conte voleva disinnescare i pericoli portati alla sua politica riformatrice sia dall'estrema sinistra giacobina sia dalla estrema destra retriva e conservatrice.Di fronte ai mutamenti della scena politica internazionale, voleva in effetti che il Piemonte traesse dallo Statuto tutte le maggiori implicazioni più liberali e riformatrici
Nel 1852 Cavour riprese a viaggiare e a Londra incontrò Lord Palmerston, a Parigi Luigi Napoleone ed anche Gioberti, il filosofo amico ormai vicino alla morte
Tornato a Torino, nello stesso anno fu nominato dal re Primo Ministro e ottenne anche il ministero delle Finanze, con la possibilità di costruire la ferrovia Torino - Genova
A questo punto Cavour divenne il grande stratega politico-diplomatico che avrebbe permesso in breve tempo di raggiungere l'unità nazionale
Mentre infuriava la Guerra di Crimea, lo statista piemontese accettò la proposta franco-inglese di far intervenire il Piemonte nel conflitto e nel maggio 1855, 18.000 uomini al comando del generale Alfonso La Marmora parteciparono in Crimea alla battaglia della Cernaia. La mossa vincente fu molto importante perchè permise a Cavour, alla fine della guerra di sedere al Congresso di Parigi del '56 dove si svolsero le trattative di pace e dove denunciò la politica repressiva dell'Austria e la sua presenza nello Stato Pontificio
Il 20 luglio 1858 Cavour e Napoleone III si incontrarono segretamente a Plombières e stipularono un'alleanza contro l'Austria, che impegnava la Francia a intervenire in Piemonte nel caso questo fosse stato attaccato. In questo incontro si stabilì anche che l'Italia avrebbe avuto una nuova ripartizione con la nascita di un nuovo regno dell'alta Italia sotto Casa Savoia, comprendente anche il Lombardo-Veneto e l'Emilia, ma con la cessione alla Francia di Nizza e della Savoia
Vittori Emanuele II pronunciò il famoso discorso sul " grido di dolore " mentre si organizzavano manovre militari sul Ticino e Garibaldi veniva invitato a costituire il corpo dei Cacciatori delle Alpi
Gli Austriaci attaccarono i Piemontesi e la guerra iniziò: le vittorie di Montebello e di Palestro, l'arrivo di un esercito francese di 100.000 uomini, la successiva vittoria a Magenta portarono francesi e piemontesi a Milano l'8 giugno 1859
Con il crollo austriaco a Solferino e San Martino, si sollevarono anche la Toscana e l'Emilia Romagna, chiedendo l'annessione al Regno sabaudo
Ma Napoleone III ormai privo di interessi abbandonò le guerra e firmò l'armistzio di Villafranca con gli Austriaci; Cavour indignato dall'atteggiamento del Francese, rassegnò le dimissioni ma poi tornò a ridiscutere ed ottenne l'annessione dell'Italia centrale al regno sabaudo in cambio di Nizza e della Savoia
Nella notte tra il 5 ed il 6 maggio 1860 Garibaldi con un migliaio di volontari salpò da Quarto su due piroscafi alla volta della Sicilia, dove sbarcò a Marsala sei giorni dopo. L'impresa dei Mille non si limitò alla Sicilia, ma risalì la penisola liberando Napoli il 7 settembre
Cavour si preoccupò notevolmente e decise di allestire un esercito con a capo il re in persona che, per opporsi allo strapotere garibaldino, attraversò le Marche e l' Umbria, sconfisse l'esercito pontificio e mosse incontro a Garibaldi, che incontrò a Teano il 20 ottobre 1860
Cavour continuò a vigilare e a controllare lo scacchiere militare e politico, organizzando nuovi plebisciti e il 17 marzo 1861 il primo Parlamento nazionale ratificò l'unità d'italia, proclamò Vittorio Emanuele re d'Italia e Cavour presidente del Consiglio
Nei giorni successivi lo statista pronunciò discorsi importanti, soprattutto per chiedere al Senato di approvare la legge per Roma capitale
Il 18 aprile Garibaldi attaccò pesantemente lo statista perchè nel disarmare i volontari garibaldini, l'esercito sabaudo aveva usato misure drastiche e violente contro coloro che non volevano cedere le armi con le quali avevano sconfitto i soldati borbonici e liberato il Mezzogiorno d'Itala
I primi 3 mesi di vita del parlamento italiano rappresentarono per lui un periodo difficile e stressante di conflitti e difficoltà, anche internazionali
La sera del 29 maggio rientrò presto a casa perchè non stava bene e nei giorni successivi peggiorò sempre più; oltre ai salassi, gli somministrarono anche del chinino che però rigettò
Morì alle 7 del mattino di giovedì 6 giugno 1861, il più grande statista europeo dell' Ottocento

Il Piemonte in effetti è stato nel Risorgimento la Prussia d’Italia Nell' 800 l'Italia era una nazione divisa fra tanti piccoli stati e solo il Piemonte con il Regno dei Savoia era l’unica monarchia solida e bene armata, capace di realizzare l’unità con il suo esercito e le sue baionette. Il Piemonte unificò l’Italia qualche anno prima che la Prussia unificasse la Germania, quando le vittorie prussiane erano ancora impensabili.
Negli anni successivi all’Unità d’Italia, era la Prussia a venir paragonata a un Piemonte di Germania, e nei caffè si discuteva se Bismarck avrebbe mai potuto essere un Cavour tedesco perché la sua brutalità ed il suo disprezzo per le regole parlamentari contrastavano con il liberalismo di Cavour e con la sua maestria nell’arte anglosassone di governare incantando il parlamento .
Fu un momento magico, in cui l’Italia fu oggetto di ammirazione in Europa e nel mondo, ma purtroppo  nel 1866, con la doppia catastrofe di Custoza e di Lissa fu evidente a tutti la fragilità del nuovo Stato, proprio mentre la vittoria degli alleati prussiani sull’Austria rivelava la nascita di una nuova grande potenza, pronta a dare l’assalto al potere mondiale. Quel momento scioccante distrusse la fiducia in se stessi faticosamente riconquistata dagli Italiani e trasformò in derisione la simpatia di cui godeva l’Italia .
Quasi sconosciuto fino alla guerra di Crimea, ammirato in seguito come uno dei più grandi uomini d’Europa e pianto con sincera costernazione dopo la sua improvvisa scomparsa, Cavour continuò ancora per pochi anni dopo la morte a essere ricordato e celebrato anche fuori d’Italia come il grande maestro della Realpolitik, l’uomo che con la sua forza di volontà aveva cambiato il mondo
Poi, invece, l’elmo chiodato ed i baffoni di Bismarck sostituirono nell’immaginario collettivo gli occhialini e la barbetta del conte Camillo Benso
Nel 1853 August von Rochau aveva inventato il concetto di Realpolitik, cioè la capacità di fare politica sfruttando con spregiudicatezza le condizioni del momento, perseguendo un fine preciso ma senza illusioni né paraocchi ideologici, prendendo decisioni destinate a produrre fatti concreti, calcolandone le conseguenze e assumendone il rischio.
Questa invenzione era stata fatta prima della guerra di Crimea, ma la preveggenza di Rochau aveva già indicato nella politica del regno di Sardegna un esempio di Realpolitik carico di promesse per il futuro. Da allora, per una quindicina di anni, Cavour dominò l’orizzonte politico tedesco in un modo che oggi appare veramente impensabile Nel 1865 per esempio il grande storico Heinrich von Treitschke annunciava il progetto di scrivere una biografia di Cavour per «mostrare al nostro pubblico che cosa è una geniale Realpolitik».
Per un popolo diviso, l’obiettivo più urgente e vitale era l’unificazione del paese . «Noi tedeschi abbiamo sperimentato con amaro dolore quanta infelicità, umiliazione e vergogna nasce dalla mancanza di unità politica», scriveva nel 1858 un politico tedesco, che augurava agli Italiani ogni successo nella loro impresa. Nei due anni successivi l’impresa riuscì al di là di ogni speranza, e i liberali tedeschi additarono l’Italia coraggiosa, pragmatica ed efficace di Cavour come un modello, dubitando al contrario che la Germania potesse mai arrivare ai suoi livelli. «L’Italia non era corrosa da ostinato dottrinarismo» e per questo aveva vinto, scrivevano i tedeschi e sottolineavano che «l’unica grande splendida vittoria del liberalismo che il nostro secolo conosce è stata raggiunta in Italia».
Ancora nel fatale 1866, un eminente liberale tedesco confessava: «Come ho invidiato per anni gli italiani, per il fatto che a loro fosse riuscito quello che a noi il destino sembrava aver rimandato a un lontano futuro; come ho desiderato un Cavour tedesco e un Garibaldi come messia politico della Germania» e si dichiarava incredulo davanti alla scoperta che nonostante tutto Bismarck non era inferiore a Cavour. 
( fonti bibliografiche : Cavour di Filippo Ambrosini ed del Capricorno; Grande Dizionario Storico dell'Unità d'Italia di P.F.Listri ebBonechi e Due leader fra liberalismo e cesarismo di Gian Enrico Rusconi ed Il Mulino , riassunto di ericablogger )

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