domenica 22 febbraio 2015

Gli Spadonari di Giaglione

Giaglione è un piccolo paese a circa tre chilometri da Susa, sulla strada che sale verso il Moncenisio, in provincia di Torino
E' il paese dove era nato mio papà 
Uno dei paesi NoTAV da dove spesso sono partite le manifestazioni contro il progetto Tav
A Giaglione si parla il franco provenzale Nel sito del Comune si può leggere la storia del paese, il vocabolario e le poesie di alcuni giaglionesi in lingua franco provenzale
Ma  Giaglione ha tradizioni molto antiche e alcune feste, la più importante delle quali è la  Festa Patronale di S. Vincenzo in gennaio, uniche perché ci sono gli Spadonari con i loro abiti ed i copricapi di un passato molto lontano che danzano con i lunghi spadoni dritti con impugnatura in legno decorata e borchie in metallo , le sei Priore ed il Bran, l'albero fiorito dei Celti, una struttura in legno con una base di 90 centimetri, alta oltre 2 metri, che ha un disco fissato alla base e due manici che permettono ad una giovane donna nubile di portarlo in equilibrio sulla testa durante la processione. Interamente ricoperto da una ricca decorazione di nastri, fiori e frutta, alla base il bran accoglie una particolare forma di pane a ciambella, preparato per l’occasione, che viene distribuito alla comunità giaglionese alla fine della Messa.
C'è un bellissimo video in youtube che mostra il paese, fiabesco con tutta la neve che lo imbianca, e tutto ciò che succede il giorno di San Vincenzo: arte cultura riti religiosi e riti antichi di un mondo speciale come la  marcia degli Spadonari che non procedono a passi, ma a salti e compiono evoluzioni che lasciano a bocca aperta.  
Una mezz'ora che vale la pena vedere e gustare per conoscere Giaglione ed i Giaglionesi 

Il corteo dei sindaci No TAV


Ieri pomeriggio a Torino è sfilato il corteo No TAV dei valsusini contrari a questa opera costosa ed inutile
da La Stampa di To :  " Quindicimila secondo gli organizzatori, 4 mila per la questura. Sono arrivati in piazza Castello, senza incidenti, i manifestanti del corteo No Tav , al termine della camminata di protesta partita da piazza Statuto con in testa i sindaci della Valsusa. Ingente lo spiegamento di forze dell’ordine.  Nessuna violenza, tra slogan e striscioni. Davanti alla caserma Cernaia, peraltro presidiata dal servizio d’ordine interno al corteo, parte dei manifestanti ha lanciato alcune uova contro l’edificio.  
Secondo il ministero delle Infrastrutture «il progetto approvato capitalizza il grande lavoro di analisi e proposte sviluppato dall’Osservatorio sulla Torino-Lione in 235 riunioni e confronti con gli enti locali coinvolti». In piazza Castello, i sindaci della Valsusa hanno approvato uno schema di delibera in cui si chiede di spostare su altre voci i fondi per la Torino-Lione. «Invieremo questo documento a tutti i Comuni italiani», spiega il sindaco di Susa,  Sandro Plano. 
Un documento, chiamato «Salviamo il territorio», che potrebbe diventare il manifesto di tutte le amministrazioni che si battono contro le grandi opere. O, comunque, di associazioni, movimenti, sindacati e partiti che chiedono di investire i soldi Tav per altre priorità, soprattutto sociali. Ancora Plano: «Noi poniamo un problema politico sulle priorità delle scelte fatte dal governo. Problemi che non riguardano solo la valle ma tutt’ Italia».  "
Qui si possono vedere le immagini del corteo 

lunedì 16 febbraio 2015

Anche Guido se ne è andato

Alcune domeniche fa sono rimasta attonita quando, aprendo le pagine de la Stampa VCO, ho letto la notizia della morte improvvisa del dottor Masnaghetti. Aveva 61 anni ma un infarto lo aveva fermato per sempre.  Lo conoscevo da molti anni, prima come ortopedico e successivamente come genitore a scuola. Ero stata una delle insegnanti che avevano accompagnato la 1G al funerale di sua figlia Francesca e quel loro dolore, profondo ma affrontato con coraggio e tanta fede, mi aveva molto colpito. Poi avevo avuto in classe i suoi tre ultimi figli e avevo potuto constatare come il suo lavoro impegnativo in ospedale non gli aveva mai impedito di essere un padre sempre presente nella crescita educativa dei suoi ragazzi
Sono stata molto colpita, pochi giorni dopo, anche dalla scomparsa dell'ingegner Beltrami, 62 anni, il papà di Giacomo.
E ieri sul giornale c'era la notizia della morte altrettanto improvvisa, per un malore, di Guido Dellavedova, 65 anni
Avevo visto Guido pochi giorni prima di Natale, come sempre allegro, indaffarato, pieno di vita e di gioia di vivere, con quel suo sorriso e quel suo essere gentile e spontaneo che lo rendevano una persona speciale ed unica
Guido era il titolare della Irmel, azienda storica del mondo del casalingo cusiano e marchio noto in tutto il mondo. Era stato suo padre Giovanni a creare la fabbrica a Crusinallo, dove era vissuta sua moglie Rosita, nel 1946 ma in seguito al successo nato con la creazione della caffettiera in un pezzo unico con imbuto e filtro interni e delle prime caffettiere colorate la Irmel, ovvero la Industrie riunite metallo e legno, si era spostata ad Omegna
L’azienda era entrata in crisi una quindicina di anni fa a causa della concorrenza cinese, ma Guido   non aveva assolutamente abbandonato la speranza di far rinascere la nostra industria ed economia cusiana con tante  idee e nuovi progetti.  
L’ultimo era quello della Smart Cities che stava portando avanti insieme ad altri amici 
Il progetto era stato presentato una ventina di giorni fa   nell’ex-stabilimento della Irmel ad Omegna e in quella occasione Guido aveva aperto le porte della vecchia fabbrica esponendo, insieme ad opere di arte moderna, anche i casalinghi che avevano fatto la storia dell’azienda. Un nuovo modo molto moderno di fare industria portando i cittadini a vedere e a toccare con mano quello che la sua famiglia aveva creato in passato

Non ero andata a visitare la sua fabbrica e la sua collezione di casalinghi come avevano invece fatto tantissime altre persone e mi spiace perchè mai avrei immaginato che ci lasciasse anche lui così presto e così in fretta
Di Guido conserverò il ricordo di una bella persona, dei viaggi Uni3 fatti in anni recenti insieme con lui e sua moglie, della sua voglia di fare sempre qualcosa di buono e di bello per la comunità e per tutti noi che viviamo qui a Omegna da sempre
Le mie più sentite condoglianze a sua mamma a sua moglie e a sua figlia 
Nelle mie riflessioni serali di ieri mi sono chiesta per l'ennesima volta perché il destino ha fatto morire questi uomini ancora giovani, che avrebbero potuto dare ancora molto alla collettività ed alle loro famiglie, in modo così improvviso 
Non riesco mai a credere che ci sia un Dio che ha un disegno ben preciso per ognuno di noi e non riesco a pensare che in questo disegno o come si voglia chiamarlo la scomparsa  di persone attive intelligenti ed utili nel pieno delle loro esistenza possa servire a qualcosa
Chi ha più fede di me forse lo capirà ma io sono triste e sconvolta anche per la morte di Guido