mercoledì 2 novembre 2011

Una sentenza importantissima !!!

" A 68 anni dalla deportazione, a cinque dall’inizio del processo e a 18 mesi dalla morte della vittima, il tribunale civile di Bologna ha condannato la Repubblica federale tedesca a risarcire i familiari di Angelantonio Giorgio, prigioniero nel lager di Dachau. Per i danni fisici e psicologici irreversibili dovuti a due anni di detenzione nazista, il giudice unico Chiara Graziosi ha disposto un rimborso di 518mila euro cui vanno aggiunti 66 anni di interessi per un totale oltre un milione.
La sentenza apre uno spiraglio per le richieste di deportati civili e internati militari nel solco di una nuova giurisprudenza, quella che considera inapplicabili la prescrizione e l’immunità dello Stato erede del defunto regime nazista rispetto a ‘crimini contro l’umanità’. La Germania però attende il verdetto decisivo della Corte internazionale dell’ Aja sul ricorso presentato nel 2008 contro le sentenze italiane dopo un summit tra Angela Merkel e Silvio Berlusconi, il cui governo non ha mai chiesto di rendere esecutivi i risarcimenti e le condanne penali degli ufficiali del Terzo Reich.

Sempre al 2008 risale la sentenza della Corte di Cassazione sul caso degli “schiavi di Hitler, i cittadini italiani che furono brutalmente deportati e costretti a lavorare in stato di schiavitù nelle fabbriche belliche del Terzo Reich durante la guerra. Un verdetto che già allora non annunciava nulla di buono per il governo tedesco. La Corte aveva bloccato il veto che la Germania aveva più volte proposto contro le cause portate avanti da una cinquantina di ex deportati italiani, stabilendo che è pienamente legittimo chiedere il risarcimento alla Repubblica Federale Tedesca per le sofferenze patite, perché “l’assoggettamento di quegli uomini al lavoro forzato è un crimine contro l’umanità”.
Il paradigma di un paese come l’Italia che fa presto a dimenticare è rappresentato dalla vita stessa di Angelantonio Giorgio. Militare di leva a Vercelli, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 viene catturato dalla Gestapo in stazione a Modena mentre sta cercando di tornare a casa, a Melito Irpino. Nel processo di Monaco di Baviera è dichiarato colpevole di comunismo e spedito nel campo di concentramento come deportato politico. E’ la condizione peggiore: a differenza dei governi inglese e francese che si attivano per i prigionieri, i fascisti di Salò lasciano i connazionali a marcire nelle baracche, ai lavori forzati per 100 grammi quotidiani di pane nero. Quando le truppe americane aprono i cancelli di Dachau, Giorgio pesa 38 chili.
Racconta e non viene creduto, rivive l’incubo senza una valvola di sfogo, fino a quando vince il concorso per una cattedra a Carpi, in provincia di Modena. Emigra con cinque figli da mantenere e una moglie malata. “Abbiamo vissuto in una realtà difficile  - racconta un familiare – all’epoca i traumi psicologici portavano dritti al manicomio e poche persone erano disposte ad aiutare, ad ascoltare. Angelantonio era visto come il maestro venuto dal sud con poca voglia di lavorare, negli ultimi anni poi le sue condizioni (ischemia, problemi cardiaci) si sono aggravate fino alla quasi cecità. Fa male pensare che i servizi sociali gli abbiano negato un aiuto rispondendo che camminava bene, mentre l’aguzzino di Dachau, Erich Priebke, se ne stava a Roma fuori dal carcere per ragioni di salute. Ce lo ha descritto mille volte come la persona più feroce al mondo”.
Priebke, 98 anni, sta scontando l’ergastolo per la strage delle fosse Ardeatine ai domiciliari con cinque ore di libertà settimanali. Gli altri responsabili trascorrono la terza età in Germania, al riparo da ogni estradizione. Le vittime riaccendono la speranza quando le sezioni unite civili della Cassazione, pronunciandosi nel 2004 sul caso del deportato di Talla Luigi Ferrini (poi risarcito dalla corte d’appello di Firenze con 100 mila euro), affermano che la Repubblica federale tedesca non può trincerarsi dietro il principio di immunità statale, che cessa di fronte a gravi crimini di guerra e contro l’umanità.
La sentenza apre il varco al riconoscimento delle responsabilità dell’ erede giuridico dello stato hitleriano e dunque alle condanne civili per le stragi di Civitella, Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema e ultimamente per gli eccidi di Monchio, Cervarolo e Vallucciole. Così anche la famiglia Giorgio nel 2006 si rivolge alla giustizia civile. Il processo, iniziato a ritmi blandi in tribunale a Modena, viene trasferito tre anni dopo a Bologna quale sede dell’Avvocatura dello Stato italiano, nel frattempo citato in giudizio dalla Germania sulla base delle ingenti somme già versate( nel Trattato di pace e negli accordi bilaterali del 1961).
“Le tesi di Berlino sono state respinte e la sentenza, anche se non ripaga di tanta sofferenza, è innovativa perché afferma un principio – spiega l’avvocato modenese Giorgio Fregni che assiste la famiglia insieme al napoletano Salvatore Guzzi – non solo riconosce il diritto al risarcimento per un crimine contro l’umanità, ma anche che si tratta di illeciti imprescrittibili per i quali il tempo non cancella il reato. Il risarcimento è di 518 mila euro ma, secondo i primi calcoli, gli interessi che devono essere versati superano di gran lunga il milione di euro”.
Il danneggiato non ha potuto assistervi, così come lo scorso anno al conferimento della medaglia d’oro al valore: Angelantonio Giorgio è morto il 23 aprile 2009, il giorno dell’anniversario della Liberazione di Modena. In una sola occasione, all’Istituto storico della Resistenza, aveva accettato di parlare di quei due anni di prigionia nel lager. Per la tesi di laurea di una studentessa modenese, ora custode di un patrimonio inestimabile."
da Fatto quotidiano – Emilia Romagna  25 ottobre 2011
Tanti dei nostri padri sono ormai morti, nel silenzio dei loro ricordi Solo in rari casi hanno raccontato le sofferenze subite e solo i familiari sapevano che erano le vittime dei campi di concentramento nazisti Vittime dimenticate, volutamente, dai nostri governanti Una vergogna che noi figli e figlie cerchiamo sempre di denunciare ancora oggi, anche se loro non ci sono più ... Una vergogna che solo queste ultime sentenze hanno  cominciato a stemperare in un sentimento di orgoglio e di vittoria per quella giustizia che i nostri padri non hanno mai avuto !!!

Il Piano Socio Sanitario Regionale 2011- 2015.

" Il centro destra ha approvato nei giorni scorsi in giunta regionale, con un ritardo di un anno e tre mesi rispetto alle promesse iniziali di Cota, il Piano Socio Sanitario Regionale 2011- 2015.
Un documento di una 50ina di pagine, che potrebbe essere adottato da qualunque regione d’Italia e forse d’Europa.
Tolte le prime pagine di dati epidemiologici su quanti siamo in Piemonte e qual è la nostra speranza di salute, il resto è un insieme di dati generici che potrebbero essere stati scritti in qualunque Regione.  
Viene confermata l’ipotesi di dividere l’ospedale dal territorio e la realizzazione delle grandi aziende ospedaliere, non c’è una riga sull’edilizia sanitaria, viene riconfermato il piano delle liste d’attesa già adottato da Cota e che ha dato fin’ora pessimi risultati, mezza paginetta sulla prevenzione dalla quale spariscono i piani e i profili di salute, nemmeno una parola sulla salute degli immigrati, che ovviamente non interessa al centro destra.
Mezza paginetta anche sulla città della Salute, e qui sono stati lungimiranti, visto che lo Stato non mette un soldo e quindi non si farà, niente sui tanto sbandierati costi standard, vengono riproposti i CAP, senza che ci sia un soldo per realizzarli, ma la comicità si rasenta nel capitolo pomposamente intitolato: Fondo per non autosufficienze.
Lo stesso che il Governo nazionale ha cancellato, e che il centro destra ripropone senza dire come finanziarlo. Un documento che sarà, io credo, bocciato da tutte le province e, soprattutto, da tutti gli uomini di buon senso.
Nino Boeti, responsabile regionale dipartimento sanità PD Piemonte"
dal sito  http://partitodemocratico.vb.it 

Tagli al finanziamento del trasporto pubblico locale

" Nel corso della Commissione Trasporti di mercoledì 26 ottobre , alla presenza dell’assessore regionale Bonino, sono emerse alcune drammatiche realtà circa il finanziamento del trasporto pubblico locale:
1) nella legge di bilancio 2011 erano stanziati 580 milioni di euro per il servizio di trasporto pubblico su ferro e su gomma. Con l’ultima decisione di Giunta, i soldi effettivamente stanziati saranno invece solo 370 milioni.
Quindi sul bilancio 2011 mancheranno 210 milioni di euro, denaro che serve per pagare il servizio di trasporto pubblico che nel frattempo ê già stato effettuato in tutto il Piemonte. In conseguenza di ciò, tutte le aziende che hanno svolto servizi dovranno attendere e sperare che nel corso del 2012 la Giunta stanzi le risorse necessarie per onorare i propri debiti.
2) la seconda sorpresa, però, è che sulla proposta di bilancio 2012, a fronte della necessità di disporre di 655 milioni per onorare i contratti di trasporto pubblico già firmati per il 2012, oltre ovviamente ai 210 milioni che servono per saldare il pregresso del 2011, risultano stanziati solo 800.000 euro!
E il fondo di riserva, che serve per coprire le voci di spesa che non hanno copertura sul bilancio, risulta di soli 532 milioni. Insufficienti, se si considera che con questi soldi si deve far fronte a tutti i capitoli di spesa che non sono stati coperti dalla Giunta Cota.
La situazione del trasporto pubblico piemontese è quindi drammatica. Il Presidente Cota non ha battuto ciglio di fronte ai tagli del Governo alla nostra Regione, assicurando che tutto si sarebbe rimediato.
Ora i nodi vengono al pettine. In assenza di una chiara inversione di rotta, il servizio di trasporto pubblico piemontese dovrà subire un fortissimo ridimensionamento e molte aziende rischieranno di dover chiudere.
Dichiarazione di Aldo Reschigna
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico "
dal  sito http://partitodemocratico.vb.it  

Noi ci siamo per Omegna

Domenica 23 ottobre nella palestra dell’Altea Forum ad Omegna c'è stata la presentazione del movimento civico “Noi Ci Siamo per Omegna”, a sostegno di Adelaide Mellano nella corsa alle primarie di coalizione, in attesa delle votazioni primaverili  per il Palazzo di Città.

Erano presenti alcuni dei sedici candidati consiglieri della lista : Mario Cavigioli, Fabio Marzorati, Marco Bussoli, Valeria Knutti, Fabio Barbaglia, Pietro Cavalli, Giuseppe Moio, Maurizio Frisone.
Mario Cavigioli ha spiegato che “Gli altri li aggiungeremo strada facendo, anche perché non abbiamo nessuna fretta. Cerchiamo gente motivata, che abbia voglia di mettersi in discussione ed al servizio della città” Cavigioli, presidente di Azzurra Basket VCO e di VCO Sport City, ha fatto da cerimoniere, prendendo per primo la parola: “Siamo consapevoli tutti quanti che viviamo un momento oggettivamente difficile, pieno di negatività. Il senso principale che ha spinto me e chi mi accompagna in questa avventura a scendere in campo è legato al fatto che ci sono poche risorse economiche ma anche poche risorse morali. Noi abbiamo la convinzione che una nuova Omegna è possibile: lavoreremo per questo”  
Valeria Knutti, commerciante, ha sottolineato il clima di grande collaborazione che si è instaurato in questo gruppo di lavoro: “ Fin dai primi incontri ho percepito l’interesse di tutti per Omegna, per risollevarla e farla rialzare. Io dico che sessant’anni fa stavamo peggio di adesso: ecco perché rimboccandoci tutti le maniche ci sono le possibilità di costruire un progetto di città viva ” .
Fabio Marzorati ha sottolineato come “ la grande apertura e la disponibilità all’ascolto ed a progettare insieme della candidata sindaco e dei componenti di questo movimento sono gli elementi che mi hanno portato a rendermi disponibile per questo progetto”.
In chiusura a prendere la parola è stata  la candidata sindaco del Partito Democratico: “ Le liste civiche sono la linfa vitale della politica: io posso promettere che farò di tutto per costruire una città migliore per i nostri figli. E dico che il municipio sarà una casa aperta a tutti 
- dal sito http://partitodemocratico.vb.it ; riassunto da ericablogger -

Noi ci siamo per Omegna Movimento Civico per Omegna 2012-2017 lo si può trovare nel web qui ( sito di presentazione) e qui ( news e blog  aggiornato )
 Omegna ha un grande bisogno di novità e di persone che abbiano la voglia e la forza di fare e di risollevare le sorti di una città in declino con tanti problemi da risolvere Le fabbriche sono in crisi, i giovani devono andare altrove per trovare un futuro stabile, i negozi stanno sopravvivendo con molta fatica. Una nuova amministrazione solida sicura e preparata che riporti l'ottimismo e l'entusiasmo sarebbe il miglior augurio e la speranza per tutti noi che viviamo da sempre qui . E ben vengano anche le liste civiche purchè apportino un contributo valido e costante nel lungo futuro che ci aspetta...