domenica 18 aprile 2010

Nuova giunta Regionale senza il Vco !

" ...il governatore Cota ha affidato ad semplice comunicato stampa la composizione della sua giunta. Prima novità : l’esecutivo regionale passa da 14 a 12 assessori; seconda novità più incentrata su scala locale : nessun esponente del Vco nella squadra di governo. Per Valerio Cattaneo, in ballottaggio sino ad ieri sera per un assessorato, si profila la seconda carica istituzionale: la presidenza del Consiglio regionale. " il resto dell'articolo si può leggere qui
Il VCO è passato da sinistra a destra, ma una volta ancora non ha avuto un assessore in Regione !
Cambia il colore politico, ma non cambia nulla, a quanto pare...
Ho studiato all'Università di Torino e allora, più di 30 anni fa, quasi nessuno sapeva dove fosse Omegna o dove fosse il Lago d'Orta. Incredibile ma vero! Adesso forse qualche torinese, alessandrino, cuneese o astigiano forse lo sa perchè con la superstrada che porta da Genova ad Alessandria e a Gravellona uno o due, forse tre !,  intraprendenti viaggiatori del weekend sono riusciti a scoprire anche il nostro territorio
Non che si faccia granch'è a Omegna per il turismo perchè di domenica se si passa dal centro città   ci sono troppi caffè chiusi, tutti i negozi con le serrande abbassate- quelli che sono riusciti a tirare avanti e a non chiudere definitivamente, naturalmente - e ben poca gente in giro...
Dei gran bei panorami lacustri per gli appassionati di fotografia, ma il resto ? e quali sono i ristoranti aperti , per turisti e non, di domenica ?
Nel Verbano c'è molta più vita e vivacità, ma basta per mantenere vivo un territorio che sta perdendo tutte le industrie locali, vedi Acetati, Bialetti e le altre fabbriche in crisi ,dal Cusio al Verbano all'Ossola ?
Io non ho mai amato granch'è l'idea di molti di andare con la Lombardia perchè non credo proprio che le cose cambierebbero in meglio
Basta vedere cosa sta succedendo con i treni che collegano Verbania con Milano, linea internazionale del Sempione!, molti dei quali sono stati soppressi e quelli rimasti sporchi e in ritardo il più delle volte, per non apprezzare la Lombardia ...
Dovranno essere quindi i nostri politici  locali, provinciali e comunali, di destra, sinistra o altro, a darsi da fare e a farsi sentire in Regione per migliorare con i fatti, e non solo con tante belle parole preelettorali, quella che non è certo una situazione rosea per tutti noi che viviamo qui da sempre

Rabarbaro e Piccoli Frutti

Ho trapiantato nell'orto, due autunni fa, una vecchia pianta di rabarbaro che è attecchita benissimo e si è moltiplicata con delle foglie enormi.A marzo le foglie erano già cresciute molto, nonostante il freddo pungente ancora presente di notte, ed in questi ultimi giorni di sole hanno aumentato notevolmente il loro volume. Il rabarbaro non può mancare in un giardino perchè quando i suoi gambi diventano belli rossi, si possono fare delle marmellate squisite. Originario dell'Asia orientale, giunse in Europa come pianta medicinale nel medioevo. E' necessario concimarlo con del buon letame nel tardo autunno ed impedirne la fioritura in primavera, staccando tutto lo stelo. La raccolta dei gambi termina a metà giugno e deve essere fatta scalarmente
Stanno rifiorendo anche i piccoli frutti, ribes, uva spina, mirtilli americani, lamponi e fragole.
Se non si abbasserà di nuovo la temperatura e non ci saranno gelate notturne impreviste, dai fiori nasceranno tanti buoni frutti da gustare per gran parte della fine primavera e dell' estate.
Con i piccoli frutti si fanno ottime marmellate, ma i mirtilli, il ribes e l'uva spina possono essere conservati a lungo anche in vasi di vetro, al buio ed in frigo possibilmente, dopo averli lasciati per alcuni giorni al sole estivo.

Si puliscono bene, si mettono in vaso e si ricoprono con alcuni cucchiai di miele. Si chiudono ermeticamente i vasetti che vengono poi lasciati al sole per alcuni giorni, capovolgendoli ogni tanto in modo che il miele sciolto penetri bene tra i frutti. In inverno saranno ottimi da mangiare con yoghurt o panna


Fioriture di aprile

  Ieri sono andata in giardino a trapiantare delle piante da frutta, molto in ritardo rispetto alla stagione, perchè ha fatto freddo e, quando non c'è il sole come oggi, fa ancora piuttosto freddo  Ci sono però anche molte piante ed arbusti in fiore, alcuni dei quali sono bellissimi e rendono il giardino un incanto di splendide coloriture .
Ad inizio aprile ho visto fiorire pian piano l' amelanchier, che avevo piantato nei primi anni '90, e le due piantine giovani che sono nate dai suoi semi, sparpagliati in giro dagli uccelli che popolano numerosi il giardino. L' Amelanchier appartiene alla famiglia delle Rosacee ed è un albero spogliante, proveniente dall'America settentrionale, che raggiunge  6 metri di altezza e più ed ha fiori bianchi e frutti porporini o neri, eduli. E' una pianta rustica, che si adatta a quasiasi terreno, ma esige una posizione soleggiata, e sopporta bene i freddi inverni del nord.
Anche le Camelie si sono ricoperte di fiori bellissimi, dal bianco al rosa al rosso di varie sfumature e screziature, molti dei quali sono già caduti a terra, come un bellissimo tappeto colorato e variopinto.
Alcune piante sono diventate ormai degli alberi di 5-6 metri e più, mentre le piantine nate dai semi di una camelia femmina stanno crescendo pian piano un po' dapperttutto, con colori diversi a seconda di dove sono spuntate !
Le Camelie japoniche dalle belle foglie verdi lanceolate e robuste, resistenti anche all'inquinamento, sono piante originarie del Giappone, della Cina e dell'Indocina ed amano i terreni soleggiati, leggeri ma acidi ed umidi, tipici delle colline intorno ai nostri laghi piemontesi, dove spesso piove in abbondanza anche d'estate.

martedì 13 aprile 2010

La Lettera di Enrico Borghi

Lettera inviata da Enrico Borghi al direttore di VcoAzzurraTV, Maurizio Depaoli.


Caro Direttore,
ho ascoltato il tuo editoriale di sabato dedicato all’ultima candelina della Bialetti, e più in generale alla crisi industriale del nostro territorio posta in relazione con il cosiddetto “peso politico” del VCO. Vorrei provare, essendo stato chiamato giustamente in causa, ad indicare almeno quattro strade sulle quali a mio giudizio il settore pubblico può intervenire con tempi relativamente brevi per cercare di dare una risposta di carattere occupazionale al nostro territorio. Con una premessa.
Sono convinto che la crisi che sta attraversando il VCO sia l’apice di una “maturazione” di attività manifatturiere, non sostituite da un’imprenditoria dinamica e innovativa pronta a rimpiazzare il capitalismo familiare ormai defunto e anzi in qualche caso (vedi Bialetti, SitCupro, Acetati, temo presto Tessenderlo) pronta a sganciarsi dal territorio quando ha ultimato le sue finalità sostanzialmente speculative.
Questo assegna al settore pubblico un ruolo diverso rispetto al passato. Il “pubblico” nel VCO deve attribuirsi due compiti: da un lato intervenire direttamente sulla domanda aggregata, con operazioni di tipo keynesiano, per attivare politiche industriali nei settori di competenza al fine soprattutto di tenere alti i livelli occupazionali. Dall’altro creare le condizioni per le quali le imprese innovative e realmente interessate al nostro territorio investano, senza briglie burocratiche e con un contesto sociale di sostegno e di incentivo.
Sul primo versante, credo che stia nella responsabilità delle amministrazioni pubbliche innescare in tempi rapidi due filoni che potrebbero dare ricadute positive sotto il profilo dell’occupazione.
1 – una politica industriale per il ciclo idrico Il Parlamento ha recentemente abolito gli ATO acqua e rifiuti, rimandando alle Regioni il compito di ridefinire il governo del sistema entro un anno. Proposta: perché non fare un’ATO asciuttissima e senza costi, composta dalle tre nuove comunità montane e dal Comune di Verbania, che assegni direttamente ad una nuova società interamente pubblica frutto della fusione tra Idrablu, Acque Nord e Comuni Riuniti la gestione integrata del ciclo idrico del VCO?
La nuova società potrebbe utilizzare i dispositivi della legge sugli appalti attivando la procedura negoziata con imprese locali, per attivare lavori pubblici nel campo degli acquedotti e delle fognature di cui i nostri comuni hanno bisogno come il pane. Il tutto preceduto da un “patto” tra imprese, sindacati e istituzioni col quale le imprese beneficiarie si impegnerebbero ad utilizzare in questo settore maestranze – adeguatamente formate- espulse dalle aziende industriali in fase di chiusura. Si attiverebbe così una politica industriale utilizzando una risorsa naturale come l’acqua con concrete ricadute locali.
 Sarebbe un’occasione di maturità per la classe politica della zona di mettere al bando populismi e tatticismi su questo tema, e rispondere a tre problemi oggettivi: la carenza di infrastrutture, il lavoro per le imprese della zona e un possibile assorbimento di manodopera espulsa dai cicli produttivi.
2 – la bonifica area ex Enichem Sono ormai quattordici anni che parliamo della bonifica dell’area attorno allo stabilimento chimico di Pieve Vergonte.
Proposta: avvalendoci anche della presenza del board Eni del vicepresidente della Provincia, “staniamo” finalmente Ministero e Syndial, e costruiamo poi capitolati speciali d’appalto in modo tale che sia possibile coinvolgere nella grande operazione di bonifica imprese locali e assorbire manodopera locale, senza ricorrere al concetto di “general contractor” che strozza sul filo del subappalto i piccoli artigiani locali e attua una concorrenza sul costo spesso a scapito della qualità, facendo arrivare in zona oltre tutto aziende esterne che spesso di regolare hanno solo il certificato! Sul secondo versante, quello degli incentivi alla produzione locale, sono convinto di possa lavorare anche qui rapidamente su due livelli:
1 – un’Azienda Energetica delle Valli Lepontine
Barack Obama ha detto che i problemi fondamentali dell’Occidente oggi sono tre: il terrorismo, l’incremento demografico e le fonti energetiche. Sappiamo tutti qual è stato il ciclo dell’energia idroelettrica nel VCO. E sappiamo che le nostre acque saranno preziose perché oggi serve energia in quantità crescente, facilmente disponibile, a basso costo e ambientalmente sostenibile. Oggi sul tappeto ci sono i rinnovi di alcune concessioni idroelettriche, e altre arriveranno in futuro.
Proposta: perché non rifondare su basi nuove il rapporto tra i produttori idroelettrici e il territorio, facendo decollare una “Azienda Energetica delle Valli Lepontine” o una “VCO energia” pubblico-privata, partecipata dalle banche locali, dalla Regione e dagli enti locali, che si inserisca in un più vasto progetto industriale di dimensione nazionale e internazionale?
Non fermiamoci alle dimensioni: nella piccola valle svizzera di Poschiavo è stata fondata una società, la Rezia Energia, che oggi vende e distribuisce energia in mezza Europa, Italia compresa. A Olten, piccolo paese elvetico, ha sede la Atel, che in cento anni di vita è riuscita a diventare un piccolo colosso mondiale dell’energia.
I nostri imprenditori soffrono perché pagano l’energia mediamente il 30 per cento in più di altre realtà europee. Mettiamo ad un tavolo le istituzioni, gli industriali che credono al territorio e le banche della zona e buttiamo il cuore oltre l’ostacolo. Iniziando, magari, dalla costituzione di un consorzio di acquisto energetico per spuntare condizioni di fornitura più vantaggiose rispetto ai concorrenti e far cogliere alle aziende del VCO i vantaggi derivanti dalla liberalizzazione del settore elettrico.
2 – una sinergia Polo dell’Innovazione/Enti Locali Il Polo dell’Innovazione presso il Tecnoparco del Lago Maggiore sta iniziando a dare risposte. Ci sono importanti adesioni, e altre se ne annunciano.
Dobbiamo fare in modo, però, che quando le imprese avranno studiato i prototipi essi arrivino subito sul mercato. In almeno due settori (quello del mini-idroelettrico e dell’auto elettrica) essi potrebbero farlo se nei propri capitolati le amministrazioni pubbliche inserissero tali tecnologie.
Proposta: facciamo un patto tra produttori e pubbliche amministrazioni, sotto la regia del Polo dell’Innovazione, per conseguire questo obiettivo?
Sono temi complessi e che meriterebbero maggiori approfondimenti, che spero possano essere fatti anche attraverso un dibattito pubblico. Per conseguirli abbiamo bisogno di un confronto politico, istituzionale e sindacale di alto profilo, liberandoci di piccole furbizie e di tatticismi.
Su questi temi è in gioco l’esistenza del Verbano Cusio Ossola come soggettività politicoeconomica, e se saremo davvero classe dirigente all’altezza l’autonomia ce la conquisteremo sul campo. Altrimenti ci aspetta un futuro da colonia. Politica ed economica. Motivo in più per impegnarsi, ciascuno secondo le proprie responsabilità, per evitare che ciò accada.
Enrico Borghi presidente Uncem

Nuovo Presidente Cob

"L’assemblea dei sindaci del VCO ha eletto Giuseppe Monti nuovo presidente del COB unico per il VCO per la programmazione della gestione dei rifiuti, ente unico che ha unificato i due precedenti consorzi. Insieme a Monti il nuovo consiglio di amministrazione sarà composto da Maurizio Oldrini, Virgilio Varnelli, Giovanni Rubini e da Michele Ricci.
Il centro destra ha vinto le elezioni e sceglie i vertici di questo nuovo ente.
Peccato però che, in barba alla crisi economica e rimangiandosi le parole di una politica attenta al controllo dei costi, gli amministratori della Lega Nord e del PDL hanno proposto di aumentare (e di molto) i compensi agli amministratori del nuovo ente.
24 mila euro al Presidente, 18 mila al vice, 14.440 agli altri consiglieri del Cda e l'aggiunta di un gettone a tutti i partecipanti alle assemblee, per un totale dei costi ben superiore alla somma dei due precedenti consorzi.
”Costi che pagheranno i cittadini in bolletta – afferma il segretario provinciale del PD Lilliana Graziobelli -. Un consorzio nato per rendere più semplice la gestione dei rifiuti e per risparmiare, con le proposte del centro destra e della Lega Nord, vede aumentare i costi e non diminuirli.
A bloccare questa scelta, per fortuna, ieri sono intervenuti gli amministratori vicini al Partito Democratico e al centro sinistra che, in assemblea, si sono fatti sentire e hanno ribadito la loro forte contrarietà a queste proposte.”
Il centro destra ha così dovuto ritirare questo punto all’ordine del giorno, per formulare una nuova proposta alla prossima assemblea.
“Vigileremo - continua Graziobelli - come Partito Democratico che non facciano i furbi e che le indennità siano consone al ruolo di questo Cda e non superino la somma di quelli precedenti.
Bisogna rispettare un sentire comune dei cittadini che, in questo periodo di forte crisi economica, chiedono alle forze politiche e agli amministratori più sobrietà.”
Rimane da sottolineare come le parole e gli slogan di cambiamento della politica della Lega Nord risuonino, dopo queste scelte, ancora una volta vuote ed una presa in giro dei suoi elettori."
Dalla newsletter del PD Vco
Riflessione personale: si va in politica per il bene dei concittadini o si va in politica con la speranza di vincere per poi salire su quel famoso " cadreghino" e, qualunque sia il colore pre...scelto, riempirsi abbondantemente le saccocce personali, per il bene di se stessi, alla faccia di tutti quei fessi che hanno abboccato ed hanno votato convinti di aver scelto quelli più onesti ???
Ai posteri l'ardua sentenza ... ma se è vero quello che ho letto qui sopra, abbiamo cominciato proprio bene il dopo elezioni!

sabato 10 aprile 2010

Bialetti chiude

Era da settimane ormai che leggevo articoli sulla stampa locale del Vco in cui non vi era nessun ottimismo per la situazione che si stava creando alla ditta Bialetti, celebre per le sue caffettiere moka con l'omino con i baffi
Purtroppo l'uovo di Pasqua ha portato una sgradita ed amara sorpresa per tutti noi che qui a Crusinallo abbiamo  sempre creduto nelle nostre industrie del casalingo, nate da  concittadini ingegnosi, come appunto i Bialetti padre e figlio, anche se ormai da tempo erano subentrati altri, che  avevano anche spostato la fabbrica da via IV Novembre alla frazione Verta
Nel vertice del 7 aprile, tra la dirigenza dell'azienda ed i rappresentanti dei sindacati per la discussione sul piano industriale, purtroppo la proprietà ha annunciato la messa in mobilità della quasi totalità dei 120 dipendenti. Uno shock per gli operai ma anche per tutta la città
E' stato deciso di chiudere lo stabilimento per spostare la produzione da Omegna ad un paese dell' Europa dell'est, dove naturalmente la mnodopera costa molto meno. Le moka poi saranno rivendute qui in Italia, anche se si è sottolineato che ormai non sono più molto di moda, perchè gli Italiani preferiscono le cialde !!!
I lavoratori si sono subito riuniti in assemblea permanente nello stabilimento di Crusinallo ma è forte la preoccupazione per l’annuncio di chiusura dello stabilimento perchè, oltre  ai 120 dipendenti della storica impresa cusiana, viene minaccia pesantemente anche l’attività e la sopravvivenza di numerose imprese artigiane dell’indotto, con i relativi addetti,  già seriamente penalizzati dalla difficile congiuntura economica. Sono infatti circa un centinaio le piccole aziende che "gravitano" intorno alla Bialetti,  i cui titolari con le loro famiglie ed almeno 300 addetti  rischiano di essere coinvolti dalla crisi del settore casalinghi.
La CNA del Vco ha dichiarato che  “Questa ennesima brutta notizia che si aggiunge ad altre pesanti situazioni aperte, è la dimostrazione che siamo di fronte ad una crisi che riguarda ormai l’intero sistema produttivo del VCO. E’ necessario attivare al più presto un’azione congiunta ed unitaria di tutte le forze politiche, sociali ed economiche locali per obbligare la Regione Piemonte e il Governo ad assumere interventi per rilanciare lo sviluppo economico del VCO. Concordiamo con chi sostiene che la crisi del VCO è un problema nazionale e non solo locale”.
Della vertenza Bialetti  ne parleranno  lunedì pomeriggio a Torino   il presidente della provincia Massimo Nobili, il suo vice Paolo Marchioni ed il sindaco di Omegna Antonio Quaretta, che incontreranno il nuovo presidente della Regione Roberto Cota.
Nobili  ha dichiarato : «Al presidente faremo notare come la nostra provincia stia attraversando un momento difficile; la vertenza Bialetti è solo la punta dell’iceberg, la crisi riguarda l'intero territorio provinciale e non una singola azienda. E' necessario portare a livello nazionale la «vertenza Vco» perché sul piano regionale penso si non si possa fare moltissimo mentre qui ci vogliono misure eccezionali».
Il sindaco di Omegna ha detto invece: "Abbiamo fiducia nel presidente Roberto Cota che si è dimostrato sensibile a quanto sta avvenendo; alla Regione chiederemo interventi straordinari non solo per la Bialetti, ma per l'intera provincia "
Nel frattempo i lavoratori della Bialetti hanno scritto una lettera aperta ai cittadini omegnesi chiedendo il loro sostegno. La lettera verrà distribuita giovedì mattina durante il mercato del giovedì ad Omegna e portata in tutte le case.
Sempre giovedì 15 i sindacati hanno indetto uno sciopero generale dei metalmeccanici che sono stati invitati a dare vita ad una manifestazione ad Omegna alle 17 davanti allo stabilimento di Crusinallo.
E alle 17 e 30 presso la Sede istituzionale del FORUM, al Parco Maulini, ci sarà un Consiglio Comunale Straordinario sulla Situazione occupazionale della Ditta Bialetti

lunedì 5 aprile 2010

Preghiere dal Silenzio


Noi siamo argilla, Signore,
vasi di argilla che un piccolo tocco
manda in frantumi...

Taccia, o Signore, dinanzi a te
la veemenza delle nostre passioni,
che ci spingono all'empietà e alla violenza;
taccia la nostra sete di prestigio...
Taccia l'uomo di fango che è in noi
e avanzi l'uomo nato dal cielo
e al cielo unicamente proteso.
Immersi nel silenzio della tua presenza...
Madre Anna Maria Canopi   Preghiere dal Silenzio

Madre Canopi è badessa del Monastero benedettino Mater Ecclesiae delle suore di clausura sull'isola di San Giulio, Lago d'Orta. Ha collaborato all'edizione della Bibbia Cei e alle edizioni dei nuovi Messali e Lezionari. Presso Piemme ha pubblicato Preghiere del Silenzio ed altri libri di fede e spiritualità
Il silenzio dell' isola e la bellezza della natura che la circonda accompagnano sempre il viaggiatore che giunge a questo meraviglioso luogo, in mezzo al Lago d' Orta

Risultati elettorali a Omegna

da La Stampa To, ecco i risultati delle elezioni regionali della scorsa settimana di alcuni partiti
Comune di OMEGNA   percentuale votanti: 60,50 %   elettori: 13429    votanti: 8125  schede bianche: 88   schede nulle: 297  schede contestate: 2

Roberto COTA    voti personali  3776    48,79 %
Liste Seggi     :  IL POPOLO DELLA LIBERTA'   2115 voti   30,51 %  ;  LEGA NORD  966 voti  13,93 %

Mercedes  BRESSO    voti personali  3626   46,85 %
Liste Seggi    : PARTITO DEMOCRATICO   1975 voti   28,49 %  ;  DI PIETRO ITALIA DEI VALORI   377 voti  5,43 % ;  RIFOND.COM. - SIN.EUROPEA - COM.ITALIANI   299 voti  4,31 %  ;  UNIONE DI CENTRO 167  voti   2,40 %

Davide  BONO  voti personali  291  3,76 %
Lista Seggi  :  MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT  242 voti    3,49 %

Un breve sgardo a questi risultati mette in evidenza 2 fatti fondamentali: Cota e la destra hanno sorpassato la Bresso e la sinistra, che comunque hanno tenuto abbastanza bene rispetto ad altri comuni del VCO  il movimento di Grillo ha ottenuto più voti dell' Udc

Giorgione a Castelfranco Veneto

A metà marzo sono stata a Castelfranco Veneto per vedere la mostra dedicata al suo illustre concittadino, Giorgione, a 500 anni dalla sua morte, presso il Museo Casa Giorgione,  a Casa Barbarella, la casa del ‘400 che ospitò il Maestro al lavoro e dove sono stati riuniti  il genio, la grandezza ed il fascino delle opere giovanili del grande e misterioso pittore veneto, figura enigmatica  del Rinascimento italiano.
I capolavori del primo periodo di Giorgione sono esposti insieme con quelli dei grandi artisti con cui si rapportò durante la sua breve esistenza: da Giovanni Bellini a Lorenzo Costa, da Carpaccio a Perugino, da Sebastiano del Piombo a Palma il Vecchio, da Leonardo a Raffaello e Tiziano. Ma si possono ammirare anche gli antichi volumi dei suoi biografi, da Castiglioni, Pino, Vasari, Dolce, e quelli di letterati, musici, intellettuali, da Petrarca a Bembo, che contribuirono a creare l'ambiente culturale dal quale potrebbe essersi alimentato l'artista, ed anche i bronzi dei Lombardo, del Riccio e di Severo da Ravenna e le incisioni di Teniers e di Zanetti, per ricordare i perduti Giorgione, in particolare gli affreschi del Fondaco dove Zorzi lavorò accanto a Tiziano.
La parte antica di Castelfranco è circondata da alte mura e deve il proprio nome al castello "franco",esente cioè da imposte per i suoi primi abitanti-difensori. L'imponente quadrato di  mattoni rossi  fu eretto sopra un preesistente terrapieno, tra la fine del secolo XII ed i primi decenni del XIII, dal Comune medievale di Treviso, poco a nord del villaggio della Pieve Nova, sulla sponda orientale del torrente Muson, a presidio del turbolento confine verso le terre padovane e vicentine.
Già nei primi decenni del Trecento, sul lato orientale, si sviluppò il primo nucleo dell'abitato, Bastia Vecchia, strumento di difesa, dotato di un ospizio per poveri e viandanti.
Città murata per sua stessa definizione, Castelfranco conserva quasi integralmente la cinta muraria e le sei torri che si innalzano ai quattro angoli e nei punti mediani di meridione ed oriente. La torre dell'orologio, sovrastato da un massiccio leone marciano in pietra d'Istria, si eleva sino a 43 di altezza e domina l'intero castello.
Castelfranco ha legato indissolubilmente i suoi ottocento anni di storia alla sua  posizione strategica nel Veneto centrale: fu tappa obbligata tra Venezia, la Germania e le Fiandre, tra l'Europa occidentale e le pianure dell'Est. Città di commerci fin dall'origine e sede d'un antico mercato di granaglie e bestiami, attivo sino alla metà del secolo scorso, fu anche centro, in passato, delle più svariate attività artigianali e snodo ferroviario di primo livello dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri.
La città fu sede di podestà veneziani dal 1339 al 1797, ma fu anche la patria, tra il XVII e il XVIII secolo, di uomini di scienza  come Jacopo Giordano e Vincenzo Riccati, di architetti come Francesco Maria Preti e di musicisti come Agostino Steffani, di grande fama. Ma Castelfranco Veneto è  nota ovunque per aver dato i natali a una delle figure più straordinarie ed enigmatiche della storia della pittura,Giorgione, genio misterioso della luce e del colore. La fortezza racchiude, come in uno scrigno, due capolavori preziosi tra i pochi riconosciuti al pittore: l'ermetico Fregio delle Arti liberali e meccaniche di Casa Marta-Pellizzari e la celebre Pala del Duomo di S. Liberale. Ho visitato (vedi   3 mie foto personali qui a fianco) con estremo interesse e curiosità questo piccolo capolavoro di città murata, veramente unica, e mi è piaciuto moltissimo l'interno del teatro ma anche le sue stradine antiche ed i negozietti di fiori, purtroppo chiusi fino a metà pomeriggio, quando ormai ero partita per una delle più belle ville venete
Zorzi da Castelfranco detto Giorgione (Castelfranco Veneto 1477/78 – Venezia 1510)  giunse a Venezia verso il 1503-1504 Non si sa quasi nulla della sua vita perché i documenti su di lui sono pochissimi e non si è mai saputo neppure il nome del suo maestro, probabilmente un pittore di Castelfranco o di Treviso. Alla prima formazione, si aggiunsero successivamente i maestri con i quali entrò in contatto a Venezia, dove si appoggiò alla bottega di Vincenzo Catena, dal quale apprese la tecnica di Giovanni Bellini mentre, attraverso un gruppo di pittori lombardi presenti in laguna, conobbe l'insegnamento di Leonardo da Vinci. Nella capitale ebbe anche modo di conoscere la pittura di Hieronymus Bosch e quella di Albrecht Dürer, di cui ho potuto ammirare nella mostra la Madonna col Bambino e una scimmia in particolare.
Completamente tagliato fuori dagli incarichi ecclesiastici, ottenne invece due commissioni pubbliche, un telero per Palazzo Ducale e gli affreschi per il Fondaco dei Tedeschi, ricevendo però contestazioni per entrambi i lavori.  Il suo ruolo a Venezia rimase dunque marginale rispetto ai vecchi protagonisti come Bellini, Carpaccio, Cima e le loro botteghe, ma anche rispetto ai nuovi emergenti come Tiziano e Sebastiano del Piombo. Nel '500 il suo successo pubblico fu strettamente legato ai generi celebrativi, la pala d'altare e il telero pubblico; Giorgione rimase invece più chiuso in una dimensione privata, con le sue figure isolate e il suo difficile allegorismo.
Profondo e poetico innovatore della pittura veneta,  nonostante la morte precoce a poco più di trent’anni, a causa della peste, l'artista influenzò fortemente l’opera di tanti altri pittori, ma resta  ancora oggi  un enigma, un mistero ed un mito.
Un enigma che ancora affascina con la potenza lirica della sua arte per il nuovo, assoluto equilibrio tra uomo e natura  delle sue opere.  
  L’opera di Giorgione, definita da Berenson “limpido specchio del rinascimento alla sua altezza suprema”, determinò infatti,  in pochi brevissimi anni, una svolta decisiva alla pittura veneta, divenendo punto di riferimento per un’intera generazione di artisti. 
I documenti della sua biografia sono irrisori, tutti  nella parte finale della sua vita. Il suo nome non è mai citato nel Cinquecento ed è sempre indicato con la provenienza geografica "da Castelfranco" oppure, in un inventario del 1528, come "Zorzon", soprannome che per Vasari deriverebbe "dalle fattezze della persona et la grandezza dell'animo" Il primo documento sicuro è l'iscrizione del 1° giugno 1506 dietro la Laura di Vienna attribuita al "maistro Zorzi da Chastelfranco", che viene dichiarato come "cholega" del pittore belliniano Vincenzo Catena. Sono invece attestati tra il 1507 e il 1508 i pagamenti da parte del Senato di Venezia per la realizzazione da parte di Giorgione di un telero, dal soggetto imprecisato, da collocare nella nuova Sala dell'Udienza del Consiglio dei Dieci in Palazzo Ducale. Altra notizia certa si ricava dal documento dell'8 novembre 1508 relativo ad un'azione legale intentata dall'artista per il mancato compenso degli affreschi del Fondaco del Tedeschi a Venezia.
Infine il rapido carteggio del 1510 tra Isabella d'Este e Taddeo Albano, suo funzionario a Venezia, che, oltre a permettere di accertare la prematura scomparsa dell'artista, "pochi giorni prima", dichiara la fama di Giorgione anche in terra estense. Isabella dimostra però di non conoscere bene l'opera del pittore e chiede al suo "agente" di prendere informazioni sul possibile acquisto di "una pictura de una nocte", molto bella e singulare rimasta nella "heredità" dell'artista, valutando se sia davvero valida. L'incertezza sulla biografia dell'artista colpisce anche Giorgio Vasari che, nelle due versioni delle sue Vite apporta per quanto concerne la biografia di Giorgione numerosi cambiamenti: nella prima versione del 1550, Giorgione è fatto nascere a Castelfranco nel 1477 e  vasari lo colloca già dalla sua prima formazione, di cui non cita la bottega, a Venezia dove entra in contatto con circoli aristocratici con i quali condivideva la passione per le cose d'amore e per la musica. "Dilettossi continovamente delle cose d'amore, et piacquegli il suono del liuto mirabilmente: anzi tanto, che egli suonava et cantava nel suo tempo tanto divinamente, che egli era spesso per quello adoperato a diverse musiche, et onoranze, et radunate di persone nobili". Ma nella versione del 1568 l'aretino corregge l'anno di nascita dell'artista collocandola nel 1578, all'epoca del "doge Giovan Mocenigo, fratel del Doge Piero".
Altro documento prezioso nel tentativo di gettare un po' di luce sulla vita e sull'opera di Giorgione attraverso le fonti è il taccuino marciano del nobile Marcantonio Michiel, giovane amante delle arti che, a partire dal 1525, annota sintetiche descrizioni, corredate da precise indicazioni di paternità, dei quadri visti nelle case dei collezionisti veneziani; è lui che ci ha lasciato testimonianza di alcune opere sicure di Giorgione come La Tempesta
Opere che nel complesso ancora sfuggono, non solo relativamente all'autografia, ma anche nel loro più vero significato. I dipinti sopravvissuti e riconosciuti come suoi testimoniano  un'attività esclusivamente laica, civile o "privata" - anche la Pala di Castelfranco è in realtà commissionata dal famoso condottiero Tuzio Costanzo - ma sono  ancora molteplici le chiavi d' interpretazione proposte per la sua pittura: esercitazioni filosofiche sul tema dell'amore di stampo neoplatonico, raffigurazioni legate alla letteratura classica o manifesti della cultura ebraica lagunare.
Vi sono anche le leggende  costruite intorno alle poche fonti. Tra queste "invenzioni" deve essere registrata anche quella della sua morte per "male d'amore", causata dalla fuga della sua amante con l'allievo Pietro Luzzo da Feltre. L'episodio fu narrato solo nel 1648 da Carlo Ridolfi  e conferma che  l'opera era già iniziata l'opera di mitizzazione  dell'artista.
Tra le opere di Giorgione esposte mi sono piaciute : Madonna col Bambino, Idillio campestre, Leda e il cigno, Fregio delle Arti liberali e meccaniche,  e in particolare : Le tre età dell’uomo, Ritratto di arciere, Doppio ritratto, Ritratto di guerriero e, naturalmente, La Tempesta, che conoscevo per averla studiata bene ai tempi della scuola superiore in storia dell'arte !
 - per saperne di più vedere il sito http://www.giorgione2010.it/ - le immagini delle opere di Giorgione provengono da pagine web trovate in internet

giovedì 1 aprile 2010

L'effetto Grillo in Piemonte

Anche nel VCO c'è stata la sorpresa elettorale della lista Movimento 5 stelle Beppe Grillo.it che ha ottenuto ben 576 preferenze con Marisa Turco
Il 3,66 % dei grillini su tutto il territorio piemontese ha decisamente contribuito alla sconfitta della candidata Bresso, presidente uscente della regione Piemonte, che nella sua campagna elettorale ha sottovalutato il pericolo di questo nuovo partito di protesta, rammaricandosene poi amaramente solo a sconfitta avvenuta. Ma, come diceva mia nonna, "quando i buoi sono fuori dalla stalla" è inutile recriminare o peggio ancora, come dico sempre io, "piangere sul latte versato"!
Bisogna rimboccarsi le maniche, svecchiare una sinistra, o meglio un centro sinistra e soprattutto un Pd, che troppo spesso non è più vicino al popolo, come lo è invece la Lega per esempio, e trovare una quadra per ritrovare di nuovo elettori entusiasti e soddisfatti di ogni età e di ogni ceto sociale con cui colloquiare e a cui promettere fatti, e non parole, e basta .
Ma chi sono i giovani che hanno creato lo scompiglio in questa coalizione perdente, che andava dall'Idv all'Udc, dando la possibilità al leghista Roberto Cota di governare in Piemonte per i prossimi 5 anni?
Sono 18 giovani che in cinque mesi, completamente digiuni di politica, boicottati ed ignorati da tutti i politici di professione, hanno lavorato volontariamente, con pochi soldi, ottenendo un successo incredibile
Davide Bono, il primo eletto del movimento 5 stelle, con oltre 90 mila preferenze personali, ha 29 anni, fa la guardia medica all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino e viaggia solo in bicicletta o con i mezzi pubblici.
Con lui ci sono altri giovani, esperti di informatica, ingegneri, videoblogger; tutti usano le nuove tecnologie e sono iscritti a comitati ambientalisti, dalla NoTav valsusina all'Acqua pubblica, alla Decrescita felice al No Inceneritore. Dello staff piemontese fa parte anche Vittorio Bertola, 35 anni, molto conosciuto all'estero per essere un guru delle nuove tecnologie, inventore dell'innovativo Vitaminic e consulente di Kofi Annan per Internet
Bono ed il cuneese Fabrizio Biolé, 32 anni, impiegato in una libreria, andranno a Palazzo Lascaris. Si sono conosciuti in rete, frequentando il blog di Grillo, ma in questi cinque mesi sono usciti sul territorio con un programma ben preciso
" ... la prima cosa che faremo arrivati in Regione, registreremo tutto per la trasparenza. Ogni parola che verrà detta in commissione, ogni consulenza, ogni euro speso dalla pubblica amministrazione verrà reso pubblico attraverso un portale che abbiamo intenzione di creare. Perchè i cittadini devono essere informati: gli elettori ci hanno votato, ora chiediamo di tenerci il fiato sul collo "
"Il secondo obiettivo da raggiungere in Regione è ridurre lo stipendio a tutti i consiglieri."
Bono in effetti ha firmato un contratto prima di candidarsi per cui prenderà solo 2000 euro netti, invece degli attuali 6000 presi dagli altri politici, e il resto sarà dato alla lista Grillo per progetti sociali e creazioni di posti di lavoro.
I cavalli di battaglia di Bono sono stati il no agli inceneritori, il sì alla raccolta differenziata totale per i rifiuti, il no alla Tav ed il potenziamento delle linee locali per i trasporti, il no a torri sopra i 100 metri a Torino, dove Bono è attivista contro la costruzione del grattacielo Intesa-San Paolo
Sicuramente questo nuovo gruppo ha proposte ed idee interessanti ma solo con il tempo si potrà vedere se riusciranno a mantenersi integri e puri e a portare avanti i loro programmi da " pasdaran" del futuro verde, in particolare  le promesse No Tav, o se invece finiranno pure loro nel calderone delle promesse preelettorali non mantenute o , ancor peggio, se subiranno i cambi repentini di idee ed emozioni del loro capo Grillo, il comico che alcuni anni fa distruggeva i computer nei suoi spettacoli ed ora invece è diventato il re dei blog  della rete web !!!

Piccoli Vampiri

" I pipistrelli  sono i nemici peggiori delle zanzare. Di più, sono killer implacabili, capaci di divorarne a migliaia ogni notte. Ecco perché il Comune di Modena, impegnato tutte le estati a combattere la proliferazione della temuta zanzara tigre al pari di molte amministrazioni della Regione, ha deciso di arruolarli in una guerra che normalmente viene combattuta a colpi di insetticidi, che però inquinano le falde acquifere e ammazzano indiscriminatamente api, farfalle e lucciole. Ma non finisce qui, perché gli insetti che sopravvivono al trattamento rischiano di immunizzarsi rispetto ai prodotti chimici, rafforzandosi e diventando ancora più difficili da debellare.
Allora si è pensato ai pipistrelli e su di loro si è costruita una campagna: il Comune sta installando in vari punti dei nidi o «bat box». Sono casette piatte, che vengono piazzate sui muri di cimiteri, scuole e dello stesso palazzo municipale " da  www.lastampa.it/lazampa/
Parecchi anni fa tutte le estati alcuni pipistrelli svolazzavano in tarda serata qui intorno a casa ed in giardino: andavano a caccia di insetti e di zanzare. Non so dove passavano l'inverno ma era bello vederli tornare con la bella stagione. Poi pian piano hanno cominciato a diminuire ed alla fine ne è rimasto solo uno. Era piccolo e carino, con le sue zampette alate, le piccole orecchie pelose e i dentini sporgenti, mentre sfrecciava veloce intorno al palo della luce a caccia di zanzare ed altri insetti fastidiosi.
Da alcuni anni è sparito pure lui. Un vero peccato perchè invece le zanzare sono aumentate, notevolmente, e sono così fastidiose con le loro punture inquinanti...
Chissà se anche qui un bel giorno verrà in mente anche ai nostri politici di reintrodurre quei cari, deliziosi " Pippi", tanto utili e preziosi a madre natura ed a noi umani ?